FRASI
CELEBRI E FAMOSE DI AUTORI FAMOSI, I GRANDI FILOSOFI DEL PASSATO,
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SULLA VITA
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Voltaire
Da
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Voltaire
Citazioni
di Voltaire
Ai
vivi si devono dei riguardi, ai morti si deve soltanto
la verità. (da Prima lettera a M.me de
Genonville sull'Edipo, 1719)
Alla
corte, figliolo, l'arte più necessaria | Non è di
parlar bene, ma di saper tacere. (da L'Indiscret)
Ama
la verità, ma perdona l'errore. (da Discours en vers
sur l'homme)
- Aime
la vérité, mais pardonne à l'erreur.
C'è
chi in seconda fila brilla e in prima s'eclissa. (da La
Henriade)
Dichiariamolo
apertamente noi che non siamo preti e che non li temiamo: la
culla della Chiesa nascente è circondata solo da
imposture. È una sequela ininterrotta di libri assurdi
sotto nomi supposti. (da L'affermazione del cristianesimo,
ed. Procaccini, Napoli, 1988, p. 88)
È
dal Nord che oggi ci viene la luce. (da Épitre à
l'imperatrice de Russie, Cathérine II, 1771, v. 8)
- C'est
du Nord aujourd'hui que nous vient la lumière.
È
uno scrittore [Marivaux] che conosce tutti i viottoli
del cuore umano, ma non sa la strada maestra. (citato in
Fernando Palazzi, Dizionario degli aneddoti, Baldini
Castoldi Dalai, 2000).
Ed
ecco per l'appunto come si scrive la storia. (da Charlot ou
la Comtesse de Givry, I, 7)
- Et
voila justement comme on écrit l'histoire!
Egli
compilava, compilava, compilava. (da Le pauvre diable,
citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli,
1921, p. 240)
- Il
compilait, compilait, compilait.
I
mulatti sono semplicemente una razza bastarda. (citato in Gianni
Scipione Rossi,Razzismo. Il buio della ragione nel secolo dei
lumi)[1]
I
negri e le negre, trasportati nei paesi più freddi,
continuano a produrvi animali della stessa specie. (citato in
Gianni Scipione Rossi, Razzismo. Il buio della ragione nel
secolo dei lumi)[2]
I
negri sono, per natura, gli schiavi degli altri uomini. Essi
vengono dunque acquistati come bestie sulle coste dell'Africa.
(dal Saggio sui costumi)
I tiranni hanno
sempre una qualche sfumatura di virtù; supportano le
leggi, prima di distruggerle. (citato in Call of Duty 4:
Modern Warfare)
Il
brasiliano è un animale che non ha ancora raggiunto la
maturazione della propria specie. (da Dialogues et
anedoctes philosophiques, 1768)
Il dubbio non
è piacevole, ma la certezza è ridicola. Soltanto
gl'imbecilli sono sicuri di ciò che dicono. (citato
in Indro Montanelli, L'Italia del Settecento, Rizzoli,
1971)
Il
segreto per annoiare sta nel dire tutto. (da Discorso
in versi sull'uomo, 6)
- Le
secret d'ennuyer est celui de tout dire.
Il
superfluo, cosa quanto mai necessaria. (da Le Mondain, v.
22)
La
moda di amare Racine passerà come [quella
del] caffè. (da: Oeuvres, vol. IV)
La
religione esiste da quando il primo ipocrita ha incontrato il
primo imbecille (citato in Antonio Lopez Campillo, Juan Ignacio
Ferreras, Corso accelerato di ateismo, traduzione di Silvia
Rupati, Castelvecchi Editore, 2007, p. 28)
La storia è
una burla che i vivi giocano ai morti. (citato in Indro
Montanelli, L'Italia del Settecento, Rizzoli 1971)
La
storia non è che il quadro dei delitti e delle disgrazie.
(da L'Ingènu, histoire véritable, cap. X)
- L'histoire
n'est que le tableau des crimes et des malheurs.
[La
teologia è] una collezione di risposte incomprensibili a
domande senza senso. (citato in Indro Montanelli, Là
dove comincia il grande mistero di Dio, 23 maggio 1996)
Non
affermo niente; ma mi contento di credere che ci sono più
cose possibili di quanto si pensi. (citato in Patrizia de
Mennato, La ricerca «partigiana», Libreria
CUEM, Milano 1994.)
Non
che il suicidio sia sempre follia. Ma in genere non è
in un accesso di ragione che ci si ammazza. (da Lettera a
Mariott)
Non
possiamo sempre compiacere gli altri, ma possiamo sempre parlare
in modo compiacente. (citato in Selezione dal Reader's
Digest, dicembre 1962)
Non
vi è forse nulla di più grande, sulla terra, del
sacrificio della giovinezza e della bellezza compiuto dal gentil
sesso -giovani spesso di nobili natali- al fine di poter
lavorare negli ospedali per l'alleviamento della sofferenza
umana. La vista del qual sacrificio è cosa rivoltante,
per il nostro animo delicato. Gli individui che si sono staccati
dalla religione romana hanno imitato in modo assia imperfetto un
così alto spirito di carità (citato in Thomas E.
Woods, Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà
occidentale, Cantagalli 2007, pag. 177-178)
Quando
la gente comincia a ragionare, tutto è perduto.
(da Correspondance, 1/4/1766)
- Quand
la populace se mêle de raisonner, tout est perdu.
Quando
occorre, sono serissimo; ma vorrei non essere noioso. (da La
pulzella d'Orléans)
...
BOSWELL. «Quando venni a trovarvi, pensavo di vedere un
grandissimo ma cattivissimo uomo». VOLTAIRE. «Siete
molto sincero». BOSWELL. «Sì, ma la stessa
[sincerità] mi fa confessare che ho trovato il contrario.
Solo il vostroDictionnaire philosophique [mi turba]. Per
esempio. Âme, l'Anima...». VOLTAIRE. «Quello
è un buon articolo». BOSWELL. «No. Scusate.
Non è [l'immortalità] un'idea piacevole? Non è
più nobile?». VOLTAIRE. «Sì. Voi avete
il noblie desiderio di essere il Re d'Europa. [Dite] "Lo
desidero, e chiedo la vostra protezione [per continuare a
desiderarlo]". Ma non è probabile». BOSWELL.
«No. Ma se non può essere in un modo, non è
detto che non possa essere nell'altro. [Come Catone, diciamo]
"Dev'essere così", finché [arriviamo a
possedere] l'immortalità». VOLTAIRE. «Ma
prima di dire che quest'anima esisterà, dobbiamo sapere
che cosa sia. Io non conosco la causa. Non posso giudicare. Non
posso essere un giudice. Cicerone dice, potius optandum
quam probandum. Noi siamo esseri ignoranti. Siamo gli zimbelli
della Provvidenza. Io sono il povero Punch». BOSWELL. «Non
vorreste che vi fossero pubbliche funzioni?». VOLTAIRE.
«Sì, con tutto il cuore. Riuniamoci quattro volte
all'anno in un gran tempio con musica, e ringraziamo Dio di
tutti i suoi doni. V'è un solo sole. V'è un solo
Dio. Vi sia una sola religione. Allora tutti gli uomini saranno
fratelli». BOSWELL. «Potrò scrivervi in
inglese, e voi mi risponderete?». VOLTAIRE. «Sì.
Addio». (citato in James Boswell, Visita a Rousseau e
a Voltaire, traduzione di Bruno Fonzi, Adelphi, 1973, p.
108-109)
Se
Dio non esistesse bisognerebbe inventarlo. (da Épître
104 – Épître à l'Auteur du Livre des
Trois Imposteurs, v. 22)
- Si
Dieu n'existait pas, il faudrait l'inventer.
-
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Socrate
Da
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Ritratto
romano di Socrate conservato al Louvre
Socrate (in
greco Σωκράτης,
470 a.C. – 399 a.C.), filosofo greco.
Citazioni
di Socrate
Ho
un'ultima lezione da dare: essi mi devono uccidere perché
sappiano quello che hanno fatto. La città dovrà
affrontare la propria colpevolezza. (citato in George
Steiner, Totem o tabù, in Nessuna passione
spenta, p. 152)
Io
so di non sapere. (da Platone, Apologia di
Socrate)
Le
parole false non solo sono cattive per conto loro, ma
infettano anche l'anima con il male. (da Fedro, 91)
Che
strana cosa sono il piacere e il dolore; sembra che ognuno di
loro segua sempre il suo contrario e che tutti e due non
vogliano mai trovarsi nella stessa persona. (da Platone: Fedone)
[A
proposito di Platone] Ma tu guarda quante sciocchezze mi fa
dire questo giovanotto! (citato in Diogene Laerzio,Vite dei
Filosofi)
Non
dalle ricchezze ma dalle virtù nasce
la bellezza. La ricerca porta alla verità.
Un'ingiustizia non va commessa mai neppure quando la si riceve.
Ad una persona buona non può capitare nulla di male: né
in vita né in morte, le cose che lo riguardano non
vengono trascurate dal Dio. Ma ormai è giunta l'ora di
andare io a morire e voi invece a vivere. Ma chi
di noi vada verso ciò che è meglio è oscuro
a tutti tranne che al Dio. (da Platone, Apologia
di Socrate)
«Sai
dove si vende il pesce?» «Si, al mercato.» «E
sai dove gli uomini diventano virtuosi?» «No.»
«Allora seguimi» (citato in Diogene Laerzio,Vite dei
filosofi)
Sarebbe
ben comprensibile se uno, a motivo dell'irritazione per tante
cose sbagliate, per il resto della sua vita prendesse in odio
ogni discorso sull'essere e lo denigrasse. Ma in questo modo
perderebbe la verità dell'essere e subirebbe un grande
danno. (citato in vatican.va)
Senza
fonte
Bisogna
mangiare per vivere, non vivere per mangiare.
Chi
vuol muovere il mondo prima muova se stesso.
È
meglio subire ingiustizia piuttosto che farla.
Ero
veramente un uomo troppo onesto per vivere ed essere un
politico. (apologia di socrate)
I
cattivi vivono per mangiare e bere, mentre i buoni mangiano e
bevono per vivere.
Il
mio consiglio per te è di sposarti; se troverai una buona
moglie, sarai felice; se non la troverai diventerai un filosofo.
L'esser
contenti è una ricchezza naturale, il lusso è una
povertà artificiale.
L'ignoranza
è l'origine di tutti i mali.
L'uomo
più ricco è quello che si accontenta di poco,
perché la contentezza è la ricchezza data dalla
natura.
La
meraviglia è un sentimento assolutamente tipico del
filosofo. La filosofia non ha altra origine che questa.
La morte è
l'una o l'altra di due cose. O è un annullamento e i
morti non hanno coscienza di nulla; o, come ci vien detto, è
veramente un cambiamento, una migrazione dell'anima da un luogo
ad un altro.
La
vera saggezza sta in colui che sa di non sapere! Perché
io so di sapere più di te, che pensi di sapere.
Non
esitate a sposarvi. Se troverete una buona moglie sarete felici.
Se troverete una cattiva moglie diventerete filosofi... e questa
è un'ottima cosa per qualunque uomo.
Nulla
può far danno a un uomo buono, né in vita né
dopo la morte.
Perché
ti meravigli tanto se viaggiando ti sei annoiato? Portandoti
dietro te stesso hai finito col viaggiare proprio con
quell'individuo dal quale volevi fuggire.
Più
gente conosco, e più apprezzo il mio cane.
Praticare
il bene è un affare. Se l'uomo non lo
persegue è solo perché non ha la minima idea di
dove si trovi il bene. Pertanto non è malvagio ma
ignorante.
Quella
che sul piano soggettivo è la felicità, sul piano
oggettivo coincide con la realizzazione della propria essenza.
Sono
un cittadino, non di Atene o della Grecia, ma del mondo.
Tutte
le guerre sono combattute per denaro.
Viviamo
intorno a un mare come rane intorno a uno stagno. [Allude
al Mar Mediterraneo]
Attribuite
Conosci
te stesso. (Talete)
[Le ultime
parole di Socrate] O Critone, noi siamo debitori di un
gallo ad Asclepio: dateglielo e non dimenticatevene! (daPlatone,
Fedone)
- Da Diogene
Laerzio, Vite dei filosofi
Avendo
così pochi bisogni che meno non si potrebbe,
sono vicinissimo agli dei.
Esiste
un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l'ignoranza.
[Interrogato
se bisognasse sposarsi o no] In entrambi i casi
ti pentirai.
- Da Platone,
Apologia di Socrate
Vada
come sta a cuore al dio. Alla legge si obbedisce. Difendersi si
deve. (cap. 2)
Certamente
lo conoscete Cherofonte; [...] un giorno che era andato a Delfi,
ebbe la faccia tosta di chiedere al dio [...] se ci fosse
qualcuno più sapiente di me e la Pizia gli rispose che
non c'era nessuno. (cap. 5)
Certo
sono più sapiente io di quest'uomo, anche se poi,
probabilmente, tutti e due non sappiamo proprio un bel niente;
soltanto che lui crede di sapere e non sa nulla, mentre io, se
non so niente, ne sono per lo meno convinto, perciò, un
tantino di più ne so di costui, non fosse altro per il
fatto che ciò che non so, nemmeno credo di saperlo. (cap.
6)
Capii
ben presto che i poeti componevano le loro opere non facendo uso
del cervello ma per una certa disposizione naturale, per una
sorta di ispirazione, come gli indovini e i profeti. Anche
costoro, infatti, dicono molte e belle cose, ma senza rendersene
conto. (cap. 7)
Quei
giovani che più di tutti hanno tempo libero e che sono
figli dei più ricchi, gioiscono nell'ascoltare come gli
uomini vengano da me sottoposti a esame, e più volte esse
stessi mi imitano, e cercano di sottoporre a esame anche altri.
(cap. 11)
Chi
è quell'uomo che potrebbe credere che esistono i figli
degli dei e non esistono gli dei? (cap. 15)
Hai
torto, amico, se pensi che un uomo di qualche merito debba star
lì a calcolare il rischio di vita e di morte, invece di
pensare se ciò che fa è giusto o ingiusto e se si
è comportato da uomo onesto o malvagio. (cap. 16)
Nessuno
sa cosa sia la morte e se essa non sia il maggiore di tutti i
beni; e invece gli uomini ne hanno paura, come se sapessero bene
che essa è il più grande dei mali. (cap. 17)
Mai
temerò e fuggirò quelle cose che io non so se
siano buone, per altre che, invece, so e riconosco cattive.
(cap. 17)
Non
dalla ricchezza nasce la virtù, ma che dalla virtù
deriva, piuttosto, ogni ricchezza e ogni bene, per l'individuo
come per gli stati. (cap. 17)
Nessun
uomo riuscirà a salvarsi qualora vorrà opporsi
lealmente a voi o al popolo e impedire che nella sua patria
avvengano ingiustizie e illegalità. (cap. 19)
La
pena che i buoni devono scontare per l'indifferenza alla cosa
pubblica è quella di essere governati da uomini malvagi.
(cap. 21)
Una vita senza
ricerca non è degna per l'uomo di essere vissuta. (cap.
28)
Nessuno,
dinanzi alla giustizia o al nemico deve star lì a
escogitare i mezzi per sfuggire, a tutti i costi, alla morte.
(cap. 29)
Ma
badate bene, cittadini, che non sia questa la cosa più
difficile, ossia sfuggire alla morte, ma che molto più
difficile sia sfuggire alla malvagità. Infatti, la
malvagità corre molto più veloce della morte.
(cap. 29)
Se
la morte è assenza totale di sensazioni, come se si
dormisse un sonno senza sogni, oh, essa sarebbe un guadagno
meraviglioso. (cap. 32)
Nessun
male può accadere ad un uomo giusto, sia durante la vita
che dopo la morte. (cap. 33)
- Da Platone,
Critone
Mio
caro Critone, questo tuo zelo sarebbe assai lodevole se fosse
conforme a giustizia, altrimenti, più esso è
insistente, più è biasimevole. (cap. 6)
Se
noi, prestando orecchio a quelli che non se ne intendono,
roviniamo ciò che diventa migliore attraverso un sano
esercizio e va, invece, in malora con pratiche dannose, che ne
sarà della nostra vita? (cap. 8)
L'importante
non è vivere, ma vivere bene. (cap. 8)
Far
del male non è per nulla diverso dall'essere ingiusti.
(cap. 10)
- Da Platone,
Gorgia
A
che genere di uomini appartengo? A quello di chi prova piacere
nell'essere confutato, se dice cosa non vera, e nel confutare,
se qualcuno non dice il vero, e che, senza dubbio, accetta
d'esser confutato con un piacere non minore di quello che prova
confutando. Infatti, io ritengo che l'esser confutati sia un
bene maggiore, nel senso che è meglio essere liberati dal
male più grande piuttosto che liberarne altri. Niente,
difatti, è per l'uomo un male tanto grande quanto una
falsa opinione sulle questioni di cui ora stiamo discutendo. Se
dunque anche tu sostieni di essere un uomo di questo genere,
discutiamo pure; altrimenti, se credi sia meglio smettere,
lasciamo perdere e chiudiamo il discorso.
La
retorica, dunque, a quanto pare, è artefice di quella
persuasione che induce a credere ma che non insegna nulla
intorno al giusto e all'ingiusto.
La
scienza non è altro che percezione.
Accade
invece che, quando ci si trovi in disaccordo su qualche punto, e
quando l'uno non riconosca che l'altro parli bene e con
chiarezza, ci si infuria, e ciascuno pensa che l'altro parli per
invidia nei propri confronti, facendo a gara per avere la meglio
e rinunciando alla ricerca sull'argomento proposto nella
discussione.
Dunque,
il retore e la retorica si trovano in questa posizione rispetto
a tutte le altre arti: non c'è alcun bisogno che sappia
come stiano le cose in sé, ma occorre solo che trovi
qualche congegno di persuasione, in modo da dare l'impressione,
a gente che non sa, di saperne di più di coloro che
sanno.
Apposta
noi ci procuriamo amici e figli! perché quando noi,
divenuti più vecchi, cadiamo in errore, voi che siete più
giovani, al nostro fianco, raddrizziate la nostra vita nelle
opere e nelle parole.
Se
uno fa una cosa per un fine, non vuole la cosa che fa, bensì
la cosa per cui fa quello che fa.
Non
bisogna invidiare chi non è degno di essere invidiato né
gli sciagurati, ma averne piuttosto compassione.
Io
non preferirei né l'uno né l'altro; ma, se fosse
necessario o commettere ingiustizia o subirla, sceglierei il
subire ingiustizia piuttosto che il commetterla.
La
verità non si confuta mai.
I
felici sono felici per il possesso della giustizia e della
temperanza e gli infelici, infelici per il possesso della
cattiveria.
Io
invece credo, o carissimo, che sarebbe meglio che la mia lira
fosse scordata e stonata, e che lo fosse il coro che io
dirigessi, e che la maggior parte della gente non fosse
d'accordo con me e mi contraddicesse, piuttosto che sia io,
anche se sono uno solo, ad essere in disaccordo con me stesso e
a contraddirmi.
È
opportuno che il malvagio venga punito, quanto lo è che
il medico curi l'ammalato: ogni castigo, infatti, è una
sorta di medicina.
Chissà
se ciò che è chiamato morire è vivere,
oppure se vivere è morire. [citando Euripide]
Anche
un allevatore di asini, di cavalli e di buoi, che fosse tale
quale Pericle fu, avrebbe la fama di essere un cattivo
allevatore.
La
morte, come mi sembra, altro non è che la separazione di
due cose, l'anima e il corpo, l'una dall'altra.
Dai
potenti vengono gli uomini più malvagi.
Citazioni
su Socrate
Baratterei
tutta la mia tecnologia per una serata con Socrate. (Steve Jobs)
Cristo in
vicinanza della morte trema, piange, si abbandona alla
disperazione. Socrate conversa serenamente con i suoi discepoli
sull'immortalità. (Mario Andrea Rigoni)
Di
tutti gli uomini famosi mai vissuti, quello che di più mi
sarebbe piaciuto essere è Socrate. Non tanto perché
era un grande pensatore, dato che io stesso sono noto per aver
avuto delle pensate discretamente profonde, anche se le mie
ruotano invariabilmente attorno a una hostess svedese e a delle
manette. (Woody Allen)
Egli
era rispettosissimo delle credenze religiose popolari,
moralissimo, ossequente alle patrie leggi sino a soffrire la
morte per non sottrarvisi: eppure, l'opera sua fu diretta
involontariamente a distruggere la religione, la morale, l'amor
patrio; e ciò perché colla sua dialettica, collo
spingere gli uomini ad indagare colla ragione le cagioni di quei
sentimenti, li scalzava dalle radici. (Vilfredo Pareto)
Io
ho conosciuto Socrate e Platone come sintomi di
decadenza, come strumenti della dissoluzione greca, come
pseudogreci, come antigreci. (Friedrich Nietzsche)
La
morte di Socrate e la crocifissione di Cristo fanno parte dei
grandi tratti caratteristici dell'umanità. (Arthur
Schopenhauer)
Mentre
veniva preparata la cicuta, Socrate stava imparando un'aria sul
flauto. "A cosa ti servirà?" gli fu chiesto. "A
sapere quest'aria prima di morire". (Emil Cioran)
Mi
resi conto, allora, che in breve tempo questi individui
riuscirono a far sembrare l'età dell'oro il periodo
precedente, e fra le altre scelleratezze di cui furono
responsabili, mandarono, insieme ad altri, il vecchio amico
Socrate – una persona che non ho dubbi a definire l'uomo
più giusto di allora – a rapire con la forza un
certo cittadino al fine di sopprimerlo. E fecero questo con
l'intenzione di coinvolgerlo con le buone o con le cattive nelle
loro losche imprese. Ma Socrate si guardò bene
dall'obbedire, deciso ad esporsi a tutti i rischi, pur di non
farsi complimenti delle loro malefatte. (Platone)
Quando
Socrate e i suoi due grandi discepoli composero un sistema di
etica razionale, essi difficilmente stavano proponendo una legge
pratica per l'umanità... stavano semplicemente scrivendo
un epitaffio eloquente per la loro patria. (George Santayana)
Sapete
chi era Aspasia, signore?... Quantunque ella vivesse in un'epoca
in cui le donne non avevano ancora un'anima, era un'anima;
un'anima color rosa e porpora, più ardente del fuoco,
più fresca dell'aurora. Aspasia era creatura in cui i due
estremi della donna s'univano; era la prostituta dea.
Socrate più Manon Lescaut. Aspasia fu creata nel
caso fosse necessitata una meretrice a Prometeo. (Victor
Hugo)
Socrate
diceva non so niente, proprio perché se non so niente
problematizzo tutto. La filosofia nasce dalla problematizzazione
dell'ovvio: non accettiamo quello che c'è, perché
se accettiamo quello che c'è, ce lo ricorda
ancoraPlatone, diventeremo gregge, pecore. (Umberto Galimberti)
Socrate
è il filosofo: Aristotele professa il sistema
della propria filosofia. (Carlo Michelstaedter)
Socrate
era l'uomo più sincero del suo tempo e tuttavia pare che
le sue fattezze fossero le più sgraziate della Grecia.
Secondo il mio modo di vedere, egli era bello ugualmente, perché
tutta la sua vita era protesa alla ricerca della Verità;
ricorderete, inoltre, che la sua forma esterna non impedì
a Fidia di apprezzare la bellezza della Verità che si
celava in lui, anche se, come artista, era abituato a vedere la
Bellezza anche nelle forme esteriori. (Mahatma Gandhi)
a)
Socrate è un uomo; b) tutti gli uomini sono mortali; c)
tutti gli uomini sono Socrate, quindi tutti gli uomini sono
omosessuali. (Amore e guerra)
Socrate
in tempo, ch'i ghe desligava | Le caene dei so pìe, con
gran diletto | In dove, ch'i lo aveva troppo stretto, | Con
tutte le do man el se grattava. (Giorgio Baffo)
Socrate
investiva l'artigiano, l'uomo che dalle cure giornaliere della
vita materiale era posto nell'impossibilità di seguire
con frutto lunghi, sottili ed astrusi ragionamenti; ed a lui
toglieva la fede, senza potervi in nessun modo sostituirvi utili
frutti della ragione. (Vilfredo Pareto)
Socrate
non è un metafisico nel senso tradizionale [...] e
tuttavia l'epiteto di metafisico gli spetta di
diritto, perché il suo studio sull'uomo si spinge ben
oltre il campo della scienza e penetra nelle radici più
profonde dell'essere e dell'agire umano. (Battista Mondin)
Socrate
si fece serio serio: «Io», cominciò «non
so che una cosa sola ...» «È un po' poco»
osservò il professore, rabbuiandosi e scambiando occhiate
espressive coi colleghi di commissione, «comunque
diccela.» «So», proseguì Socrate con
grande serenità, «di nulla sapere.» «È
una bella nozione» disse tra i denti uno dei professori
che assistevano. (Achille Campanile)
Friedrich
Nietzsche
Da
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Friedrich
Nietzsche
Citazioni
di Friedrich Nietzsche
Colui
che finalmente si accorge quanto e quanto a lungo fu preso in
giro, abbraccia per dispetto anche la più odiosa delle
realtà; cosicché, considerando il corso del mondo
nel suo complesso, la realtà ebbe sempre in sorte gli
amanti migliori, poiché i migliori furono sempre e più
a lungo burlati. (da Il Viandante e la sua ombra)
Come
una volta ai tempi di Tiberio i naviganti greci udirono in
vicinanza di un'isola solitaria lo sconvolgente grido: "Il
grande Pan è morto", così per il mondo
ellenico risuonò ora come un doloroso lamento: "la
tragedia è morta!" (da La nascita della
tragedia)
È
impossibile che il nostro conoscere possa andare al di là
dello stretto necessario per la conservazione della vita. La
morfologia ci mostra che i sensi, i nervi, nonché il
cervello si sviluppano proporzionalmente alla difficoltà
di nutrirsi. (da la Repubblica, a cura di Umberto
Galimberti, 7 febbraio 2003)
L'intero
apparato della coscienza è un apparato per astrarre e
semplificare – non orientato verso la conoscenza, ma verso
il dominio delle cose. (da la Repubblica, a cura di Umberto
Galimberti, 7 febbraio 2003)
La
conoscenza esiste nella misura in cui è utile. Non c'è
dubbio, infatti, che tutte le percezioni di senso sono impegnate
in giudizi di valore: utile e dannoso, quindi piacevole e
spiacevole. (da la Repubblica, a cura diUmberto Galimberti,
7 febbraio 2003)
La
logica è legata a questa condizione: supporre che si
diano casi identici, perché senza costanti l'uomo non può
sopravvivere. (da la Repubblica, a cura di Umberto
Galimberti, 7 febbraio 2003)
Nichilismo:
manca il fine; manca la risposta al "perché?".
Che cosa significa nichilismo? – che i valori supremi
perdono ogni valore. (citato in Umberto
Galimberti, L'ospite inquietante, Feltrinelli, Milano 2008,
p. 15)
Non
ho mai sentito dire che le flatulenze determinino situazioni
filosofiche. (da Lettere a Erwin Rohde, Lugano, 29 marzo
1871)
Non
resta altro mezzo per rimettere in onore la politica, si
devono come prima cosa impiccare i moralisti. (Aforisma
postumo citato da Giuliano Ferrara in Il
Giornale, 4 giugno 2009, pag. 3)
Osserva
il gregge che pascola davanti a te: non sa che cosa sia ieri,
che cosa sia oggi: salta intorno, mangia, digerisce, salta di
nuovo. È così dal mattino alla sera e giorno dopo
giorno, legato brevemente con il suo piacere ed il suo
dispiacere, attaccato cioè al piolo dell'attimo e perciò
né triste né annoiato… L'uomo chiese una
volta all'animale: "Perché mi guardi soltanto senza
parlarmi della felicità?" L'animale voleva
rispondere e dice: "Ciò avviene perché
dimentico subito quello che volevo dire" – ma
dimenticò subito anche questa risposta e tacque: così
l'uomo se ne meravigliò. Ma egli si meravigliò
anche di se stesso, di non poter imparare a dimenticare e di
essere sempre accanto al passato: per quanto lontano egli vada e
per quanto velocemente, la catena lo accompagna. È un
prodigio: l'attimo, in un lampo è presente, in un lampo
è passato, prima un niente, dopo un niente, ma
tuttavia torna come fantasma e turba la pace di un istante
successivo. Continuamente si stacca un foglio dal rotolo del
tempo, cade, vola via – e improvvisamente rivola indietro,
in grembo all'uomo. Allora l'uomo dice "Mi ricordo".
(da Considerazioni inattuali)
Per
la ventesima volta ho ieri assistito al capolavoro di Bizet e
ancora l'ho udito con la stessa gentile reverenza. Mi sorprende
di poter così vincere la mia impazienza. Ma guardare come
un'opera siffatta integri la natura di un uomo. Essa è
malvagia, perversa, raffinata, fantastica, eppure avanza con
passo leggero e composto; la sua raffinatezza non è
quella di un individuo, bensì di una razza. Si sono mai
uditi sulla scena accenti più tragici, più
dolorosi? E come sono ottenuti? Senza smorfie, senza
contraffazioni di alcun genere, in piena libertà dalle
bugie del "grande stile". Io mi sento diventar
migliore quando questo Bizet mi parla. Il mio udito si sprofonda
in quella musica; ne percepisco le origini; mi par di assistere
alla sua nascita e tremo davanti ai pericoli che ci accompagnano
a qualunque audacia; mi trovo incantato dai felici ritrovamenti
che Bizet stesso ignora. Sopra quest'opera la fatalità
sta sospesa; la felicità di essa è corta,
fulminea, e non conosce dilazioni. Io invidio a Bizet il
coraggio di questa sua sensibilità eccezionale, che prima
di adesso non aveva trovato mezzo per esprimersi nella musica
colta d'Europa; il coraggio di questa sensibilità
meridionale, brunita, arsa dal sole... Ah finalmente l'amore,
l'amore ricondotto indietro verso la natura!... L'amore come
destino, come un destino cinico, innocente, crudele, l'amore
esatto nella sua forma natura. Io non conosco altro esempio dove
la tragica ironia che costituisce il nocciolo dell'amore sia
stata espressa con tale severità, con formula così
terribile come nell'ultimo grido di José: Oui, c'est
moi qui l'a tuée, Carmen, ma Carmen adorée....
(citato in Giulio Confalonieri, La storia della
musica, Edizioni Accademia, Milano 1975)
Perché
drizzare le orecchie per sentire ciò che dice il
prossimo? È così provinciale sentirsi vincolati a
opinioni che a distanza di qualche centinaio di miglia già
non sono più vincolanti. Oriente e occidente sono segni
di gesso che qualcuno traccia davanti ai nostri occhi per
prendersi gioco della nostra pavidità. (da Schopenhauer
come educatore, 1)
Sento
spesso il bisogno di ruminare il passato e di rendere digeribile
il presente con quel condimento. (dalla lettera a Erwin Rohde,
Naumburg, 3 novembre 1867)
Stirpe
miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché
mi costringi a dirti ciò che per te è
vantaggiosissimo non sentire? Il meglio è per te
assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere,
essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è
morire presto. (da La nascita della tragedia)
Sull'origine
della logica: caos originario delle rappresentazioni. Le
rappresentazioni compatibili tra loro rimasero, la maggioranza
di loro andò in rovina e va in rovina. (da la
Repubblica, a cura di Umberto Galimberti, 7 febbraio 2003)
Tutto
considerato, caro amico, d'ora in poi non ha più senso
parlare e scrivere su di me, ho passato agli atti per la
prossima eternità la questione «chi io sia»
con l'opera che sto pubblicando, Ecce Homo. D'ora in poi
non bisognerà più curarsi di me, bensì
delle cose per cui io esisto. (dalla lettera a Carl Fuchs,
Torino, 27 dicembre 1888)
[Su Richard
Wagner] Un grande punto interrogativo del nostro secolo.
(daVolontà di potenza)
Io
vi insegno l' oltreuomo. L'uomo è qualcosa che deve
essere superato. Che avete fatto per superarlo? Tutti gli esseri
hanno creato qualcosa al di sopra di sé e voi volete
essere il riflusso in questa grande marea e retrocedere alla
bestia piuttosto che superare l'uomo? Che cos'è per
l'uomo la scimmia? Un ghigno o una vergogna dolorosa. E questo
appunto ha da essere l'uomo per l' oltreuomo: un ghigno o una
dolorosa vergogna. (da Così parlò
Zarathustra)
Un
solo scrittore conosco che per sincerità posso mettere
allo stesso livello se non addirittura più in alto di
Schopenhauer:Montaigne. Il solo fatto che un uomo simile abbia
scritto, ha aumentato, in verità, la gioia di vivere su
questa terra. (daSchopenhauer come educatore, 2)
Senza
fonte
Che
differenza resta tra un convinto e un ingannato? Nessuna, se è
stato ben ingannato.
Chi
soffre è una preda di tutti: di fronte ad un sofferente
tutti si sentono saggi.
Dove
la moralità è troppo forte l'intelletto perisce.
E
io sopporto soltanto più poeti, che tra l'altro hanno
anche dei pensieri, come Pindaro e Leopardi.<
Gli uomini passano
per essere crudeli, le donne invece lo sono. Le donne
sembrano sentimentali, gli uomini invece lo sono.
Gli
uomini si cullano nel mondo dell'apollineo per
escludere il dolore dalla vita e per poter continuare
a vivere senza guardare l'altra faccia dolorosa dell'esistenza.
Gli
uomini sono per la maggior parte troppo indaffarati con se
stessi per essere cattivi.
I medici più
pericolosi sono quelli che, da attori nati, imitano con perfetta
arte di illusione il medico nato.
Il
cristianesimo richiede fede e nient'altro che fede, e
respinge con passione la ricerca delle motivazioni.
Il
non parlare mai di sé è un'ipocrisia molto
distinta.
Il
prestigio dei medici riposa sull'ignoranza delle persone sane e
malate: e questa ignoranza a sua volta riposa sul prestigio dei
medici.
L'amore
fa vedere le cose diversamente da come sono.
L'esistenza è
in realtà un tempo imperfetto che non diventa
mai un presente.
L'onore è
sempre una virtù antica.
L'uomo
è difficile da scoprire, ed egli è per se stesso
la più difficile delle scoperte.
La
cattiveria è rara, la maggior parte degli uomini si
occupa troppo di se stessa per essere malvagia.
La felicità non
è fare tutto ciò che si vuole, ma volere tutto ciò
che si fa.
La
migliore saggezza è tacere e passare oltre:
questo – adesso l'ho imparato!
La
morale in Europa oggi è la morale del branco.
La
nostra fede in altri rivela in che cosa noi vorremmo credere di
noi stessi.
La
vista continua di persone sofferenti fa diminuire continuamente
la compassione. Invece, si diventa tanto più sensibili al
dolore degli altri quanto più si è capaci di
partecipare alla loro gioia.
La
voce dell'uomo è l'apologia della musica.
Le
donne fini credono che una cosa non esista affatto, quando non è
possibile parlarne in società.
Lo
stupido ti trascina verso il basso per batterti con le sue
stesse armi.
Ma
quale differenza non resta sempre tra il mal di denti e il
dolore che risveglia la vista del mal di denti?
Non
augurate mai ad un invidioso di avere figli: sarebbe geloso di
loro perché non può più avere la loro età.
Ogni
cosa finita, perfetta, viene ammirata; ogni cosa in divenire,
sottovalutata.
Per
chi è molto solo, il rumore è già
una consolazione.
Potrebbe
darsi che lo spirito umano abbia già compreso il mondo,
ma non lo sappia ancora...
Quando
la menzogna si accorda con il nostro carattere diciamo
le bugie migliori.
Quando
la riconoscenza di un gran numero per uno solo perde
ogni pudore, allora nasce la gloria.
Quanto
più pensiamo a tutto quello che fu e che sarà,
tanto più pallido ci diventa quel che è ora.
Ridere significa
essere maligni con tranquilla coscienza.
Riguardo
a sacrificio e spirito di sacrificio le vittime la pensano
diversamente dagli spettatori: ma da tempo immemorabile non si è
mai data loro la possibilità di dirlo.
Se
l'uomo percepisce la verità in uno stato di
coscienza, vedrà ovunque solo la miseria e l'assurdità
della vita... e un grande disgusto lo assalirà.
Se
le foglie appassiscono – che c'è da lamentarsi?
Se
si ha carattere, si ha anche una propria tipica esperienza
interiore, che ritorna sempre.
Si
è maggiormente in pericolo di essere investiti quando si
è appena scansata una vettura.
Spesso
si contraddice un'opinione quando ciò che non è
congeniale in realtà è il tono in cui è
stata trasmessa.
Tutte
le azioni sono essenzialmente ignote.
Tutti
gli uomini che facciamo aspettare a lungo nell'anticamera del
nostro favore vanno in fermentazione o divengono acidi.
Un
politico divide l'umanità in due classi: strumenti e
nemici. Il ché significa che ne conosce una sola, la
seconda.
Una
bella donna ha qualcosa in comune con la verità:
entrambe danno più felicità quando si
desiderano che quando si posseggono.
Una
passeggiata in un manicomio mostra che la fede non
prova nulla.
Uno
va dal prossimo perché cerca se stesso, un altro, perché
vorrebbe perdere se stesso.
Vi
è un grado di falsità incallita, che si
chiama coscienza pulita.
Vi
sono perdite che comunicano all'anima una sublimità,
nella quale essa si astiene dal lamento e cammina in silenzio
come sotto alti neri cipressi.
Wagner
non è un sillogismo, ma una malattia.
Johann
Wolfgang von Goethe
Da
Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Johann
Wolfgang von Goethe
Johann
Wolfgang von Goethe (1749 – 1832), poeta e scrittore
tedesco.
Citazioni
di Johann Wolfgang von Goethe
Con
testo originale
Apri
anche l'altra imposta per fare entrare un poco più di
luce. (22 marzo 1832, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi
l'ha detto?, Hoepli, 1921, pp. 285 e 294)
- Macht
doch den zweiten Fensterladen auch auf, damit mehr Licht
hereinkomme.
Conosci
tu il paese dove i limoni fioriscono, | nel verde dei fogliami
fulgon le arance d'oro? (da Wilhelm Meister, a cura di
Silvio Benco, Milano 1950)
- Kennst
Du das Land, wo die Zitronen blühn, | Im dunklen Laub die
Goldorangen glühn?
- Wo
viel Licht ist, ist auch viel Schatten
- Alle
Fehler des Menschen verzeih' ich dem Schauspieler, keine Fehler
des Schauspielers verzeih' ich dem Menschen.
- Man
lebt nur einmal in der Welt.
- Mehr
licht![1]
- Lett.:
Shakespeare e nessuna fine, cioè Shakespeare è
un'area infinita. (citato in George Steiner, Una lettura
contro Shakespeare, in Nessuna passione spenta, traduzione
di Claude Béguin, Garzanti, 2001, p. 51)
Varie
Al
corpo segue solo l'ombra, nel regno dei morti silente.
(da Ballate)
Bisogna
essere giovani per immaginarsi quale influsso esercitasse su di
noi il Laocoonte di Lessing, opera che
dall'angolo ristretto di una misera visione ci trascinò
nei liberi campi del pensiero. L'ut pictura poesis, tanto a
lungo fraintesa, era tutto a un tratto eliminata, e la
differenza tra le arti figurative e quelle del linguaggio
chiara. (citato in Marino Freschi, Goethe: l'insidia
della modernità, p. 23)
Chi
crede nell'immortalità si goda la sua felicità
in silenzio, non ha nessun motivo di darsi delle arie. (J.P.
Eckermann, Conversazioni con Goethe)
Colui
che non è in grado di darsi conto di tremila anni rimane
al buio e vive alla giornata. (citato ne Il mondo di
Sofia di Jostein Gaarder)
Come
ogni rosa, così ogni artista ha il suo insetto: io
hoTieck. (citato in Albino Luciani, Illustrissimi, p.
41, Edizioni A.P.E. Mursia, Milano 1979)
[Mignon,
sull'Italia] Conosci la terra dei limoni in fiore, dove
le arance d'oro splendono tra le foglie scure, dal cielo
azzurro spira un mite vento, quieto sta il mirto e l'alloro è
eccelso, la conosci forse? Laggiù, laggiù
io andare vorrei con te, o amato mio! (da Gli anni di
apprendistato di Wilhelm Meister)
Da
quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera
tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città,
le vicine campagne, i castelli, le passeggiate... Io scuso tutti
coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi! (citato
in Vittorio Aprea,Penziere mieje, prefazione di Francesca
Santucci)
Dobbiamo
dunque pensare all'individuo animale come a un piccolo mondo che
esiste in sé, con mezzi propri. Ogni creatura ha una
propria ragion d'essere. Tutte le sue parti hanno un effetto e
un rapporto diretto l'una con l'altra, rinnovando così il
flusso continuo della vita. (da ''Scientific Studies, a cura di
Douglas Miller, Suhrkamp, New York, p. 121; citato in Vandana
Shiva, Vacche sacre e mucche pazze, traduzione di Giovanna
Ricoveri, Derive Approdi, Roma, 2001, p. 84)
È
meglio ingannarsi sul conto dei propri amici che ingannare i
propri amici. (da Letteratura e vita)
[A Felix
Mendelssohn] È un pezzo che non sento più
musica ma so che, nel frattempo, tu e gli altri "avete
spinto molto avanti l'affare". Io ho ancora molto da
imparare da te. (citato in Giulio Confalonieri, Storia
della musica, Edizioni Accademia, Milano, 1975)
I teologi sotto
la loro pelliccia di pecora sono dei lupi feroci. (citato
in Karlheinz Deschner, Sopra di noi... niente, Ariele,
2008)
Io
chiamo l'architettura musica congelata. (J.P.
Eckermann, Conversazioni con Goethe)
- Attribuita
anche a Peter Schilling e Arthur Schopenhauer (Il
mondo come volontà e come rappresentazione).
Il dubbio cresce
con la conoscenza. (da Sprüche in Prosa, 1819)
In Italia!
In Italia, ma non quest'anno. È troppo presto; non ho le
cognizioni necessarie, mi manca ancora molto. Parigi sarà
la mia scuola, Roma la mia università. Giacché
essa è una vera Universitas e quando la si è
veduta, si è veduto tutto. Perciò non ho fretta
d'entrarvi. (citato in Marino Freschi, Goethe:
l'insidia della modernità, p. 45)
La
freddezza inalterabile, il crudele piacere della vendetta
finiscono per muovere il nostro sdegno; tanto che per avere un
marito servo, l'insulso scioglimento ci soddisfa poco o punto.
(citato in Gerolamo Bottoni, prefazione a Carlo Goldoni, La
locandiera, Carlo Signorelli Editore, Milano, 1934)
La
lascivia: il gioco col piacere da godere, il gioco col piacere
goduto. (da Scritti postumi)
La
vera fortuna è la frugalità. (da Adler und
Taube)
La
vita appartiene ai viventi, e chi vive deve essere preparato
ai cambiamenti. (da Gli anni di pellegrinaggio di
Wilhelm Meister)
Lei
mi saltò addosso e mi tirò uno schiaffo tale
che mi mi fischiava un orecchio. Io avevo sempre sentito dire
che dopo lo schiaffo di una ragazza ci volesse un ruvido bacio,
e così le afferrai le orecchie e la baciai a ripetizione.
(da Poesia e verità, I, 2)
Ogni
colpa è punita sulla terra. (da Wilhelm Meister)
Per
fare ci vuole talento, per beneficiare denaro. (da Letteratura
e vita)
Qual
è il miglior governo? Quello che ci insegna a governarci
da soli. (da Detti sparsi)
Questo
fatto mostruoso [L'assassinio di Johann Joachim
Winckelmann] fece immensa impressione, si levò un
lamento e un compianto generale, e la sua morte prematura acuì
l'interesse che si aveva per il valore della sua vita. (citato
in Marino Freschi, Goethe: l'insidia della modernità,
p. 23)
[Sull'utopia
de La Scienza della Legislazione di Gaetano
Filangieri] Quando voi farete nuove leggi, noi dobbiamo
prenderci la briga di escogitare il modo di trasgredirle.
(citato in Elena Croce, La patria napoletana)
Se
la gioventù è un difetto, è un difetto che
si abbandona subito. (da Scritti postumi)
Te
ne vai leggero se non hai niente; ma la ricchezza è un
peso più leggero. (da Motti in rima)
Sì,
posso dire che solamente a Roma ho sentito che cosa
voglia dire essere un uomo. Non sono mai più ritornato a
uno stato d'animo così elevato, né a una tale
felicità di sentire. Confrontando il mio stato d'animo di
quando ero a Roma, non sono stato, da allora, mai più
felice. (9 ottobre 1828, conversazione con Eckermann; citato in
Attilio Brilli, Viaggi in corso, Il mulino, 2004, p. 16)
«Sai
tu la
terra ove i cedri fioriscono? Splendon tra le brune foglie
arance d'oro, pel cielo azzurro spira un dolce zeffiro, umil
germoglia il mirto, alto l'alloro...» (citato in Rina
La Mesa, Viaggiatori stranieri in Sicilia, Cappelli, 1961;
Goethe: "evocazione")
Senza
fonte
A Napoli non
si vuole che vivere; si dimentica se stessi e l'universo; quanto
a me, è una sensazione abbastanza strana questa di non
avere da fare con uomini che pensano a godere.
Agli
stupidi non capita mai di pensare che il merito e la buona sorte
sono strettamente correlati.
Amo
quelli che desiderano l'impossibile.
Anche
il facile è difficile quando è bello.
Certi
libri sembrano scritti non perché leggendoli s'impari, ma
perché si sappia che l'autore sapeva qualcosa.
Chi
ha molto a che fare con i bambini scoprirà che nessuna
azione esteriore resta senza influsso su di loro.
Chi
possiede arte e scienza, ha religione. Chi non le possiede,
abbia religione.
Ciascuno
vede ciò che si porta nel cuore.
Crea,
artista! Non parlare!
E
così come si vuole che chi abbia visto uno spettro non
possa più ritrovare l'allegria, si potrebbe dire
all'opposto che mio padre non poté mai essere del tutto
infelice, perché il suo pensiero tornava sempre a Napoli.
Essere
stato un uomo significa aver dovuto combattere.
Gli
anni sono come i libri sibillini: più se ne
consuma, più diventano preziosi.
Gli
indù del deserto fanno voto di non mangiare pesce.
Gli
autori più originali non lo sono perché promuovono
ciò che è nuovo, ma perché mettono ciò
che hanno da dire in un modo tale che sembri che non sia mai
stato detto prima.
I matematici sono
come i francesi: se si parla con loro, traducono nella loro
lingua, e diventa subito qualcosa di diverso.
Il
codardo minaccia quando è al sicuro.
Il piacere e
l'amore sono i cardini delle grandi azioni.
In
realtà si sa solo quando si sa poco.
La
mia pace se n'è andata via, Il mio cuore è
pesante.
La
musica di Haydn è la lingua ideale della
verità.
La natura non
conosce pause nel suo progresso e sviluppo, e maledice ogni
genere d'inattività.
La
prima e ultima cosa che sarà richiesta al genio è
l'amore per la verità.
La vita ci
insegna ad essere meno duri con noi stessi e con gli altri.
L'amore
è una cosa ideale, il matrimonio è una cosa reale;
una confusione del reale con l'ideale non rimane mai impunita.
L'azione è
tutto, la gloria niente.
Lasciateci
vivere in un cerchio piccolo quanto si vuole, siamo comunque
creditori e debitori prima di avere il tempo di
guardarci intorno.
Le
cose che amiamo ci modellano.
Le
maggiori difficoltà stanno dove noi non le cerchiamo.
Le
passioni sono difetti o virtù solamente se portate
all'estremo.
L'età
non ci rende di nuovo bambini, come si dice. Scopre soltanto che
siamo ancora veri bambini.
L'individualità
dell'espressione è l'inizio e la fine di tutta l'arte.
L'opera
d'arte può avere un effetto morale, ma richiedere ad un
artista uno scopo morale significa fargli rovinare il suo
lavoro.
L'uomo è
uomo, e quel po' di senno che può avere non vale che poco
o nulla quando la passione infuria e uno si trova spinto agli
estremi limiti dell'umanità!
L'uomo
intelligente trova ridicolo quasi tutto, l'uomo sensato quasi
nulla.
L'uomo
può vivere soltanto con i suoi simili, e anche con loro
non può vivere perché, alla lunga, gli diventa
intollerabile che un altro sia il suo simile.
L'uomo
rimane importante non perché lascia qualcosa di sé,
ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e
godere.
L'uomo sbaglia
finché si sforza.
Monotona
cosa è l'uman genere.
Nessuno
vorrebbe parlare molto nella società se sapesse
quanto spesso non riesce a capire gli altri.
Noi
siamo abituati a che gli uomini disprezzino ciò che non
conoscono.
Noi
siamo capaci di fare molti sacrifici nelle cose grandi, ma
raramente siamo capaci di sacrificare le piccole.
Non
conosco me stesso, e che Dio mi aiuti se dovessi mai
riuscirci.
Non
esiste nulla di volgare che, espresso in modo spiritoso, non
diventi umoristico.
Non
si bramano le stelle.
Non
si è mai soli in pochi.
Perché
proprio quando mancano le idee, arriva una parola al momento
giusto.
Più
di ogni altro popolo i Greci hanno sognato il sogno della
vita nella maniera migliore.
Poiché
il tempo non è una persona che potremo raggiungere sulla
strada quando se ne sarà andata, onoriamolo con letizia e
allegrezza di spirito quando ci passa accanto.
Quale
saggia o stupida cosa potrebbe mai ideare l'uomo che non sia già
stata concepita da secoli?
Qualsiasi
cosa t'imponga la necessità, sopportala; qualsiasi cosa
essa comandi, falla.
Quando
in codesto sentire ti senti veramente felice, chiamalo pure come
vuoi: chiamalo felicità, cuore, amore. Per questo io non
ho nome alcuno. Sentimento è tutto! La parola è
soltanto suono e fumo.
Quando
si sa mettere a frutto un buon consiglio è come
se si sapesse far da sé.
Quelli
che non sperano in un'altra vita sono morti perfino in questa.
Se
è vero che la giovinezza è un difetto, ce ne
correggiamo in fretta.
Se lavoro incessantemente
fino alla fine, la natura mi dovrà un'altra
forma di esistenza quando quella presente sarà
svanita.
Se
mi domandassero di scegliere come luogo della mia nascita quello
più aderente al mio concetto di cittadino e in armonia
con le mie necessità poetiche non potrei indicare altra
città che Francoforte.
Se
tratti una persona come se fosse ciò che potrebbe essere,
diventerà ciò che potrebbe essere.
Se
un saggio fa una follia, ha da essere grossa.
Senza
fretta, ma senza sosta.
Si
deve Essere qualcosa, per essere capaci di Fare qualcosa.
Si
dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere
una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile,
dire qualche parola ragionevole.
Siamo
abituati al fatto che gli uomini disprezzino ciò che non
comprendono.
Solo
i deboli hanno paura di essere influenzati.
Solo
se si è pronti a considerare possibile l'impossibile si è
in grado di scoprire qualcosa di nuovo.
Sono
forse Dio? Vedo così chiaramente!
Tu
devi astenerti, devi astenerti: questa è la canzone
eterna.
Tutto
ciò che è transitorio è soltanto
un'immagine.
Un
grande errore è quello di credersi più di ciò
che si è e stimarsi meno di ciò che si vale. (476)
- Ein
großer Fehler: daß man sich mehr dünkt, als man
ist, und sich weniger schätzt, als man wert ist.
Una
nobile persona attrae persone nobili, e sa come tenerle vicino a
sé.
Una
perfetta contraddizione resta misteriosa ai savi come ai pazzi.
Una
persona non va mai lontano se non sa dove deve andare.
Una verità ripetuta
perde la sua grazia, ma un errore ripetuto è
assolutamente nauseante.
Uno
spettacolo per gli dei la vita di due innamorati.
Epicuro
Da
Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Epicuro
Epicuro
di Samo (in greco Ἐπίκουρος,
341 a.C. – 271 a.C.), filosofo greco.
Citazioni
di Epicuro
Anima
piccola nella buona sorte si esalta, nell'avversa si
annulla. (da Scritti morali)
È
non solo più bello ma anche più piacevole fare il
bene anziché riceverlo. (frammento 551)
La divinità o
vuol togliere i mali e non può o può e non vuole o
non vuole né può o vuole e può. Se vuole e
non può, è impotente; e la divinità non può
esserlo. Se può e non vuole è invidiosa, e la
divinità non può esserlo. Se non vuole e non può,
è invidiosa e impotente, quindi non è la divinità.
Se vuole e può (che è la sola cosa che le è
conforme), donde viene l'esistenza dei mali e perché non
li toglie? (frammento 374)
Per
mio conto io non so concepire che cosa è il bene, se
prescindo dai piaceri del gusto, dai piaceri d'amore, dai
piaceri dell'udito, da quelli che derivano dalle belle immagini
percepite dagli occhi e in generale da tutti i piaceri che gli
uomini hanno dai sensi. Non è vero che solo la gioia
della mente è un bene; giacché la mente si
rallegra nella speranza dei piaceri sensibili, nel cui godimento
la natura umana può liberarsi al dolore. (da Sul
fine)
Se
un nemico ti prega, non respingere la sua richiesta, ma prendi
le tue cautele: non è diverso da un cane. (da Scritti
morali)
Senza
fonte
Chi
non ricorda il bene passato è vecchio già oggi.
Di
fronte ad ogni desiderio bisogna porsi questa domanda:
che cosa accadrà se il mio desiderio sarà
esaudito, e che cosa accadrà se non lo sarà?
È
nobile cosa la povertà accettata con gioia.
In
generale la giustizia è uguale per tutti,
perché è utile nei rapporti sociali; ma in casi
particolari, e a seconda dei luoghi e delle condizioni, risulta
che la stessa cosa non è giusta per tutti.
Non
bisogna rovinare il bene presente col desiderio di ciò
che non si ha, ma occorre riflettere che anche ciò che si
ha lo si è desiderato. Niente basta a chi non basta ciò
che è sufficiente. La scontentezza dell'anima porta
l'uomo a desideri eccessivi.
Non
fingere di essere saggio, ma sii saggio davvero: non abbiamo
bisogno di apparire sani, ma di esserlo veramente.
Un
pezzo di mondo che comprende astri, terre e tutti i fenomeni,
ritagliato nell'infinito. [Descrizione del mondo]
Massime
Capitali
Epicuro
ne La scuola di Atene diRaffaello Sanzio
L'essere
beato e immortale non ha affanni, ne ad altri ne arreca; è
quindi immune da ira e da benevolenza, perché simili cose
sono proprie di un essere debole.
La morte non
è niente per noi. Ciò che si dissolve non ha più
sensibilità, e ciò che non ha sensibilità
non è niente per noi.
Il
limite estremo della grandezza dei piaceri è la rimozione
di tutto il dolore. Dove sia il piacere, e per tutto
il tempo che vi sia, non vi è posto per dolore fisico, o
dell'anima, o per l'uno e l'altro insieme.
Non
dura ininterrottamente il dolore della carne; il suo culmine
dura anzi un tempo brevissimo; e ciò che di esso appena
oltrepassa il piacere non si protrae molti giorni nella nostra
carne. Le lunghe malattie poi arrecano alla carne più
piacere che dolore.
Non
è possibile vivere felicemente senza anche vivere
saggiamente, bene e giustamente, né saggiamente e bene e
giustamente senza anche vivere felicemente. A chi manchi ciò
da cui deriva la possibilità di vivere saggiamente, bene,
giustamente, manca anche la possibilità di una vita
felice.
Al
fine di procurarsi sicurezza nei riguardi degli altri uomini,
anche i beni del comando e del regno sono beni secondo natura in
quanto con tali mezzi si sia capaci di procurarsela.
Alcuni
vollero divenire famosi e rinomati ritenendo così di
procurarsi sicurezza nei riguardi degli altri uomini. Ammesso
che in tal modo la loro vita sia diventata veramente sicura,
essi hanno acquistato un bene secondo natura; ma se la loro vita
non lo è divenuta, non hanno raggiunto quel bene secondo
natura sotto il cui impulso hanno agito fin dall'inizio.
Nessun piacere è
di per se stesso un male: però i mezzi per procurarsi
certi piaceri arrecano molti più tormenti che piaceri.
Se
ogni piacere si intensificasse nel suo luogo e nella sua durata,
e pervadesse tutto il nostro composto o le parti più
importanti del nostro essere, allora i piaceri non
differirebbero gli uni dagli altri.
Se
le cose che danno luogo ai piaceri propri dei dissoluti fossero
anche tali da liberarci dai timori dell'animo circa i fenomeni
celesti, la morte, il dolore, e ci insegnassero quale sia il
limite dei desideri, non avremmo niente da rimproverare a
quelli: essi sarebbero infatti ricolmi di ogni piacere e non
avrebbero mai da soffrire fisicamente o da affliggersi, nel che
consiste appunto il male.
Se
non ci turbasse la paura dei fenomeni celesti e quella della
morte, ch'essa possa essere qualcosa che ci tocchi da vicino, e
il non conoscere il confine dei piaceri e dei dolori, non
avremmo bisogno della scienza della natura.
Non
sarebbe possibile dissolvere ogni timore intorno alle cose di
maggior importanza se non si sapesse quale sia la natura
dell'universo, ma si vivesse in sospettoso timore delle cose che
ci raccontano i miti; non sarebbe possibile cogliere i piaceri
nella loro purezza senza la scienza della natura.
Non
gioverebbe a niente il procurarsi sicurezza nei riguardi degli
altri uomini finche si continuasse a nutrire timore riguardo a
ciò che sta sopra di noi, o sottoterra, o in generale
nell'infinito.
Se
la sicurezza nei riguardi degli altri uomini deriva fino a un
certo punto da una ben fondata situazione di potenza e
ricchezza, la sicurezza più pura proviene dalla vita
serena e dall'appartarsi dalla folla.
La
ricchezza secondo natura ha confini ben precisi ed è
facile a procacciarsi, quella secondo le vane opinioni cade in
un processo all'infinito.
Poca
importanza ha la sorte per il saggio, perché le cose più
grandi e importanti sono governate dalla ragione, e cosi
continuano e continueranno ad essere per tutto il corso del
tempo.
Il
giusto è privo in assoluto di turbamento, mentre
l'ingiusto è ricolmo del turbamento più grande.
Non
cresce il piacere della carne, ma solo subisce variazione, una
volta che sia rimossa tutta la sofferenza che viene dal bisogno.
Il limite dei piaceri che la ragione ci prescrive è
prodotto dal calcolo razionale di questi stessi e di tutte le
affezioni dello stesso tipo, che procurano all'anima i più
grandi timori.
Un
tempo illimitato contiene la stessa quantità di piacere
che uno limitato, quando i confini dei piaceri si valutino con
retto calcolo.
La
carne non ammette limiti nel piacere, e il tempo che serve a
procurarle tale piacere è anch'esso senza limiti. Ma il
pensiero che ha appreso a ragionare intorno al fine e al limite
di ciò ch'è pertinente alla carne, e che ha
soppresso il timore dell'eternità, ci rende possibile una
vita perfetta, per cui non sentiamo più l'esigenza di un
tempo infinito: esso non rifugge dal piacere ne, quando le
circostanze ci portano al momento di uscire dalla vita, può
dire di andarsene avendo tralasciato qualcosa di ciò che
rende questa ottima.
Chi
conosce i limiti della vita, sa che è facile rimuovere il
dolore che proviene dal bisogno e ottenere ciò che rende
la vita perfetta; sì che non ha affatto bisogno di
tendere a cose che comportino lotta.
Bisogna
ben valutare il fine che ci è dato, e far sì di
riportare tutte le nostre opinioni a una certezza evidente; o
tutto quanto sarà pieno di insicurezza di giudizio e di
turbamento.
Se
ti opporrai a tutte le sensazioni, non avrai più nemmeno
criteri cui riferirti e perciò neanche modo di giudicare
quelle che tu dici essere errate.
Se
rifiuterai una sensazione senza ben distinguere fra ciò
ch'è dovuto a opinione, ciò che attende conferma,
ciò ch'è presente con evidenza in base a
sensazione o ad affezione o a un qualunque atto di intuizione
rappresentativa della mente, finirai col confondere anche le
altre sensazioni con opinione vana, e non riuscirai più
ad usare alcun criterio di giudizio. E se nelle nozioni fondate
sull'opinione tu farai valere ugualmente sia ciò che
attende conferma sia ciò che non riceve conferma, non
potrai sfuggire all'errore, perché non ti sarai liberato
assolutamente dall'ambiguità nel giudizio circa la verità
o falsità di una conoscenza.
Se
in ogni circostanza non rapporterai la tua azione al fine
secondo natura, ma, nella scelta o nel rifiuto, ti indirizzerai
ad altro fine, le tue azioni non saranno in coerenza con le tue
parole.
Tutti
quei desideri che, se non esauditi, non arrecano vera sofferenza
non sono necessari: il loro stimolo è tale da potersi
annientare facilmente quando appaiano indirizzati a cose
difficili a ottenersi, o siano tali da recare danno.
Di
tutte le cose che la sapienza procura in vista della vita
felice, il bene più grande è l'acquisto
dell'amicizia.
La
medesima persuasione che ci incoraggiò a credere che
nessun male è eterno o lungamente duraturo ci fa anche
ritenere che la sicurezza più grande che si attui nelle
cose finite è quella dell'amicizia.
Dei
desideri alcuni sono naturali e necessari, altri naturali e non
necessari, altri né naturali né necessari, ma nati
solo da vana opinione.
Fra
i desideri naturali che, se non vengono soddisfatti, non danno
luogo a vera sofferenza, ve ne sono di quelli in cui sussiste
una forte tensione; e questi hanno origine da vana opinione: e
ci è difficile dissiparli non per la loro propria natura,
ma per le stolte credenze degli uomini.
Il
giusto fondato sulla natura è l'espressione dell'utilità
che consiste nel non recare ne ricevere reciprocamente danno.
Per
tutti quegli esseri viventi che non ebbero la capacità di
stringere patti reciproci circa il non recare ne ricevere danno,
non esiste ne il giusto ne l'ingiusto; e altrettanto si deve
dire per quei popoli che non poterono o non vollero stringere
patti per non recare e non ricevere danno.
La
giustizia non esiste di per sé, ma solo nei rapporti
reciproci, e in quei luoghi nei quali si sia stretto un patto
circa il non recare ne ricevere danno.
L'ingiustizia
non è di per sé un male, ma consiste nel timore
che sorge dal sospetto di non poter sfuggire a coloro che sono
stati preposti a punirlo.
Colui
che fa qualcosa di nascosto contro i patti stipulati
reciprocamente circa il non recare ne ricevere danno non può
confidare di non essere scoperto, anche se per il presente ciò
gli riesce infinite volte: non può mai sapere se riuscirà
a non farsi scoprire fino alla sua morte.
In
senso generale il giusto è uguale per tutti, in quanto è
un accordo di utilità reciproca nella vita sociale; ma a
seconda della particolarità dei luoghi e delle condizioni
risulta che non per tutti il giusto è lo stesso.
Fra
le cose che la legge prescrive come giuste, quella che è
comprovata come utile dalle necessità dei rapporti
sociali reciproci deve esser considerata come avente il
requisito del giusto, sia essa la stessa per tutti o no; ma se
si ponga una legge che non risulti coerente all'utilità
nei rapporti reciproci, essa non possiede la natura del giusto.
Se poi ciò che era utile secondo giustizia viene a
decadere, pur avendo per un certo tempo corrisposto alla
prenozione del giusto, ciò non vuol dire che non lo fosse
durante quel tempo, se non ci si vuole turbare per vane
chiacchiere ma guardare sostanzialmente ai fatti.
Quando,
senza che siano sopravvenute nuove circostanze, le cose sancite
dalla legge come giuste si rivelano nella pratica non
corrispondenti alla prenozione del giusto, vuol dire che in
realtà non erano giuste. Ma quando, essendo sopravvenute
nuove circostanze, quelle cose che erano prescritte come giuste
non sono più utili, allora bisogna dire che esse sono
state giuste fino a che sono state utili per la vita in comune
dei cittadini, e che in seguito, quando non sono state più
utili, non sono state più nemmeno giuste.
Si
è disposto nella maniera migliore contro il turbamento
che proviene dall'esterno colui che si è reso affini le
cose possibili e non del tutto estranee le impossibili. Quanto a
quelle cose riguardo a cui non ha avuto nemmeno tale potere, se
ne è astenuto del tutto, fondandosi su tutto ciò
che è utile a tale scopo.
Tutti
coloro che hanno avuto la possibilità di godere della
massima sicurezza nei riguardi di coloro che li circondavano,
vivono in comunità gli uni con gli altri nel modo più
piacevole e nella più sicura fiducia; e, pur nutrendo fra
loro i più stretti legami, non piangono la dipartita di
quelli di loro che muoiono prematuramente, come se questi
fossero da compiangere.
Sentenze
Vaticane
L'essere
beato ed incorruttibile non ha affanni, né ad altri ne
arreca; è quindi immune da ira e da benevolenza, perché
simili cose sono proprie di una natura debole.
La
morte non è niente per noi. Ciò che si è
dissolto non ha più sensibilità, e ciò che
non ha sensibilità non è niente per noi.
Il
dolore non dura continuo nella carne; il suo culmine dura il
tempo più breve, mentre quel dolore che appena oltrepassa
lo stato di piacere che è proprio della carne, non dimora
molti giorni. Le lunghe malattie sono accompagnate più
dal piacere nel corpo che dal dolore.
Ogni
dolore è facile a disprezzare; quello che comporta
sofferenza intensa dura poco tempo, e quello che perdura molto
tempo nella carne comporta sofferenza temperata.
Non
è possibile vivere felicemente senza vivere con saggezza,
virtù e giustizia, né vivere con saggezza, virtù
e giustizia, senza vivere felicemente. A chi manchi la saggezza,
la virtù e la giustizia, manca anche la possibilità
di una vita felice.
Non
è possibile per chi contravviene in segreto ad un patto
stipulato reciprocamente al fine di non recare né
ricevere danno di avere fiducia di non essere scoperto, anche se
è già riuscito mille volte a non essere scoperto:
fino alla sua morte non sarà mai certo che egli possa
evitare di essere scoperto.
È
difficile per chi commette ingiustizia evitare di essere
scoperto, e impossibile avere fiducia di continuare a non
esserlo.
La
ricchezza richiesta dalla natura è limitata e facile da
acquisire, quella delle vane opinioni si estende all'infinito.
La
necessità è un male, ma non è necessario
vivere nella necessità.
Ricordati
che sei nato a sorte mortale ed a finito tempo di vita: ma con i
tuoi ragionamenti sulla natura sei sorto all'infinità ed
all'eternità, e hai contemplato "tutte le cose che
sono ora e che saranno o che furono nel tempo trascorso".
La
maggior parte degli uomini sono in preda al torpore mentre si
riposano, al furore mentre agiscono.
L'uomo
giusto è privo di turbamento, ma quello ingiusto è
ricolmo del turbamento più grande.
Tra
le cose ritenute giuste dalla legge, quelle che sono comprovate
come vantaggiose ai rapporti sociali reciproci devono essere
considerate giuste, se appaiono così a tutti. Ma se
qualcuno pone una legge che non risulti vantaggiosa ai rapporti
sociali reciproci, essa non ha più la natura del giusto.
Se poi ciò che è stato ritenuto in conformità
con la giustizia venga a cambiare, ma per un certo tempo sia
conforme alla prenozione del giusto, esso era nondimeno giusto
per quel periodo di tempo rispetto a quelle persone che non si
disturbano per vane chiacchiere ma guardano ai fatti.
Siamo
nati una sola volta, e non potremo essere nati una seconda
volta; dovremo non essere più per l'eternità. Ma
tu, benché non abbia padronanza del domani, stai
rinviando la tua felicità. La vita si perde nei rinvii,
ed ognuno di noi muore senza aver goduto una sola giornata.
Come
noi stimiamo le nostre opinioni, considerandole utili, nel caso
che siano ammirate dagli altri ed anche quando non lo sono,
nello stesso modo dobbiamo stimare le opinioni altrui, purché
ne siano degne.
Nessuno
sceglie un male, riconoscendolo come male, ma, allettato da
esso perché sembra un bene se considerato in confronto
con un male più grande, egli cade in trappola.
Non
dobbiamo stimare come più felice il giovane, ma il
vecchio che ha vissuto bene. Perché il giovane nella
pienezza delle sue forze è spesso confuso e sviato dal
vento della fortuna; ma il vecchio che si è ancorato
nella vecchiaia come in un porto, tiene ormai saldi nella sicura
custodia della gratitudine i beni che prima aveva scarsa fiducia
di ottenere.
Se
la vista, la conversazione e lo stare insieme vengono tolti, la
passione d'amore s'estingue.
Chi
si dimentica dei beni tra le cose che sono successe nella sua
vita, è già oggi diventato vecchio.
Tra
i desideri alcuni sono naturali e necessari, altri sono naturali
ma non necessari, ed altri sono né naturali né
necessari, ma derivati da vana opinione.
La
natura non va forzata, ma persuasa. La persuaderemo
soddisfacendo i desideri necessari, ed anche quelli naturali,
purché non portino danno, ma respingendo fortemente
quelli che siano nocivi.
Un tempo infinito
contiene la stessa quantità di piacere che uno
finito, quando i confini dei piaceri si misurino col raziocinio.
Ogni
amicizia è per se stessa desiderabile, ma il suo motivo
principale deriva dai vantaggi che l'amicizia porta con sé.
I
sogni non hanno natura divina né potenza divinatoria, ma
succedono a causa di immagini che ci hanno impressionati.
La
povertà misurata al fine che è proprio della
natura, è gran ricchezza, ma la ricchezza, se non viene
limitata, è gran povertà.
Bisogna
rendersi conto che le argomentazioni lunghe e quelle brevi
portano allo stesso fine.
Nel
caso di altri tipi di attività, se ne coglie il frutto
solo dopo di essere riusciti, dopo molta fatica, a diventare
padroni della materia. Nel caso della filosofia però, la
conoscenza ed il diletto vanno insieme; visto che il godimento
non si raggiunge dopo gli studi, ma gli studi ed il godimento
vanno avanti insieme.
Non
è da stimare né chi s'abbandona con facilità
all'amicizia né chi vi esita. È necessario correre
rischi per amore dell'amicizia.
A
dirla schietta preferirei, mentre mi occupo della scienza della
natura, parlare come un oracolo di ciò che giova a tutti
gli uomini, anche se nessuno lo capisse, piuttosto che adattarmi
all'opinione pubblica per godermi il plauso che le folle mi
elargirebbero in gran copia.
Alcuni,
durante la loro vita, s'accumulano di che vivere, senza
riflettere che a tutti noi la bevanda della nascita fu versata
mortale.
Da
ogni altra cosa è possibile metterci al sicuro, ma
rispetto alla morte noi tutti abitiamo una città senza
mura.
La
venerazione verso il saggio è essa stessa un gran bene
per colui che la prova.
Il
grido della carne è: non aver fame, non aver sete, non
aver freddo. Colui che abbia soddisfatto questi bisogni, o che
si aspetti di poterli soddisfare, può gareggiare in
felicità anche con Zeus.
Non
è tanto dell'aiuto degli amici che noi abbiamo bisogno,
quanto della fiducia che essi ci aiuterebbero nel caso ne
avessimo bisogno.
Non
intorbidare i beni presenti col desiderio di quelli che ti
mancano, ma considera che i beni presenti erano prima tra le
cose solo sperate.
La
vita di Epicuro, paragonata a quella di altri, sembra una
leggenda per la sua mitezza e la sua autosufficienza.
La
natura è debole di fronte al male, ma non di fronte al
bene; perché i piaceri la tengono al sicuro, mentre i
dolori la rovinano.
D'animo
molto meschino è colui che ha molte ragioni fondate per
mettere fine alla sua vita.
Non
chi cerca sempre l'assistenza degli amici dev'essere considerato
un amico, né chi non se ne approfitta mai. L'uno fa
mercato del bene per averne il contraccambio, l'altro recide la
speranza del bene per l'avvenire.
Chi
dice che tutto avviene per necessità non ha nessun
argomento per contraddire colui che dice che non tutto avviene
per necessità. Questa proposizione è, in base a
quello ch'egli dice, essa stessa per necessità.
Dobbiamo
allo stesso tempo ridere, filosofare, amministrare la nostra
casa, usare di quant'altro è a nostra disposizione e non
cessare mai di proclamare le parole della retta filosofia.
Dallo
stesso tempo derivano le origini del sommo bene ed il godimento
di esso.
Lo
smodato amore di ricchezze, se contro giustizia, è
empio, e se con giustizia, è vergognoso; perché è
condotta indecorosa risparmiare in modo sordido, anche se in
conformità con la giustizia.
Il
saggio che si è adattato alle necessità sa meglio
spartire con gli altri che prendere tutto per sé;
nell'autosufficienza ha trovato un tesoro così grande.
La
scienza della natura non forma uomini assidui nel vantare o nel
parlare, nemmeno uomini che ostentano la propria educazione, la
quale è invidiata dalla massa del popolo; ma piuttosto
uomini scevri di iattanza ed autosufficienti, uomini che si
occupano dei beni propri, non di quelli del mondo.
Cacciamo
completamente da noi le nostre cattive abitudini, come se
fossero uomini malvagi che ci abbiano per lungo tempo recato
danni.
Ti
ho prevenuta, o sorte, e da ogni tua insidia mi sono premunito.
Non a te né ad alcun'altra circostanza ci arrenderemo: ma
quando sia necessario andarcene, sputando ampiamente sulla vita
e su quelli che vanamente ci si attaccano, ce ne andremo con un
bel peana proclamando quanto bene abbiamo vissuto.
Bisogna
cercare di fare il domani migliore dell'oggi, fino a che
viaggiamo nella vita. Poi, arrivati alla fine della strada, ci
allietiamo moderatamente.
È
necessario far calcolo del fine a noi immediatamente dato e di
tutta intera l'evidenza, alla quale riportiamo i nostri giudizi.
Altrimenti tutto sarà pieno di disordine e confusione.
Nessun piacere è
per se stesso un male, però i mezzi per procurarsi certi
piaceri portano con sé tormenti che sono molto più
numerosi che i piaceri stessi.
[A
un giovane] Mi dicono della eccessiva inclinazione della
tua carne verso i piaceri del sesso. Ebbene, se non violi
le leggi ed i buoni costumi, né offendi il tuo prossimo,
né debiliti la tua carne, né dissipi le tue
sostanze, fa come vuoi. Bada però che non è
possibile non essere ridotto in alcuna di queste necessità;
i piaceri del sesso non giovarono mai: già è molto
se non fanno male.
L'amicizia percorre
danzando la terra, recando a noi tutti l'appello di aprire gli
occhi sulla felicità.
Non
si deve invidiare nessuno; visto che i buoni non meritano
invidia, ed in quanto ai cattivi, più essi trovano buona
sorte più si rovinano.
Bisogna
non fare finta di filosofare, ma filosofare sul serio; perché
non abbiamo bisogno dell'apparenza di salute, ma di vera salute.
Consoliamoci
nelle sventure con la memoria dei beni nei tempi passati e con
la coscienza che non è possibile fare che ciò che
è stato non sia stato.
Il
saggio non soffre di più se messo alla tortura egli
stesso, che quando il suo amico è messo alla tortura...
...
(quindi non tradirà l'amico) o la sua vita sarà
atterrata dalla sfiducia e tutta sconvolta.
Dobbiamo
liberarci dal carcere degli affari e della politica.
Ciò
che è insaziabile non è lo stomaco, come dicono i
più, ma l'opinione falsa che lo stomaco richiede sazietà
illimitata.
Ogni
uomo si parte dalla vita come se ci fosse appena entrato.
È
una cosa bellissima la vista del prossimo, quando al primo
incontro ci si scopre dello stesso sentimento, o almeno col
desiderio ardente verso questo fine.
Se
l'ira dei genitori verso i figli è giustificata, è
veramente sciocco se i figli oppongono resistenza e non chiedono
scusa. Se l'ira non è giustificata, ma senza ragione, è
una cosa veramente ridicola prendere atteggiamenti di sfida
esasperandone col proprio risentimento l'irragionevolezza, e non
cercare di mitigarla in altri modi mostrando buona volontà.
Una
vita frugale porta con sé la purità; colui che non
se ne rende conto soffre lo stesso che colui che si abbandona ad
una vita smodata.
La
lode degli altri deve seguirci spontaneamente; noi dobbiamo
occuparci della cura di noi stessi.
È
una cosa stolta supplicare gli dei per ottenere ciò
che uno è in condizione di procurarsi da se stesso.
Dimostriamo
compatimento per le sofferenze degli amici non con le
lamentazioni, ma prendendoci cura di loro.
Colui
che desidera una vita libera non può accumulare ricchezze
dagli affari, visto che questo non è facile senza
piegarsi al servizio delle folle e dei potenti, mentre egli
possiede già tutto in inesauribile abbondanza. Se la vita
libera porta a caso con sé molte ricchezze, anche queste
possono facilmente essere condivise con i vicini per ottenerne
la benevolenza.
Niente
basta a quell'uomo per il quale ciò che basta sembra
poco.
La natura ingrata
dell'anima ha reso la creatura umana avida di variazioni
illimitate nel modo di vivere.
Non
fare niente nella vita che ti farà temere che
il tuo vicino se ne accorga.
Per
tutti i desideri bisogna chiedersi: cosa mi accadrà se
quanto questo desiderio richiede ha compimento, e cosa mi
accadrà se non l'ha?
Non
giova affatto il mettersi in stato di sicurezza fra
gli uomini, finché si continuasse ad avere timore
riguardo a ciò che sta sopra di noi, o sottoterra, o in
generale delle cose dell'infinito.
Il
fatto che abbiamo sofferto certi dolori fisici giova a metterci
in guardia contro altri dello stesso genere.
Nelle
discussioni fatte per amore di se stesse, colui che è
vinto guadagna di più, perché egli impara di più.
Ingrata
verso i beni passati è la parola che dice:
guarda la fine di una vita lunga.
Invecchiando,
tu sei proprio come io ti esorto ad essere, e hai riconosciuto
che cosa sia il filosofare per se stesso e che cosa sia il farlo
per l'Ellade. Me ne rallegro con te.
Il
supremo frutto dell'autosufficienza è la libertà.
L'uomo
d'animo sincero vive soprattutto nella saggezza e nell'amicizia,
l'una bene mortale, l'altra bene immortale.
Chi
non si turba trova serenità verso se stesso e verso gli
altri.
L'uomo d'indole
Non scioglie dal turbamento dell'anima e neppure vale a dare
meritevole gioia il possedere le più grandi ricchezze, né
gli onori e l'ammirazione delle folle, né altro di quanto
dipende da motivi sregolati.
Citazioni
su Epicuro
Di
natura divina, semmai, è da ritenere proprio Epicuro, il
quale per primo scoprì quella legge dell'esistenza che è
chiamata sapienza; egli con l'uso della ragione ha portato in
salvo la nostra vita dalle tempeste e dall'oscurità verso
un porto tranquillo e verso la luce. Giustamente è a lui
che dovremmo attribuire il nome di divinità, poiché
ha diffuso tra le genti quei dolci rimedi che danno sollievo
alla vita e conforto all'animo. (Tito Lucrezio Caro)
Egli
solo [Epicuro] vide, per la prima volta, che gli dèi
esistono, poiché è stata proprio la natura ad
imprimere nella mente di ogni uomo la nozione degli dèi.
C'è forse un popolo, c'è una società di
uomini che, pur senza una adeguata informazione, non abbia un
qualche presentimento dell'esistenza degli dèi? (Marco
Tullio Cicerone)
Epicuro
crede che esistano gli dèi, perché è
necessario che esista una natura eccellente, della quale nulla
possa essere migliore. (Marco Tullio Cicerone)
Epicuro
è vissuto e vive in ogni tempo, sconosciuto a quelli che
si definivano e si definiscono epicurei, e senza fama presso i
filosofi. Egli stesso ha dimenticato il suo nome: fu il bagaglio
più pesante che egli mai abbia gettato via. (Friedrich
Nietzsche)
Platone
Da
Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Platone
ne La scuola di
Atene diRaffaello
Sanzio
Platone (in
greco Πλάτων),
soprannome di Aristocle di Atene (428 a.C. – 347
a.C.), filosofo greco
Citazioni
di Platone
Aster,
prima splendevi come stella del mattino tra i viventi, ora,
morto, tra i defunti splendi come stella della sera. (citato
in Apuleio, Sulla magia e in sua difesa, p. 196,
EDIPEM, 1973)
Gli
incanti sono le parole buone. (Carmide, citato in Apuleio, Sulla
magia e in sua difesa, p. 207, EDIPEM, 1973)
La bellezza è
mescolare in giuste proporzioni il finito e l'infinito. (citato
in Ermes Ronchi, Il canto del pane, San Paolo, 2006,
p. 78)
O
Dione, col tuo amore hai reso pazzo il mio cuore. (citato
in Apuleio, Sulla magia e in sua difesa, p. 196,
EDIPEM, 1973)
Per
natura, all'opinione piace opinare. (citato in Umberto
Galimberti, Il gioco delle opinioni, Feltrinelli, 2007)
Senza
fonte
Chi
sa propriamente definire e dividere deve essere considerato
un dio.
Dio geometrizza
sempre. (citato da Plutarco)
Educa
i ragazzi col gioco, così riuscirai meglio a scoprire
l'inclinazione naturale.
Il
bello è lo splendore del Vero.
L'amore è
una grave malattia mentale.
L'anima
non porta niente con sé nell'altro mondo tranne la
propria educazione e cultura; e questo si dice che sia il più
grande servizio oppure il torto più grande che si possa
fare ad un uomo morto, proprio all'inizio del suo viaggio.
La matematica è
come la dama: è adatta ai giovani, non troppo difficile,
divertente, e senza pericoli per lo stato.
La poesia si
avvicina alle verità essenziali più della storia.
La
musica fa bene al cuore e all'anima.
Non
conosco una via infallibile per il successo, ma una per
l'insuccesso sicuro: voler accontentare tutti.
Non
è degno del nome dell'uomo colui che non sa che la
diagonale di un quadrato è incommensurabile con il suo
lato.
Oligarchia:
un governo basato sul valore della proprietà, nel quale i
ricchi detengono il potere e i poveri ne sono privati.
Pare
che la verità indichi il vagabondare di Dio.
Possiamo
perdonare un bambino quando ha paura del buio.
La vera tragedia dellavita è quando un uomo ha
paura della luce.
Rimangono
ancora tre tipi di studio adatti per l'uomo libero. L'aritmetica
è uno di essi.
Si
può scoprire di più su una persona in un'ora di
gioco, che in un anno di conversazione.
Siamo
legati ai nostri corpi come un'ostrica alla conchiglia.
Sono
tre le arti connesse a tutte le cose: una che usa, un'altra che
fa, e una terza che imita le prime due.
Attribuite
- Attribuita
da Diogene Laerzio nelle Vite dei filosofi, VI,
cap. 2. Non trova riscontri nelle sue opere.[1]
- Questa
citazione, attribuita a Platone nel film Black Hawk
Down non trova riscontri nelle sue opere. [2][3]
Arthur
Schopenhauer
Da
Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Arthur
Schopenhauer
Arthur
Schopenhauer (1788 – 1860), filosofo tedesco.
Citazioni
di Arthur Schopenhauer
Chi
è amico di tutti non è amico di nessuno. [1]
È
certo che un uomo può fare ciò che vuole, ma non
può volere ciò che vuole. (citato in Albert
Einstein, Come io vedo il mondo)
Il
più grande moralista dei tempi moderni è stato
senza dubbio Jean Jacques Rousseau, il conoscitore profondo
del cuore umano, che attingeva la sua saggezza non nei libri ma
nella vita, e che destinava la sua dottrina non alla cattedra,
ma all'umanità. (da Il Fondamento della Morale)
In
fondo al cuore le donne pensano che compito
dell'uomo è guadagnare soldi, e compito loro
spenderli. (da Parerga e Paralipomena)
In India,
le nostre religioni non attecchiranno mai; l'antica saggezza
della razza umana non sarà oscurata dagli eventi in
Galilea. Al contrario, la saggezza indiana fluirà
indietro verso l'Europa, e produrrà cambiamenti
fondamentali nel nostro pensiero e nelle nostre conoscenze.
- In
India, our religions will never at any time take root; the
ancient wisdom of the human race will not be supplanted by the
events in Galilee. On the contrary, Indian wisdom flows back to
Europe, and will produce a fundamental change in our knowledge
and thought.(da The World as Will and Representation,
Volume I, & 63 p. 356-357; citato in A Tribute to
Hinduism)
La cortesia è
per la natura umana quello che è il calore per la cera.
(da Parerga e Paralipomena)
La pietà per
ogni essere vivente è la prima valida garanzia per il
buon comportamento dell'uomo. (citato in Bruna
D'Aguì,Creaturismo. Le fondamenta del creato, Nuova
Stampa, Roma 2007, pp. 211-212)
La
soddisfazione dell'istinto sessuale è in sé
assolutamente riprovevole, in quanto è la più
forte affermazione della vita. Ciò vale sia nel
matrimonio che al di fuori di esso. Ma il secondo caso è
doppiamente riprovevole, in quanto è al tempo stesso
negazione dell'altrui volontà: alla ragazza infatti ne
deriverà direttamente o indirettamente sventura; e l'uomo
dunque soddisfa la sua voglia a spese della felicità di
altri. (da Manoscritti, 1815)
Le Upaniṣad sono
state la consolazione della mia vita, e saranno la consolazione
della mia morte. (citato in La saggezza indiana, a cura
di Gabriele Mandel, Rusconi, 1999)
Ma
nulla si conosce interamente finché non vi si è girato
tutt'attorno per arrivare al medesimo punto provenendo
dalla parte opposta. (da Il primato della volontà, a
cura di Giovanni Gurisatti, Adelphi, Milano, 2002, p. 94)
Nelle
persone di capacità limitate la modestia è
semplice onestà, ma in chi possiede un grande talento è
ipocrisia. (daParerga e paralipomena; citato in Elena Spagnol,
Citazioni, Garzanti, 2003)
Operari
sequitur esse, ergo unde esse inde operari. (da La
libertà del volere umano, Laterza)
Prima
di bruciare vivo Vanini, un pensatore acuto e profondo, gli
strapparono la lingua, con la quale, dicevano, aveva bestemmiato
Dio. Confesso che, quando leggo cose del genere, mi vien voglia
di bestemmiare quel dio. (da Der handschriftliche Nachlass,
hrsg. von A. Hübscher, 5 voll., Frankfurt am Main 1966-68,
vol. 4, II, p. 23)
Quando
uno comincia a parlare di Dio, io non so di cosa parli, infatti
le religioni, tutte, sono prodotti artificiali. (da O si
pensa o si crede)
Solo
la luce che uno accende a se stesso, risplende in
seguito anche per gli altri. (da Parerga e Paralipomena,
volume I, Adelphi)
Vi
è dunque, nel cuore di ogni uomo, una belva, che attende
solo il momento propizio per scatenarsi e infuriare contro gli
altri. (Parerga, II)
Senza
fonte
Altri
tempi dovrebbero sorgere invero, prima che la mia filosofia
possa giungere a una cattedra: sarebbe davvero bella che questa
mia filosofia, dalla quale non si può trarre guadagno,
raggiungesse l'aria e la luce, e persino una universale
considerazione! (Da "Il mondo come volontà e
rappresentazione")
Anche
per i più longevi, la vita è troppo breve in
relazione ai progetti fatti.
Anch'io
son giunto alla fine, e ho la soddisfazione di vedere, al
termine delle mie fatiche, che la mia opera comincia ad
esercitare la sua azione, fiducioso altresì che questa,
come afferma un antico detto, sia tanto più a lungo
durevole quanto più tardi è cominciata.
Che
cosa rende filosofi? Il coraggio di non serbare nel proprio
cuore alcuna domanda (da 'Sulla filosofia e il suo metodo' in
"Parerga e Paralipomena").
Che
cosa si può pretendere da un mondo in cui quasi tutti
vivono soltanto perché non hanno il coraggio
di suicidarsi!
Che
i vermi roderanno il mio corpo è un pensiero che posso
sopportare; ma che i professori di filosofia rodano la mia
filosofia, è un'idea che mi fa venire i brividi.
Che
io dica sul serio si vede dal fatto che, se mai avessi aspirato
al plauso dei miei contemporanei, avrei dovuto eliminare almeno
una ventina di passi della mia opera che contrastano appieno con
tutte le loro opinioni e che anzi, in parte, devono loro
apparire scandalosi. Ma giudicherei un delitto il sacrificio
d'una sola sillaba a quel plauso.
Chi
è gaio ha sempre una ragione di esserlo, cioè
appunto il fatto che lo è. Nulla può sostituire
così pienamente qualunque altro bene come questa qualità,
mentre essa stessa non è sostituibile. Poniamo che uno
sia giovane, bello, onorato; si chiede, volendo giudicare la sua
felicità, se sia anche sereno; se invece è sereno,
è poi indifferente che sia giovane o vecchio, diritto o
storto, povero o ricco: è felice!
Chi
ha giuste intuizioni in mezzo a cervelli confusi si trova come
uno che abbia un orologio che funziona in una città dove
tutti i campanili hanno orologi che vanno male. Lui
solo conosce l'ora esatta, ma a che gli giova? Tutti si regolano
secondo gli orologi della città che indicano l'ora
sbagliata, persino chi è al corrente che solo il suo
orologio segna l'ora giusta.
Chi
non ama la solitudine non ama neppure la libertà, perché
si è liberi unicamente quando si è soli.
Ciò
che nella vita reale mi ha sempre e ovunque ostacolato è
stata la mia incapacità, fin negli anni della vecchiaia,
di farmi un'idea autentica della meschinità e della
bassezza degli uomini.
Con
poco sapere, ma di buona qualità, si produce di più
che con moltissimo sapere di cattiva qualità.
Considera
ogni giornata come una vita a sé stante.
Dall'albero
del silenzio pende il suo frutto, la pace.
Dei
mali della vita ci si consola con la morte, e della morte
con i mali della vita. Una gradevole situazione.
Genio
e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo
diverso da quello che esiste per gli altri.
Gli
uomini hanno bisogno di qualche attività esterna, perché
sono inattivi dentro.
I
giorni felici li viviamo senza accorgercene, e solo quando
arrivano quelli brutti tentiamo invano di richiamarli indietro.
I
miei scritti recano così chiara l'insegna dell'onestà
e della franchezza da essere, per questo solo, in stridente
contrasto con quelli dei tre celebri sofisti del periodo
postkantiano.
I
pensieri degli spiriti originali non tollerano la mediazione di
una mente comune. Trasportati entro l'angusto alloggio di crani
stretti, schiacciati, massicci [...] essi – nati dietro
spaziose, alte e ben curvate fronti sotto le quali splendono
occhi luminosi – perdono ogni vita e vigore, non si
riconoscono più. (Da "Il mondo come volontà e
rappresentazione")
I
pensieri messi per iscritto non sono nulla di più che la
traccia di un viandante nella sabbia: si vede bene che strada ha
preso, ma per sapere che cosa ha visto durante il cammino
bisogna far uso dei suoi occhi.
Il
destino mescola le carte e noi giochiamo.
Il
filosofo non deve mai dimenticare che la sua è un'arte e
non una scienza.
Il
grande dolore che ci provoca la morte di un buon
conoscente ed amico deriva dalla consapevolezza che in ogni
individuo v'è qualcosa che è solo suo, e che va
perduto per sempre.
Il medico vede
l'uomo in tutta la sua debolezza, l'avvocato in tutta la sua
cattiveria, il parroco in tutta la sua stupidità.
Il
perfetto uomo di mondo sarebbe colui che non fosse mai né
dubbioso né precipitoso nel prendere le sue decisioni.
Il
più insignificante presente ha rispetto al più
insignificante passato il vantaggio della realtà.
Il
principio dell'onore e del coraggio consiste propriamente nel
considerare piccoli i mali più grandi, se sono causati
dal destino, e invece grandi anche i più piccoli, se sono
causati dagli uomini.
Il suicida è
uno che, anziché cessar di vivere, sopprime solo la
manifestazione di questa volontà: egli non ha rinunciato
alla volontà di vita, ma solo alla vita.
Imitare
le qualità e le caratteristiche altrui è molto più
vergognoso del portare abiti altrui: perché è il
giudizio della propria nullità espresso da se stessi.
Immaginiamo
che qualcuno, per esperienza propria o perché glielo
fanno notare gli altri, riconosca un grave difetto del proprio
carattere e se ne rammarichi, proponendosi con fermezza e
sincerità di migliorarsi e di liberarsene: ciò
nonostante, alla prima occasione, quel difetto avrà di
nuovo libero corso. Nuovo pentimento, nuovo proposito, nuova
ricaduta.
In
ogni arte la semplicità è essenziale.
In
questo gli uomini sono proprio come i bambini: diventano
maleducati se li si vizia; dunque non si deve essere con nessuno
troppo accomodanti e affettuosi.
In
tutti i popoli esistono i monopolizzatori e gli appaltatori del
bisogno metafisico: i preti.
Io
non ho scritto per gli imbecilli. Per questo il mio pubblico è
ristretto.
La
conoscenza è fatta di una materia più dura di
quella della fede sicché, quando si urtano, è la
fede a spaccarsi.
La felicità è
come l'elemosina gettata al mendico. Gli permette di vivere oggi
per prolungare il suo dolore l'indomani.
La gloria la
si deve acquistare, l'onore invece basta non perderlo.
La
malvagità, si dice, la si sconta nell'altro mondo; ma la
stupidità in questo.
La
massa ha scarsissima capacità di giudizio e assai poca
memoria.
La
mia filosofia non è per nulla adatta a che si possa
vivere di lei. Essa è priva dei requisiti primi,
essenziali per una ben retribuita cattedra di filosofia. (Da "Il
mondo come volontà e rappresentazione")
La morte acquieta
l'invidia completamente, la vecchiaia lo fa per metà.
La
morte di Socrate e la crocifissione di Cristo fanno
parte dei grandi tratti caratteristici dell'umanità.
La parola di
un uomo è il più duraturo dei materiali.
La paura ci
impedisce di vedere e di cogliere le occasioni di salvezza che
ancora ci restano e che sono spesso a portata di mano. Ecco
perché, per affrontare pericoli improvvisi, così
come per combattere avversari o nemici, le doti più
importanti sono il sangue freddo e la presenza di spirito. Il
primo consiste nel silenzio della Volontà, affinché
l'intelletto possa agire; la seconda nell'attività
indisturbata di quest'ultimo, nonostante le pressioni che gli
eventi esercitano sulla Volontà.
La religione cattolica
è un'istruzione a elemosinare il cielo, visto che sarebbe
troppo incomodo guadagnarselo. I preti sono gli intermediari di
questa elemosina.
La salute non
è tutto, ma senza salute tutto è niente.
La
socievolezza è l'atto per cui gli uomini si scaldano a
vicenda lo spirito; esattamente come, quando fa molto freddo, si
scaldano a vicenda il corpo stringendosi l'uno all'altro. Quanto
più calore spirituale si possiede, tanto meno si ha
bisogno di socievolezza: perciò essa tende ad aumentare
quando lo spirito diminuisce.
La solitudine è
fonte di felicità e di tranquillità dell'animo.
La
speranza e la paura ci fanno vedere come verosimile e prossimo
rispettivamente ciò che desideriamo e ciò che
temiamo, ma entrambe ingrandiscono il loro oggetto.
La
storia è la continuazione della zoologia.
La
verità e l'originalità troverebbero più
facilmente posto nel mondo, se coloro che non sono in grado di
produrle non cospirassero di comune accordo per non farle venire
alla luce.
La
verità passa per tre gradini: viene ridicolizzata, viene
contrastata, viene accettata come ovvia.
La
vista di qualità preminenti di solito provoca la rabbia
di chi non vale niente.
La
vita corre e la vostra comprensione è tarda: perciò
io non assaporo la mia gloria e perdo il mio premio.
La vita è
come una stoffa ricamata della quale ciascuno nella prima metà
dell'esistenza può osservare il diritto, nella seconda
invece il rovescio: quest'ultimo non è così bello,
ma più istruttivo, perché ci fa vedere l'intreccio
dei fili.
La
vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in
ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare. (Da
"Il mondo come rappresentazione e volontà")
L'amore e
l'odio falsano completamente il nostro giudizio: nei nostri
nemici non vediamo altro che difetti e in coloro che amiamo
soltanto i pregi; dei secondi perfino i difetti ci sembrano
amabili.
La
vita è una cosa spiacevole, e io mi sono proposto di
passare la mia vita a rifletterci sopra.
La
vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente
fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più
illusori, di piacere e gioia.
L'amore
è il grande agguato che la natura ha teso agli uomini per
propagarne la specie.
L'amore
è votato allo scacco.
Le
cause non determinano il carattere della persona, ma soltanto il
manifestarsi di questo carattere, cioè le azioni.
Le
scene della nostra vita sono come rozzi mosaici. Guardate da
vicino non producono nessun effetto, non ci si può vedere
niente di bello finché non si guardano da lontano.
L'egoismo
teoretico possiede la coerenza della pura follia; esso non
abbisogna di confutazione (che è impossibile), ma di
cure.
L'essenza
della speranza consiste nel fatto che la Volontà obbliga
il proprio servitore, l'intelletto, quando questo non può
procurarle l'oggetto desiderato, a fornirgliene almeno
l'immagine, ad assumere in generale il ruolo del consolatore e a
calmare il suo padrone, così come la balia calma il
bambino con favole aggiustate in modo che acquistino una qualche
apparenza di verità.
L'intelligenza è
invisibile per l'uomo che non ne possiede.
Mentre
già da tempo la filosofia veniva generalmente
strumentalizzata, ora per fini pubblici, ora per fini privati,
io, senza lasciarmi turbare, per più di trent'anni son
rimasto coerente al corso del mio pensiero, solo perché
così dovevo, né potevo altrimenti.
Nel Corano troviamo
la forma più squallida e più povera di teismo.
Ammettiamo pure che molto sia andato perduto nella traduzione,
ma, in quest'opera, io non sono riuscito a scoprire nemmeno un
pensiero dotato di valore.
Nessuno
si è mai sentito felice nel presente, a meno che non
fosse ubriaco.
Non
ai contemporanei, non ai miei compatrioti, ma all'umanità
intera io consegno la mia opera ormai compiuta, persuaso che non
sarà per essa senza valore: anche se questo valore, qual
è solitamente il destino del bene d'ogni genere, verrà
riconosciuto con ritardo.
Non
posso certo sottrarmi in alcun modo ai difetti e alle debolezze
inerenti per necessità alla mia natura come a
ciascun'altra: ma non li accrescerò con indegni
compromessi.
Non
v'è dubbio che la vita non ci sia stata data perché
ne godiamo, ma per vincerla – per superarla.
Nella
fanciullezza la vita ci si presenta come uno scenario teatrale
visto da lontano; nella vecchiaia come il medesimo scenario
visto da molto vicino.
Non
v'è nulla di più inconciliabile e crudele
dell'invidia: eppure ci sforziamo senza posa soprattutto di
suscitarla!
Non
v'è rimedio per la nascita e la morte, salvo godersi
l'intervallo.
O
si pensa o si crede.
Ogni
bambino che nasce è in qualche misura un genio, così
come un genio resta in qualche modo un bambino.
Ogni
separazione ci fa pregustare la morte; ogni riunione ci fa
pregustare la risurrezione.
Ormai
da gran tempo ho rinunciato al plauso dei miei contemporanei.
Per
ogni libro degno di essere letto c'è una
miriade di cartastraccia.
Perdonare
e dimenticare vuol dire gettare dalla finestra una preziosa
esperienza già fatta.
Perfino
l'ingegno degli animali si aguzza considerevolmente con il
bisogno, cosicché in casi difficili essi fanno cose che
ci stupiscono; quasi tutti, per esempio, considerano più
prudente non darsi alla fuga, se credono di non essere stati
visti: ecco perché la lepre si acquatta nel
solco del campo e lascia che il cacciatore la sfiori
nel passare oltre; mentre gli insetti, quando non hanno via di
scampo, fanno finta di essere morti; e così via.
Perfino
quando l'educazione è più o meno di pari grado, la
conversazione tra un grande spirito e una mente comune è
come un viaggio che due uomini fanno assieme, l'uno in sella ad
un focoso destriero e l'altro a piedi, un viaggio che sarà
presto assai fastidioso per entrambi e che finirà per
divenire impossibile.
Predicare
la morale è facile, il difficile è fondarla.
Quando
pensiamo con orrore alla morte, la consolazione più
sicura ed efficace che ci è data è sapere che essa
ha almeno questo di buono, che è la fine della vita.
Quanto
più uno possiede in se stesso, di tanto meno egli
necessita del mondo esterno. Ecco perché la superiorità
dello spirito rende poco socievoli.
Quanto
più in basso l'uomo si trova dal punto di vista
intellettuale, tanto meno misteriosa è per lui
l'esistenza: anzi, gli sembra ovvio che tutto quello che esiste,
esista ed esista così com'è.
Quanto
uno ha pensato di vero, o ha portato alla luce dalle tenebre,
dovrà pure un giorno o l'altro venir colto da un
qualsiasi spirito pensante e colpirlo, rallegrarlo e
confortarlo; ed è proprio per costui che si parla, come
per noi hanno parlato quelli che ci somigliano e che son
diventati il nostro conforto nel deserto della vita.
Quei
signori [i professori di filosofia] vogliono vivere, e
precisamente vivere della filosofia: da questa traggono
sostentamento con moglie e prole, e tutto – nonostante il
«povera e nuda vai filosofia» del Petrarca –
tutto essi hanno arrischiato su di lei. (Da "Il mondo come
volontà a rappresentazione")
Questa
generazione non ha più corone da elargire: il suo plauso
si è ormai prostituito né ha valore alcuno il suo
biasimo.
Scuri
in viso, lasciamo passare senza goderne infinite ore piacevoli e
serene; ma quando poi arrivano quelle brutte, riguardiamo con
vana nostalgia alle prime.
Se
la nostra vita fosse senza fine e senza dolore, a nessuno forse
verrebbe in mente di domandarsi perché il mondo esista e
perché sia fatto proprio così, ma tutto ciò
sarebbe ovvio.
Si
ha ragione di cercare gli esseri umani o di evitarli, a seconda
che si tema di più la noia o il dispiacere.
Si
può essere saggio solo alla condizione di vivere in un
mondo di stolti.
Si
sappia che le menti scadenti sono la regola, le buone
l'eccezione, le eminenti rarissime e il genio un miracolo.
Solo
il cambiamento è eterno, perpetuo, immortale.
Templi
e chiese, pagode e moschee, in tutti i paesi e in tutte le
epoche, sono una testimonianza, nel loro splendore e nella loro
grandezza, del bisogno metafisico dell'uomo che, potente e
indistruttibile, segue a ruota il bisogno fisico.
Tutti
gli uomini vogliono vivere, ma nessuno sa perché vive.
Verso
la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo
mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si
vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in
contatto durante la vita.
Lucio
Anneo Seneca
Da
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Seneca
Lucio
Anneo Seneca (4 a.C. – 65), autore, filosofo, politico
latino.
Citazioni
di Lucio Anneo Seneca
- Per
aspera (sic itur) ad astra. (da Hercules furens, atto
II, 437)
Siamo
tutti schiavi del destino: qualcuno é legato con una
lunga catena d'oro, altri con una catena corta e di vile
metallo. Ma che importanza ha? La medesima prigione rinchiude
tutti e sono incatenati anche coloro che tengono incatenati gli
altri... Tutta la vita é una schiavitù. Bisogna
quindi abituarsi alla propria condizione, lamentandosi il meno
possibile e cogliendo tutti i vantaggi che essa può
offrire. (da "De tranquillitate animi")
Chi
diventa peggiore è dannoso non solo a sé, ma anche
a tutti coloro ai quali avrebbe potuto giovare, se fosse
diventato migliore. (da De otio)
Al
saggio non può capitare nulla di male: non si mescolano i
contrari. Come tutti i fiumi, tutte le piogge e le sorgenti
curative non alterano il sapore del mare, né l'attenuano,
così l'impeto delle avversità non fiacca l'animo
dell'uomo forte: resta sul posto e qualsiasi cosa avvenga la
piega a sé; è infatti più potente di tutto
ciò che lo circonda.
- Nihil
accidere bono uiro mali potest: non miscentur contraria.
Quemadmodum tot amnes, tantum superne deiectorum imbrium, tanta
medicatorum uis fontium non mutant saporem maris, ne remittunt
quidem, ita aduersarum impetus rerum uiri fortis non uertit
animum: manet in statu et quidquid euenit in suum colorem
trahit; est enim omnibus externis potentior. (da De
Providentia)
- O
quam contempta res est homo, nisi supra humana surrexerit.
Chi
domanda timorosamente, insegna a rifiutare. (da Fedra,
v. 593)
Colui
al quale il delitto porta giovamento, quello ne è
l'autore. (da Medea, III, 500-501)
- Cui
prodest scelus, | Is fecit.
Ed
insieme morirono quei due elementi che era nefando fossero
divisi: né infatti Catone visse dopo la morte
della libertà né la libertà dopo la morte
di Catone. (da De constantia sapientis, traduzione di G.
Viansino)
Giammai
sarai felice finché un altro ti darà fastidio per
il fatto che è più felice di te.
- Numquam
felix eris, dum te torquebit felicior. (da De ira,
III, 30, 3)
Il
fuoco prova l'oro; le sventure, gli uomini forti. (da Dialoghi
morali)
Il
misero è cosa sacra. (da Epigr. IV, 9, in
"Opera omnia", ed Ruhkopf, Aug. Taur., 1829, vol. IV,
p. 402)
- Res
est sacra miser.
Innanzi
tutto è più facile respingere il male che
governarlo, non accoglierlo che moderarlo una volta accolto,
perché, quando si è insediato da padrone in un
animo, diventa più forte di chi dovrebbe governarlo e non
si lascia troncare ne rimpicciolire. (da I dialoghi)
La felicità è
sempre instabile e incerta.
- Omnis
instabilis et incerta felicitas est. (da Controv., p. 70,
ed. Bip.)
La
fortuna può togliere le riccheze, non l'animo. (da Medea,
II, 1, 176)
- Fortuna
opes auferre, non animum, potest.
Non
deviare dalla natura ed il formarci sulle sue leggi e sui suoi
esempi, è sapienza. (citato in Claudio Malagoli, Etica
dell'alimentazione: prodotti tipici e biologici, Ogm e
nutraceutici, commercio equo e solidale, Aracne, 2006, p. 173)
Non
è mai esistito ingegno senza un poco di pazzia.
- Nullum
magnum ingenium sine mixtura dementiae fuit. (da Tranquillitate
animi)
Sacra
è la voce del popolo. (da Rhetorum controversiae I,
1, 10)
Se
vuoi credere a coloro che penetrano più profondamente
la verità, tutta la vita è un supplizio.
Gettàti in questo mare profondo e tempestoso, agitato da
alterne maree, e che ora ci solleva con improvvise impennate,
ora ci precipita giù con danni maggiori dei presenti
vantaggi e senza sosta ci sballotta, non stiamo mai fermi in un
luogo stabile, siamo sospesi e fluttuiamo e urtiamo l'uno contro
l'altro, e talvolta facciamo naufragio, sempre lo temiamo; per
chi naviga in questo mare così tempestoso ed esposto a
tutti i fortunali, non vi è altro porto che la morte.
(da Consolatio ad Polybium, 9)
Attribuite
Il
linguaggio è lo specchio dell'anima: qual è [sic]
la vita, tale il parlare (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi
l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 364).
- Imago
animi sermo est: qualis vita, talis oratio.
Per
quanto tu ne uccida molti, nondimeno non puoi uccidere il tuo
successore. (riferendosi a Nerone, citato in Dione
Cassio, Istorie, LXI, 18)
- Licet,
quamplurimos occidas, tamen non potes successorem tuum occidere.
Senza
fonte
A
me bastano poche persone, anzi una sola o addirittura nessuna.
Abbandona
ogni preoccupazione per la tua esistenza e te la renderai
piacevole.[forse la frase corretta è "non avrai più
paura se avrai cessato di sperare" frase di Ecatone citato
da Seneca in lettere a Lucilio - lettera 5 - invito alla
semplicità]
Abbiamo
davanti agli occhi i peccati degli altri uomini, ma i nostri li
portiamo sulla schiena.
Alla
sapienza non si può nuocere; il tempo non la cancella;
nessuna cosa la può sminuire.
Anche
in uno stato oppresso c'è la possibilità per un
uomo saggio di manifestarsi, e in uno fiorente e felice regnano
la sfrontatezza l'invidia e mille altri vizi che rendono inerti.
Anche
nel dolore v'è un certo decoro, e lo deve serbare chi è
saggio.
Ascoltami:
verso la morte sei spinto dal momento della nascita. Su questo e
su pensieri del genere dobbiamo meditare, se vogliamo attendere
serenamente quell'ultima ora che ci spaventa e ci rende inquiete
tutte le altre.
Che
differenza c'è se ci cade addosso il casotto delle
sentinelle o un monte? Nessuna. Eppure c'è chi teme di
più quest'ultima evenienza, sebbene entrambe siano
ugualmente mortali: abbiamo più paura delle
cause che degli effetti.
Che
giovano a quell'uomo ottant'anni passati senza far niente?
Costui non è vissuto, ma si è attardato nella
vita; né è morto tardi, ma ha impiegato molto
tempo per morire.
Che
stupidi sono questi mortali.
Chi
accoglie un beneficio con animo grato paga la prima rata del suo
debito. [Per aiutare a cercare la fonte cito da "Seneca"
di Villy Sørensen, VII, 7. "De beneficiis":
"Dato con lo spirito giusto, un dono è di per sé
una ricompensa, ricevuto con lo spirito giusto è già
ricambiato."]
La
libertà è l'affrancamento dalle passioni.
Chi
si adatta bene alla povertà è ricco.
Ci
vuole altrettanta magnanimità per riconoscere un favore
ricevuto che per renderlo.
Ciò
che è dato con orgoglio ed ostentazione dipende più
dall'ambizione che dalla generosità.
Come
è dolce aver estenuato e abbandonato le passioni!
Come
mai ad alcuno qualche cosa può parer sicura, se il mondo
stesso è continuamente scosso, e se anche le sue parti
più solide traballano?
Credimi,
quella era un'età felice, prima dei giorni degli
architetti, prima dei giorni dei costruttori.
Da
un uomo grande c'è qualcosa da imparare anche quando
tace.
Dev'essere
proposito eguale dell'insegnante e del discepolo: che uno voglia
giovare e l'altro apprendere.
Di
tanto in tanto è bello anche far pazzie.
Dipenderai
meno dal futuro se avrai in pugno il presente.
Dovunque
c'è un uomo, c'è l'occasione per fare
del bene.
È
di gran sollievo pensare che il male che ti è accaduto,
tutti prima di te l'han sofferto, e tutti lo soffriranno.
È
grande chi sa essere povero nella ricchezza.
È
l'animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi
È
meglio imparare delle cose inutili che non imparare niente.
È
naturale ammirare più le cose nuove che le grandi.
È
necessario imparare tanto a lungo quanto a lungo si vive.
È
questione di qualità, piuttosto che di quantità.
È
sicuramente meglio conoscere cose che non servono a niente,
piuttosto che non conoscere niente.
Esistono
diritti non scritti, ma più sicuri che tutti gli scritti.
Gran
parte della libertà consiste nel saper dominare
l'appetito.
Ho
vissuto abbastanza; ora, sazio, aspetto la morte.
I
dolori leggeri concedono di parlare: i grandi dolori rendono
muti.
I
mali incerti sono quelli che ci tormentano di più.
I
piaceri del palato sono simili ai ladri egiziani, che
strangolano con un abbraccio.
I
vizi: è più facile sradicarli che tenerli a freno.
Il
delitto coronato dal successo prende il nome di virtù.
Il libro ti
muta nell'essenza.
Il
miglior rimedio per la rabbia è l'indugio.
Il
mondo è eterno, ma le sue singole parti non sono sempre
uguali.
Il
più potente è colui che ha se stesso in proprio
potere.
Il
sole splende anche sui malvagi.
Il
tempo scopre la verità.
La
calamità è l'opportunità della virtù.
La filosofia non
respinge né preferisce nessuno: splende a tutti.
La
lealtà comprata col denaro, dal denaro può essere
distrutta.
La morte è
il non-essere. Dopo di me accadrà ciò che è
stato prima di me. Se prima non abbiamo sofferto, vuol dire che
non soffriremo dopo. Siamo come una lucerna che, spegnendosi,
non può stare peggio di quando non era accesa. Solo nel
breve intermezzo possiamo essere sensibili al male.
La
morte pareggia tutto.
La solitudine è
per lo spirito ciò che il cibo è per il corpo.
La verità non
muore mai.
La vita è
come una commedia: non importa quanto è lunga, ma come è
recitata.
La
vita è lunga se è piena.
La
vita, senza una meta, è vagabondaggio.
L'applauso
della folla è la prova dell'empietà di una causa.
Le
difficoltà rafforzano la mente, come la fatica rafforza
il corpo.
Le
idee migliori sono proprietà comune.
Lieve
è il dolore che permette di prendere una decisione.
L'ubriachezza
non è altro che volontaria follia.
L'uomo
è un animale sociale, le persone non sono fatte per stare
da sole.
Mi
distruggerò, (ma) non mi piegherò.
- Frangar,
non flectar.
Molti
imparano non per la vita ma per la scuola.
Nessuna
azione sarà considerata innocente, a meno che la volontà
non lo sia stata, perché l'azione è stata dettata
dalla volontà.
Nessuno
è più infelice che la maggior parte di quelli che
sono generalmente ritenuti felici.
Nessuno
ha più gusto all'ingiuria di colui che è più
vulnerabile ad essa; ma questo gusto è contagioso, e
domani qualcun altro riderà di colui che oggi si prende
gioco di me.
Niente
costa di più di ciò che si è comperato con
le preghiere.
Niente
è così stupido ed infelice quanto attendersi una
disgrazia. Che follia, anticiparsi il male prima che questo
capiti!
Non
chi ha poco è povero, ma chi desidera più di
quello che ha.
Non
credere che si possa diventare felici procurando l'infelicità
altrui.
Non
dobbiamo cercare di vivere a lungo, ma di vivere abbastanza;
vivere a lungo dipende dal destino, dalla nostra anima vivere
quanto basta.
Non
è mai poco quello che è abbastanza.
Non
esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.
Non
possiamo lagnarci della vita, essa non trattiene nessuno.
Non
puoi fuggire le necessità, ma le puoi vincere.
Non
temiamo la morte, ma il pensiero della morte.
Nulla
è eterno e solo poche cose sono durevoli.
Nulla
è più contrario alla guarigione del cambiare
spesso i rimedi.
Ogni
criminale è il boia di se stesso.
Ogni
crudeltà nasce da durezza di cuore e debolezza.
Ogni male ha
la sua compensazione. Meno è il denaro, meno i
problemi; meno i favori, minore è l'invidia. Perfino in
quei casi che ci fanno uscir di senno, non è la perdita
in se stessa che ci angustia, bensì la nostra valutazione
della perdita.
Ogni
volta che sono stato tra gli uomini sono tornato meno uomo.
Penso
tra me e me quanti sono gli uomini che esercitano il corpo e
quanto pochi quelli che esercitano la mente; quanta gente
accorre a un passatempo inconsistente e vano, e che deserto
intorno alle scienze; che animo debole hanno quegli atleti di
cui ammiriamo i muscoli e le spalle.
Per
fare ciò che si vuole bisogna nascere re o stupidi.
Perché
ti stupisci se viaggiare non ti serve? Porti in giro te stesso.
Ti perseguitano i medesimi motivi che ti hanno fatto fuggire.
Perdona
sempre gli altri, mai te stesso.
Proprio
come sceglierò la mia nave quando mi accingerò ad
un viaggio, o la mia casa quando intenderò prendere una
residenza, così sceglierò la mia morte quando mi
accingerò ad abbandonare la vita.
Punizione
per alcuni, per altri un dono e per molti, un favore.
Qualche
volta anche il far qualche pazzia non dispiace.
Questo
è l'unico motivo per cui non possiamo lagnarci della
vita: essa non trattiene nessuno.
Ricordati
di spogliare gli avvenimenti dal tumulto che li accompagna e di
considerarli nella loro essenza: capirai che in essi non c'è
niente di terribile se non la nostra paura.
Sarà
quel che dev'essere; ma ciò che è una necessità
per chi si ribella, è poco più che una scelta per
chi vi si adatta di buon grado.
Se
guardiamo un pezzo di legno perfettamente diritto, immerso
nell'acqua, ci sembra curvo e spezzato. Non ha importanza che
cosa guardi, ma come guardi: la nostra mente si ottenebra nello
scrutare la verità.
Se
la felicità consistesse nella sensualità, le
bestie sarebbero più felici dell'uomo; l'umana felicità
invece ha sede nell'anima, non nel corpo.
Se
un uomo non sa verso quale porto è diretto, nessun vento
gli è favorevole.
Se
volete evitare il timore, pensate che bisogna temere ogni cosa.
Si
può capire il carattere di una persona dal modo in cui
accoglie le lodi.
Sii
servo del sapere se vuoi essere veramente libero.
Siate
persuasi che è ben difficile essere sempre il medesimo
uomo.
Spesso
è inutile e vana la volontà non di chi intraprende
cose facili, ma di chi vuole che siano facili le cose che ha
intraprese.
Spesso
vogliamo una cosa e preghiamo per un'altra, senza ammettere la
verità neanche agli dei.
Ti
indicherò un filtro amoroso senza veleni, senza erbe,
senza formule magiche: se vuoi essere amato, ama!
Tutta
l'arte è imitazione della natura.
Un
crimine che riporta successo e fortuna è chiamato virtù.
Una
bella donna non è colei di cui si lodano le gambe o le
braccia, ma quella il cui aspetto complessivo è di tale
bellezza da togliere la possibilità di ammirare le
singole parti.
Una donna o
ama o odia; non ha una via di mezzo. Il pianto della donna è
menzogna. Negli occhi della donna vi sono due tipi di lacrime,
le une provocate dal vero dolore, le altre indotte dalla
scaltrezze. Una donna che pensa sola, pensa cose cattive.
Una
grande fortuna è una grande schiavitù.
Una mente notevole
possiede un regno.
Usa
le orecchie piuttosto che la lingua.
De
brevitate vitae
Chi
è troppo indaffarato non può svolgere bene nessuna
attività, perché una mente impegnata in mille cose
non può concepire nobili pensieri.
Ci
vuole tutta la vita per imparare a vivere e, quel che forse
sembrerà più strano, ci vuole tutta la vita per
imparare a morire.
Fabiano,
il mio maestro, si domandava se non fosse meglio non studiare
per niente piuttosto che impegnarsi in studi nozionistici.
L'invidia
si volge alle cose vicine, mentre quelle lontane sono guardate
con animo schietto e sincero. La vita del saggio, dunque, spazia
per ogni dove, è senza tempo, non è limitata, come
quella degli altri mortali.
La
lunghezza della vita non si misura dai capelli bianchi o dalle
rughe: non è un vivere questo, è solo un esistere
a lungo.
La
vita è divisa in tre momenti: passato, presente, futuro.
Di questi, il momento che stiamo vivendo è breve, quello
che ancora dobbiamo vivere non è sicuro, quello che già
abbiamo vissuto è certo.
- In
tria tempora vita dividitur: quod fuit, quod est, quod futurum
est. Ex his quod agimus breve est, quod acturi sumus dubium,
quod egimus certum. (10-2)
Nessuno
ti renderà gli anni, nessuno ti restituirà a te
stesso; andrà il tempo della vita per la via intrapresa e
non tornerà indietro né arresterà il suo
corso; non farà rumore, non darà segno della sua
velocità: scorrerà in silenzio, non si allungherà
per editto di Re o favore di popolo; correrà come è
partito dal primo giorno, non farà mai fermate, mai
soste. Che avverrà? tu sei affaccendato, la vita si
affretta: e intanto sarà lì la morte, per la
quale, tu voglia o no, devi aver tempo.
Noi
viviamo come se dovessimo vivere sempre, non riflettiamo mai che
siamo esseri fragili.
Non
è vero che abbiamo poco tempo: la verità è
che ne perdiamo molto. (I, 1.3)
- Non
exiguum temporis habemus, sed multum perdidimus.
Ognuno
brucia la sua vita e soffre per il desiderio del futuro, per il
disgusto del presente. Ma chi sfrutta per sé ogni ora,
chi gestisce tutti i giorni come una vita, non desidera il
domani né lo teme. Non c'è ora che possa apportare
una nuova specie di piacere. Tutto è già noto,
tutto goduto a sazietà. Del resto la sorte disponga come
vorrà: la vita è già al sicuro. Le si può
aggiungere, non togliere, e aggiungere come del cibo ad uno già
sazio e pieno, che non ha più la voglia ma ancora la
capienza. Non c'è dunque motivo di credere che uno sia
vissuto a lungo perché ha i capelli bianchi o le rughe:
non è vissuto a lungo, ma ha esistito a lungo.
Sei
stato gettato in questo punto, ammesso che tu possa ampliarlo,
sino a dove lo amplierai? (ep. 77,12)
Un
popolo affamato non ascolta ragioni, né gl'importa della
giustizia e nessuna preghiera lo può convincere.
Vivi
adesso!
- Protinus
vive!
De
vita beata
- In
virtute posita est vera felicitas.
Le
ricchezze sono al servizio del saggio, allo sciocco comandano.
Ma
se sei uomo, ammira chi tenta grandi imprese, anche se
fallisce. (XX, 2)
La
dottrina morale
Dove
ci porta la morte? Ci porta in quella pace dove noi fummo
prima di nascere. La morte è il non-essere: è ciò
che ha preceduto l'esistenza. Sarà dopo di me quello che
era prima di me. Se la morte è uno stato di sofferenza,
doveva essere così prima che noi venissimo alla luce: ma
non sentimmo, allora, alcuna sofferenza. Tutto ciò che fu
prima di noi è la morte. Nessuna differenza è tra
il non-nascere e il morire, giacché l'effetto è
uno solo: non essere.
La
vera felicità è non aver bisogno di felicità.
Nessuno
è infelice se non per colpa sua.
Un
tale ordine non può appartenere a una materia che si
agiti casualmente. Un incontro di elementi senza piano e senza
disegno non avrebbe questo equilibrio, né una così
saggia disposizione. L'universo non può essere senza Dio.
Lettere
a Lucilio
Incipit
Comportati
così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e
il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o
carpito o andava perduto, raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti
che è proprio così, come ti scrivo: certi momenti
ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono
nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo
per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte
si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente
e tutta quanta nell'agire diversamente dal dovuto. Puoi indicarmi
qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua
giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro
errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di
essa è già alle nostre spalle: appartiene alla
morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi
scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del
futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l'altro
la vita se ne va. Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è
nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene,
fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli
uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti,
di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che
vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover
niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio
l'unica cosa che neppure una persona riconoscente può
restituire.
Citazioni
C'è
una grande differenza tra il non volere e il non saper peccare.
(90)
[...]
certe abitudini si possono più facilmente
troncare che moderare. (108, 16; 2000)
Chi
è nobile? Colui che dalla natura è stato ben
disposto alla virtù.
- Quis
est generosus? Ad virtutem bene a natura compositus.
- Sic
cum inferiore vivas, quemadmodum tecum superiorem velis vivere.
Chi
è temuto teme: non può starsene tranquillo chi è
oggetto della paura altrui.
Chi
non vuole morire si rifiuta di vivere, perché la vita ci
è stata data a patto di morire. La morte è il
termine certo a cui siamo diretti e temerla è da
insensato, poiché si aspetta ciò che è
certo e solo l'incerto può essere oggetto di timore. La
morte è una necessità invincibile e uguale per
tutti: chi può lamentarsi di trovarsi in una condizione a
cui nessuno può sottrarsi? [...] Ma temo che una
lettera così lunga ti diventi più odiosa che la
morte. Perciò concluderò: pensa sempre alla morte,
se non vuoi mai temerla. (lettera 30; 1975)
Chi
segua la sua strada ha sempre una meta da raggiungere, ma chi ha
smarrito la retta via, va errando all'infinito. (lettera 16;
1975)
Chiederò
in prestito a Epicuro questa massima: «Per molti le
ricchezze acquistate non hanno rappresentato la fine, ma solo un
mutamento delle loro miserie». (lettera 17; 1975)
Ci
sono, invece, esercizi facili e brevi che spossano sùbito
il corpo e fanno risparmiare quel tempo che va tenuto in gran
conto: la corsa, il sollevamento pesi, il salto in alto, in
lungo e quello, per così dire, tipico dei Salii o, per
usare una definizione più volgare, del "lavandaio":
scegli uno qualsiasi di questi semplici e facili esercizi. (15,
4; da Lettere a Lucilio, spazioinwind.libero.it)
Devi
sapere che Ulisse non affrontò tante peripezie nella
navigazione perché era perseguitato da Nettuno: egli
soffriva di mal di mare. Proprio come lui, dovunque dovrò
andare per mare, vi giungerò dopo vent'anni. [...] Una
leggera febbretta può sfuggire all'attenzione, ma, se
aumenta e diventa un'autentica febbre che brucia, anche l'uomo
più resistente e più avvezzo alle sofferenze è
costretto a confessare l'infermità. [...] Il contrario
avviene nelle infermità che colpiscono l'animo: quanto
più uno sta male, tanto meno se ne accorge. Non te ne
devi meravigliare, carissimo Lucilio. Infatti, chi è
appena assopito, anche durante il sonno percepisce le immagini
dei sogni; e talvolta, dormendo, si rende conto di dormire. Ma
un sonno pesante estingue anche i sogno e sommerge l'anima in
una completa incoscienza. Perché nessuno confessa i suoi
vizi? Perché è ancora sotto il loro dominio. Può
raccontare i propri sogni solo chi ne è guarito. Perciò,
svegliamoci, per poter prendere coscienza dei nostri errori.
Solo la filosofia riuscirà a destarci, e a scuoterci dal
pesante sonno: consacrati tutto a lei. Tu sei degno di lei ed
ella è degna di te: abbracciatevi. (lettera 53; 1975)
Di tempo non
ne abbiamo poco, ne sprechiamo tanto. L'uomo grande non permette
che gli si porti via neanche un minuto del tempo che gli
appartiene.
Dice
Ecatone: «Ti rivelerò un filtro amoroso, senza
unguenti, senza erbe, senza formule magiche: se vuoi essere
amato, ama». [...] Certo qualcosa di simile
all'amicizia è nell'amore, che si potrebbe chiamare una
folle amicizia. (lettera 9; 1975)
Dicono
che Cratere, discepolo di quello Stilbone, da me menzionato
nella precedente lettera, avendo visto un giovincello
passeggiare in un luogo isolato, gli domandò che facesse
lì solo. «Parlo con me» fu la risposta. E di
rimando Cratere: «Sta' bene attento, te ne prego; tu parli
con un cattivo soggetto». [...] Chi è privo
della saggezza non deve essere lasciato in balia di se stesso...
(lettera 10; 1975)
Diverrò
povero? Sarò con la maggioranza degli uomini. Andrò
in esilio? Penserò di essere nato là, dove mi
manderanno. Sarò messo in catene? E allora? Sono forse
ora veramente libero? La natura mi ha già legato a questo
grave peso del corpo. Morirò? Porrò cosi fine –
dirai tu – alla possibilità di ammalarmi, di esser
messo in catene, di morire. [...] Moriamo ogni giorno: ogni
giorno ci viene tolta una parte della vita e anche quando ancora
cresciamo, la vita decresce. Abbiamo perduto l'infanzia, poi la
fanciullezza, poi la giovinezza. Tutto il tempo trascorso fino a
ieri è ormai perduto; anche questo giorno che stiamo
vivendo lo dividiamo con la morte. Come la clessidra non è
vuotata dall'ultima goccia d'acqua, ma da tutta quella defluita
prima, così l'ora estrema, che mette fine alla nostra
vita, non provoca da sola la morte, ma da sola la compie; noi vi
giungiamo in quel momento, da tempo, però, vi siamo
diretti. [...] «Non viene una sola volta la morte;
quella che ci rapisce è solo l'ultima morte».
[...] questa morte che tanto temiamo è l'ultima, non
la sola. [...] la follia umana, è così grande,
che alcuni sono spinti alla morte proprio dal timore della
morte. [...] Ci chiediamo: «Fino a quando sempre le
stesse cose? Svegliarsi e andare a dormire, mangiare ed aver
fame, aver freddo e soffrire il caldo? Nessuna cosa finisce, ma
tutte sono collegate in uno stesso giro: si fuggono e si
inseguono. Il giorno è cacciato dalla notte, la notte dal
giorno; l'estate ha fine con l'autunno, questo è
incalzato dall'inverno, che a sua volta è chiuso dalla
primavera: così tutto passa per tornare. Non faccio né
vedo mai niente di nuovo. Ad un certo punto, di tutto questo si
prova la nausea». Per molti la vita non è una cosa
penosa, ma inutile. (lettera 24; 1975)
È
povero non chi possiede poco, ma chi brama avere di più.
(lettera 2; 1975)
Fa'
ancora il nome di Tito Livio: ha, infatti, scritto anche
dei dialoghi che si possono annoverare tra le opere di filosofia
così come tra quelle di storia, e dei libri di argomento
espressamente filosofico: cedo il passo anche a lui. (100, 9;
2000)
Gran
parte del progresso sta nella volontà di progredire.
- Magna
pars est profectus velle proficere.
- Ducunt
volentem fata, nolentem trahunt.
I
mali che fuggi sono in te.
Il
destino guida chi lo segue di sua volontà, chi si
ribella, lo trascina.
Il lavoro caccia
i vizi derivanti dall'ozio. (56, 9)
Comandare
a se stessi è la forma più grande di comando.
- Imperare
sibi maximum imperium est. (CXIII.30)
In
verità non è povertà, se è
lieta; povero è non chi possiede poco, ma chi desidera di
più. (2, 6; 2000)
L'assalto
del male è di breve durata; simile ad un temporale,
passa, di solito, dopo un'ora. Chi, infatti, potrebbe sopportare
a lungo quest'agonia? Ormai ho provato tutti i malanni e tutti i
pericoli, ma nessuno per me è più penoso. E perché
no? In ogni altro caso si è ammalati; in questo ci si
sente morire. Perciò i medici chiamano questo male
"meditazione della morte": talvolta, infatti, tale
mancanza di respiro provoca la soffocazione. Pensi che ti scriva
queste cose per la gioia di essere sfuggito al pericolo? Se mi
rallegrassi di questa cessazione del male, come se avessi
riacquistato la perfetta salute, sarei ridicolo come chi
credesse di aver vinto la causa solo perché è
riuscito a rinviare il processo. (54, 1-4)
Pensa
che a noi accade la stessa cosa: la vita conduce alcuni molto
rapidamente alla meta cui, anche indugiando, dovevano giungere,
altri li consuma e li tormenta. La vita non sempre va
conservata: il bene, infatti, non consiste nel vivere, ma nel
vivere bene. Perciò, il saggio vivrà quanto deve,
non quanto può. Osserverà dove gli toccherà
vivere, con chi, in che modo e che cosa dovrà fare. Egli
bada sempre alla qualità della vita, non alla lunghezza.
(libro VIII, 70)
L'infelicità
non consiste nel fare una cosa per ordine altri, ma nel farla
contro la propria volontà. (lettera 61; 1975)
L'inizio
della salvezza è la conoscenza del peccato.
L'uomo
è un animale che ragiona.
La
fortuna aiuta gli audaci, il pigro si ostacola da solo.
- Audentis
fortuna iuvat, piger ipse sibi obstat.
- Longum
iterest per praecepta, breve et efficax per exempla
- Multa
non quia difficilia sunt non audemus, sed quia non audemus sunt
difficilia.
- Cotidie
morimur.
- Impares
nascimur, pares morimur.
- Talis
hominibus fuit oratio qualis vita.
- Ignoranti
quem portum petat nullus suus ventus est.
Nessuna
conoscenza, se pur eccellente e salutare, mi darà gioia
se la apprenderò per me solo. Se mi si concedesse la
sapienza con questa limitazione, di tenerla chiusa in me,
rinunciando a diffonderla, la rifiuterei.
Nessuno
è obbligato a correre sulla via del successo.
- Nulli
necesse est felicitatem cursu sequi.
- Nemo
sapientiam paupertate damnavit.
Niente
di più lungo di quel passaggio sotterraneo, niente di più
fioco di quelle fiaccole, che servono non per vedere tra le
tenebre, ma per vedere le tenebre stesse. (lettera 57; 1975)
Noi,
assai dissennati, crediamo che essa [la morte], sia uno
scoglio, mentre è un porto, delle volte da cercare, ma
mai da rifuggire, nel quale se qualcuno è spinto nei
primi anni [di vita], non deve lamentarsi più di chi
ha navigato velocemente. (70)
- Scopulum
esse illum putamus dementissimi: portus est, aliquando petendus,
numquam recusandus, in quem si quis intra primos annos delatus
est, non magis queri debet quam qui cito navigavit.
Non
è perché le cose sono difficili che non
osiamo, ma è perché non osiamo che sono difficili.
(CIV, 26).
Non
giova né si assimila il cibo vomitato subito dopo il
pasto. [...] Troppi libri sono dispersivi: dal momento che non
puoi leggere tutti i volumi che potresti avere, basta possederne
quanti puoi leggerne. [...] Leggi sempre, perciò autori
di valore riconosciuto e se di tanto in tanto ti viene in mente
di passare ad altri, ritorna poi ai primi. Procurati ogni giorno
un aiuto contro la povertà, contro la morte e, anche,
contro le altre calamità; e quando avrai fatto passare
tante cose, estrai un concetto da assimilare in quel giorno. (I,
2)
Non
si soffre, in effetti, per la mancanza di questi beni, ma per il
pensiero della loro mancanza. Chi ha il possesso di sé
non ha perso niente: ma quanti hanno la fortuna di possedere se
stessi? (lettera 42; 1975)
Non
sperare senza disperazione, non disperare senza speranza.
(CIV, 12)
- Nec
speraveris sine desperatione, nec desperaveris sine spe.
- Legem
brevem esse oportet, quo facilius ab imperitis teneatur.
Ogni piacere ha
il suo momento culminante quando sta per finire. In mezzo agli
stessi piaceri nascono le cause del dolore.
Perciò
gli uomini si immergono nelle passioni e, una volta che ne hanno
fatto un'abitudine, non possono più farne a meno; e sono
veramente infelici, poiché giungono a sentire come
necessarie le cose prima superflue. Non godono dei piaceri, ma
ne rimangono schiavi e, quella che è la peggiore
disgrazia, amano anche il proprio male. Si raggiunge il colmo
dell'infelicità quando le cose turpi non solo sono
gradite, ma procurano un intimo compiacimento; e non c'è
rimedio quando quelli che erano sentiti come vizi diventano
abitudine quotidiana. (lettera 39; 1975)
Perciò
non devi attribuire a Epicuro quei pensieri che t'ho inviato:
sono di dominio pubblico, e soprattutto della nostra scuola.
[...] Dovunque volgi lo sguardo, ti si presentano massime che
potrebbero considerarsi notevoli se non si leggessero insieme
con altre dello stesso valore. Perciò abbandona la
speranza di poter gustare superficialmente l'ingegno dei sommi
uomini; tu devi studiarlo e considerarlo nella sua unità.
Ogni suo aspetto ne richiama sempre un altro, ciascuna parte,
connettendosi con l'altra, dà completezza all'opera
dell'ingegno umano. Niente può essere tolto senza rompere
l'unità del pensiero. Non dico che non si possano
considerare le singole membra, purché non si prescinda
dall'intero organismo. [...] Ma per un uomo di matura
esperienza è disdicevole cercare fiorellini, sostenersi
con poche massime ben note e affidarsi alla memoria. È
ormai tempo che uno poggi su se stesso, che esprima questi
pensieri con parole sue e non a memoria. Ed è
specialmente disdicevole per un vecchio o per uno che si
affaccia alla vecchiaia una cultura basata su raccolte di esempi
scolastici. «Questo l'ha detto Zenone». E tu che
dici? «Questo l'ha detto Cleante.» E tu? Fino a
quando ti muoverai sotto la guida di un altro? Prendi tu il
comando ed esprimi anche qualcosa di tuo, che altri mandino a
memoria. [...] Hanno esercitato la memoria sul pensiero
altrui, ma altro è ricordare, altro è sapere.
Ricordare è custodire ciò che è stato
affidato alla memoria, mentre sapere significa far proprie le
nozioni apprese e non star sempre attaccato al modello, con lo
sguardo sempre rivolto al maestro. «Questo l'ha detto
Zenone, questo Cleante.» Ci sia qualche differenza fra te
e il tuo libro. Fino a quando penserai ad imparare? È
tempo anche di insegnare. Che ragione c'è che io senta
dire da te quello che posso leggere in un libro? [...] La
verità è accessibile a tutti, non è dominio
riservato di nessuno, e il campo che essa lascia ai posteri è
ancora vasto. (lettera 33; 1975)
Quando
consideri il numero di uomini che sono davanti a te, pensa a
quanti ti seguono.
- Cum
aspexeris, quot te antecedant, cogita, quot sequantur.
- Homines,
dum docent, discunt.
Se
mi arrenderò al piacere, dovrò arrendermi anche al
dolore, alla fatica, alla povertà; anche l'ambizione e
l'ira vorranno le mie energie, anzi sarò straziato fra
tante passioni. Aspiro alla libertà; questo è il
premio a cui sono rivolte tutte le mie fatiche. Mi chiedi che
cosa sia la libertà? È indipendenza da ogni cosa,
da qualunque circostanza esterna, da qualunque necessità.
(lettera 51; 1975)
Se
voglio trastullarmi con qualche buffone, non devo cercarlo
lontano: rido di me. (lettera 50; 1975)
Si
volge ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente.
Smetterai
di temere se avrai smesso di sperare. (V, 7)
- Desines
timere si sperare desieris.
"Sono
schiavi." No, sono uomini. "Sono schiavi". No,
vivono nella tua stessa casa. "Sono schiavi". No,
umili amici. "Sono schiavi." No, compagni di
schiavitù, se pensi che la sorte ha uguale potere su noi
e su loro. (5, 47)
Ti
dirò che cosa oggi mi è piaciuto in Ecatone. «Mi
chiedi» egli scrive «quale è stato il mio
progresso? Ho cominciato ad essere amico di me stesso.»
Grande è stato il suo progresso: non rimarrà più
solo. Sappi che tutti possono avere quest'amico. (lettera 6;
1975)
Ti
prego, Lucilio carissimo, fa' la sola cosa che può
renderti felice: distruggi e calpesta questi beni splendidi solo
esteriormente, che uno ti promette o che speri da un altro;
aspira al vero bene e godi del tuo. Ma che cosa è "il
tuo"? Te stesso e la parte migliore di te. Anche il corpo,
povera cosa, benché non se ne possa fare a meno, stimalo
necessario più che importante; ci procura piaceri vani,
di breve durata, di cui necessariamente ci pentiamo e che, se
non li frena una grande moderazione, hanno un esito opposto.
Questo dico: il piacere sta sul filo, e si muta in dolore se non
ha misura; ma è difficile tenere una giusta misura in
quello che si crede un bene: solo il desiderio, anche intenso,
del vero bene è senza pericoli. Vuoi sapere che cosa sia
il vero bene o da dove venga? Te lo dirò: dalla buona
coscienza, dagli onesti propositi, dalle rette azioni, dal
disprezzo del caso, dal tranquillo e costante tenore di vita di
chi segue sempre lo stesso cammino. (23, 6-7)
Un
grande pilota sa navigare anche con la vela rotta.
Vivere
vuol dir combattere. (XCVI, 5).
- Vivere [mi
Lucili] militare est.
Albert
Einstein
Da
Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Albert
Einstein (1879 – 1955), fisico e filosofo tedesco.
Citazioni
di Albert Einstein
A
parer mio, la scelta di vita vegetariana, anche solo per i
suoi effetti fisici sul temperamento umano, avrebbe un'influenza
estremamente benefica sulla maggior parte dell'umanità.[1]
C'è
qualcosa come "lo stato reale" di un sistema fisico
che esiste obiettivamente, indipendentemente da ogni
osservazione o misurazione e che in linea di principio si
descrive con i mezzi di espressione della fisica (quali mezzi di
espressione e, di conseguenza, quali concetti fondamentali si
debbono utilizzare al riguardo... è cosa che secondo me
ancora non si conosce). Questa tesi sulla realtà non ha
il senso di un enunciato chiaro in sé, a causa del suo
carattere "metafisico". Ha soltanto il carattere di un
programma.[2]
Cari
bambini, mi fa tanto piacere immaginarvi tutti riuniti a far
festa nello splendore delle luci natalizie. Pensate anche
agli insegnamenti di colui del quale festeggiate la
nascita. Quegli insegnamenti sono così semplici e
tuttavia dopo quasi duemila anni non prevalgono ancora.
- Dear
Children, It gives me great pleasure to picture you children
joined together in joyful festivities in the radiance of
Christmas lights. Think also of the teachings of Him whose birth
you celebrate by these festivities. Those teachings are so
simple and yet in almost 2000 years they have failed to prevail
among men. (da una lettera del 20 dicembre 1935)[3]
Certe
volte mi domando perché sia stato proprio io a elaborare
la teoria della relatività. La ragione, a parer mio, è
che normalmente un adulto non si ferma mai a riflettere sui
problemi dello spazio e del tempo. Queste sono cose a cui si
pensa da bambini. Io invece cominciai a riflettere sullo spazio
e sul tempo solo dopo essere diventato adulto. Con la sola
differenza che studiai il problema più a fondo di quanto
possa fare un bambino.[4]
Ci
si potrebbe attendere che il mondo si manifesti come soggetto
alle leggi solo a condizione che noi operiamo un intervento
ordinatore. Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all'ordine
alfabetico delle parole di una lingua. Al contrario, il tipo
d'ordine che, per esempio, è stato creato dalla teoria
della gravitazione di Newton è di carattere completamente
diverso: anche se gli assiomi della teoria sono posti dall'uomo,
il successo di una tale impresa presuppone un alto grado
d'ordine nel mondo oggettivo, che non era affatto giustificato
prevedere a priori. È qui che compare il sentimento del
"miracoloso", che cresce sempre più con lo
sviluppo della nostra conoscenza. E qui sta il punto debole dei
positivisti e degli atei di professione, che si sentono paghi
per la coscienza di avere con successo non solo liberato il
mondo da Dio, ma persino di averlo privato dei miracoli. La cosa
curiosa, certo, è che dobbiamo accontentarci di
riconoscere il "miracolo", senza poter individuare una
via legittima per andar oltre. (da una lettera a Maurice
Solovine, GauthierVillars, Parigi, 1956)
Ci
sono solo due modi di vivere la propria vita: uno come se niente
fosse un miracolo; l'altro come se tutto fosse un miracolo.[5]
Ciò
che veramente mi interessa è se Dio avesse potuto fare il
mondo in una maniera differente, cioè se la necessità
di semplicità logica lasci qualche libertà.[6]
Come
si può mettere la Nona di Beethoven in
un diagramma cartesiano? Ci sono delle realtà che non
sono quantificabili. L'universo non è i miei numeri:
è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del
mistero è un uomo mezzo morto.[7]
Cosa
ci spinge, dunque, ad elaborare teoria dopo teoria? Perché,
addirittura, formuliamo teorie? La risposta alla seconda domanda
è semplice: perché amiamo «comprendere»,
ossia ridurre i fenomeni per mezzo del procedimento logico a
qualcosa di già noto o (manifestamente) evidente. Prima
di tutto sono necessarie nuove teorie quando si affrontano fatti
nuovi che non possono essere «spiegati» da teorie
esistenti. Ma questa motivazione è, per così dire,
banale, imposta dall'esterno. C'è un'altra motivazione
più sottile e di non minore importanza. Si tratta dello
sforzo verso l'unificazione e la semplificazione delle premesse
della teoria nel suo insieme (ossia, il principio di economia di
Mach, interpretato come un principio logico).[8]
Cosa
dovrei dire riguardo al lavoro di una vita di Bach?
Ascoltalo, suonalo, amalo, adoralo – e stai zitto![9]
Credo
che una condotta di vita semplice e discreta sia la cosa
migliore per tutti, la cosa migliore per il corpo e la mente.[5]
Dio non
gioca a dadi con l'universo.[10] (da una lettera del 4
dicembre 1926 a Niels Bohr)[11][12]
- Dio
non gioca a dadi è il modo con cui viene in genere
riportato il pensiero di Einstein, che in realtà disse:
«Sembra difficile dare una sbirciata alle carte di Dio. Ma
che Egli giochi a dadi e usi metodi "telepatici" [...]
è qualcosa a cui non posso credere nemmeno per un
attimo»[13]. Niels Bohr, alle cui teorie si riferiva
Einstein con questa frase, rispose "Non dire a Dio come
deve giocare". Più tardi, in una discussione dove
John Wheeler proponeva la sua (e di Richard Feynman)
interpretazione sui positroni, Einstein ripropose la famosa
frase "Non riesco ancora a credere che Dio giochi a dadi",
aggiungendo anche "Ma forse mi sono guadagnato il diritto
di commettere degli errori". (da Piergiorgio
Odifreddi, Incontri con menti straordinarie)
- For
these reasons, we should be on our guard not to overestimate
science and scientific methods when it is a question of human
problems; and we should not assume that experts are the only
ones who have a right to express themselves on questions
affecting the organization of society. (dall'articolo Why
Socialism? in Montly Review del maggio 1949)
È
difficile spiegare questo sentimento [la religione cosmica] a
qualcuno che ne è completamente privo, specialmente se
non esiste nessuna raffigurazione antropomorfica che possa
corrispondere. Gli individui percepiscono la futilità dei
desideri umani e gli scopi e al contrario il meraviglioso ordine
che sta alla base della natura. L'esistenza di ognuno di noi
viene percepita come una specie di prigione e ricerchiamo
un'esperienza dell'universo come un singolo significante tutto.
I geni religiosi di tutte le epoche si sono distinti per questo
tipo di sentimento religioso, che non concepisce né dogma
né Dio a immagine dell'uomo; e così non ci possono
essere chiese i cui principali insegnamenti siano basati su
questi principi. (dalNew York Times Magazine del 9 novembre
1930)
Eppure
ogni teoria è speculativa. Quando i concetti fondamentali
di una teoria sono relativamente «vicini all'esperienza»
(come per esempio i concetti di forza, pressione, massa), il suo
carattere speculativo non è facilmente individuabile. Se,
però, una teoria è tale da richiedere
l'applicazione di procedimenti logici complessi per raggiungere
conclusioni, a partire dalle premesse, che possano essere
confrontate con l'osservazione, chiunque acquisisce la
consapevolezza della natura speculativa della teoria. In tal
caso sorge un sentimento quasi irresistibile di avversione in
coloro che non hanno esperienza nell'analisi epistemologica e
che non sono consapevoli della natura precaria del pensiero
teorico in quei campi che sono loro familiari. D'altro canto, si
deve ammettere che una teoria ha un vantaggio considerevole se i
suoi concetti base e le sue ipotesi fondamentali sono «vicini
all'esperienza» ed è certamente giustificata una
maggior fiducia in una teoria di questo tipo. Si corre meno il
pericolo di andare completamente fuori strada, soprattutto
perché ci vuole molto meno tempo e sforzo per invalidare
tali teorie con l'esperienza. Eppure, via via che la profondità
della nostra conoscenza aumenta, dobbiamo rinunciare a questo
vantaggio nella nostra ricerca di semplicità logica e di
uniformità nei fondamenti della teoria fisica. Si deve
ammettere che la relatività è andata oltre le
teorie fisiche precedenti nel rinunciare alla «vicinanza
all'esperienza» dei concetti fondamentali allo scopo di
raggiungere la semplicità logica.[8]
Esiste
una passione per la comprensione proprio come esiste
una passione per la musica; è una passione molto comune
nei bambini, ma che poi la maggior parte degli adulti perde.
Senza di essa non ci sarebbero né la matematica né
le altre scienze. Più volte la passione per la
comprensione ha condotto all'illusione che l'uomo sia in grado
di comprendere razionalmente il mondo oggettivo, attraverso il
pensiero puro, senza nessun fondamento empirico; in breve
attraverso la metafisica. Sono convinto che ogni teorico vero
sia una sorta di metafisico addomesticato, indipendentemente da
quanto possa immaginare di essere un puro «positivista».
Il metafisico crede che il logicamente semplice sia anche reale.
Il metafisico addomesticato crede che non tutto ciò che è
logicamente semplice sia incorporato nella realtà
esperita, ma che la totalità di tutta l'esperienza
sensoriale possa essere «compresa» sulla base di un
sistema concettuale costruito su premesse di grande semplicità.
Lo scettico dirà che questo è un «credo del
miracolo». È proprio così, ma è un
credo del miracolo che è nato e cresciuto in maniera
straordinaria grazie allo sviluppo della scienza.[8]
Finché
le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non
sono certe, e finché sono certe, non si riferiscono alla
realtà. (da Sidelights on Relativity, Dover, p. 12)
Gli atei fanatici
sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle
quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature
che – nel loro rancore contro le religioni tradizionali
come 'oppio delle masse' – non possono sentire la musica
delle sfere.[14]
[Riguardo
le accuse a Bertrand Russell] I grandi spiriti hanno
sempre trovato la violenta opposizione dei mediocri, i quali non
sanno capire l'uomo che non accetta i pregiudizi ereditati, ma
con onestà e coraggio usa la propria intelligenza.[15]
Il
sentimento religioso provocato dalla comprensione delle profonde
interrelazioni della realtà è un qualcosa di
diverso da quello che di solito viene definito con il termine
religioso. È più propriamente un sentimento di
venerazione per il disegno che si manifesta nell'universo
materiale. Non ci porta ad immaginare un essere divino a nostra
immagine e somiglianza, che ci fa domande e che si interessa a
noi come individui. Non esiste né volontà, né
dovere ma solo essere assoluto.[16]
In
principio era previsto che diventassi ingegnere, ma il pensiero
di dover spendere la mia energia creativa su cose che rendono
ancora più raffinata la vita pratica di ogni giorno, con
la deprimente prospettiva di una rendita da capitale come
obiettivo, mi era insopportabile. Pensare per il piacere di
pensare, come per la musica.[17]
Io
non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi
siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una
immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il
bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa
come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti. Sospetta
però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione
dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la situazione
dell'essere umano, anche il più intelligente, di fronte
a Dio. La convinzione profondamente appassionante della
presenza di un superiore potere razionale, che si rivela
nell'incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio.[18]
L'idea
di un Dio personale è un concetto antropologico che non
sono capace di prendere seriamente. (da una lettera del
1946)[19]
L'immaginazione è
più importante della conoscenza. La conoscenza è
limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo, stimolando il
progresso, facendo nascere l'evoluzione.
- Imagination
is more important than knowledge. For knowledge is limited,
whereas imagination embraces the entire world, stimulating
progress, giving birth to evolution.[20]
L'uomo
che è convinto dell'esistenza e della operatività
della legge di causalità non può concepire l'idea
di un Essere che interferisce con il corso degli eventi. A patto
naturalmente che egli prenda l'ipotesi della causalità
veramente sul serio. (dalNew York Times Magazine, 9 novembre
1930)
La mente è
come un paracadute. Funziona solo se si apre.[21]
La
parola Dio per me non è nulla se non l'espressione di un
prodotto della debolezza umana, la Bibbia una
collezione di onorevoli, ma pur sempre puramente primitive,
leggende che sono comunque piuttosto infantili. Nessuna
interpretazione per quanto sottile può (per me) cambiare
questo fatto... Per me la religione ebraica, così
come tutte la altre religioni, è una incarnazione delle
più infantili superstizioni. (da una lettera a Erik
Gutkind, gennaio 1954; citato in lettersofnote.com)
La scienza,
contrariamente ad un'opinione diffusa, non elimina Dio.
La fisica deve addirittura perseguire
finalità teologiche, poiché deve proporsi non
solo di sapere com'è la natura, ma anche di sapere perché
la natura è così e non in un'altra maniera, con
l'intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sé
altre scelte quando creò il mondo.[22]
Lo
studio e, in generale, la ricerca della verità e della
bellezza sono una sfera di attività nella quale ci è
consentito di rimanere bambini per tutta la vita.[5]
Mi
sento talmente immerso nell'umanità, talmente smarrito in
un immenso universo, che non riesco più a commuovermi o a
soffrire per la nascita o la morte di una creatura sola.[23]
Nel
mezzo delle difficoltà nascono le
opportunità.[24]
Niente
aumenterà le possibilità di sopravvivenza della
vita sulla Terra quanto l'evoluzione verso un'alimentazione
vegetariana.[25]
Non
m'è riuscito di leggerlo: il cervello umano non è
complesso fino a questo punto. (dal commento a un libro di Franz
Kafka)[26]
Ogni
cosa che puoi immaginare, la natura l'ha già creata.[27]
Oh, Dostoevskij a
me ha dato più cose di quante me ne abbia date Gauss.[28]
Per
il rispetto del governo e della legge del paese non vi
è nulla di più distruttivo che approvare leggi
inapplicabili.[29]
Quando
leggo la Bhagavad-Gita e rifletto su come Dio creò
questo universo, ogni altra cosa mi sembra così
superflua.
- When
I read the Bhagavad-Gita and reflect about how God created this
universe everything else seems so superfluous.(citato in A
Tribute to Hinduism)
Quando
un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra
sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un
minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora.
Questa è la relatività. [30]
Sei
l'unica persona con cui mi piace avere discussioni. Quasi tutti
passano dai fatti alla teoria, e non dalla teoria ai fatti. Le
persone sono incapaci di uscire dall'insieme dei concetti
ammessi e continuano a girarci introrno in modo grottesco. (da
una lettera a Erwin Schrödinger; citato in Bitbol,
Darrigol, Erwin Schrödinger. Philosophy and the Birth
of Quantum Mechanics, 1922)
Solo
due cose sono infinite, l'universo e la stupidità umana,
e non sono sicuro della prima.[31]
Sono
diventato vegetariano per ragioni etiche, oltre che
salutistiche. Credo che il vegetarismo possa incidere
in modo favorevole sul destino dell'umanità.[32]
Tu
immagini che io guardi indietro alla mia vita con calma
soddisfazione. Ma non c'è un singolo concetto della cui
incrollabilità io sia convinto, e non so se in generale
sono sulla strada giusta.[33]
Una
volta che l'idea teorica è acquisita, è bene
seguirla finché conduce ad una conclusione insostenibile.
(citato inScientific American, aprile 1950)
Uno
stomaco vuoto non è un buon consigliere politico.
(da Religione cosmica)
The
Ultimate Quotable Einstein
La sfortuna si
adatta incommensurabilmente bene al genere umano: meglio del
successo. (1919)
Le
persone sono come le biciclette: riescono a mantenere
l'equilibrio solo se continuano a muoversi. (1930)
L'uomo
è nato per odiare in misura quasi maggiore d'amare: e
l'odio non si stanca di afferrare qualsiasi situazione
disponibile. (1946)
Persino Chaplin mi
guarda come se fossi una specie di creatura esotica e non
sapesse che fare con me. Nella mia stanza si è comportato
come se l'avessero portato in un tempio. (1931?)
Kant è
una specie di autostrada con tante, tante pietre miliari. Poi
arrivano tutti i cagnolini e ognuno deposita il suo contributo
alle pietre miliari. (1919)
Attribuite
Essendo
un amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in
Germania guardai con fiducia alle università sapendo che
queste si erano sempre vantate della loro devozione alla causa
della verità. Ma le università vennero zittite.
Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani che in ardenti
editoriali proclamavano il loro amore per la libertà. Ma
anche loro, come le università vennero ridotti al
silenzio, soffocati nell'arco di poche settimane. Solo
la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada
alle campagne di Hitler per sopprimere la verità. Io non
ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa prima,
ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione,
perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e
l'ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la
libertà morale. Devo confessare che ciò che io una
volta disprezzavo, ora lodo incondizionatamente. (su un articolo
del Time Magazine del 23 dicembre 1940)
- Questa
frase, attribuita ad Einstein dal Time Magazine, è in
realtà estrapolata da un commento casuale fatto dallo
scienziato ad un giornalista, durante il periodo in cui Einstein
ancora viveva in Germania. Einstein stesso, in una lettera al
conte di Montgelas datata 28 marzo 1947 (lettera non pubblicata,
Einstein Archives, oggetto numero 58-548), ha sconfessato la
trascrizione pubblicata dal giornale, dichiarandola "esagerata
drasticamente, in modo da non ritenerla più nemmeno
sua [1]
Autobiografia
scientifica
Incipit
Eccomi
qui seduto, all'età di 67 anni, per scrivere quello che
potrebbe essere il mio necrologio. Lo faccio non solo perché
il dottor Schilpp mi ha convinto a farlo, ma perché credo
effettivamente che sia bene mostrare a chi opera accanto a noi
come appaia retrospettivamente la nostra fatica e la nostra
ricerca. Dopo averci riflettuto, capisco che qualsiasi tentativo
del genere sarà sempre inadeguato. Per quanto breve e
limitata possa essere la propria vita di lavoro, e per quanto
grande sia la parte di essa sprecata in errori, esporre ciò
che resta e merita d'essere detto è tuttavia difficile,
perché l'uomo di oggi, che ha 67 anni, non è
affatto lo stesso che ne aveva 50, 30, o 20. Ogni ricordo appare
alla luce del presente, e quindi in una prospettiva ingannevole.
Questa considerazione potrebbe addirittura fermarmi. Ma dalla
propria esperienza si possono estrarre molte cose ancora ignote
ad altre coscienze umane.
Citazioni
Cosi
io — benché figlio di genitori (ebrei)
completamente irreligiosi — divenni religiosissimo; ma
cessai improvvisamente di esserlo all'età di 12 anni.
Attraverso la lettura di libri di scienza popolare mi ero
convinto ben presto che molte delle storie che raccontava
la Bibbia non potevano essere vere. La conseguenza fu
che divenni un accesissimo sostenitore del libero pensiero,
accomunando alla mia nuova fede l'impressione che i giovani
fossero coscientemente ingannati dallo Stato con insegnamenti
bugiardi; e fu un'impressione sconvolgente. Da questa esperienza
trassi un atteggiamento di sospetto contro ogni genere di
autorità, e di scetticismo verso le convinzioni
particolari dei diversi ambienti sociali: e questo atteggiamento
non mi ha più abbandonato, anche se poi, per una più
profonda comprensione delle connessioni causali, abbia perso un
po' della sua asprezza primitiva.
Io
distinguo da una parte la totalità delle esperienze
sensibili, e dall'altra la totalità dei concetti e delle
proposizioni che sono enunciati nei libri. I rapporti interni
fra i diversi concetti e proposizioni sono di natura logica, e
il compito del pensiero logico è strettamente
limitato a stabilire tutte le connessioni interne fra concetti e
proposizioni secondo regole ben definite, che sono appunto
quelle della logica. I concetti e le proposizioni acquistano
"significato", cioè "contenuto", solo
attraverso la loro connessione con le esperienze sensibili.
Questa connessione è puramente intuitiva, non è
essa stessa di natura logica. Ciò che distingue la
vuota fantasia dalla "verità"
scientifica è il grado di certezza con cui questa
connessione, cioè questa associazione intuitiva, può
essere compiuta, e null'altro.
Davanti
a me avevo l'esempio della termodinamica. Il principio generale
era tutto in questo enunciato: le leggi della natura sono tali
che è impossibile costruire un perpetuum mobile (di
prima o di seconda specie). Ma come trovare un siffatto
principio universale? Dopo dieci anni di riflessione, un
siffatto principio risultò da un paradosso nel quale
m'ero imbattuto all'età di 16 anni: se io potessi seguire
un raggio di luce a velocità c (la velocità della
luce nel vuoto), il raggio di luce mi apparirebbe come un campo
elettromagnetico oscillante nello spazio, in stato di quiete. Ma
nulla del genere sembra possa sussistere sulla base
dell'esperienza o delle equazioni di Maxwell. Fin dal principio
mi sembrò intuitivamente chiaro che, dal punto di vista
di un tale ipotetico osservatore, tutto debba accadere secondo
le stesse leggi che valgono per un osservatore fermo rispetto
alla Terra. Altrimenti, come farebbe il primo osservatore a
sapere, cioè come potrebbe stabilire, di essere in uno
stato di rapidissimo moto uniforme? È chiaro che in
questo paradosso è già contenuto il germe della
teoria della relatività particolare.
La teoria
della relatività generale, per conseguenza, procede
dal seguente principio: le leggi naturali debbono essere
espresse da equazioni che siano covarianti rispetto al gruppo
delle trasformazioni continue di coordinate. Questo gruppo
sostituisce il gruppo delle trasformazioni di Lorentz della
teoria della relatività particolare, che è un
sottogruppo del primo.
La fisica è
un tentativo di afferrare concettualmente la realtà,
quale la si concepisce indipendentemente dal fatto di essere
osservata. In questo senso si parla di "realtà
fisica". Nella fisica prequantistica, non c'era
alcun dubbio sul modo di intendere queste cose: nella teoria di
Newton, la realtà era rappresentata da punti materiali
nello spazio e nel tempo; nella teoria di Maxwell, dal campo
nello spazio e nel tempo. Nella meccanica quantistica, la
rappresentazione della realtà non è cosi facile.
Alla domanda se una funzione ψ della teoria quantistica
rappresenti una situazione reale effettiva, nel senso valido per
un sistema di punti materiali o per un campo elettromagnetico,
si esita a rispondere con un semplice "si" o "no".
Perché?
Come
io vedo il mondo
Incipit
Se
consideriamo la nostra esperienza e i nostri sforzi, rileviamo
subito che tutte le nostre azioni e i nostri desideri sono legati
all'esistenza di altri uomini e che, per la nostra stessa natura,
siamo simili agli animali che vivono in comunità.[34]
Citazioni
Ad
ogni sistema autocratico fondato sulla violenza fa
sempre seguito la decadenza, perché la violenza attrae
inevitabilmente. Il tempo ha dimostrato che a dei tiranni
illustri succedono sempre dei mascalzoni.
Difficilmente
troverete uno spirito profondo nell'indagine scientifica senza
una sua caratteristica religiosità.
Disprezzo
dal più profondo del cuore chi può con piacere
marciare in rango e formazione dietro una musica; soltanto per
errore può aver ricevuto il cervello; un midollo spinale
gli basterebbe ampiamente.
È
sufficiente per me il mistero dell'eternità della
vita, il sentore della meravigliosa struttura dell'universo e
della realtà, insieme al tentativo di comprendere quella
parte, sia pure piccola, della ragione che manifesta se stessa
nella natura.
Finiamola
una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è
la tragedia di non voler lottare per superarla.
Il
mio ideale politico è l'ideale democratico. (1982)
Il
sapere che l'impenetrabile esiste realmente e si manifesta a noi
come la più alta saggezza e la bellezza più
splendida, che le nostre facoltà limitate riescono a
comprendere solo nelle loro forme più primitive –
questa coscienza, questo sentimento, è al cuore di ogni
autentica religiosità. In questo senso, e solo in
questo senso, io appartengo alla categorie degli uomini
devotamente religiosi.
Il
vero valore di un uomo si determina esaminando in quale misura e
in che senso egli è giunto a liberarsi dall'io.
La
creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla
notte oscura. È nella crisi che sorge l'inventiva, le
scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé
stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi
fallimenti e disagi, inibisce il proprio talento e dà più
valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è
l'incompetenza. Il più grande inconveniente delle persone
e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie
di uscita ai propri problemi.[35]
La
missione più alta del fisico è dunque la ricerca
di queste leggi elementari. (1982)
La
possibilità che un individuo possa sopravvivere alla
morte fisica va al di là delle mie capacità di
comprensione, e nemmeno posso fare altrimenti. Queste opinioni
sono dettate dalla paura, assurdo egoismo o debolezza d'animo.
La
sensazione più bella che possiamo provare è
il mistero. Costituisce l'emozione fondamentale che sta
alla base della vera arte e della vera scienza. Colui che l'ha
provata e che non è ancora in grado di emozionarsi è
come una merce avariata, come una candela spenta. È
l'esperienza del mistero, spesso mischiata con la paura, che ha
generato la religione. La conoscenza di un qualcosa che non
possiamo penetrare, delle ragioni più profonde di una
bellezza che si irradia, che sono accessibili alla ragione solo
nelle sue più elementari forme, è questa la
conoscenza e l'emozione che stanno alla base della religione; in
questo senso, e in questo solamente, io posso definirmi
profondamente religioso.
La
teoria della relatività ristretta, che non è altro
che il prolungamento sistematico della elettrodinamica
di Maxwell e di Lorentz, ha aperto nuove vie superando
i suoi stessi limiti. (1982)
L'aver
avuto la concezione netta della legge differenziale è uno
dei più grandi meriti del genio di Newton. (1982)
Le
idee si riferiscono alle esperienze dei sensi, ma non possono
mai derivarne logicamente. Per questa ragione non ho mai potuto
comprendere la questione dell'a priori nel senso di Kant.
(1982)
L'esperienza
resta naturalmente l'unico criterio per utilizzare una
costruzione matematica della fisica; ma è nella
matematica che si trova il principio veramente creatore. Da un
certo punto di vista riconosco che il pensiero puro è
capace di afferrare la realtà, come gli antichi
pensavano. (1982)
L'impressione
del misterioso, sia pure misto a timore, ha suscitato, tra
l'altro, la religione.
Non
ho mai sentito la necessità di avvicinarmi agli uomini e
alla società in generale. (1982)
Non
posso immaginarmi un Dio che ricompensa e che punisce
l'oggetto della sua creazione. (1982)
Non
voglio e non posso figurarmi un individuo che sopravviva alla
sua morte corporale: quante anime deboli, per paura e
per egoismo ridicolo, si nutrono di simili idee! (1982)
Osserviamo
nondimeno che l'idea di spazio assoluto, che implica quella di
riposo assoluto, era per Newton fonte di inquietudine.
(1982)
Possa
egli [cioè Max Planck] riuscire a unire la teoria
dei quanti all'elettrodinamica e alla meccanica, in un sistema
costituente logicamente un tutto. (1982)
Quale
il significato della vita umana o di quella, in
genere, di ogni altra creatura? Conoscere una risposta a questa
domanda significa essere religiosi. Vi domanderete: vale
dunque la pena di porla? Io rispondo: chiunque consideri la
propria e l'altrui vita come priva di significato è non
soltanto infelice ma appena degno di vivere. (da Idee e
opinioni. Come io vedo il mondo, p. 231)
Risalta
meravigliosamente bene dai lavori mirabili ai quali Keplero ha
consacrato la sua vita, che la conoscenza non può
derivare dall'esperienza sola, ma che occorre il paragone fra
ciò che lo spirito umano ha concepito e ciò che ha
osservato. (1982)
Senza
crisi non c'è merito. È nella crisi che emerge il
meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono
solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e
tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece,
lavoriamo duro.
Senza
crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una
routine, una lenta agonia.
[Sul Mahatma
Gandhi] Una guida del suo popolo, privo di aiuto da parte
di qualsiasi altra autorità esterna; un uomo politico i
cui successi non si basano sull'artificio o sulla padronanza di
formule tecniche, ma semplicemente sull'autorità morale
che emanava dalla sua personalità; un combattente
vittorioso che ha sempre disdegnato l'uso della forza; un uomo
saggio e umile, armato di decisione e di inflessibile coerenza,
che ha dedicato ogni energia alla rinascita del suo popolo e al
miglioramento delle sue fortune; un uomo che ha affrontato la
brutalità dell'Europa con la semplice dignità di
un essere umano, dimostrandosi superiore in ogni occasione. È
possibile che le generazioni future stenteranno a credere che un
tale uomo sia mai vissuto in carne e ossa su questa terra.
(da Idee e opinioni. Come io vedo il mondo, pp. 215-216)
Verso
la fine del 1915, mi accorsi di questi errori e scoprii il nesso
coi fatti dell'esperienza astronomica dopo che, avvilito e
confuso, ero ritornato alla curvatura di Riemann. (1982)
L'elettrodinamica
dei corpi in movimento
Incipit
È
noto che l'elettrodinamica di Maxwell – come la
si interpreta attualmente – nella sua applicazione ai corpi
in movimento porta a delle asimmetrie, che non paiono essere
inerenti ai fenomeni. Si pensi per esempio all'interazione
elettromagnetica tra un magnete e un conduttore. I fenomeni
osservabili in questo caso dipendono soltanto dal moto relativo
del conduttore e del magnete, mentre secondo l'interpretazione
consueta i due casi, a seconda che l'uno o l'altro di questi
corpi sia quello in moto, vanno tenuti rigorosamente distinti. Se
infatti il magnete è in moto e il conduttore è a
riposo, nei dintorni del magnete esiste un campo elettrico con un
certo valore dell'energia, che genera una corrente nei posti dove
si trovano parti del conduttore. Ma se il magnete è in
quiete e si muove il conduttore, nei dintorni del magnete non
esiste alcun campo elettrico, e si ha invece nel conduttore una
forza elettromotrice, alla quale non corrisponde nessuna energia,
ma che – a parità di moto relativo nei due casi
considerati – dà luogo a correnti elettriche della
stessa intensità e dello stesso andamento di quelle alle
quali dà luogo nel primo caso la forza elettrica.
Citazioni
Le
considerazioni seguenti si fondano sul principio di relatività
e sul principio della costanza della velocità della luce,
principi che definiamo nel modo seguente. 1. Le leggi secondo
le quali evolvono gli stati dei sistemi fisici sono
indipendenti da quale di due sistemi di coordinate che si
trovino uno rispetto all'altro in moto traslatorio uniforme
queste evoluzioni di stato siano osservate. 2. Ogni raggio di
luce si muove nel sistema di coordinate "a riposo" con
la velocità fissa V[36], indipendentemente dal fatto
che questo raggio di luce sia emesso da un corpo a riposo o in
moto.
Vediamo
quindi che non possiamo attribuire al concetto di simultaneità
alcun significato assoluto, ma che invece due eventi che,
considerati in un sistema di coordinate, sono simultanei, se
considerati da un sistema che si muove relativamente a questo
sistema, non si possono più assumere come simultanei.
Da
qui risulta la seguente conseguenza singolare. Nei
punti A e B di K siano disposti
due orologi a riposo, che camminano sincroni quando siano
considerati nel sistema a riposo, e si muova l'orologio in A con
la velocità v lungo la congiungente verso B,
allora all'arrivo di quest'orologio in B i due orologi
non sono più sincroni, ma l'orologio mosso da A a B resta
indietro rispetto a quello che dall'inizio si trova in B di
(1/2)t(v2/V2) secondi (a meno di quantità di ordine
quarto e più alto), dove t è il tempo
che l'orologio impiega da A a B.
Pertanto W per v=Velocità superluminali
– in accordo con i nostri risultati precedenti – non
hanno alcuna possibilità di esistenza.[37]
Explicit
Queste
tre relazioni sono un'espressione completa delle leggi secondo le
quali si deve muovere l'elettrone per la presente teoria. Osservo
in conclusione che nei lavori sul problema qui trattato l'amico e
collega M. Besso mi è stato accanto fedelmente e
che gli sono debitore di molti suggerimenti preziosi. Berna,
giugno 1905
Pensieri
degli anni difficili
Albert
Einstein nel 1911
A
me la cosa peggiore in una scuola sembra l'uso di
metodi basati sulla paura, sulla forza e sull'autorità
artificiosa. Un tale trattamento distrugge i sentimenti sani, la
sincerità e la fiducia in se stesso dell'allievo. Produce
dei soggetti sottomessi. [...] È relativamente semplice
tenere la scuola lontana da questo gravissimo male. Date
all'insegnante il minore numero possibile di mezzi coercitivi,
così che l'unica fonte di rispetto da parte dell'allievo
sia costituita dalle qualità umane e intellettuali
dell'insegnante stesso.
A
perenne vanto della scienza sta il fatto che essa,
agendo sulla mente umana, ha vinto l'insicurezza dell'uomo di
fronte a se stesso e alla natura.
Da
quando è stata approntata la prima bomba atomica nessun
tentativo è stato fatto per rendere il mondo più
sicuro dalla guerra, mentre molto è stato fatto per
aumentare la capacità distruttrice della guerra stessa.
Difficilmente
si è consapevoli di ciò che è significativo
nella propria esistenza.
Fino
a quando i contatti fra le due fazioni si limitano a dei
negoziati ufficiali, non vedo che scarse prospettive per il
raggiungimento di un accordo intelligente, specialmente per il
fatto che le considerazioni di prestigio nazionale, come pure le
messinscene dei discorsi dai balconi ad uso e consumo delle
masse, non possono che generare dei progressi quasi nulli. Ciò
che una fazione propone ufficialmente è per ciò
stesso sospetto e addirittura inaccettabile all'altra. Inoltre,
dietro tutti i negoziati ufficiali sta, anche se velata, la
minaccia del nudo potere.
Gli
Americani possono forse essere convinti della loro intenzione di
non scatenare una guerra di aggressione o preventiva. Così,
essi possono forse credere che sia superfluo annunciare
pubblicamente che in un futuro non saranno i primi a usare la
bomba atomica. Ma questo paese è stato solennemente
invitato a rinunciare all'uso della bomba, cioè a
bandirla, e ha rifiutato di farlo a meno che non siano accettate
le sue condizioni circa un controllo internazionale.
Imparare
e insegnare cose che non si possono pienamente accettare nel
proprio intimo è sempre un compito difficile.
Io
credo che questa politica sia errata. Vedo un certo vantaggio
militare nel non rinunciare all'uso della bomba, in quanto si
può pensare di trattenere un altro paese dallo scatenare
una guerra in cui gli Stati Uniti potrebbero usarla. Ma ciò
che si guadagna da una parte lo si perde dall'altra. Infatti
un'intesa per il controllo internazionale dell'energia atomica è
diventata in tal modo ancora più remota. Ciò può
non rappresentare un inconveniente militare fino a che gli Stati
Uniti posseggono l'esclusiva dell'uso della bomba. Ma nel
momento in cui un altro paese sarà in grado di produrne
in quantità notevoli, gli Stati Uniti avranno molto da
perdere da un mancato accordo internazionale, a causa della
vulnerabilità delle loro industrie concentrate e della
loro vita urbana altamente sviluppata.
Io
non mi considero il padre dell'energia atomica. La mia parte in
questo campo è stata molto indiretta. Non ho previsto,
infatti, che si potesse arrivare a produrre l'energia atomica
entro il corso della mia vita. Essa diventò un fatto
pratico grazie alla scoperta accidentale della reazione a
catena, e questo non è un fatto che io avrei potuto
prevedere. Essa fu scoperta da Otto Hahn a Berlino,
ed egli stesso non comprese subito esattamente ciò che
aveva scoperto. Fu Lise Meitner colei che fornì
la corretta interpretazione e fuggì dalla Germania per
affidare l'informazione nelle mani di Niels Bohr. Io non
credo che si possa assicurare una grande era atomica
organizzando la scienza, nella maniera in cui sono organizzate
certe grandi società industriali.
Io
trascorro la mia vita in quella solitudine per noi
tanto penosa nella gioventù, ma così gradita negli
anni della maturità.
L'appartenenza
a un sistema di sicurezza internazionale non dovrebbe, secondo
me, essere basata su degli schemi democratici arbitrari. L'unico
requisito dovrebbe essere che i rappresentanti in seno
all'organizzazione, all'assemblea o al consiglio internazionali,
dovessero essere eletti dal popolo di ciascun paese membro, con
voto segreto. Questi delegati dovrebbero rappresentare il popolo
piuttosto che il governo, la qual cosa accrescerebbe la natura
pacifica dell'organizzazione.
La scienza non
può stabilire dei fini e tanto meno inculcarli negli
esseri umani; la scienza, al più, può fornire i
mezzi con i quali raggiungere certi fini. Ma i fini stessi sono
concepiti da persone con alti ideali etici.
La scienza può
solo accertare ciò che è, ma non ciò che
dovrebbe essere, ed al di fuori del suo ambito restano necessari
i giudizi di valore di ogni genere.
La
scuola dovrebbe avere sempre come suo fine che i giovani ne
escano con personalità armoniose, non ridotti a
specialisti. Questo, secondo me, è vero in certa misura
anche per le scuole tecniche, i cui studenti si dedicheranno a
una ben determinata professione. Lo sviluppo dell'attitudine
generale a pensare e giudicare indipendentemente, dovrebbe
sempre essere al primo posto, e non l'acquisizione di conoscenze
specializzate.
Ma
nel dare la colpa ai Russi gli Americani non dovrebbero ignorare
il fatto che essi stessi non avrebbero volontariamente
rinunciato all'uso della bomba come arma ordinaria nel periodo
precedente la realizzazione di un controllo internazionale, o
nel caso in cui quest'ultimo non venisse realizzato. In questo
modo hanno contribuito ad aumentare negli altri paesi la paura
che essi considerino la bomba come un'arma normale del loro
arsenale fino a quando gli altri paesi si rifiutino di accettare
le loro condizioni circa un controllo internazionale.
Mantenere
un deposito di bombe atomiche senza promettere di non farne uso
significa sfruttare il possesso delle bombe per fini politici.
Può darsi che gli Stati Uniti sperino in questo modo di
spaventare l'Unione Sovietica costringendola ad accettare il
controllo internazionale dell'energia atomica. Ma la paura fa
soltanto crescere l'antagonismo e aumenta il pericolo di una
guerra. Sono del parere che questa politica abbia tolto ogni
valore reale alle offerte per un controllo internazionale
dell'energia atomica.
Nella
libertà dell'uomo, in senso filosofico, non credo
assolutamente. Ciascuno di noi agisce non solo guidato da una
compulsione esterna ma anche da una necessità interna.
(Come io vedo il mondo)
Nessuno
scopo è, secondo me, così alto da giustificare dei
metodi indegni per il suo conseguimento.
Noi
scienziati crediamo che ciò che noi e i nostri simili
faremo o non faremo entro i prossimi pochi anni determinerà
il destino della nostra civiltà. Consideriamo perciò
nostro dovere spiegare infaticabilmente questa verità,
aiutare la gente a rendersi conto di tutto ciò che è
in giuoco, e lavorare, non per mettere in pace la coscienza, ma
per la comprensione e per un accordo finale fra popoli e nazioni
che sono su posizioni divergenti.
Non
dico che gli Stati Uniti non dovrebbero costruire e creare dei
depositi di bombe atomiche, in quanto io credo che sia giusto
agire cosí; io debbo essere in grado di distogliere
un'altra nazione dal proposito di condurre un attacco atomico
quando anch'essa possieda la bomba. Ma quello di scoraggiare
dovrebbe essere l'unico scopo dei depositi di bombe. Allo stesso
modo io credo che le Nazioni Unite dovrebbero possedere la bomba
atomica una volta che disponessero di un proprio esercito e di
proprie armi. Ma anche esse dovrebbero possedere la bomba solo
allo scopo di scoraggiare un aggressore oppure delle nazioni
ribelli, dallo scatenare un attacco atomico. Esse non dovrebbero
usare la bomba atomica di propria iniziativa più di
quanto non dovrebbero farlo gli Stati Uniti o una qualsiasi
altra potenza.
Non
dobbiamo semplicemente sopportare le differenze fra gli
individui e i gruppi, ma anzi accoglierle come le benvenute,
considerandole un arricchimento della nostra esistenza. Questa è
l'essenza della vera tolleranza, intesa nel suo significato più
ampio, senza la quale non si può porre il problema di una
vera moralità.
Non
riesco a concepire un vero scienziato senza una fede profonda.
La situazione può esprimersi con un'immagine:
lascienza senza la religione è zoppa; la
religione senza la scienza è cieca.
Non
vedo altro modo di uscire dalle attuali condizioni se non quello
di una lungimirante, onesta e coraggiosa politica che si
prefigga lo scopo di ristabilire la sicurezza su basi
internazionali. Speriamo che si trovino uomini, in numero
sufficiente e dotati di forza morale, che guidino la nazione su
questo cammino fino a quando le circostanze esterne imporranno
ad essa una funzione di guida. Allora, problemi cesseranno di
esistere.
Nulla
è stato fatto per allontanare questa nuova guerra, mentre
molto è stato fatto per renderla ancora più
orribile; cosí non vi è alcuna scusa per ignorare
il pericolo. Dico che nulla è stato fatto per allontanare
il pericolo, nonostante la proposta avanzata dagli Stati Uniti
circa un controllo internazionale dell'energia atomica. Questo
paese ha fatto solo una proposta, e a delle condizioni che
l'Unione Sovietica è decisa ora a non accettare. Ciò
dà la possibilità di imputare ai Russi il mancato
accordo.
Più
un uomo è convinto della regolarità e ordine delle
cose più si convince che non c'è spazio, in questo
ordine regolare, per cause di altra natura. Per lui né le
leggi umane né le leggi divine esisteranno come cause
indipendenti di eventi naturali.
Qualsiasi governo è,
in certa misura, un male.
Rifiutandosi
di porre al bando la bomba mentre ne possiede il monopolio,
questo paese risulta danneggiato anche da un altro punto di
vista, in quanto non riesce più a riaffermare
pubblicamente quelle norme etiche formalmente accettate prima
dell'ultima guerra. Non si dovrebbe dimenticare che la bomba
atomica è stata costruita in questo paese come misura
preventiva; avrebbe dovuto servire a impedirne l'uso da parte
dei tedeschi, se questi l'avessero scoperta. Il bombardamento di
centri civili fu iniziato dai Tedeschi e adottato dai
Giapponesi. Gli alleati risposero nello stesso modo, e con
grande efficacia, a quanto risulta, e furono moralmente
giustificati in questo modo di agire. Ma ora, senza alcuna
provocazione, e senza la giustificazione di rappresaglie o di
ritorsioni, un rifiuto di bandire l'uso della bomba salvo in
caso di rappresaglia, sta facendo del suo possesso un fine
politico, e ciò è difficilmente perdonabile.
Se
non la si impedisce, è probabile che una nuova guerra
porti la distruzione su una scala ritenuta impossibile prima (e
anche ora difficilmente concepibile), e che solo poche tracce di
civiltà sopravvivrebbero.
Si
è molto vicino al vero quando si dice che è facile
dare dei consigli giusti e assennati agli altri, ma è
difficile agire in modo giusto e assennato.
Tutti
siamo consapevoli della difficile e minacciosa situazione in cui
si trova la società umana, stretta in una sola comunità
da un destino comune; tuttavia solo pochi agiscono tenendo
presente ciò. La maggior parte della gente continua a
vivere la propria vita giorno per giorno: per metà
spaventati, per metà indifferenti, se ne stanno a
guardare la spettrale tragicommedia che viene rappresentata
sulla scena internazionale di fronte agli occhi e alle orecchie
del mondo. Ma su questa scena, sulla quale gli attori
sostengono, sotto la luce dei riflettori, le parti stabilite,
viene deciso il nostro destino di domani, la vita o la morte
delle nazioni.
Vi
sono due modi secondo cui la scienza influisce sulla vita
dell'uomo. Il primo è familiare a tutti: direttamente
ancor più indirettamente la scienza produce strumenti che
hanno completamente trasformato l'esistenza umana. Il secondo è
per sua natura educativo, agendo sullo spirito. Per quanto possa
apparire meno evidente a un esame frettoloso, questa seconda
modalità non è meno efficiente della prima.
Pensieri
di un uomo curioso
Cento
volte al giorno mi viene in mente che la vita interiore ed
esteriore dipende dalle fatiche dei contemporanei e da quelle
dei loro predecessori; io devo sforzarmi di ricambiare, in ugual
misura, ciò che ho ricevuto e ancora ricevo.
Chi
ha cari i valori della cultura non può non
essere pacifista.
Credo
nel Dio di Spinoza che si rivela
nell'armonia di tutto ciò che esiste, ma non in un Dio
che si occupa del destino e delle azioni degli esseri umani.
(1929)
È
difficile sapere cosa sia la verità, ma a volte è
molto facile riconoscere una falsità.
Finché
ci saranno gli uomini, ci saranno le guerre. (1947)
Gli
oggetti banali ai quali tendono gli sforzi degli uomini –
il possesso dei beni, il successo apparente, il lusso, mi sono
sempre sembrati disprezzabili.
Ho
sempre amato la solitudine, una caratteristica che tende ad
accentuarsi con l'età
I
concetti della fisica sono libere creazioni della
mente umana e non sono, comunque possa sembrare, unicamente
determinati dal mondo esterno.
Il matrimonio è
il tentativo fallimentare di trasformare un caso in qualcosa di
duraturo.
Il
mio pacifismo è un sentimento istintivo, un
sentimento che mi abita perché l'omicidio è
ripugnante. Non nasce da una teoria intellettualistica, ma da un
profondo orrore per ogni forma di odio e di crudeltà.
Il nazionalismo è
una malattia infantile. È il morbillo dell'umanità.
Il
Signore è sottile, ma non malizioso.
- Dio è
sottile, ma non dispettoso.[38]
In
tal caso mi spiacerebbe proprio per il buon Dio: la teoria è
giusta! (1919)[39]
Io
appartengo all'unica razza che conosco, quella umana.[40]
L'amore porta
molta felicità, molto più di quanto struggersi per
qualcuno porti dolore.
L'eterno
mistero del mondo è la sua comprensibilità... Il
fatto che sia comprensibile è un miracolo.[41]
La geometria,
quando è certa, non dice nulla del mondo reale, e quando
dice qualcosa a proposito della nostra esperienza, è
incerta. (27 gennaio 1921)
La morale non
ha niente di divino; è una facenda puramente umana.
La saggezza non
è un prodotto dell'istruzione ma del tentativo di
acquisirla, che dura tutta la vita.
La
scienza senza la religione è zoppa; la religione senza la
scienza è cieca.
La scuola deve
far sì che un giovane ne esca con una personalità
armoniosa e non ridotto a uno specialista.
Ogni
persona è un genio. Ma, se giudichi un pesce dalla
sua capacità di scalare un albero, passerà tutta
la sua vita pensando di essere stupido.
La vecchiaia ha
i suoi momenti belli.
La vita è
come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi
muoverti.
Leggo
spesso la Bibbia, ma il suo testo originale mi è
rimasto inaccessibile. (2 settembre 1945)
Lo
scienziato trova la sua ricompensa in ciò che Henri
Poincaré chiama la gioia della comprensione, e non
nelle possibilità applicative delle sue scoperte. (1932)
Mi
fa orrore quando una bella intelligenza è abbinata a una
personalità ripugnante.
Non
cerco di immaginare un Dio; mi basta guardare con stupore e
ammirazione la struttura del mondo, per quanto essa si lascia
cogliere dai nostri sensi inadeguati.
Non
credo in un Dio personale e non ho mai nascosto questa mia
convinzione, anzi l'ho espressa chiaramente. Se c'è in me
qualcosa che si può definire sentimento religioso, è
proprio quella sconfinata ammirazione per la struttura del mondo
nei limiti in cui la scienza ce la può rivelare.
Non
ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente curioso.
(da una lettera a Carl Seelig, 11 marzo 1952)
Non
mi preoccupo mai del futuro, arriva sempre abbastanza
presto.
Non
preoccuparti delle tue difficoltà in matematica; posso
assicurarti che le mie sono ancora maggiori. (dalla lettera alla
studentessa liceale Barbara Wilson, 7 gennaio 1943)
Non
so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale,
ma la Quarta sì: con bastoni e pietre. controllare:
di Adorno?
Non
sono mai stato comunista, ma se lo fossi stato non me ne
vergognerei.
Per
perdere la testa, bisogna averne una.
Più
la teoria dei quanti ha successo e più sembra
una sciocchezza. (lettera a Heinrich Zangger, 20 maggio
1912)
Quando
rifletto su di me e sui miei metodi intellettuali, mi sembra
quasi che il dono della fantasia mi sia servito più della
capacità di impadronirmi della conoscenza assoluta.
Quello
che vedo nella natura è una struttura stupenda che
possiamo capire solo in maniera molto imperfetta e davanti alla
quale la persona riflessiva deve sentirsi pervasa da un profondo
senso di 'umiltà'. È un sentimento sinceramente
religioso che non ha nulla a che vedere con il misticismo. La
mia religiosità consiste in un'umile
ammirazione di quello Spirito immensamente superiore che si
rivela in quel poco che noi, con il nostro intelletto debole e
transitorio, possiamo comprendere della realtà. Voglio
sapere come Dio creò questo mondo. Voglio
conoscere i suoi pensieri. In quanto al resto, sono solo
dettagli. (Mondadori, 1997)
Se
tornassi giovane e dovessi decidere come guadagnarmi la vita,
non cercherei di diventare uno scienziato, uno studioso o un
insegnante. Sceglierei piuttosto di fare l'idraulico o lo
straccivendolo, nella speranza di trovare un minimo di
indipendenza, quel poco che nelle attuali circostanze è
ancora possibile.
Se
verrà dimostrato che la mia teoria della relatività
è valida, la Germania dirà che sono
tedesco e la Francia che sono cittadino del mondo. Se
la mia teoria dovesse essere sbagliata, la Francia dirà
che sono un tedesco e la Germania che sono un ebreo.
Soltanto
una vita vissuta per gli altri è una vita che
vale la pena vivere.
Una vita che
miri principalmente a soddisfare i desideri personali conduce
prima o poi a un'amara delusione.
Pensieri,
idee, opinioni
A
livello di logica pura tutti gli assiomi sono arbitrari,
compresi gli assiomi dell'etica. Ma essi non sono affatto
arbitrari da un punto di vista psicologico e genetico, […]
All'individuazione e alla verifica degli assiomi etici si
perviene in modo non dissimile da quello che riguarda gli
assiomi della scienza. La verità è ciò
che sopporta la verifica dell'esperienza.
Ci
sta a cuore non solo il problema tecnico dell'assicurare e
preservare la pace, ma anche l'importante compito
dell'istruzione e dell'illuminazione delle menti. […]
Senza la libertà che i nostri antenati conquistarono per
noi dopo dure lotte, non ci sarebbe stato alcuno Shakespeare, o
Goethe, o Newton, o Faraday, o Pasteur o Lister. […] Solo
gli uomini liberi possono produrre le invenzioni e le opere
intellettuali che a noi moderni rendono la vita degna di essere
vissuta.
Così
abbiamo dovuto assistere al licenziamento di degni docenti
universitari. […] e all'infausta istituzione del
giuramento del docente, ideato per limitare la libertà
d'insegnamento. Non mi soffermo sul fatto che la libertà
d'insegnamento e di opinione – nei libri o nella stampa –
è il fondamento di un sano e naturale sviluppo di
qualsiasi popolo. (Lettera aperta all'Assemblea delle Nazioni
Unite, 1948)
Di
ciò che è importante nella propria esistenza non
ci si rende quasi conto, e certamente questo non dovrebbe
interessare il prossimo. Che ne sa un pesce dell'acqua in cui
nuota per tutta la vita?
I
crimini di cui gli ebrei sono stati incolpati nel corso della
storia – crimini intesi a giustificare le atrocità
perpetrate contro di essi – sono mutati in rapida
successione […] Le accuse contro di loro, accuse della
cui falsità gli istigatori erano ogni volta perfettamente
consapevoli, superavano ogni immaginazione, ma hanno influenzato
ripetutamente le masse. […] In questo caso, si può
parlare di antisemitismo latente.
L'odio
che impazza contro noi ebrei affonda le radici nel fatto che
abbiamo sostenuto l'ideale della convivenza armonica, e che gli
abbiamo dato espressione con parole e coi fatti tra la maggior
parte del nostro popolo.
La
principale fonte dei conflitti odierni tra le sfere della
religione e della scienza sta tutta in questa idea di un Dio
personale. […] Nella lotta per il bene morale, i maestri
della religione debbono avere la capacità di rinunciare
alla dottrina d'un Dio personale, vale a dire rinunciare alla
fonte della paura e della speranza, che nel passato ha garantito
ai preti un potere così ampio.
Più
l'uomo avanza nella sua evoluzione spirituale, più mi
appare certo che il sentiero verso una religiosità
genuina non passa per la paura della vita e la paura della
morte, o per una fede cieca, ma attraverso gli sforzi compiuti
in direzione di una conoscenza razionale.
Nella
fase giovanile dell'evoluzione spirituale dell'uomo la fantasia
umana creò a propria immagine divinità che
supponeva dovessero determinare il mondo fenomenologico. L'idea
di Dio nelle religioni insegnate oggi, è una sublimazione
di quell'antica concezione degli dèi. Il suo carattere
antropomorfico è dimostrato, per esempio, dal fatto che
gli uomini si rivolgano all'Essere Divino con preghiere, e ne
implorino l'esaudimento dei propri desideri.
L'individuo
è degradato a mero strumento; egli diventa materiale
umano. […] Nel nostro tempo, la mentalità militare
si è fatta ancora più pericolosa che in passato,
perché le armi offensive sono diventate molto più
potenti di quelle difensive. Perciò essa conduce di
necessità alla guerra preventiva. L'insicurezza generale
che ad essa si accompagna porta a sacrificare i diritti civili
del cittadino al presunto bene dello Stato.
La
gente comune può seguire i dettagli della ricerca
scientifica solo fino a un livello modesto; ma può
registrare almeno un grosso e importante guadagno: la fiducia
che il pensiero umano è affidabile e la legge della
natura è universale.
Le
Nazioni Unite per il momento, e il governo mondiale alla fine,
dovrebbero perseguire un unico scopo: la garanzia della
sicurezza, della tranquillità e del benessere per tutta
l'umanità.
Noi
ebrei dovremmo essere e rimanere portatori e difensori dei
valori spirituali. Ma dovremmo anche restare perennemente
consapevoli del fatto che questi valori spirituali sono e sono
sempre stati il fine comune di tutta l'umanità.
Tutto
è determinato da forze sulle quali non abbiamo alcun
controllo. Vale per l'insetto come per gli astri. Esseri umani,
vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una
musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio
invisibile.
Nel
tempio della scienza ci sono molte dimore... e diversi davvero
sono coloro che le abitano e i motivi che ve li hanno condotti.
Molti cercano nella scienza l'esaltante sensazione di superiore
capacità intellettuale; la scienza è lo sport da
cui trarre un'esperienza vivida e il soddisfacimento delle
ambizioni; nel tempio ci saranno anche i molti che hanno
immolato i prodotti del loro cervello a fini puramente
utilitaristici. Se venisse un angelo del Signore a cacciare
tutta la gente che appartiene a queste due categorie, il tempio
si svuoterebbe di molti fedeli, ma qualcuno rimarrebbe: uomini
sia dell'epoca presente sia di quella passata... Se le categorie
che abbiamo appena espulso fossero le sole a popolare quel
luogo, il tempio non sarebbe mai esistito, così come non
può esistere un bosco fatto di soli rampicanti. Coloro
che troveranno favore presso l'angelo [...] sono tipi isolati,
poco comunicativi, solitari, in realtà molto meno simili
tra loro degli appartenenti alla schiera dei cacciati. Quel che
li ha portati al tempio [...] non c'è un'unica risposta
per spiegarlo, [...] l'evasione dalla vita quotidiana, dalla sua
penosa crudezza, da una disperata monotonia, la fuga dalla
schiavitù dei propri desideri. Una natura nobile desidera
con tutte le sue forze di sfuggire al suo ambiente affollato e
rumoroso per rifugiarsi nel silenzio delle vette più
alte, dove l'occhio spazia liberamente nell'aria ancura pura e
segue con sguardo amorevole i placidi contorni che paiono
costruiti per l'eternità.
Incipit de Il
lato umano
Un
giorno ricevetti all'Ufficio brevetti di Berna una grande busta
dalla quale estrassi un foglio dall'aspetto ufficiale. Recava in
eleganti caratteri (mi pare che fosse addirittura in
latino)[42] un messaggio che mi parve impersonale e di
scarso interesse. Finì subito nel cestino. Più
tardi appresi che si trattava dell'invito alle celebrazioni in
memoria di Calvino e dell'avviso che avrei ricevuto la
laurea honoris causa dall'università di Ginevra[43].
Evidentemente la gente dell'università interpretò
nel senso giusto il mio silenzio e quindi si rivolse al mio amico
e allievo Lucien Chavan, ginevrino di origine e allora residente
a Berna. Mi convinse ad andare a Ginevra, spiegandomi che
praticamente non era possibile rifiutare l'invito; però
non mi diede ulteriori chiarimenti.
Citazioni
su Albert Einstein
Albert
Einstein nel 1921, foto ufficiale alla cerimonia del Nobel.
All'Accademia
nazionale delle Scienze di Washington si stava svolgendo una
cerimonia in onore di alcune persone insigni. Nessuna di loro
era un oratore brillante e i discorsi si susseguivano uno più
noioso dell'altro. Io mi sentivo a disagio, ma Einstein si
sporse sorridendo verso un olandese che gli sedeva accanto e gli
sussurrò qualcosa all'orecchio. L'olandese si voltò
da un lato per nascondere una risata. «Che cosa le ha
detto Einstein?» gli chiedemmo al termine della cerimonia.
«Mi ha detto che aveva scoperto una nuova teoria... quella
dell'Eternità.» (Harlow Shapley)
Alla
fine di un pranzo ufficiale organizzato in onore di Einstein, un
oratore si alzò per pronunciare un discorso molto
elogiativo. Einstein sussurrò: «E dire che
l'uomo di cui si parla non porta i calzini!» (Ronald W.
Clark)
Anche
Einstein, intervistato tutti i giorni, farebbe la figura del
cretino. (Michel Platini)
Con
Einstein la fondazione della nuova disciplina giunge finalmente
a una precisa conclusione. Il suo lavoro del 1905 fu presentato
quasi contemporaneamente a quello di Poincaré e
fu concepito del tutto indipendentemente dalla trattazione
di Lorentz del 1904. In esso non solo sono contenuti
tutti i risultati essenziali di entrambi i lavori citati, ma vi
è in più una concezione completamente nuova e
molto più profonda di tutto il problema. (Wolfgang Pauli)
Dobbiamo
soprattutto ammirare in lui la facilità con cui si adatta
a concetti nuovi e sa trarne ogni possibile conclusione. (Henri
Poincaré)
Einstein
era profondamente convinto dell'armonia della natura e lo scopo
che si propose con maggiore impegno nel corso di tutta la sua
attività scientifica fu quello di trovare una fondazione
unificata della fisica. (Fritjof Capra)
Einstein
lesse Mach con interesse e ne fu influenzato sotto
diversi aspetti. Seguendo le prescrizioni di Mach, non iniziò
il suo articolo sulla teoria della relatività speciale in
modo consueto, descrivendo risultati sperimentali, cominciò
invece con principi come il princìpio della relatività
e il princìpio della costanza della velocità della
luce. (Paul Feyerabend)
Einstein
parlava di Dio così spesso che mi è venuto il
sospetto che fosse un teologo clandestino. (Friedrich
Dürrenmatt)
[Sulla
critica alla meccanica quantistica] Einstein [...]
sbagliò quando disse: «Dio non gioca a dadi».
La considerazione dei buchi neri suggerisce infatti non solo che
Dio gioca a dadi, ma che a volte ci confonda gettandoli dove non
li si può vedere. (Stephen Hawking)
È
vivace, sicuro di sé, piacevole. Di psicologia ne capisce
quanto me di fisica, tanto che abbiamo avuto una conversazione
molto scherzosa. (Sigmund Freud)
Il
genio di Einstein ci ha condotto ad Hiroshima. (Pablo Picasso)
Il
più grande ebreo vissuto dopo Gesù Cristo. (J. B.
S. Haldane)
In
Germania era sorta un'organizzazione che denunciava la teoria
della relatività come una manifestazione di un complotto
semitico per corrompere il mondo. Nel 1920 l'organizzazione
prese in affitto la sala della Filarmonica di Berlino per
tenervi una dimostrazione contro Einstein e la sua teoria, e il
fisico andò ad assistervi. Preso posto in un palco, aveva
l'aria di divertirsi un mondo. Alle asserzioni più
assurde degli oratori lo si vedeva ridere di cuore e applaudire
con ironia. (Ronald W. Clark)
In
un articolo del 1917 destinato a fare storia, Einstein stesso
inaugurò la cosmologia moderna. Le ipotesi metafisiche
necessarie per l'ispirazione del suo modello furono fornite dal
principio cosmologico, già presagito da Nicola Cusano e
Giordano Bruno: l'universo appare in un dato istante allo stesso
modo, da qualunque punto e in qualunque direzione lo si guardi.
(Piergiorgio Odifreddi)
La
teoria di Einstein è almeno altrettanto poco fondata e
altrettanto contraria al buon senso quanto la tradizione
cristiana nei riguardi della concezione e della nascita
di Cristo. (Simone Weil)
Per
giudicare una teoria, Einstein spesso si domandava se –
qualora lui fosse stato Dio – avrebbe creato il Cosmo in
quel determinato modo. (Erasmo Recami)
[Risposta
di Bohr all'affermazione di Albert Einstein: Dio non gioca
a dadi con l'universo] Piantala di dire a Dio che cosa fare
con i suoi dadi.
- Stop
telling God what to do with his dice. (Niels Bohr)
Tra
gli illustri amanti dei gatti compare anche Einstein,
che spesso per non disturbare il micio che dormiva appoggiato
alla sua mano sinistra, si metteva a scrivere con la destra pur
essendo mancino. (da Minù, Agenda del gatto 1998,
testi a cura di Claudia Angeletti e Simona Lari, Gruppo
Editoriale Armenia, Milano 1997)
Un
giorno dopo che Einstein si era trasferito nella sua residenza
definitiva all'Istituto di studi superiori di Princeton, nel New
Jersey, il telefono squillò nell'ufficio del preside. La
voce all'altro capo del filo chiese: «Potrei parlare con
il professor Eisenhart?» Quando gli fu risposto che mio
padre non c'era, la voce continuò: «Forse lei sa
dirmi dove abita il professor Einstein.» La segretaria di
mio padre rispose di non poterglielo dire perché il
professore era molto geloso della sua vita privata. La voce al
telefono divenne quasi un sussurro: «Per favore, non lo
dica a nessuno, ma il professor Einstein sono io. Sto andando a
casa, ma ho dimenticato dove abito.» (Churchill Eisenhart)
Vede,
acclamano lei perché non la capisce nessuno, acclamano me
perché mi capiscono tutti. (Charlie Chaplin)
Paulo
Coelho
Da
Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Paulo
Coelho
Paulo
Coelho (nato nel 1947), scrittore e poeta brasiliano.
Citazioni
di Paulo Coelho
Dietro
la maschera di ghiaccio che usano gli uomini c'è un cuore
di fuoco (Manuale del Guerriero della Luce)
Tu
non sei quello che sembri nei momenti di tristezza. Sei
molto di più. (da Manuale del guerriero della luce)
La
gente dice: "È matto." Oppure: "Vive in un
mondo di fantasia." O ancora: "Come può
confidare in cose prive di logica?" Ma il guerriero
continua ad ascoltare il vento e a parlare con le stelle.
(daManuale del guerriero della luce)
Attribuite
- Il
pensiero appartiene in realtà al poeta
indiano Kabir (1398 – 1518); si veda, per
esempio, questa pagina su web Libri, oppure questa.
Il testo Le cose che ho imparato nella vita, attribuito a
Coelho e indicato spesso come fonte di tale citazione,
sembrerebbe essere un falso; un testo anonimo simile, recuperato
da Internet, è stato postato da Coelho nelsuo blog.
Il
Cammino di Santiago
Incipit
Quando
iniziammo il pellegrinaggio, pensai di avere realizzato uno dei
più grandi sogni della mia gioventù. Per me, tu eri
lo stregone Don Juan, e io rivivevo la saga di Castaneda in cerca
dello Straordinario. Ma tu hai resistito arduamente a tutti i
miei tentativi di trasformarti in eroe. Ciò ha reso molto
difficile il nostro rapporto, finché ho capito che lo
Straordinario risiede nel Cammino delle Persone Comuni. E oggi
questa comprensione è quanto possiedo di più
prezioso nella vita: mi permette di fare qualsiasi cosa, e mi
accompagnerà per sempre.
Citazioni
"Cos'ha
a vedere la magia con la Chiesa cattolica?".
Petrus pronunciò soltanto una parola: "Tutto".
Il
Buon Combattimento è quello che viene intrapreso perché
il nostro cuore lo chiede. (Petrus: p. 55)
L'uomo
non può mai smettere di sognare. Il sogno è
il nutrimento dell'anima, come il cibo è quello del
corpo. Molte volte, nel corso dell'esistenza, vediamo che i
nostri sogni svaniscono e che i nostri desideri vengono
frustrati, tuttavia è necessario continuare a sognare,
altrimenti la nostra anima muore e Agape non può
penetrarvi. (Petrus)
Le
persone giungono sempre al momento giusto nei luoghi in
cui sono attese.
Una
minaccia non può sortire alcun effetto, se non è
accettata. Non dimenticarlo quando combatterai il Buon
Combattimento. E non devi nemmeno scordare che attaccare o
fuggire fanno parte dello scontro. Quello che non appartiene
alla lotta è restare paralizzato dalla paura. (p. 120)
[Paulo
Coelho, Il Cammino di Santiago, traduzione di Rita Desti,
Bompiani, Milano 2001. ISBN 88-452-4847-X]
L'alchimista
Incipit
Il
ragazzo si chiamava Santiago. Stava cominciando a imbrunire
quando giunse con il suo gregge davanti a una
vecchiachiesa abbandonata. Il tetto era crollato da tempo e
un enorme sicomoro era cresciuto nel luogo dove una volta sorgeva
la sacrestia. Decise di trascorrere la notte in quel luogo. Fece
entrare tutte le pecore dalla porta in rovina e poi dispose
alcune tavole di legno perché non potessero fuggire
durante la notte. Non c'erano lupi in quella zona, ma una volta
un animale era scappato e c'era voluta un'intera giornata perché
lo ritrovasse.
Citazioni
Gli
uomini sono artefici del proprio destino: possono commettere
sempre gli stessi errori, possono fuggire costantemente da ciò
che desiderano, e che magari la vita gli offre in modo generoso;
oppure possono abbandonarsi al destino e lottare per i propri
sogni accettando il fatto che si presentano sempre nel momento
giusto. (da Brida)
A
cosa vi serve una rivoltella? [...] Per imparare ad
avere fiducia negli uomini. (p. 104)
Ascolta
il tuo cuore. Esso conosce tutte le cose.
Devono
esserci altre cose nel mondo che le pecore non sono in grado di
insegnare. [...] Perché loro cercano soltanto acqua e
cibo. Penso che non siano loro a insegnare: sono io ad
apprendere. (p. 71)
Chi
entra nel deserto non può tornare indietro. Quando non si
può tornare indietro, bisogna soltanto preoccuparsi del
modo migliore per avanzare. Al resto ci pensa Allah, compreso il
pericolo.
In
quel momento fu come se il tempo si fermasse, e l'Anima del
Mondo sorgesse con tutta la sua forza davanti al ragazzo. Quando
guardò gli occhi di lei, un paio di occhi neri, le labbra
indecise fra un sorriso e il silenzio, egli comprese la parte
più importante e più saggia del Linguaggio che
parlava il mondo e che chiunque, sulla terra, era in grado di
capire con il proprio cuore. E si chiamava Amore, una cosa più
antica degli uomini e persino del deserto, che tuttavia
risorgeva sempre con la stessa forza dovunque due sguardi si
incrociassero come si incrociarono quei due davanti a un pozzo.
Le labbra della giovane, infine, decisero di accennare un
sorriso: era un segnale, il segnale che il ragazzo aveva atteso
per tanto tempo nel corso della vita, che aveva ricercato nelle
pecore e nei libri, nei cristalli e nel silenzio del deserto. Ed
era là, il linguaggio puro del mondo, senza alcuna
spiegazione, perché l'universo non aveva bisogno di
spiegazioni per proseguire il proprio cammino nello spazio senza
fine. Tutto ciò che il ragazzo capiva in quel momento era
che si trovava di fronte alla donna della sua vita e anche lei,
senza alcun bisogno di parole, doveva esserne consapevole. Ne
era certa più di quanto lo fosse di ogni altra cosa al
mondo, anche se i genitori, e i genitori dei genitori, le
avevano sempre detto che, prima di sposarsi, bisognava
frequentarsi, fidanzarsi, conoscersi, e avere del denaro. Ma,
forse, chi lo affermava non aveva mai conosciuto il linguaggio
universale: perché, una volta che vi si penetra, è
facile capire come nel mondo esista sempre qualcuno che attende
qualcun altro, che ci si trovi in un deserto o in una grande
città. E quando questi due esseri si incontrano, e i loro
sguardi si incrociano, tutto il passato e tutto il futuro non
hanno più alcuna importanza. Esistono solo quel momento e
quella straordinaria certezza che tutte le cose sotto il sole
sono state scritte dalla stessa Mano: la Mano che risveglia
l'Amore e che ha creato un'anima gemella per chiunque lavori, si
riposi e cerchi i propri tesori sotto il sole. Perché, se
tutto ciò non esistesse, non avrebbero più alcun
senso i sogni dell'umanità.
Ho
imparato che il mondo possiede un'Anima, e chi riesce
a comprendere quest'Anima riuscirà a comprendere il
linguaggio delle cose. Ho appreso che tanti alchimisti hanno
vissuto la propria Leggenda Personale e hanno finito per
scoprire l'Anima del Mondo, la Pietra Filosofale e l'Elisir. Ma,
soprattutto, ho appreso che queste cose sono talmente semplici
da poter essere scritte su uno smeraldo. (p. 97)
Sono
vivo. Mentre mangio, non faccio altro che mangiare, se stessi
camminando, camminerei e basta. Il giorno in cui dovrò
combattere, sarà un buon giorno per morire come qualunque
altro. Perché io non vivo nel passato, ne nel mio futuro.
Possiedo solo il presente ed è il presente che mi
interessa. Se riuscirai a mantenerti sempre nel presente, sarai
un uomo felice. La vita sarà una festa, un grande
banchetto, perché è sempre e soltanto il momento
che stiamo vivendo.
La
paura di soffrire è assai peggiore della stessa
sofferenza.
Nessun
cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri
sogni.
Non
sappiamo quando la guerra finirà, e non
possiamo proseguire il viaggio [...]. I combattimenti potranno
durare per lungo tempo, forse per molti anni. Vi sono guerrieri
forti e valorosi da entrambi i lati, e in entrambi gli eserciti
è ben vivo l'onore di combattere. Non è una guerra
fra buoni o cattivi: è una guerra tra forze che
combattono per lo stesso potere. E quando inizia una
battaglia di questo genere, si prolunga più delle altre,
perché Allah è con tutte e due le parti.
(p. 111)
Quando
desideri una cosa, tutto l'Universo trama affinché
tu possa realizzarla. (p. 76)
Quando
tutti i giorni diventano uguali è perché non ci si
accorge più delle cose belle che accadono nella vita ogni
qualvolta il sole attraversa il cielo.
Se
potessi, scriverei una gigantesca enciclopedia sulle parole
'fortuna' e 'coincidenza'. È con queste parole che si
scrive il Linguaggio Universale. (p. 83)
Soltanto
una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire.
Tutto
l'universo cospira affinché chi lo desidera con
tutto sé stesso possa riuscire a realizzare i propri
sogni.
[...]
la tua Leggenda Personale. [...] è quello che hai sempre
desiderato fare. Tutti, all'inizio della gioventù, sanno
qual è la propria Leggenda Personale. In quel periodo
della vita tutto è chiaro, tutto è possibile, e
gli uomini non hanno paura di sognare e di desiderare tutto
quello che vorrebbero veder fare nella vita. Ma poi, a mano a
mano che il tempo passa, una misteriosa forza comincia a tentare
di dimostrare come sia impossibile realizzare la Leggenda
Personale. [...] Sono le forze che sembrano negative, ma che in
realtà ti insegnano a realizzare la tua Leggenda
Personale. Preparano il tuo spirito e la tua volontà.
Perché esiste una grande verità su questo pianeta:
chiunque tu sia o qualunque cosa tu faccia, quando desideri una
cosa con volontà, è perché questo desiderio
è nato nell'anima dell'Universo. Quella cosa rappresenta
la tua missione sulla terra. [...] l'Anima del Mondo è
alimentata dalla felicità degli uomini. O
dall'infelicità, dall'invidia, dalla gelosia. Realizzare
la propria Leggenda Personale è il solo dovere degli
uomini. Tutto è una sola cosa. E quando desideri
qualcosa, tutto l'Universo cospira affinché tu realizzi
il tuo desiderio.
Non
pensare a quanto è rimasto indietro [...] se quanto hai
già trovato è fatto di materia pura, non potrà
marcire.[...] Se è stato soltanto un attimo di luce, come
l'esplosione di una stella allora non troverai più nulla
quando ritornerai..Ma avrai visto un'esplosione di luce. E anche
solo per questo ne sarà valsa la pena.
Noi,
i cuori, siamo terrorizzati solo al pensiero di amori che sono
finiti per sempre, di momenti che avrebbero potuto essere belli
e non lo sono stati, di tesori che avrebbero potuto essere
scoperti e sono rimasti per sempre nascosti nella sabbia.
Il
tradimento è il colpo che non ti aspetti.
Generalmente
la morte rende gli uomini più sensibili alla vita.
È
proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende
la vita interessante.
Io
sono come tutti gli altri, vedo il mondo come vorrei che
andasse, e non come va veramente.
Abbiamo
paura di perdere soltanto ciò che possediamo, sia essa la
nostra vita o i nostri poderi.
Quando
si vedono sempre le stesse persone alla fine queste cominciano a
far parte della nostra vita. E quando divengono parte della
nostra vita, cominciano anche a volerla modificare. Se non ci
comportiamo come loro si aspettano, si irritano. Sembra che
tutti sappiano come dobbiamo vivere la nostra vita. E non sanno
mai come vivere la loro.
[Paulo
Coelho, L'Alchimista, traduzione di Rita Desti, Bompiani,
Milano 1988. ISBN 8845226573]
Sono
come il fiume che scorre
Il
bambino guardava la nonna scrivere una lettera. A un certo
punto, le domandò: "Stai scrivendo una storia che
è capitata a noi? E che magari parla di me." La
nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote: "È
vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più
importante delle parole, è la matita con la quale scrivo.
Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto." Incuriosito,
il bimbo guardò la matita, senza trovarvi alcunché
di speciale. "Ma è uguale a tutte le altre matite
che ho visto nella mia vita!" "Dipende tutto dal
modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque
qualità: se riuscirai a trasporle nell'esistenza, sarai
sempre una persona in pace con il mondo. "Prima qualità:
puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste
una Mano che guida i tuoi passi. 'Dio': ecco come chiamiamo
questa mano! Egli deve condurti sempre verso la Sua
volontà. "Seconda qualità: di tanto in
tanto, devo interrompere la scrittura ed usare il temperino. È
un'operazione che provoca una certa sofferenza alla matita ma,
alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perché
devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare
un uomo migliore. "Terza qualità: il tratto della
matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò
che è sbagliato. Correggere un'azione o un comportamento
non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è
importante per riuscire a mantenere la retta via della
giustizia. "Quarta qualità: ciò che è
realmente importante nella matita non è il legno o la sua
forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in
essa. Dunque presta sempre attenzione a quello che accade dentro
di te. "Quinta qualità: essa lascia sempre un
segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita
lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere
piena coscienza di ogni tua azione."
Apprezza
ciò che sei perché tu sei amore, quell'amore che
cerchi in ogni cosa e in ogni dove. Accogli ciò che tu
sei perché tu sei ciò che cerchi di essere, ciò
che tu vuoi essere, tu sei la vita che crea la tua vita. Accetta
te stesso, amore del tuo amore, perché tu sei ciò
che hai tanto bisogno di essere. Sorridi all'amore che tu emani
perché tu sei quell'amore che cerchi in ogni luogo, pace
dei tuoi sensi.
[Paulo
Coelho, Sono come il fiume che scorre. Pensieri e
riflessioni 1998-2005, traduzione di Rita Desti, Bompiani, Milano
2006.]
Lo
Zahir
Continuiamo
a crescere, a mutare la nostra forma, ci confrontiamo con alcune
debolezze che devono essere corrette, non sempre scegliamo la
soluzione migliore... eppure, nonostante tutto, andiamo avanti,
sforzandoci di procedere eretti, in modo corretto, cosicché
ci sia possibile onorare non le pareti, né le porte o le
finestre, ma lo spazio vuoto che esiste dentro, lo spazio in cui
adoriamo e veneriamo ciò che abbiamo di più caro e
importante.
L'amore è
una forza selvaggia. Quando tentiamo di controllarlo, ci
distrugge. Quando tentiamo di imprigionarlo, ci rende schiavi.
Quando tentiamo di capirlo, ci lascia smarriti e confusi.
L'ispettore
ha detto che sono libero. Lo sono adesso, e lo ero in prigione,
perché la libertà è sempre stata la cosa
che più desidero e rispetto a questo mondo. È vero
che questo mi ha portato a bere vini che non mi sono piaciuti, a
compiere azioni che non avrei dovuto fare e che non rifarò,
ad avere sul corpo e nell'anima moltissime cicatrici, a ferire
qualcuno – a cui ho finito per chiedere perdono, in
un'epoca durante la quale mi rendevo conto di poter fare tutto,
tranne che forzare un'altra persona a seguirmi nella mia follia,
nella mia sete di vivere. Non mi pento dei momenti in cui ho
sofferto, porto su di me le cicatrici come se fossero medaglie,
so che la libertà ha un prezzo alto, alto quanto quello
della schiavitù. L'unica differenza è che si paga
con piacere, e con un sorriso – anche quando quel sorriso
è bagnato dalle lacrime.
Quando
non ho avuto più niente da perdere, ho ottenuto tutto.
Quando ho cessato di essere chi ero, ho ritrovato me stesso.
Quando ho conosciuto l'umiliazione ma ho continuato a camminare,
ho capito che ero libero di scegliere il miodestino.
Il
sesso è l'arte di controllare la mancanza di controllo.
Non
so se sono malato, se il mio matrimonio è stato solo un
sogno che non sono riuscito a comprendere fintantoché è
durato. So che posso vivere senza di lei, ma vorrei incontrarla
di nuovo, per dirle ciò che non le ho mai dettomentre
stavamo insieme: Io ti amo più di me stesso. Se riuscirò
a dirle queste parole, allora potrò andare avanti, in
pace perché questo amore mi ha redento.
Non
credo nel potere curativo della sofferenza e della tragedia.
Queste cose accadono perché fanno parte della vita, e non
devono essere viste come una punizione!
Durante
il tragitto, mi imbatto in correnti, venti e tempeste, eppure
continuo a remare, sempre più esausto. Sono consapevole
di essermi allontanato dalla rotta, di non avere più
all'orizzonte l'idola dove intendevo arrivare. Tutta via non c'è
modo di tornare indietro: devo proseguire comunque, oppure mi
troverò sperso in mezzo all'oceano.
In
ogni rapporto umano, la cosa più importante è parlare.
Ma le persone non lo fanno più: non sanno più
sedersi per raccontare e ascoltare gli altri. Si va a teatro, al
cinema, si guarda la televisione, si ascolta la radio, si
leggono libri, ma non si conversa quasi mai. Se vogliamo
cambiare il mondo, dobbiamo tornare al tempo in cui i guerrieri
si riunivano intorno a un falò e raccontare le loro
storie.
Avevo
dovuto perderla per capire che il gusto delle cose ritrovate è
il miele più dolce che possiamo assaggiare.
[Paulo
Coelho, Lo Zahir, traduzione di Rita Desti, Bompiani, Milano
2005. ISBN 884523424X]
Monte
Cinque
Incipit
All'inizio
dell'anno 870 a.C., una nazione conosciuta come Fenicia, che gli
israeliti chiamavano Libano, celebrava quasi tre secoli di pace.
I suoi abitanti potevano ben essere orgogliosi delle proprie
imprese: poiché non erano politicamente forti, erano stati
costretti a sviluppare una invidiabile capacità di
commerciare, unica maniera per garantirsi la sopravvivenza in un
mondo devastato da continue guerre. Un'alleanza stipulata intorno
all'anno 1000 a.C. con il re Salomone di Israele aveva loro
consentito di modernizzare la flotta mercantile e di espandere il
commercio. Da allora, la Fenicia non aveva mai smesso di
crescere. I suoi navigatori erano giunti in luoghi distanti
quali la Spagna e l'Oceano Atlantico, e secondo alcune teorie,
tuttavia non ancora confermate, avrebbero lasciato delle
iscrizioni nel nord-est e nel sud del Brasile. Trasportavano
vetro, cedro, armi, ferro e avorio. Gli abitanti delle grandi
città come Sidone, Tiro e Biblo conoscevano i numeri, i
calcoli astronomici, l'uso del vino, e usavano, da quasi duecento
anni, un insieme di caratteri per scrivere cui i greci avevano
dato il nome di alfabeto. All'inizio dell'anno 870 a.C., in un
luogo lontano chiamato Ninive, era riunito un consiglio di
guerra. Un gruppo di generali assiri aveva deciso di inviare i
propri eserciti a conquistare le nazioni situate lungo la costa,
sul mare Mediterraneo. La Fenicia era stata scelta come il primo
paese da invadere. All'inizio dell'anno 870 a.C., due uomini
nascosti in una stalla di Gileade, in Israele, attendevano di
morire nelle ore successive.
Citazioni
Cogli
ogni opportunità che la vita ti dà,
perché, se te la lasci sfuggire, ci vorrà molto
tempo prima che si ripresenti.
Un
bambino può insegnare sempre tre cose a un adulto: a
essere contento senza un motivo, a essere sempre occupato con
qualche cosa e a pretendere con ogni sua forza quello che
desidera.
Un
guerriero accetta la sconfitta. Non la tratta con indifferenza,
non tenta di trasformarla in vittoria. Egli è amareggiato
dal dolore della perdita, soffre all'indifferenza. Dopo aver
passato tutto ciò, si lecca le ferite e ricomincia tutto
di nuovo. Un guerriero sa che la guerra è fatta di molte
battaglie: egli va avanti.
Non
è facile sentire gli angeli: nelle nostre preghiere,
cerchiamo sempre di dire dove sbagliamo e che cosa vorremmo che
ci accadesse. Ma il Signore sa già tutto, e a volte ci
chiede solo di ascoltare quello che l'Universo ci dice. E di
averepazienza.
I
profeti non conoscono il futuro. Trasmettono soltanto la parola
che il Signore ispira loro nel presente. Per questo io sono qui,
senza sapere quando tornerò nel mio paese. Egli non me lo
dirà prima di quanto sia necessario.
Il
Signore ascolta le preghiere di coloro che chiedono di
dimenticare l'odio. Ma è sordo a chi vuole sfuggire
all'amore.
Dall'alto
della montagna tu puoi vedere come sia grande il mondo, e
come siano ampi gli orizzonti.
La
cosa più difficile è definire un cammino per noi
stessi. Chi non compie una scelta, agli occhi del Signore
muore, anche se continua a respirare e a camminare per le
strade. Perché l'uomo deve scegliere. In questo sta la
sua forza: il potere delle sue decisioni.
Quando
si rimanda il raccolto, i frutti marciscono; ma quando si
rimandano i problemi, essi non cessano di crescere.
[Paulo
Coelho, Monte Cinque, traduzione di Rita Desti, Bompiani,
Milano 1998. ISBN 8845235890]
Sulla
sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto
Anche
se avesse dovuto significare partenza, solitudine, tristezza,
l'amore valeva comunque ogni centesimo del suo prezzo.
Avevo
sempre saputo che il vero amore è al di sopra
di tutto e che sarebbe stato meglio morire, piuttosto che
cessare di amare. Ma pensavo che solo gli altri ne avessero
il coraggio. In quel momento, invece, scoprivo di esserene
capace anch'io. Anche se avesse dovuto significare partenza,
solitudine, tristezza, l'amore valeva comunque ogni centesimo
del suo prezzo.
"Avrei
potuto": non riusciremo mai a comprendere il significato di
questa frase. Perché in ogni momento della nostra vita ci
sono cose che sarebbero potute accadere, ma che alla fine non
sono avvenute. Ci sono istanti magici che passano inosservati
quando, all'improvviso, la mano del destino muta il nostro
universo.
Certe
persone vivono in lotta con altre, con se stesse, con la vita.
Allora si inventano opere teatrali immaginarie e adattano il
copione alle proprie frustrazioni.
Chi
ama riesce a vincere il mondo, non ha paura di
perdere nulla. Il vero amore è un atto di totale
abbandono.
Colui
che è saggio, lo è soltanto perché ama. E
colui che è sciocco, lo è solamente perché
pensa di poter capire l'amore.
Dio è
qui ora, accanto a noi. Possiamo vederlo in questa nebbia, in
questo suolo, in questi abiti, in queste scarpe. I
suoiangeli vegliano quando noi dormiamo e ci aiutano quando
lavoriamo. Per ritrovare Dio, basta guardarsi intorno.
I
sentimenti devono essere sempre in libertà. Non si deve
giudicare un amore futuro in base alla sofferenza passata.
L'amore
esiste di continuo. Sono gli uomini che cambiano
L'amore si
scopre soltanto amando.
L'amore
è sempre nuovo. Non importa che amiamo una, due, dieci
volte nella vita: ci troviamo sempre davanti a una situazione
che non conosciamo. L'amore può condurci all'inferno o al
paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo. È
necessario accettarlo, perché esso è ciò ce
alimenta la nostra esistenza. Se non lo accettiamo, moriremo di
fame pur vedendo i rami dell'albero della vita carichi di
frutti: non avremo il coraggio di tendere la mano e di
coglierli. È necessario ricercare l'amore là dove
si trova, anche se ciò potrebbe significare ore, giorni,
settimane di delusione e di tristezza. Perché nel momento
in cui partiamo in cerca dell'amore, anche l'amore muove per
venirci incontro. E ci salva.
Nessun giorno è
uguale all'altro, ogni mattina porta con sé un
particolare miracolo, il proprio momento magico, nel quale
i vecchi universi vengono distrutti e si creano nuove stelle.
Non
possiamo mai giudicare le vite degli altri, perché ogni
persona conosce solo il suo dolore e le sue rinunce. Una cosa è
sentire di essere sul giusto cammino, ma un'altra è
pensare che il tuo sia l'unico cammino.
Perciò
ho scritto, per trasformare
la tristezza in nostalgiasolitudine in
ricordi.
Raramente
ci rendiamo conto che siamo circondati da ciò che è
straordinario. I miracoli avvengono intorno a noi, i segnali
di Dio ci indicano la strada, gli angeli chiedono
di essere ascoltati.
Tutti
i giorni, con il sole Dio ci concede un momento in cui
è possibile cambiare ciò che ci rende infelici.
L'istante magico, quel momento in cui un "sì" o
un "no" può cambiare tutta la nostra esistenza.
Tutti i giorni fingiamo di non percepire questo momento, ci
diciamo che non esiste, che l'oggi è uguale a ieri e
identico a domani. Ma chi presta attenzione al proprio giorno,
scopre l'istante magico: un istante che può nascondersi
nel momento in cui, la mattina, infiliamo la chiave nella toppa,
nell'istante di silenzio subito dopo la cena, nelle
mille e una cosa che ci sembrano uguali. Questo momento esiste:
un momento in cui tutta la forza delle stelle ci pervade e ci
consente di fare miracoli.
Se
lui deve fare una scelta, che la faccia subito. Così lo
aspetterò. Oppure lo dimenticherò. Aspettare è
doloroso. Dimenticare è doloroso. Ma non sapere quale
decisione prendere è la peggiore delle sofferenze.
Se
non rinasceremo, se non torneremo a guardare la vita con
l'innocenza e l'entusiasmo dell'infanzia, non ci sarà più
significato nel vivere.
Sono
convinta che, quando cerchiamo l'amore con coraggio, esso si
rivela e noi finiamo con l'attirare altro amore. Se qualcuno ci
desidera, ci desiderano tutti. Se invece siamo soli, ci isoliamo
sempre di più. La vita è strana.
"Va'
a prendere le tue cose," ha detto. " I sogni
richiedono fatica."
[Paulo
Coelho, Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho
pianto, traduzione di Rita Desti, Bompiani, Milano 1996. ISBN
8845229041]
Undici
minuti
E
in tal caso, anche se ormai l'avrò perduto, mi sarò
guadagnata un giorno di felicità nella mia vita.
Considerando com'è il mondo, un giorno di felicità
può dirsi quasi un miracolo.
Gli
incontri più importanti sono gia combinati dalle anime
prima ancora che i corpi si vedano. Generalmente essi avvengono
quando arriviamo ad un limite. Quando abbiamo bisogno di morire
e rinascere emotivamente.
Il desiderio non
è ciò che vedi ma quello che immagini.
Il
mio obiettivo è comprendere l'amore.
La vita scorre
molto veloce: ti fa precipitare dal cielo all'inferno in pochi
secondi.
L'amore
più forte è quello capace di dimostrare la propria
fragilità.
L'amore non
sta nell'altro, ma dentro noi stessi. Siamo noi che lo
risvegliamo. Ma perché ciò accada, abbiamo bisogno
dell'altro.
Quando
incontriamo qualcuno e ci innamoriamo, abbiamo l'impressione che
tutto l'universo sia d'accordo.
Riusciamo
a dimenticare certe sofferenze soltanto quando possiamo
fluttuare al di sopra dei nostri dolori.
Se
non penserò all'amore, non sarò niente.
Se
un giorno tornerai, sappi che ti sto aspettando. Ho perso
l'occasione di dirti una cosa molto semplice: ti amo. Forse è
tardi, ma voglio che tu lo sappia.
Tesoro,
meglio essere infelice con un uomo ricco che vivere felice con
un uomo povero... non è indispensabile pensare all'amore:
all'inizio, anch'io non amavo tuo padre, ma il denaro compra
tutto, persino l'amore vero. E pensa... tuo padre non è
nepppure ricco!
Tutto
mi dice che sto per prendere una decisione errata, ma anche gli
errori sono un modo di agire. Cosa vuole il mondo da me? Che non
corra i miei rischi? Che torni da dove sono venuta, senza avere
il coraggio di dire sì alla vita?
Vedo
che coloro che hanno toccato la mia anima non sono
riusciti a risvegliare il mio corpo, e coloro che hanno
accarezzato il mio corpo non sono stati in grado di raggiungere
la mia anima.
[Paulo
Coelho, Undici minuti, traduzione di Rita Desti, Bompiani,
Milano, 2003. ISBN 8845254712]
Veronika
decide di morire
Incipit
L'11
novembre 1997, Veronika decise che era finalmente giunto il
momento di uccidersi. Riordinò accuratamente la camera che
aveva affittato presso un convento di suore, spense la stufa, si
lavò i denti e si coricò.
Citazioni
A
questo mondo nulla accade per caso.
Aiutare
gli altri solo per sentirsi migliori di quello che realmente si
è.
Andiamo.
I folli commettono sempre follie.
Aveva
distrutto un mondo privo di interesse per ricostruirlo nella
propria testa con altri colori, personaggi, storie...
Che
cos'è che spinge una persona a detestarsi? Forse la
vigliaccheria. Oppure l'eterna paura di vivere nell'errore, di
non fare ciò che gli altri si aspettano.
È
grave sforzarsi di essere uguali: provoca nevrosi, psicosi,
paranoie. È grave voler essere uguali, perché
questo significa forzare la natura, significa andare contro le
leggi di Dio che, in tutti i boschi e le foreste del mondo, non
ha creato una sola foglia identica a un'altra. Ma tu ritieni che
essere diverso sia una follia, e perciò hai scelto di
vivere a Villette. Perché qui, visto che sono tutti
diversi, diventi uguale agli altri.
Il
dono della serenità è nascosto nel cuore di
ciascuno di noi.
Non
si apprende niente di quanto ti viene raccontato, devi scoprirlo
da solo.
Il
vero io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto
di te.
L'essere
umano si concede il lusso della follia solo quando sussistono le
condizioni.
La
consapevolezza della morte ci incoraggia a vivere
Mantenetevi
folli, e comportatevi come persone normali.
Matto
è colui che vive nel proprio mondo. (Zedka)
Che
cos'è un matto? ...Questa volta ti risponderò
senza giri di parole: la follia è l'incapacità di
comunicare le tue idee. È come se tu fossi in un paese
straniero: vedi tutto, comprendi tutto quello che succede
intorno a te, ma sei incapace di spiegarti e di essere aiutata,
perché non capisci la lingua. (Zedka: p. 61)
Nella
vita ci sono certe cose che, indipendentemente dal lato da cui
le vediamo, sono sempre le stesse e valgono per tutti. Come
l'amore, per esempio. (Zedka)
Nessuno
può giudicare. Ciascuno conosce la grandezza della
propria sofferenza o la dimensione della totale mancanza di
significato della propria vita.
No.
Tu sei una persona diversa, che vuole essere uguale. E questo,
dal mio punto di vista, è considerato una malattia grave.
Quando
ho preso le pastiglie, volevo uccidere qualcuno che detestavo.
Non sapevo che, dentro di me, esistevano altre Veronike che
avrei potuto amare.
Saremo
matti, come coloro che hanno inventato l'amore! (Zedka)
...vivere
ogni giorno come un miracolo...
Quando
molti sognano e soltanto pochi realizzano, l'intero mondo si
sente codardo.
Ho
tante cose da fare: cose che ho sempre lasciato per il futuro,
quando pensavo che la vita fosse eterna; cose per le quali ho
perduto interesse, quando ho cominciato a credere che non
valesse la pena di vivere.
Veronika
aveva capito che tantissime persone di sua conoscenza parlavano
degli orrori della vita altrui come se fossero preoccupatissime
di aiutare gli altri, ma in realtà si compiacevano per la
loro sofferenza: perché questo li portava a credere di
essere felici, considerando che la vita si era mostrata generosa
nei loro confronti.
Non
hai niente da perdere. Molta gente si rifiuta di amare proprio
per questo: perché ha tanto futuro e tanto passato in
gioco. Nel tuo caso, esiste solo il presente.
Se
molta gente pensa che una cosa sia giusta quella cosa lo
diventa.
In
fondo la colpa di tutto ciò che ci accade nella vita è
esclusivamente nostra. Tanta gente ha avuto le nostre stesse
difficoltà, ma ha reagito in maniera diversa. Noi
cerchiamo la cosa più facile: una realtà separata.
Voglio
continuare a essere folle, vivendo la vita nel modo in cui la
sogno e non come desiderano gli altri.
Un
primo amore può non sciogliersi mai ma finisce sempre.
Non
voleva più saperne dell'amore: era stufo di quella
storia. Aveva pensato di lasciar perdere tutto e seguire i
consigli del padre, ma ormai si era spinto troppo lontano: aveva
attraversato l'abisso che separa un uomo dal suo sogno, e non
poteva più tornare. Non poteva andare né avanti né
indietro. La cosa più semplice, dunque, era uscire di
scena.
Quando
ero ancora un giovane avvocato, mi capitò di leggere un
poeta inglese, e una sua frase mi colpì profondamente:
"Sii come la fonte che trabocca, e non come la cisterna che
racchiude sempre la stessa acqua". Ho sempre pensato che il
poeta fosse in errore: è pericoloso "lasciar
traboccare", perché si corre il rischi di inondare
le aree in cui vivono le persone amate, facendole annegare col
nostro amore e il nostro entusiasmo. Per tutta la vita, ho
cercato di comportarmi come una cisterna, senza mai superare i
limiti delle mie pareti interiori.
In
un mondo in cui si tenta disperatamente di sopravvivere, come si
possono giudicare le persone che decidono di morire?
Nella
vita possiamo commettere tanti errori. Tranne uno : quello
che ci distrugge.
[Paulo
Coelho, Veronika decide di morire, traduzione di Rita Desti,
Bompiani, Milano 1999. ISBN 8845241599]
Il
diavolo e la signorina Prym
Esistono
due tipi di idioti: quelli che rinunciano a fare qualcosa perché
hanno ricevuto una minaccia e quelli che pensano che faranno
qualcosa perché li stanno minacciando.
Perfino
Dio ha il suo inferno: è il suo amore per gli
uomini.
L'uomo
ha bisogno di quello che ha in sé di peggiore per
raggiungere ciò che di migliore esiste in lui.
Guerriero
della luce
Cosí
recita il Breviario della Cavalleria Medievale: "L'energia
spirituale del Cammino utilizza la giustizia e la pazienza per
preparare il tuo spirito. Questo è il Cammino del
Cavaliere. Un cammino facile e, insieme, difficile, perché
obbliga a tralasciare le cose inutili e le amicizie relative.
Per questo, all'inizio si sente tanta esitazione nel seguirlo.
Ecco il primo insegnamento della Cavalleria: cancellerai ciò
che fino ad ora hai scritto sul quaderno della tua vita:
inquietudine, insicurezza, menzogna. E scriverai, al posto di
tutto ciò, la parola coraggio."
Il
guerriero della luce crede. Proprio come credono i bambini.
Poiché crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad
accadere. Poiché ha la certezza che il proprio pensiero
possa cambiargli la vita, la sua vita comincia a cambiare.
Poiché è certo che incontrerà l'amore,
l'amore compare. Di tanto in tanto, è deluso. Talvolta,
viene ferito. E allora sente i commenti: "com'è
ingenuo!" Ma il guerriero sa che il prezzo vale. Per ogni
sconfitta, ha due conquiste a suo favore. Tutti coloro che
credono lo sanno.
Il
volo della freccia. La freccia è l'intenzione che si
proietta nello spazio. Una volta che è stata scoccata,
non c'è più nulla che l'arciere possa fare, tranne
osservarne la traiettoria in direzione del bersaglio. Quando
l'arciere tende la corda, può vedere il mondo intero
dentro il suo arco. Quando segue il volo della freccia, questo
mondo gli si avvicina, lo accarezza, dandogli la perfetta
sensazione di aver compiuto il proprio dovere. Un guerriero
della luce dopo aver fatto il suo dovere e aver trasformao la
sua intenzione in gesto non deve temere più nulla: ha
fatto ciò che doveva. Non si è fatto paralizzare
dalla paura, anche se la freccia non dovesse colpire il
bersaglio, egli avrà un'altra possibilità perché
non è stato un vigliacco.
Possiamo
avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente,
assolutamente niente, sostituisce lo sguardodell'essere
umano. Anche quando un amico fa qualcosa che non ti piace, egli
continua a essere un tuo amico. Qualunque azione motivata dal
furore è un'azione condannata al fallimento.
Il
lavoro è una manna quando ci aiuta a pensare a quello che
stiamo facendo. Ma diventa una maledizione nel momento in cui la
sua unica utilità consiste nell'evitare che riflettiamo
sul senso della vita.
I
guerrieri della luce hanno sempre un bagliore nello sguardo.
Essi vivono nel mondo, fanno parte della vita di altri uomini, e
hanno iniziato il loro viaggio senza bisaccia e senza sandali.
In molte occasioni sono codardi. Non sempre agiscono
correttamente. Soffrono per cose inutili, assumono atteggiamenti
meschini, e a volte si ritengono incapaci di crescere. Sovente
si credono indegni di qualsiasi benedizione o miracolo. Non
sempre sono sicuri di ciò che stanno facendo. Molte volte
trascorrono la notte in bianco, pensando che la loro vita non ha
alcun significato. Per questo sono guerrieri della luce. Perché
sbagliano. Perché si interrogano. Perché cercano
una ragione: e certamente la troveranno.
Il
vincitore è solo
Incipit
Si
sveglia alle 7:22 del mattino. È molto più presto
di quanto richiedesse il suo corpo, ma non ha ancora avuto il
tempo di adattarsi alla differenza di fuso tra Mosca e Parigi:
se fosse nel suo ufficio, avrebbe già partecipato almeno a
due o tre riunioni con i collaboratori e starebbe riflettendo su
dove andare a pranzo con qualche nuovo cliente. Ma il suo compito
lì è un altro: trovare qualcuno da sacrificare in
nome dell'amore. Gli occorre una vittima, in modo che Ewa possa
capire il messaggio, quella mattina stessa.
Citazioni
Lui
è disposto a tutto, persino a mandare dei messaggi che
cancelleranno universi e mondi di altre persone, soltanto per
farle capire che non solo sarà riaccolta con gioia, ma
anche che il passato sarà sepolto senza neppure una
domanda.
Igor
la osserva con tenerezza: quella giovane non sa che fra poco, se
tutto cospirerà in favore di quella scelta, la sua anima
vagherà tra le nuvole, libera per sempre da un lavoro
idiota che non le permetterà mai di arrivare dove i suoi
sogni vorrebbero che si trovasse.
Dio
ha creato il mondo in sei giorni. Ma che cos'è il mondo?
È quello che vediamo tu e io? Ogni volta che muore un
individuo, una parte dell'universo viene distrutta. Tutto ciò
che quell'essere umano ha sentito, provato, contemplato sparisce
con lui, proprio come le lacrime si stemperano nella pioggia.
Io
non sono qui per piangere. Sono a Cannes per mandare dei
messaggi alla donna che amo. E, per fare ciò, devo
distruggere alcuni mondi.
Io
non ho perduto niente: ci sono momenti in cui la vita separa due
persone solo perché capiscano quanto l'una sia importante
per l'altra.
Quando
si comincia a riflettere sulle decisioni da prendere,
generalmente si finisce per rinunciare – è
necessario molto coraggio per compiere determinati passi.
"Poiché
sa che esistono altre donne, e che le pene si superano, perché
soffrire tanto?" "Non saprei rispondere. Forse
perché sono stato abbandonato molte volte. Forse perché
devo dimostrare a me stesso di cosa sono capace. Forse perché
ho mentito, e non ci sono altre donne – ce n'è
soltanto una."
La
Samozašcita Bez Oružiya, o "Sambo" –
com'è più conosciuta tra i russi –, è
l'arte di uccidere rapidamente con le mani, senza che la vittima
si renda conto di ciò che sta succedendo. È stata
sviluppata nel corso dei secoli, quando i popoli e le tribù
dovevano affrontare gli invasori senza l'ausilio delle armi.
Venne ampiamente utilizzata dall'apparato sovietico per
eliminare gli oppositori senza lasciare traccia. Tentarono di
introdurla come disciplina alle olimpiadi del 1980 a Mosca, ma
fu scartata perché troppo pericolosa – malgrado gli
sforzi dei comunisti per far ammettere nei giochi uno sport che
praticavano soltanto loro. Perfetto. Proprio per questo, solo
poche persone conoscono le sue mosse.
Aleph
Non
è quello che hai fatto nella tua vita passata a
influenzare il presente, ma è ciò che fai nel
presente che redimerà il passato e logicamente cambierà
il futuro. (pag. 18)
Secondo
la tradizione, nell'attimo che precede la morte, ognuno di noi
conosce il vero motivo dell'esistenza. È in quel momento
che si materializzano l'Inferno e il Paradiso. L'Inferno è
guardarsi indietro in quella frazione di secondo e scoprire di
aver sprecato l'occasione per rendere degno il miracolo della
vita. Il Paradiso è saper affermare in quell'istante: "Ho
commesso alcuni errori, ma non sono stato un vigliacco. Ho
vissuto appieno la vita e mi sono prodigato in ogni mia azione".
(pag. 31)
Una
vita senza causa è una vita senza effetto. (pag. 43)
Il
deja-vu è assai differente da una sorpresa che archiviamo
in fretta poiché la giudichiamo insensata. Esso ci mostra
che il tempo non passa. È il ritorno ad una situazione
già realmente vissuta e che, in quel momento, si
ripresenta identica. (pag. 49)
Sono
ancora lontano dalla meta, perché non riesco a
comprendere ogni particolare. Ma quando sarò in grado di
capire, la verità mi renderà libero.
Ciò
che ci ferisce, ci cura anche.
Se
dovessi darti un consiglio, ti direi: non lasciarti intimidire
dalle opinioni altrui. Poiché solo la mediocrità
cerca conferme, affronta i rischi e fa' quello che desideri.
(pag. 94)
Chi
conosce Dio non lo descrive. Chi descrive Dio non lo conosce.
(pag. 122)
Vivere
è allenarsi. Allenandoci, ci prepariamo per affrontare
tutto quello da cui siamo attesi. A quel punto, la vita e la
morte perdono ogni significato: esistono solo le sfide che
accogliamo con gioia e superiamo con serenità.
La
routine non riguarda affatto la ripetizione. Per raggiungere
l'eccellenza in qualsiasi attività nella vita, è
necessario ripetersi ed esercitarsi. Esercitarsi e ripetere:
apprendere i segreti della tecnica in modo tale che l'azione
diventi intuitiva. (pag. 58)
Il
lato peggiore delle parole è costituito dal fatto che ci
danno la sensazione di essere in grado di farci capire e di
capire gli altri. Ma, appena voltiamo le spalle e ci ritroviamo
faccia a faccia con il nostro destino, scopriamo che non sono
sufficienti. Conosco una moltitudine di individui che – a
parole – sono degli autentici maestri, ma che si rivelano
incapaci di vivere ciò che predicano! Inoltre, una cosa è
descrivere una situazione, un'altra è sperimentarla. Ecco
perché ho compreso da tempo che, quando un guerriero
insegue il proprio sogno, deve ispirarsi a ciò che
realmente fa, non a quello che immagina di fare.
Ecco,
ci si vendica della bellezza. Ci si vendica della gioia, delle
risate e della speranza. In un mondo simile, non c'è
posto per sentimenti che rivelano le nostre miserie, le nostre
frustazioni, la nostra impotenza.
La
musica non è una successione di note. È il
passaggio continuo delle varie note tra il suono e il silenzio.
Anche
se ogni nota scatena un ricordo in ciascuno degli ascoltatori, è
l'intera melodia a raccontare una storia. (pag. 61)
Ricorda
l'Aleph. Ricorda cosa hai sentito in quel momento. Spiegazioni e
risposte non sono sufficienti. Perché ti confonderebbero
ancora di più, con quello che è gia' complesso.
Semplicemente, perdonami.
Non
so perché dovrei perdonare l'uomo che amo.
Perdono
la ragazza che ero, non perché io voglia diventare una
santa, ma perché non voglio continuare a fomentare odio.
Questo odio che logora.
Nella
magia – e nella vita – c'è solo il momento
presente, L'ORA. Non si misura il tempo come si calcola la
distanza tra due punti.
Non
siamo quello che gli altri desideravano che fossimo. Siamo chi
abbiamo deciso di essere.
Non
esistono due viaggi uguali che affrontano il medesimo cammino.
Al
posto del dispiacere e del risentimento, io metto la
comprensione e l'intelletto.
Insieme
con la nascita dell'amore sorge il bisogno di una risposta per
il mistero della vita.
Le
parole sono la vita trasposta sulla carta. Ricerca le persone,
dunque!
Un
abbraccio vuol dire "tu non sei una minaccia. Non ho paura
di starti così vicino. Posso rilassarmi, sentirmi a casa.
Sono protetto, e qualcuno mi comprende". La tradizione dice
che quando abbraciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un
giorno di vita.
La
memoria serve a proteggerci dal pericolo, a insegnarci a vivere
con gli altri, a trovare nutrimento, a crescere, a trasmettere
alla generazione successiva tutto ciò che abbiamo
appreso. E tuttavia non è la materia principale della
vita.
Le
cose cominciano a incastrarsi alla perfezione quando siamo
concentrati su ciò che vogliamo.
Sarò
in grado di amare al di sopra di ogni delusione. A dare anche
quando sarò spogliato di tutto. Ad asciugare lacrime
anche quando starò ancora piangendo. A credere anche
quando sarò nel dubbio.
Qualcuno
ha detto che le lacrime sono il sangue dell'anima. (pag. 84)
Se
dovessi darti un consiglio, ti direi: non lasciarti intimidire
dalle opinioni altrui. Poiché solo la mediocrità
cerca conferme, affronta i rischi e fa quello che desideri.
(pag. 94)
La
vita non è la stazione bensì il treno. (pag. 110)
Chi
conosce Dio non lo descrive. Chi descrive Dio non lo conosce.
(pag. 122)
Impariamo
nel passato, ma non siamo il risultato di quell'apprendimento.
Soffriamo nel passato, amiamo nel passato, piangiamo e
sorridiamo nel passato. Ma, nel presente, quelle esperienze sono
inutilizzabili. Il presente ha le sue sfide, il suo bene e il
suo male. È sbagliato incolpare o ringraziare il passato
per ciò che accade ora. (pag. 125)
Siamo
ciò che desideriamo di essere. Incolpare gli altri è
assai facile. Puoi passare l'intera vita incolpando il mondo, ma
i tuoi successi o le tue sconfitte dipenderanno esclusivamente
da te. (pag. 126)
Il
perdono deve venire dal profondo della tua anima, quell'anima
che trasmigra da un corpo all'altro e, a mano a mano che viaggia
nel tempo inesistente e nello spazio infinito, seguita ad
apprendere. (pag. 164)
Anche
l'assenza di una risposta è una risposta. (pag. 222)
Incipit di
alcune opere
Brida
Trascorrevamo
tutte le sere in un caffè di Lourdes. Io, un pellegrino
del Sacro Cammino di Roma, che avrebbe dovuto marciare per giorni
alla ricerca del proprio Dono. Lei, Brida O'Fern, che controllava
una parte di questo percorso. Una sera, decisi di domandarle
se avesse provato un'emozione davvero forte alla vista di una
certa abbazia, una tappa di quel sentiero a forma di stella che
gli iniziati percorrono nei Pirenei. "Non sono mai stata
lassù", rispose lei.
Le
Valchirie
Stava
guidando da quasi sei ore. Per l'ennesima volta, domandò
alla compagna seduta accanto se quella fosse la strada
giusta. Per l'ennesima volta, la donna consultò la
carta. Sì, era la strada giusta – nonostante il
paesaggio intorno fosse verdeggiante e vi scorresse un fiume, e
la strada apparisse fiancheggiata da alberi. "È
meglio fermarci in una stazione di servizio e domandare,"
disse lei. Proseguirono in silenzio, ascoltando vecchie
canzoni alla radio. Chris sapeva che non c'era bisogno di sostare
in una stazione di servizio, perché stavano procedendo
nella direzione giusta, sebbene lo scenario che li circondava
risultasse piuttosto differente da quello che un viaggiatore si
sarebbe aspettato. In qualsiasi caso, conosceva bene il compagno
– Paulo era un tipo ansioso e diffidente, e aveva la
convinzione che si fosse sbagliata nell'interpretare la mappa. Di
sicuro, se avessero interpellato qualcuno, si sarebbe
tranquillizzato.
Altre:
Verum
scire est scire per causas . (Aristotele)
E'
una bella prigione , il mondo . (Shakespeare)
Gli
uomini,non avendo potuto guarire la morte,la
miseria,l'ignoranza,hanno risolto,per vivere felici,di non
pensarci. (Pascal)
Negli
stessi fiumi scendiamo e non scendiamo , siamo e non siamo .
(Eraclito)
Quanto
piace al mondo é breve sogno . (Petrarca)
Libertà
va cercando, ch' é si cara come sa chi per lei vita
rifiuta. (Dante)
Non
c'é nulla interamente in nostro potere, se non i nostri
pensieri. (Cartesio)
Povera
et nuda vai philosophia , dice la turba al vil guadagno intesa.
(Petrarca)
Che
cos'è il tempo?Se non me lo chiedi lo so;ma se invece mi
chiedi che cosa sia il tempo,non so rispondere.(Agostino)
Non
vorrei mai morire per le mie idee, perchè potrebbero
essere sbagliate. (Bertrand Russell)
Tutto
è follia fuorchè il folleggiare. Tutto è
degno di riso fuorchè il ridersi di tutto. (Leopardi)
Il
mondo nasce per ognun che nasce al mondo. (Pascoli)
La
bellezza è la miglior lettera di raccomandazione per una
donna. (Aristotele)
Ogni
vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato a
qualunque altro uomo. (Che Guevara)
La
speranza é il sogno di chi é sveglio . (Aristotele)
Iuvat
meminisse beati temporis. (Ovidio)
La
maggior parte degli uomini sono filosofi in quanto operano
praticamente e nel loro pratico operare è contenuta
implicitamente una concezione del mondo, una filosofia. (Gramsci)
Il
problema dell'umanità è che gli stupidi sono
strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi. (B.
Russell)
Anche
un orologio fermo segna l'ora giusta due volte al giorno. (H.
Hesse)
Occhio
per occhio... e il mondo diventa cieco. (Gandhi)
Anche
sul trono più elevato del mondo si é pur sempre
seduti sul proprio sedere.(Montaigne)
Ogni
anima é uno specchio vivente dell' universo. (Leibniz)
Se
esiste un uomo non violento, perché non può
esistere una famiglia non violenta? E perché non un
villaggio? una città, un paese, un mondo non violento?
(Gandhi)
Non
esistono domande imbarazzanti, bensì risposte
imbarazzanti. (O.Wilde)
Riconoscere
sé stessi come individui può essere facile ma
l’importante è riconoscere che sono individui anche
gli altri. (Italo Calvino).
L'evoluzione
che porta dall'ameba all'uomo sembra essere evidentemente un
progresso per i filosofi - ma si ignora se l'ameba sia d'accordo
o no con questa opinione. (Bertrand Russell)
Il
diavolo è un ottimista se crede di poter peggiorare gli
uomini. (Karl Kraus)
Non
cantata, l'azione più nobile morirà. (Pindaro)
Uno
è per me diecimila, se è il migliore. (Eraclito)
L'unico
modo per liberarsi da una tentazione é cederle. (O. Wilde)
E'
comune defetto degli uomini, non fare conto, nella bonaccia,
della tempesta. (Machiavelli)
La
morte sorride a tutti;un uomo non può far altro che
sorriderle di rimando.(Marco Aurelio)
La
filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perchè
priva del legame di servitù é il sapere più
nobile.(Aristotele)
Lo
scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero.
(Aristotele)
Cogito
ergo sum. (Cartesio)
Ci
sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello
che sanno. (Oscar Wilde)
Due
cose riempono l'animo con sempre nuovo e crescente stupore e
venerazione, quanto più spesso e accuratamente la
riflessione se ne occupa: il cielo stellato sopra di me, e la
legge morale in me.(Kant)
Coloro
che vincono, in qualunque modo vincano, mai non ne riportano
vergogna. (Machiavelli)
Il
pensare é uno dei massimi piaceri concessi al genere umano
. (B. Brecht)
E'
più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. (Albert
Einstein)
Tutto
ciò che è stato scritto dagli uomini sulle donne
deve essere ritenuto sospetto dal momento che essi sono ad un
tempo giudici e parti in causa. (Kant)
Non
é vero che abbiamo poco tempo: la verità é
che ne perdiamo molto. (Seneca)
La
stoltezza ha questo di proprio : ricomincia sempre da capo la
vita . (Epicuro)
Non
esistono fatti, ma solo interpretazioni . (Nietzsche)
La
virtù non ha padroni : quanto più ciascuno la onora
, tanto più ne avrà . (Platone)
Vivi
ogni giorno della tua vita come se fosse l' ultimo . (Seneca)
Vuoi
ottenere la vera libertà? Renditi schiavo della
filosofia.(Seneca)
Senza
un avversario la virtù marcisce . (Seneca)
Il
dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola.
Solo gli imbecilli son sicuri di ciò che dicono.
(Voltaire)
La
religione è l'oppio del popolo. (Marx)
nomi
dei principali filosofi:
A
ABBAGNANO
ABELARDO
ADELARDO
di Bath
ADLER
ALFRED
ADORNO
AGAMBEN
AGAZZI
AGOSTINO
AGRIPPA
AL-ASHARI
ALANO
DI LILLE
ALBERTI
ALBERTO
MAGNO
ALCMEONE
ALCUINO
DI YORK
AL-FARABI
ALESSANDRO
DI AFRODISIA
ALESSANDRO
DI HALES
ALEXANDER
SAMUEL
AL-GAZALI
AL-KINDI
ALMARICO
di Béne
AL-RHAZI
ALTHUSSER
AMAFINIO
AMELIO
(GENTILIANO)
ANASSAGORA
ANASSIMANDRO
ANASSIMENE
ANDERS
(STERN) Gnther
ANDRONICO
DI RODI
ANNICERIDE
ANSCOMBE
ANSELMO
ANTIFONTE
ANTIOCO
ANTISERI
DARIO
ANTISTENE
APEL
APOLLINARE
di Laodicea
APULEIO
ARCESILAO
DI PITANE
ARCHITA
ARDIG
ARENDT
ARIO
ARISTIPPO
ARISTONE
DI CEO
ARISTOTELE
ARNAULD
ARON
AURELIO
MARCO
AUREOLO
PIETRO
AUSTIN
AUSTROMARXISMO
AUTRECOURT
NICOLA
AVERROE'
AVICEBRON
AVICENNA
AYER
B
BACHELARD
GASTON
FRANCESCO
BACONE
RUGGERO
BACONE
BAKUNIN
von
BALTHASAR
BANFI
ANTONIO
BARTH
KARL
BARTHES
BATAILLE
BATESON
BAUDRILLARD
BAUER
BRUNO
ZYGMUNT
BAUMAN
BAUMGARTEN
BAUSOLA
BAYLE
BECCARIA
BECK
JACOB SIGISMUND
BENAMOZEGH
CARMELO
BENE
BENEDETTO
di Norcia
BENJAMIN
WALTER
BENTHAM
BERDJAEV
BERENGARIO
BERGSON
BERKELEY
BERLIN
BERNARDO
di Chiaravalle
BERNARDO
SILVESTRE
BERNSTEIN
BERTOLDO
di Moosburg
BLOCH
BLONDEL
BLUMENBERG
BOBBIO
NORBERTO
BODIN
JEAN
BOEZIO
BOEZIO
DI DACIA
BHME
BOLZANO
BONALD
BONAVENTURA
BONHOEFFER
BONTADINI
BORDIGA
BOTERO
BOULANGER
BOURDIEU
BOUTROUX
BRACCIOLINI
BRADLEY
BRADWARDINE
BRAHE
BRENTANO
BROWN
BRUNI
BRUNO
GIORDANO
BUBER
BULTMANN
BUONARROTI
BURCKHARDT
BURIDANO
BURKE
BUTLER
C
CACCIARI
CAFIERO
CALOGERO
GUIDO
CALVINO
GIOVANNI
CAMPANELLA
TOMMASO
CAMUS
ALBERT
MARZIANO
CAPELLA
CAPOGRASSI
CARABELLESE
CARACCIOLO
CARNAP
CARNEADE
CARTESIO
CASSIODORO
CASSIRER
CASTIGLIONE
BALDESAR
CASTORIADIS
CATTANEO
CAVARERO
CESALPINO
CHARDIN
(Teilhard de)
CHASTELLUX
CHATEAUBRIAND
CHE
GUEVARA
CHLADENIUS
CHOMSKY
CHRISTINE
De Pizan
CICERONE
CLARKE
CLAUSEWITZ
CLEMENTE
COHEN
COLLI
GIORGIO
COLLINS
COMTE
CONDILLAC
CONDORCET
CONSTANT
COPERNICO
CORTES
DONOSO
COUSIN
COX
CRANTORE
DI SOLI
CRATETE
DI TEBE
CRATILO
CREMONINO
CRITOLAO
CRIZIA
CROCE
CUDWORTH
CUOCO
CUSANO
CYRANO
DE BERGERAC
D
D'ALEMBERT
DAMASCIO
DAMASIO
DAMIANI
(PIER)
DARWIN
DAVIDE
DI DINANT
DAVIDSON
DONALD
DE
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