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Giovanni Mario Sipala






FRASI CELEBRI E FAMOSE DI AUTORI FAMOSI, I GRANDI FILOSOFI DEL PASSATO, AFORISMI E CITAZIONI FAMOSE, FRASI D'AMORE, FRASI FILOSOFICHE SULLA VITA



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Voltaire



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Voltaire



Citazioni di Voltaire

  • Ai vivi si devono dei riguardi, ai morti si deve soltanto la verità. (da Prima lettera a M.me de Genonville sull'Edipo, 1719)

  • Alla corte, figliolo, l'arte più necessaria | Non è di parlar bene, ma di saper tacere. (da L'Indiscret)

  • Ama la verità, ma perdona l'errore. (da Discours en vers sur l'homme)

Aime la vérité, mais pardonne à l'erreur.
  • C'è chi in seconda fila brilla e in prima s'eclissa. (da La Henriade)

  • Dichiariamolo apertamente noi che non siamo preti e che non li temiamo: la culla della Chiesa nascente è circondata solo da imposture. È una sequela ininterrotta di libri assurdi sotto nomi supposti. (da L'affermazione del cristianesimo, ed. Procaccini, Napoli, 1988, p. 88)

  • È dal Nord che oggi ci viene la luce. (da Épitre à l'imperatrice de Russie, Cathérine II, 1771, v. 8)

C'est du Nord aujourd'hui que nous vient la lumière.
  • È uno scrittore [Marivaux] che conosce tutti i viottoli del cuore umano, ma non sa la strada maestra. (citato in Fernando Palazzi, Dizionario degli aneddoti, Baldini Castoldi Dalai, 2000).

  • Ed ecco per l'appunto come si scrive la storia. (da Charlot ou la Comtesse de Givry, I, 7)

Et voila justement comme on écrit l'histoire!
  • Egli compilava, compilava, compilava. (da Le pauvre diable, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 240)

Il compilait, compilait, compilait.
  • I mulatti sono semplicemente una razza bastarda. (citato in Gianni Scipione Rossi,Razzismo. Il buio della ragione nel secolo dei lumi)[1]

  • I negri e le negre, trasportati nei paesi più freddi, continuano a produrvi animali della stessa specie. (citato in Gianni Scipione Rossi, Razzismo. Il buio della ragione nel secolo dei lumi)[2]

  • I negri sono, per natura, gli schiavi degli altri uomini. Essi vengono dunque acquistati come bestie sulle coste dell'Africa. (dal Saggio sui costumi)

  • I tiranni hanno sempre una qualche sfumatura di virtù; supportano le leggi, prima di distruggerle. (citato in Call of Duty 4: Modern Warfare)

  • Il brasiliano è un animale che non ha ancora raggiunto la maturazione della propria specie. (da Dialogues et anedoctes philosophiques, 1768)

  • Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Soltanto gl'imbecilli sono sicuri di ciò che dicono. (citato in Indro Montanelli, L'Italia del Settecento, Rizzoli, 1971)

  • Il segreto per annoiare sta nel dire tutto. (da Discorso in versi sull'uomo, 6)

Le secret d'ennuyer est celui de tout dire.
  • Il superfluo, cosa quanto mai necessaria. (da Le Mondain, v. 22)

  • La moda di amare Racine passerà come [quella del] caffè. (da: Oeuvres, vol. IV)

  • La religione esiste da quando il primo ipocrita ha incontrato il primo imbecille (citato in Antonio Lopez Campillo, Juan Ignacio Ferreras, Corso accelerato di ateismo, traduzione di Silvia Rupati, Castelvecchi Editore, 2007, p. 28)

  • La storia è una burla che i vivi giocano ai morti. (citato in Indro Montanelli, L'Italia del Settecento, Rizzoli 1971)

  • La storia non è che il quadro dei delitti e delle disgrazie. (da L'Ingènu, histoire véritable, cap. X)

L'histoire n'est que le tableau des crimes et des malheurs.
  • [La teologia è] una collezione di risposte incomprensibili a domande senza senso. (citato in Indro Montanelli, Là dove comincia il grande mistero di Dio, 23 maggio 1996)

  • Non affermo niente; ma mi contento di credere che ci sono più cose possibili di quanto si pensi. (citato in Patrizia de Mennato, La ricerca «partigiana», Libreria CUEM, Milano 1994.)

  • Non che il suicidio sia sempre follia. Ma in genere non è in un accesso di ragione che ci si ammazza. (da Lettera a Mariott)

  • Non possiamo sempre compiacere gli altri, ma possiamo sempre parlare in modo compiacente. (citato in Selezione dal Reader's Digest, dicembre 1962)

  • Non vi è forse nulla di più grande, sulla terra, del sacrificio della giovinezza e della bellezza compiuto dal gentil sesso -giovani spesso di nobili natali- al fine di poter lavorare negli ospedali per l'alleviamento della sofferenza umana. La vista del qual sacrificio è cosa rivoltante, per il nostro animo delicato. Gli individui che si sono staccati dalla religione romana hanno imitato in modo assia imperfetto un così alto spirito di carità (citato in Thomas E. Woods, Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale, Cantagalli 2007, pag. 177-178)

  • Quando la gente comincia a ragionare, tutto è perduto. (da Correspondance, 1/4/1766)

Quand la populace se mêle de raisonner, tout est perdu.
  • Quando occorre, sono serissimo; ma vorrei non essere noioso. (da La pulzella d'Orléans)

  • ... BOSWELL. «Quando venni a trovarvi, pensavo di vedere un grandissimo ma cattivissimo uomo». VOLTAIRE. «Siete molto sincero». BOSWELL. «Sì, ma la stessa [sincerità] mi fa confessare che ho trovato il contrario. Solo il vostroDictionnaire philosophique [mi turba]. Per esempio. Âme, l'Anima...». VOLTAIRE. «Quello è un buon articolo». BOSWELL. «No. Scusate. Non è [l'immortalità] un'idea piacevole? Non è più nobile?». VOLTAIRE. «Sì. Voi avete il noblie desiderio di essere il Re d'Europa. [Dite] "Lo desidero, e chiedo la vostra protezione [per continuare a desiderarlo]". Ma non è probabile». BOSWELL. «No. Ma se non può essere in un modo, non è detto che non possa essere nell'altro. [Come Catone, diciamo] "Dev'essere così", finché [arriviamo a possedere] l'immortalità». VOLTAIRE. «Ma prima di dire che quest'anima esisterà, dobbiamo sapere che cosa sia. Io non conosco la causa. Non posso giudicare. Non posso essere un giudice. Cicerone dice, potius optandum quam probandum. Noi siamo esseri ignoranti. Siamo gli zimbelli della Provvidenza. Io sono il povero Punch». BOSWELL. «Non vorreste che vi fossero pubbliche funzioni?». VOLTAIRE. «Sì, con tutto il cuore. Riuniamoci quattro volte all'anno in un gran tempio con musica, e ringraziamo Dio di tutti i suoi doni. V'è un solo sole. V'è un solo Dio. Vi sia una sola religione. Allora tutti gli uomini saranno fratelli». BOSWELL. «Potrò scrivervi in inglese, e voi mi risponderete?». VOLTAIRE. «Sì. Addio». (citato in James Boswell, Visita a Rousseau e a Voltaire, traduzione di Bruno Fonzi, Adelphi, 1973, p. 108-109)

  • Se Dio non esistesse bisognerebbe inventarlo. (da Épître 104 – Épître à l'Auteur du Livre des Trois Imposteurs, v. 22)

Si Dieu n'existait pas, il faudrait l'inventer.
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Socrate



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Ritratto romano di Socrate conservato al Louvre

Socrate (in greco Σωκράτης, 470 a.C. – 399 a.C.), filosofo greco.

Citazioni di Socrate 

  • Ho un'ultima lezione da dare: essi mi devono uccidere perché sappiano quello che hanno fatto. La città dovrà affrontare la propria colpevolezza. (citato in George Steiner, Totem o tabù, in Nessuna passione spenta, p. 152)

  • Io so di non sapere. (da Platone, Apologia di Socrate)

  • Le parole false non solo sono cattive per conto loro, ma infettano anche l'anima con il male. (da Fedro, 91)

  • Che strana cosa sono il piacere e il dolore; sembra che ognuno di loro segua sempre il suo contrario e che tutti e due non vogliano mai trovarsi nella stessa persona. (da Platone: Fedone)

  • [A proposito di Platone] Ma tu guarda quante sciocchezze mi fa dire questo giovanotto! (citato in Diogene Laerzio,Vite dei Filosofi)

  • Non dalle ricchezze ma dalle virtù nasce la bellezza. La ricerca porta alla verità. Un'ingiustizia non va commessa mai neppure quando la si riceve. Ad una persona buona non può capitare nulla di male: né in vita né in morte, le cose che lo riguardano non vengono trascurate dal Dio. Ma ormai è giunta l'ora di andare io a morire e voi invece a vivere. Ma chi di noi vada verso ciò che è meglio è oscuro a tutti tranne che al Dio. (da Platone, Apologia di Socrate)

  • «Sai dove si vende il pesce?» «Si, al mercato.» «E sai dove gli uomini diventano virtuosi?» «No.» «Allora seguimi» (citato in Diogene Laerzio,Vite dei filosofi)

  • Sarebbe ben comprensibile se uno, a motivo dell'irritazione per tante cose sbagliate, per il resto della sua vita prendesse in odio ogni discorso sull'essere e lo denigrasse. Ma in questo modo perderebbe la verità dell'essere e subirebbe un grande danno. (citato in vatican.va)

Senza fonte 



  • Bisogna mangiare per vivere, non vivere per mangiare.

  • Chi vuol muovere il mondo prima muova se stesso.

  • È meglio subire ingiustizia piuttosto che farla.

  • Ero veramente un uomo troppo onesto per vivere ed essere un politico. (apologia di socrate)

  • I cattivi vivono per mangiare e bere, mentre i buoni mangiano e bevono per vivere.

  • Il mio consiglio per te è di sposarti; se troverai una buona moglie, sarai felice; se non la troverai diventerai un filosofo.

  • L'esser contenti è una ricchezza naturale, il lusso è una povertà artificiale.

  • L'ignoranza è l'origine di tutti i mali.

  • L'uomo più ricco è quello che si accontenta di poco, perché la contentezza è la ricchezza data dalla natura.

  • La meraviglia è un sentimento assolutamente tipico del filosofo. La filosofia non ha altra origine che questa.

  • La morte è l'una o l'altra di due cose. O è un annullamento e i morti non hanno coscienza di nulla; o, come ci vien detto, è veramente un cambiamento, una migrazione dell'anima da un luogo ad un altro.

  • La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere! Perché io so di sapere più di te, che pensi di sapere.

  • Non esitate a sposarvi. Se troverete una buona moglie sarete felici. Se troverete una cattiva moglie diventerete filosofi... e questa è un'ottima cosa per qualunque uomo.

  • Nulla può far danno a un uomo buono, né in vita né dopo la morte.

  • Perché ti meravigli tanto se viaggiando ti sei annoiato? Portandoti dietro te stesso hai finito col viaggiare proprio con quell'individuo dal quale volevi fuggire.

  • Più gente conosco, e più apprezzo il mio cane.

  • Praticare il bene è un affare. Se l'uomo non lo persegue è solo perché non ha la minima idea di dove si trovi il bene. Pertanto non è malvagio ma ignorante.

  • Quella che sul piano soggettivo è la felicità, sul piano oggettivo coincide con la realizzazione della propria essenza.

  • Sono un cittadino, non di Atene o della Grecia, ma del mondo.

  • Tutte le guerre sono combattute per denaro.

  • Viviamo intorno a un mare come rane intorno a uno stagno. [Allude al Mar Mediterraneo]

Attribuite 

  • Conosci te stesso. (Talete)

  • [Le ultime parole di Socrate] O Critone, noi siamo debitori di un gallo ad Asclepio: dateglielo e non dimenticatevene! (daPlatone, Fedone)

Da Diogene Laerzio, Vite dei filosofi
  • Avendo così pochi bisogni che meno non si potrebbe, sono vicinissimo agli dei.

  • Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l'ignoranza.

  • [Interrogato se bisognasse sposarsi o no] In entrambi i casi ti pentirai.

Da Platone, Apologia di Socrate
  • Vada come sta a cuore al dio. Alla legge si obbedisce. Difendersi si deve. (cap. 2)

  • Certamente lo conoscete Cherofonte; [...] un giorno che era andato a Delfi, ebbe la faccia tosta di chiedere al dio [...] se ci fosse qualcuno più sapiente di me e la Pizia gli rispose che non c'era nessuno. (cap. 5)

  • Certo sono più sapiente io di quest'uomo, anche se poi, probabilmente, tutti e due non sappiamo proprio un bel niente; soltanto che lui crede di sapere e non sa nulla, mentre io, se non so niente, ne sono per lo meno convinto, perciò, un tantino di più ne so di costui, non fosse altro per il fatto che ciò che non so, nemmeno credo di saperlo. (cap. 6)

  • Capii ben presto che i poeti componevano le loro opere non facendo uso del cervello ma per una certa disposizione naturale, per una sorta di ispirazione, come gli indovini e i profeti. Anche costoro, infatti, dicono molte e belle cose, ma senza rendersene conto. (cap. 7)

  • Quei giovani che più di tutti hanno tempo libero e che sono figli dei più ricchi, gioiscono nell'ascoltare come gli uomini vengano da me sottoposti a esame, e più volte esse stessi mi imitano, e cercano di sottoporre a esame anche altri. (cap. 11)

  • Chi è quell'uomo che potrebbe credere che esistono i figli degli dei e non esistono gli dei? (cap. 15)

  • Hai torto, amico, se pensi che un uomo di qualche merito debba star lì a calcolare il rischio di vita e di morte, invece di pensare se ciò che fa è giusto o ingiusto e se si è comportato da uomo onesto o malvagio. (cap. 16)

  • Nessuno sa cosa sia la morte e se essa non sia il maggiore di tutti i beni; e invece gli uomini ne hanno paura, come se sapessero bene che essa è il più grande dei mali. (cap. 17)

  • Mai temerò e fuggirò quelle cose che io non so se siano buone, per altre che, invece, so e riconosco cattive. (cap. 17)

  • Non dalla ricchezza nasce la virtù, ma che dalla virtù deriva, piuttosto, ogni ricchezza e ogni bene, per l'individuo come per gli stati. (cap. 17)

  • Nessun uomo riuscirà a salvarsi qualora vorrà opporsi lealmente a voi o al popolo e impedire che nella sua patria avvengano ingiustizie e illegalità. (cap. 19)

  • La pena che i buoni devono scontare per l'indifferenza alla cosa pubblica è quella di essere governati da uomini malvagi. (cap. 21)

  • Una vita senza ricerca non è degna per l'uomo di essere vissuta. (cap. 28)

  • Nessuno, dinanzi alla giustizia o al nemico deve star lì a escogitare i mezzi per sfuggire, a tutti i costi, alla morte. (cap. 29)

  • Ma badate bene, cittadini, che non sia questa la cosa più difficile, ossia sfuggire alla morte, ma che molto più difficile sia sfuggire alla malvagità. Infatti, la malvagità corre molto più veloce della morte. (cap. 29)

  • Se la morte è assenza totale di sensazioni, come se si dormisse un sonno senza sogni, oh, essa sarebbe un guadagno meraviglioso. (cap. 32)

  • Nessun male può accadere ad un uomo giusto, sia durante la vita che dopo la morte. (cap. 33)

Da Platone, Critone
  • Mio caro Critone, questo tuo zelo sarebbe assai lodevole se fosse conforme a giustizia, altrimenti, più esso è insistente, più è biasimevole. (cap. 6)

  • Se noi, prestando orecchio a quelli che non se ne intendono, roviniamo ciò che diventa migliore attraverso un sano esercizio e va, invece, in malora con pratiche dannose, che ne sarà della nostra vita? (cap. 8)

  • L'importante non è vivere, ma vivere bene. (cap. 8)

  • Far del male non è per nulla diverso dall'essere ingiusti. (cap. 10)

Da Platone, Gorgia
  • A che genere di uomini appartengo? A quello di chi prova piacere nell'essere confutato, se dice cosa non vera, e nel confutare, se qualcuno non dice il vero, e che, senza dubbio, accetta d'esser confutato con un piacere non minore di quello che prova confutando. Infatti, io ritengo che l'esser confutati sia un bene maggiore, nel senso che è meglio essere liberati dal male più grande piuttosto che liberarne altri. Niente, difatti, è per l'uomo un male tanto grande quanto una falsa opinione sulle questioni di cui ora stiamo discutendo. Se dunque anche tu sostieni di essere un uomo di questo genere, discutiamo pure; altrimenti, se credi sia meglio smettere, lasciamo perdere e chiudiamo il discorso.

  • La retorica, dunque, a quanto pare, è artefice di quella persuasione che induce a credere ma che non insegna nulla intorno al giusto e all'ingiusto.

  • La scienza non è altro che percezione.

  • Accade invece che, quando ci si trovi in disaccordo su qualche punto, e quando l'uno non riconosca che l'altro parli bene e con chiarezza, ci si infuria, e ciascuno pensa che l'altro parli per invidia nei propri confronti, facendo a gara per avere la meglio e rinunciando alla ricerca sull'argomento proposto nella discussione.

  • Dunque, il retore e la retorica si trovano in questa posizione rispetto a tutte le altre arti: non c'è alcun bisogno che sappia come stiano le cose in sé, ma occorre solo che trovi qualche congegno di persuasione, in modo da dare l'impressione, a gente che non sa, di saperne di più di coloro che sanno.

  • Apposta noi ci procuriamo amici e figli! perché quando noi, divenuti più vecchi, cadiamo in errore, voi che siete più giovani, al nostro fianco, raddrizziate la nostra vita nelle opere e nelle parole.

  • Se uno fa una cosa per un fine, non vuole la cosa che fa, bensì la cosa per cui fa quello che fa.

  • Non bisogna invidiare chi non è degno di essere invidiato né gli sciagurati, ma averne piuttosto compassione.

  • Io non preferirei né l'uno né l'altro; ma, se fosse necessario o commettere ingiustizia o subirla, sceglierei il subire ingiustizia piuttosto che il commetterla.

  • La verità non si confuta mai.

  • I felici sono felici per il possesso della giustizia e della temperanza e gli infelici, infelici per il possesso della cattiveria.

  • Io invece credo, o carissimo, che sarebbe meglio che la mia lira fosse scordata e stonata, e che lo fosse il coro che io dirigessi, e che la maggior parte della gente non fosse d'accordo con me e mi contraddicesse, piuttosto che sia io, anche se sono uno solo, ad essere in disaccordo con me stesso e a contraddirmi.

  • È opportuno che il malvagio venga punito, quanto lo è che il medico curi l'ammalato: ogni castigo, infatti, è una sorta di medicina.

  • Chissà se ciò che è chiamato morire è vivere, oppure se vivere è morire. [citando Euripide]

  • Anche un allevatore di asini, di cavalli e di buoi, che fosse tale quale Pericle fu, avrebbe la fama di essere un cattivo allevatore.

  • La morte, come mi sembra, altro non è che la separazione di due cose, l'anima e il corpo, l'una dall'altra.

  • Dai potenti vengono gli uomini più malvagi.

Citazioni su Socrate 

  • Baratterei tutta la mia tecnologia per una serata con Socrate. (Steve Jobs)

  • Cristo in vicinanza della morte trema, piange, si abbandona alla disperazione. Socrate conversa serenamente con i suoi discepoli sull'immortalità. (Mario Andrea Rigoni)

  • Di tutti gli uomini famosi mai vissuti, quello che di più mi sarebbe piaciuto essere è Socrate. Non tanto perché era un grande pensatore, dato che io stesso sono noto per aver avuto delle pensate discretamente profonde, anche se le mie ruotano invariabilmente attorno a una hostess svedese e a delle manette. (Woody Allen)

  • Egli era rispettosissimo delle credenze religiose popolari, moralissimo, ossequente alle patrie leggi sino a soffrire la morte per non sottrarvisi: eppure, l'opera sua fu diretta involontariamente a distruggere la religione, la morale, l'amor patrio; e ciò perché colla sua dialettica, collo spingere gli uomini ad indagare colla ragione le cagioni di quei sentimenti, li scalzava dalle radici. (Vilfredo Pareto)

  • Io ho conosciuto Socrate e Platone come sintomi di decadenza, come strumenti della dissoluzione greca, come pseudogreci, come antigreci. (Friedrich Nietzsche)

  • La morte di Socrate e la crocifissione di Cristo fanno parte dei grandi tratti caratteristici dell'umanità. (Arthur Schopenhauer)

  • Mentre veniva preparata la cicuta, Socrate stava imparando un'aria sul flauto. "A cosa ti servirà?" gli fu chiesto. "A sapere quest'aria prima di morire". (Emil Cioran)

  • Mi resi conto, allora, che in breve tempo questi individui riuscirono a far sembrare l'età dell'oro il periodo precedente, e fra le altre scelleratezze di cui furono responsabili, mandarono, insieme ad altri, il vecchio amico Socrate – una persona che non ho dubbi a definire l'uomo più giusto di allora – a rapire con la forza un certo cittadino al fine di sopprimerlo. E fecero questo con l'intenzione di coinvolgerlo con le buone o con le cattive nelle loro losche imprese. Ma Socrate si guardò bene dall'obbedire, deciso ad esporsi a tutti i rischi, pur di non farsi complimenti delle loro malefatte. (Platone)

  • Quando Socrate e i suoi due grandi discepoli composero un sistema di etica razionale, essi difficilmente stavano proponendo una legge pratica per l'umanità... stavano semplicemente scrivendo un epitaffio eloquente per la loro patria. (George Santayana)

  • Sapete chi era Aspasia, signore?... Quantunque ella vivesse in un'epoca in cui le donne non avevano ancora un'anima, era un'anima; un'anima color rosa e porpora, più ardente del fuoco, più fresca dell'aurora. Aspasia era creatura in cui i due estremi della donna s'univano; era la prostituta dea. Socrate più Manon Lescaut. Aspasia fu creata nel caso fosse necessitata una meretrice a Prometeo. (Victor Hugo)

  • Socrate diceva non so niente, proprio perché se non so niente problematizzo tutto. La filosofia nasce dalla problematizzazione dell'ovvio: non accettiamo quello che c'è, perché se accettiamo quello che c'è, ce lo ricorda ancoraPlatone, diventeremo gregge, pecore. (Umberto Galimberti)

  • Socrate è il filosofo: Aristotele professa il sistema della propria filosofia. (Carlo Michelstaedter)

  • Socrate era l'uomo più sincero del suo tempo e tuttavia pare che le sue fattezze fossero le più sgraziate della Grecia. Secondo il mio modo di vedere, egli era bello ugualmente, perché tutta la sua vita era protesa alla ricerca della Verità; ricorderete, inoltre, che la sua forma esterna non impedì a Fidia di apprezzare la bellezza della Verità che si celava in lui, anche se, come artista, era abituato a vedere la Bellezza anche nelle forme esteriori. (Mahatma Gandhi)

  • a) Socrate è un uomo; b) tutti gli uomini sono mortali; c) tutti gli uomini sono Socrate, quindi tutti gli uomini sono omosessuali. (Amore e guerra)

  • Socrate in tempo, ch'i ghe desligava | Le caene dei so pìe, con gran diletto | In dove, ch'i lo aveva troppo stretto, | Con tutte le do man el se grattava. (Giorgio Baffo)

  • Socrate investiva l'artigiano, l'uomo che dalle cure giornaliere della vita materiale era posto nell'impossibilità di seguire con frutto lunghi, sottili ed astrusi ragionamenti; ed a lui toglieva la fede, senza potervi in nessun modo sostituirvi utili frutti della ragione. (Vilfredo Pareto)

  • Socrate non è un metafisico nel senso tradizionale [...] e tuttavia l'epiteto di metafisico gli spetta di diritto, perché il suo studio sull'uomo si spinge ben oltre il campo della scienza e penetra nelle radici più profonde dell'essere e dell'agire umano. (Battista Mondin)

  • Socrate si fece serio serio: «Io», cominciò «non so che una cosa sola ...» «È un po' poco» osservò il professore, rabbuiandosi e scambiando occhiate espressive coi colleghi di commissione, «comunque diccela.» «So», proseguì Socrate con grande serenità, «di nulla sapere.» «È una bella nozione» disse tra i denti uno dei professori che assistevano. (Achille Campanile)

Friedrich Nietzsche



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Friedrich Nietzsche



Citazioni di Friedrich Nietzsche

  • Colui che finalmente si accorge quanto e quanto a lungo fu preso in giro, abbraccia per dispetto anche la più odiosa delle realtà; cosicché, considerando il corso del mondo nel suo complesso, la realtà ebbe sempre in sorte gli amanti migliori, poiché i migliori furono sempre e più a lungo burlati. (da Il Viandante e la sua ombra)

  • Come una volta ai tempi di Tiberio i naviganti greci udirono in vicinanza di un'isola solitaria lo sconvolgente grido: "Il grande Pan è morto", così per il mondo ellenico risuonò ora come un doloroso lamento: "la tragedia è morta!" (da La nascita della tragedia)

  • È impossibile che il nostro conoscere possa andare al di là dello stretto necessario per la conservazione della vita. La morfologia ci mostra che i sensi, i nervi, nonché il cervello si sviluppano proporzionalmente alla difficoltà di nutrirsi. (da la Repubblica, a cura di Umberto Galimberti, 7 febbraio 2003)

  • L'intero apparato della coscienza è un apparato per astrarre e semplificare – non orientato verso la conoscenza, ma verso il dominio delle cose. (da la Repubblica, a cura di Umberto Galimberti, 7 febbraio 2003)

  • La conoscenza esiste nella misura in cui è utile. Non c'è dubbio, infatti, che tutte le percezioni di senso sono impegnate in giudizi di valore: utile e dannoso, quindi piacevole e spiacevole. (da la Repubblica, a cura diUmberto Galimberti, 7 febbraio 2003)

  • La logica è legata a questa condizione: supporre che si diano casi identici, perché senza costanti l'uomo non può sopravvivere. (da la Repubblica, a cura di Umberto Galimberti, 7 febbraio 2003)

  • Nichilismo: manca il fine; manca la risposta al "perché?". Che cosa significa nichilismo? – che i valori supremi perdono ogni valore. (citato in Umberto Galimberti, L'ospite inquietante, Feltrinelli, Milano 2008, p. 15)

  • Non ho mai sentito dire che le flatulenze determinino situazioni filosofiche. (da Lettere a Erwin Rohde, Lugano, 29 marzo 1871)

  • Non resta altro mezzo per rimettere in onore la politica, si devono come prima cosa impiccare i moralisti. (Aforisma postumo citato da Giuliano Ferrara in Il Giornale, 4 giugno 2009, pag. 3)

  • Osserva il gregge che pascola davanti a te: non sa che cosa sia ieri, che cosa sia oggi: salta intorno, mangia, digerisce, salta di nuovo. È così dal mattino alla sera e giorno dopo giorno, legato brevemente con il suo piacere ed il suo dispiacere, attaccato cioè al piolo dell'attimo e perciò né triste né annoiato… L'uomo chiese una volta all'animale: "Perché mi guardi soltanto senza parlarmi della felicità?" L'animale voleva rispondere e dice: "Ciò avviene perché dimentico subito quello che volevo dire" – ma dimenticò subito anche questa risposta e tacque: così l'uomo se ne meravigliò. Ma egli si meravigliò anche di se stesso, di non poter imparare a dimenticare e di essere sempre accanto al passato: per quanto lontano egli vada e per quanto velocemente, la catena lo accompagna. È un prodigio: l'attimo, in un lampo è presente, in un lampo è passato, prima un niente, dopo un niente, ma tuttavia torna come fantasma e turba la pace di un istante successivo. Continuamente si stacca un foglio dal rotolo del tempo, cade, vola via – e improvvisamente rivola indietro, in grembo all'uomo. Allora l'uomo dice "Mi ricordo". (da Considerazioni inattuali)

  • Per la ventesima volta ho ieri assistito al capolavoro di Bizet e ancora l'ho udito con la stessa gentile reverenza. Mi sorprende di poter così vincere la mia impazienza. Ma guardare come un'opera siffatta integri la natura di un uomo. Essa è malvagia, perversa, raffinata, fantastica, eppure avanza con passo leggero e composto; la sua raffinatezza non è quella di un individuo, bensì di una razza. Si sono mai uditi sulla scena accenti più tragici, più dolorosi? E come sono ottenuti? Senza smorfie, senza contraffazioni di alcun genere, in piena libertà dalle bugie del "grande stile". Io mi sento diventar migliore quando questo Bizet mi parla. Il mio udito si sprofonda in quella musica; ne percepisco le origini; mi par di assistere alla sua nascita e tremo davanti ai pericoli che ci accompagnano a qualunque audacia; mi trovo incantato dai felici ritrovamenti che Bizet stesso ignora. Sopra quest'opera la fatalità sta sospesa; la felicità di essa è corta, fulminea, e non conosce dilazioni. Io invidio a Bizet il coraggio di questa sua sensibilità eccezionale, che prima di adesso non aveva trovato mezzo per esprimersi nella musica colta d'Europa; il coraggio di questa sensibilità meridionale, brunita, arsa dal sole... Ah finalmente l'amore, l'amore ricondotto indietro verso la natura!... L'amore come destino, come un destino cinico, innocente, crudele, l'amore esatto nella sua forma natura. Io non conosco altro esempio dove la tragica ironia che costituisce il nocciolo dell'amore sia stata espressa con tale severità, con formula così terribile come nell'ultimo grido di José: Oui, c'est moi qui l'a tuée, Carmen, ma Carmen adorée.... (citato in Giulio Confalonieri, La storia della musica, Edizioni Accademia, Milano 1975)

  • Perché drizzare le orecchie per sentire ciò che dice il prossimo? È così provinciale sentirsi vincolati a opinioni che a distanza di qualche centinaio di miglia già non sono più vincolanti. Oriente e occidente sono segni di gesso che qualcuno traccia davanti ai nostri occhi per prendersi gioco della nostra pavidità. (da Schopenhauer come educatore, 1)

  • Sento spesso il bisogno di ruminare il passato e di rendere digeribile il presente con quel condimento. (dalla lettera a Erwin Rohde, Naumburg, 3 novembre 1867)

  • Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto. (da La nascita della tragedia)

  • Sull'origine della logica: caos originario delle rappresentazioni. Le rappresentazioni compatibili tra loro rimasero, la maggioranza di loro andò in rovina e va in rovina. (da la Repubblica, a cura di Umberto Galimberti, 7 febbraio 2003)

  • Tutto considerato, caro amico, d'ora in poi non ha più senso parlare e scrivere su di me, ho passato agli atti per la prossima eternità la questione «chi io sia» con l'opera che sto pubblicando, Ecce Homo. D'ora in poi non bisognerà più curarsi di me, bensì delle cose per cui io esisto. (dalla lettera a Carl Fuchs, Torino, 27 dicembre 1888)

  • [Su Richard Wagner] Un grande punto interrogativo del nostro secolo. (daVolontà di potenza)

  • Io vi insegno l' oltreuomo. L'uomo è qualcosa che deve essere superato. Che avete fatto per superarlo? Tutti gli esseri hanno creato qualcosa al di sopra di sé e voi volete essere il riflusso in questa grande marea e retrocedere alla bestia piuttosto che superare l'uomo? Che cos'è per l'uomo la scimmia? Un ghigno o una vergogna dolorosa. E questo appunto ha da essere l'uomo per l' oltreuomo: un ghigno o una dolorosa vergogna. (da Così parlò Zarathustra)

  • Un solo scrittore conosco che per sincerità posso mettere allo stesso livello se non addirittura più in alto di Schopenhauer:Montaigne. Il solo fatto che un uomo simile abbia scritto, ha aumentato, in verità, la gioia di vivere su questa terra. (daSchopenhauer come educatore, 2)

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  • Che differenza resta tra un convinto e un ingannato? Nessuna, se è stato ben ingannato.

  • Chi soffre è una preda di tutti: di fronte ad un sofferente tutti si sentono saggi.

  • Dove la moralità è troppo forte l'intelletto perisce.

  • E io sopporto soltanto più poeti, che tra l'altro hanno anche dei pensieri, come Pindaro e Leopardi.<

  • Gli uomini passano per essere crudeli, le donne invece lo sono. Le donne sembrano sentimentali, gli uomini invece lo sono.

  • Gli uomini si cullano nel mondo dell'apollineo per escludere il dolore dalla vita e per poter continuare a vivere senza guardare l'altra faccia dolorosa dell'esistenza.

  • Gli uomini sono per la maggior parte troppo indaffarati con se stessi per essere cattivi.

  • I medici più pericolosi sono quelli che, da attori nati, imitano con perfetta arte di illusione il medico nato.

  • Il cristianesimo richiede fede e nient'altro che fede, e respinge con passione la ricerca delle motivazioni.

  • Il non parlare mai di sé è un'ipocrisia molto distinta.

  • Il prestigio dei medici riposa sull'ignoranza delle persone sane e malate: e questa ignoranza a sua volta riposa sul prestigio dei medici.

  • L'amore fa vedere le cose diversamente da come sono.

  • L'esistenza è in realtà un tempo imperfetto che non diventa mai un presente.

  • L'onore è sempre una virtù antica.

  • L'uomo è difficile da scoprire, ed egli è per se stesso la più difficile delle scoperte.

  • La cattiveria è rara, la maggior parte degli uomini si occupa troppo di se stessa per essere malvagia.

  • La felicità non è fare tutto ciò che si vuole, ma volere tutto ciò che si fa.

  • La migliore saggezza è tacere e passare oltre: questo – adesso l'ho imparato!

  • La morale in Europa oggi è la morale del branco.

  • La nostra fede in altri rivela in che cosa noi vorremmo credere di noi stessi.

  • La vista continua di persone sofferenti fa diminuire continuamente la compassione. Invece, si diventa tanto più sensibili al dolore degli altri quanto più si è capaci di partecipare alla loro gioia.

  • La voce dell'uomo è l'apologia della musica.

  • Le donne fini credono che una cosa non esista affatto, quando non è possibile parlarne in società.

  • Lo stupido ti trascina verso il basso per batterti con le sue stesse armi.

  • Ma quale differenza non resta sempre tra il mal di denti e il dolore che risveglia la vista del mal di denti?

  • Non augurate mai ad un invidioso di avere figli: sarebbe geloso di loro perché non può più avere la loro età.

  • Ogni cosa finita, perfetta, viene ammirata; ogni cosa in divenire, sottovalutata.

  • Per chi è molto solo, il rumore è già una consolazione.

  • Potrebbe darsi che lo spirito umano abbia già compreso il mondo, ma non lo sappia ancora...

  • Quando la menzogna si accorda con il nostro carattere diciamo le bugie migliori.

  • Quando la riconoscenza di un gran numero per uno solo perde ogni pudore, allora nasce la gloria.

  • Quanto più pensiamo a tutto quello che fu e che sarà, tanto più pallido ci diventa quel che è ora.

  • Ridere significa essere maligni con tranquilla coscienza.

  • Riguardo a sacrificio e spirito di sacrificio le vittime la pensano diversamente dagli spettatori: ma da tempo immemorabile non si è mai data loro la possibilità di dirlo.

  • Se l'uomo percepisce la verità in uno stato di coscienza, vedrà ovunque solo la miseria e l'assurdità della vita... e un grande disgusto lo assalirà.

  • Se le foglie appassiscono – che c'è da lamentarsi?

  • Se si ha carattere, si ha anche una propria tipica esperienza interiore, che ritorna sempre.

  • Si è maggiormente in pericolo di essere investiti quando si è appena scansata una vettura.

  • Spesso si contraddice un'opinione quando ciò che non è congeniale in realtà è il tono in cui è stata trasmessa.

  • Tutte le azioni sono essenzialmente ignote.

  • Tutti gli uomini che facciamo aspettare a lungo nell'anticamera del nostro favore vanno in fermentazione o divengono acidi.

  • Un politico divide l'umanità in due classi: strumenti e nemici. Il ché significa che ne conosce una sola, la seconda.

  • Una bella donna ha qualcosa in comune con la verità: entrambe danno più felicità quando si desiderano che quando si posseggono.

  • Una passeggiata in un manicomio mostra che la fede non prova nulla.

  • Uno va dal prossimo perché cerca se stesso, un altro, perché vorrebbe perdere se stesso.

  • Vi è un grado di falsità incallita, che si chiama coscienza pulita.

  • Vi sono perdite che comunicano all'anima una sublimità, nella quale essa si astiene dal lamento e cammina in silenzio come sotto alti neri cipressi.

  • Wagner non è un sillogismo, ma una malattia.



Johann Wolfgang von Goethe



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Johann Wolfgang von Goethe

Johann Wolfgang von Goethe (1749 – 1832), poeta e scrittore tedesco.

Citazioni di Johann Wolfgang von Goethe 

Con testo originale 

  • Apri anche l'altra imposta per fare entrare un poco più di luce. (22 marzo 1832, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, pp. 285 e 294)

Macht doch den zweiten Fensterladen auch auf, damit mehr Licht hereinkomme.
  • Conosci tu il paese dove i limoni fioriscono, | nel verde dei fogliami fulgon le arance d'oro? (da Wilhelm Meister, a cura di Silvio Benco, Milano 1950)

Kennst Du das Land, wo die Zitronen blühn, | Im dunklen Laub die Goldorangen glühn?
  • Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera. (dal Götz von Berlichingen, Atto I)

Wo viel Licht ist, ist auch viel Schatten
  • Io perdono all'attore tutti i difetti dell'uomo, ma non perdono all'uomo nessun difetto dell'attore. (da Wilhelm Meister)

Alle Fehler des Menschen verzeih' ich dem Schauspieler, keine Fehler des Schauspielers verzeih' ich dem Menschen.
  • Nel mondo si vive una volta sola. (da Clavigo, I, 1)

Man lebt nur einmal in der Welt.
  • [Ultime parole] Più luce!

Mehr licht![1]
  • Shakespeare und kein End.

Lett.: Shakespeare e nessuna fine, cioè Shakespeare è un'area infinita. (citato in George Steiner, Una lettura contro Shakespeare, in Nessuna passione spenta, traduzione di Claude Béguin, Garzanti, 2001, p. 51)

Varie 

  • Al corpo segue solo l'ombra, nel regno dei morti silente. (da Ballate)

  • Bisogna essere giovani per immaginarsi quale influsso esercitasse su di noi il Laocoonte di Lessing, opera che dall'angolo ristretto di una misera visione ci trascinò nei liberi campi del pensiero. L'ut pictura poesis, tanto a lungo fraintesa, era tutto a un tratto eliminata, e la differenza tra le arti figurative e quelle del linguaggio chiara. (citato in Marino Freschi, Goethe: l'insidia della modernità, p. 23)

  • Chi crede nell'immortalità si goda la sua felicità in silenzio, non ha nessun motivo di darsi delle arie. (J.P. Eckermann, Conversazioni con Goethe)

  • Colui che non è in grado di darsi conto di tremila anni rimane al buio e vive alla giornata. (citato ne Il mondo di Sofia di Jostein Gaarder)

  • Come ogni rosa, così ogni artista ha il suo insetto: io hoTieck. (citato in Albino Luciani, Illustrissimi, p. 41, Edizioni A.P.E. Mursia, Milano 1979)

  • [Mignon, sull'Italia] Conosci la terra dei limoni in fiore,
    dove le arance d'oro splendono tra le foglie scure,
    dal cielo azzurro spira un mite vento,
    quieto sta il mirto e l'alloro è eccelso,
    la conosci forse?
    Laggiù, laggiù io
    andare vorrei con te, o amato mio! (da Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister)

  • Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate... Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi! (citato in Vittorio Aprea,Penziere mieje, prefazione di Francesca Santucci)

  • Dobbiamo dunque pensare all'individuo animale come a un piccolo mondo che esiste in sé, con mezzi propri. Ogni creatura ha una propria ragion d'essere. Tutte le sue parti hanno un effetto e un rapporto diretto l'una con l'altra, rinnovando così il flusso continuo della vita. (da ''Scientific Studies, a cura di Douglas Miller, Suhrkamp, New York, p. 121; citato in Vandana Shiva, Vacche sacre e mucche pazze, traduzione di Giovanna Ricoveri, Derive Approdi, Roma, 2001, p. 84)

  • È meglio ingannarsi sul conto dei propri amici che ingannare i propri amici. (da Letteratura e vita)

  • [A Felix Mendelssohn] È un pezzo che non sento più musica ma so che, nel frattempo, tu e gli altri "avete spinto molto avanti l'affare". Io ho ancora molto da imparare da te. (citato in Giulio Confalonieri, Storia della musica, Edizioni Accademia, Milano, 1975)

  • I teologi sotto la loro pelliccia di pecora sono dei lupi feroci. (citato in Karlheinz Deschner, Sopra di noi... niente, Ariele, 2008)

  • Io chiamo l'architettura musica congelata. (J.P. Eckermann, Conversazioni con Goethe)

Attribuita anche a Peter Schilling e Arthur Schopenhauer (Il mondo come volontà e come rappresentazione).
  • Il dubbio cresce con la conoscenza. (da Sprüche in Prosa, 1819)

  • In Italia! In Italia, ma non quest'anno. È troppo presto; non ho le cognizioni necessarie, mi manca ancora molto. Parigi sarà la mia scuola, Roma la mia università. Giacché essa è una vera Universitas e quando la si è veduta, si è veduto tutto. Perciò non ho fretta d'entrarvi. (citato in Marino Freschi, Goethe: l'insidia della modernità, p. 45)

  • La freddezza inalterabile, il crudele piacere della vendetta finiscono per muovere il nostro sdegno; tanto che per avere un marito servo, l'insulso scioglimento ci soddisfa poco o punto. (citato in Gerolamo Bottoni, prefazione a Carlo Goldoni, La locandiera, Carlo Signorelli Editore, Milano, 1934)

  • La lascivia: il gioco col piacere da godere, il gioco col piacere goduto. (da Scritti postumi)

  • La vera fortuna è la frugalità. (da Adler und Taube)

  • La vita appartiene ai viventi, e chi vive deve essere preparato ai cambiamenti. (da Gli anni di pellegrinaggio di Wilhelm Meister)

  • Lei mi saltò addosso e mi tirò uno schiaffo tale che mi mi fischiava un orecchio. Io avevo sempre sentito dire che dopo lo schiaffo di una ragazza ci volesse un ruvido bacio, e così le afferrai le orecchie e la baciai a ripetizione. (da Poesia e verità, I, 2)

  • Ogni colpa è punita sulla terra. (da Wilhelm Meister)

  • Per fare ci vuole talento, per beneficiare denaro. (da Letteratura e vita)

  • Qual è il miglior governo? Quello che ci insegna a governarci da soli. (da Detti sparsi)

  • Questo fatto mostruoso [L'assassinio di Johann Joachim Winckelmann] fece immensa impressione, si levò un lamento e un compianto generale, e la sua morte prematura acuì l'interesse che si aveva per il valore della sua vita. (citato in Marino Freschi, Goethe: l'insidia della modernità, p. 23)

  • [Sull'utopia de La Scienza della Legislazione di Gaetano Filangieri] Quando voi farete nuove leggi, noi dobbiamo prenderci la briga di escogitare il modo di trasgredirle. (citato in Elena Croce, La patria napoletana)

  • Se la gioventù è un difetto, è un difetto che si abbandona subito. (da Scritti postumi)

  • Te ne vai leggero se non hai niente; ma la ricchezza è un peso più leggero. (da Motti in rima)

  • Sì, posso dire che solamente a Roma ho sentito che cosa voglia dire essere un uomo. Non sono mai più ritornato a uno stato d'animo così elevato, né a una tale felicità di sentire. Confrontando il mio stato d'animo di quando ero a Roma, non sono stato, da allora, mai più felice. (9 ottobre 1828, conversazione con Eckermann; citato in Attilio Brilli, Viaggi in corso, Il mulino, 2004, p. 16)

  • «Sai tu la terra ove i cedri fioriscono? Splendon tra le brune foglie arance d'oro, pel cielo azzurro spira un dolce zeffiro, umil germoglia il mirto, alto l'alloro...» (citato in Rina La Mesa, Viaggiatori stranieri in Sicilia, Cappelli, 1961; Goethe: "evocazione")

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  • A Napoli non si vuole che vivere; si dimentica se stessi e l'universo; quanto a me, è una sensazione abbastanza strana questa di non avere da fare con uomini che pensano a godere.

  • Agli stupidi non capita mai di pensare che il merito e la buona sorte sono strettamente correlati.

  • Amo quelli che desiderano l'impossibile.

  • Anche il facile è difficile quando è bello.

  • Certi libri sembrano scritti non perché leggendoli s'impari, ma perché si sappia che l'autore sapeva qualcosa.

  • Chi ha molto a che fare con i bambini scoprirà che nessuna azione esteriore resta senza influsso su di loro.

  • Chi possiede arte e scienza, ha religione. Chi non le possiede, abbia religione.

  • Ciascuno vede ciò che si porta nel cuore.

  • Crea, artista! Non parlare!

  • E così come si vuole che chi abbia visto uno spettro non possa più ritrovare l'allegria, si potrebbe dire all'opposto che mio padre non poté mai essere del tutto infelice, perché il suo pensiero tornava sempre a Napoli.

  • Essere stato un uomo significa aver dovuto combattere.

  • Gli anni sono come i libri sibillini: più se ne consuma, più diventano preziosi.

  • Gli indù del deserto fanno voto di non mangiare pesce.

  • Gli autori più originali non lo sono perché promuovono ciò che è nuovo, ma perché mettono ciò che hanno da dire in un modo tale che sembri che non sia mai stato detto prima.

  • I matematici sono come i francesi: se si parla con loro, traducono nella loro lingua, e diventa subito qualcosa di diverso.

  • Il codardo minaccia quando è al sicuro.

  • Il piacere e l'amore sono i cardini delle grandi azioni.

  • In realtà si sa solo quando si sa poco.

  • La mia pace se n'è andata via,
    Il mio cuore è pesante.

  • La musica di Haydn è la lingua ideale della verità.

  • La natura non conosce pause nel suo progresso e sviluppo, e maledice ogni genere d'inattività.

  • La prima e ultima cosa che sarà richiesta al genio è l'amore per la verità.

  • La vita ci insegna ad essere meno duri con noi stessi e con gli altri.

  • L'amore è una cosa ideale, il matrimonio è una cosa reale; una confusione del reale con l'ideale non rimane mai impunita.

  • L'azione è tutto, la gloria niente.

  • Lasciateci vivere in un cerchio piccolo quanto si vuole, siamo comunque creditori e debitori prima di avere il tempo di guardarci intorno.

  • Le cose che amiamo ci modellano.

  • Le maggiori difficoltà stanno dove noi non le cerchiamo.

  • Le passioni sono difetti o virtù solamente se portate all'estremo.

  • L'età non ci rende di nuovo bambini, come si dice. Scopre soltanto che siamo ancora veri bambini.

  • L'individualità dell'espressione è l'inizio e la fine di tutta l'arte.

  • L'opera d'arte può avere un effetto morale, ma richiedere ad un artista uno scopo morale significa fargli rovinare il suo lavoro.

  • L'uomo è uomo, e quel po' di senno che può avere non vale che poco o nulla quando la passione infuria e uno si trova spinto agli estremi limiti dell'umanità!

  • L'uomo intelligente trova ridicolo quasi tutto, l'uomo sensato quasi nulla.

  • L'uomo può vivere soltanto con i suoi simili, e anche con loro non può vivere perché, alla lunga, gli diventa intollerabile che un altro sia il suo simile.

  • L'uomo rimane importante non perché lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere.

  • L'uomo sbaglia finché si sforza.

  • Monotona cosa è l'uman genere.

  • Nessuno vorrebbe parlare molto nella società se sapesse quanto spesso non riesce a capire gli altri.

  • Noi siamo abituati a che gli uomini disprezzino ciò che non conoscono.

  • Noi siamo capaci di fare molti sacrifici nelle cose grandi, ma raramente siamo capaci di sacrificare le piccole.

  • Non conosco me stesso, e che Dio mi aiuti se dovessi mai riuscirci.

  • Non esiste nulla di volgare che, espresso in modo spiritoso, non diventi umoristico.

  • Non si bramano le stelle.

  • Non si è mai soli in pochi.

  • Perché proprio quando mancano le idee, arriva una parola al momento giusto.

  • Più di ogni altro popolo i Greci hanno sognato il sogno della vita nella maniera migliore.

  • Poiché il tempo non è una persona che potremo raggiungere sulla strada quando se ne sarà andata, onoriamolo con letizia e allegrezza di spirito quando ci passa accanto.

  • Quale saggia o stupida cosa potrebbe mai ideare l'uomo che non sia già stata concepita da secoli?

  • Qualsiasi cosa t'imponga la necessità, sopportala; qualsiasi cosa essa comandi, falla.

  • Quando in codesto sentire ti senti veramente felice, chiamalo pure come vuoi: chiamalo felicità, cuore, amore. Per questo io non ho nome alcuno. Sentimento è tutto! La parola è soltanto suono e fumo.

  • Quando si sa mettere a frutto un buon consiglio è come se si sapesse far da sé.

  • Quelli che non sperano in un'altra vita sono morti perfino in questa.

  • Se è vero che la giovinezza è un difetto, ce ne correggiamo in fretta.

  • Se lavoro incessantemente fino alla fine, la natura mi dovrà un'altra forma di esistenza quando quella presente sarà svanita.

  • Se mi domandassero di scegliere come luogo della mia nascita quello più aderente al mio concetto di cittadino e in armonia con le mie necessità poetiche non potrei indicare altra città che Francoforte.

  • Se tratti una persona come se fosse ciò che potrebbe essere, diventerà ciò che potrebbe essere.

  • Se un saggio fa una follia, ha da essere grossa.

  • Senza fretta, ma senza sosta.

  • Si deve Essere qualcosa, per essere capaci di Fare qualcosa.

  • Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole.

  • Siamo abituati al fatto che gli uomini disprezzino ciò che non comprendono.

  • Solo i deboli hanno paura di essere influenzati.

  • Solo se si è pronti a considerare possibile l'impossibile si è in grado di scoprire qualcosa di nuovo.

  • Sono forse Dio? Vedo così chiaramente!

  • Tu devi astenerti, devi astenerti: questa è la canzone eterna.

  • Tutto ciò che è transitorio è soltanto un'immagine.

  • Un grande errore è quello di credersi più di ciò che si è e stimarsi meno di ciò che si vale. (476)

Ein großer Fehler: daß man sich mehr dünkt, als man ist, und sich weniger schätzt, als man wert ist.
  • Una nobile persona attrae persone nobili, e sa come tenerle vicino a sé.

  • Una perfetta contraddizione resta misteriosa ai savi come ai pazzi.

  • Una persona non va mai lontano se non sa dove deve andare.

  • Una verità ripetuta perde la sua grazia, ma un errore ripetuto è assolutamente nauseante.

  • Uno spettacolo per gli dei la vita di due innamorati.



Epicuro



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Epicuro

Epicuro di Samo (in greco Ἐπίκουρος, 341 a.C. – 271 a.C.), filosofo greco.

Citazioni di Epicuro 

  • Anima piccola nella buona sorte si esalta, nell'avversa si annulla. (da Scritti morali)

  • È non solo più bello ma anche più piacevole fare il bene anziché riceverlo. (frammento 551)

  • La divinità o vuol togliere i mali e non può o può e non vuole o non vuole né può o vuole e può. Se vuole e non può, è impotente; e la divinità non può esserlo. Se può e non vuole è invidiosa, e la divinità non può esserlo. Se non vuole e non può, è invidiosa e impotente, quindi non è la divinità. Se vuole e può (che è la sola cosa che le è conforme), donde viene l'esistenza dei mali e perché non li toglie? (frammento 374)

  • Per mio conto io non so concepire che cosa è il bene, se prescindo dai piaceri del gusto, dai piaceri d'amore, dai piaceri dell'udito, da quelli che derivano dalle belle immagini percepite dagli occhi e in generale da tutti i piaceri che gli uomini hanno dai sensi. Non è vero che solo la gioia della mente è un bene; giacché la mente si rallegra nella speranza dei piaceri sensibili, nel cui godimento la natura umana può liberarsi al dolore. (da Sul fine)

  • Se un nemico ti prega, non respingere la sua richiesta, ma prendi le tue cautele: non è diverso da un cane. (da Scritti morali)



Senza fonte

Chi non ricorda il bene passato è vecchio già oggi.

  • Di fronte ad ogni desiderio bisogna porsi questa domanda: che cosa accadrà se il mio desiderio sarà esaudito, e che cosa accadrà se non lo sarà?

  • È nobile cosa la povertà accettata con gioia.

  • In generale la giustizia è uguale per tutti, perché è utile nei rapporti sociali; ma in casi particolari, e a seconda dei luoghi e delle condizioni, risulta che la stessa cosa non è giusta per tutti.

  • Non bisogna rovinare il bene presente col desiderio di ciò che non si ha, ma occorre riflettere che anche ciò che si ha lo si è desiderato. Niente basta a chi non basta ciò che è sufficiente. La scontentezza dell'anima porta l'uomo a desideri eccessivi.

  • Non fingere di essere saggio, ma sii saggio davvero: non abbiamo bisogno di apparire sani, ma di esserlo veramente.

  • Un pezzo di mondo che comprende astri, terre e tutti i fenomeni, ritagliato nell'infinito. [Descrizione del mondo]



Massime Capitali 

Epicuro ne La scuola di Atene diRaffaello Sanzio

  1. L'essere beato e immortale non ha affanni, ne ad altri ne arreca; è quindi immune da ira e da benevolenza, perché simili cose sono proprie di un essere debole.

  2. La morte non è niente per noi. Ciò che si dissolve non ha più sensibilità, e ciò che non ha sensibilità non è niente per noi.

  3. Il limite estremo della grandezza dei piaceri è la rimozione di tutto il dolore. Dove sia il piacere, e per tutto il tempo che vi sia, non vi è posto per dolore fisico, o dell'anima, o per l'uno e l'altro insieme.

  4. Non dura ininterrottamente il dolore della carne; il suo culmine dura anzi un tempo brevissimo; e ciò che di esso appena oltrepassa il piacere non si protrae molti giorni nella nostra carne. Le lunghe malattie poi arrecano alla carne più piacere che dolore.

  5. Non è possibile vivere felicemente senza anche vivere saggiamente, bene e giustamente, né saggiamente e bene e giustamente senza anche vivere felicemente. A chi manchi ciò da cui deriva la possibilità di vivere saggiamente, bene, giustamente, manca anche la possibilità di una vita felice.

  6. Al fine di procurarsi sicurezza nei riguardi degli altri uomini, anche i beni del comando e del regno sono beni secondo natura in quanto con tali mezzi si sia capaci di procurarsela.

  7. Alcuni vollero divenire famosi e rinomati ritenendo così di procurarsi sicurezza nei riguardi degli altri uomini. Ammesso che in tal modo la loro vita sia diventata veramente sicura, essi hanno acquistato un bene secondo natura; ma se la loro vita non lo è divenuta, non hanno raggiunto quel bene secondo natura sotto il cui impulso hanno agito fin dall'inizio.

  8. Nessun piacere è di per se stesso un male: però i mezzi per procurarsi certi piaceri arrecano molti più tormenti che piaceri.

  9. Se ogni piacere si intensificasse nel suo luogo e nella sua durata, e pervadesse tutto il nostro composto o le parti più importanti del nostro essere, allora i piaceri non differirebbero gli uni dagli altri.

  10. Se le cose che danno luogo ai piaceri propri dei dissoluti fossero anche tali da liberarci dai timori dell'animo circa i fenomeni celesti, la morte, il dolore, e ci insegnassero quale sia il limite dei desideri, non avremmo niente da rimproverare a quelli: essi sarebbero infatti ricolmi di ogni piacere e non avrebbero mai da soffrire fisicamente o da affliggersi, nel che consiste appunto il male.

  11. Se non ci turbasse la paura dei fenomeni celesti e quella della morte, ch'essa possa essere qualcosa che ci tocchi da vicino, e il non conoscere il confine dei piaceri e dei dolori, non avremmo bisogno della scienza della natura.

  12. Non sarebbe possibile dissolvere ogni timore intorno alle cose di maggior importanza se non si sapesse quale sia la natura dell'universo, ma si vivesse in sospettoso timore delle cose che ci raccontano i miti; non sarebbe possibile cogliere i piaceri nella loro purezza senza la scienza della natura.

  13. Non gioverebbe a niente il procurarsi sicurezza nei riguardi degli altri uomini finche si continuasse a nutrire timore riguardo a ciò che sta sopra di noi, o sottoterra, o in generale nell'infinito.

  14. Se la sicurezza nei riguardi degli altri uomini deriva fino a un certo punto da una ben fondata situazione di potenza e ricchezza, la sicurezza più pura proviene dalla vita serena e dall'appartarsi dalla folla.

  15. La ricchezza secondo natura ha confini ben precisi ed è facile a procacciarsi, quella secondo le vane opinioni cade in un processo all'infinito.

  16. Poca importanza ha la sorte per il saggio, perché le cose più grandi e importanti sono governate dalla ragione, e cosi continuano e continueranno ad essere per tutto il corso del tempo.

  17. Il giusto è privo in assoluto di turbamento, mentre l'ingiusto è ricolmo del turbamento più grande.

  18. Non cresce il piacere della carne, ma solo subisce variazione, una volta che sia rimossa tutta la sofferenza che viene dal bisogno. Il limite dei piaceri che la ragione ci prescrive è prodotto dal calcolo razionale di questi stessi e di tutte le affezioni dello stesso tipo, che procurano all'anima i più grandi timori.

  19. Un tempo illimitato contiene la stessa quantità di piacere che uno limitato, quando i confini dei piaceri si valutino con retto calcolo.

  20. La carne non ammette limiti nel piacere, e il tempo che serve a procurarle tale piacere è anch'esso senza limiti. Ma il pensiero che ha appreso a ragionare intorno al fine e al limite di ciò ch'è pertinente alla carne, e che ha soppresso il timore dell'eternità, ci rende possibile una vita perfetta, per cui non sentiamo più l'esigenza di un tempo infinito: esso non rifugge dal piacere ne, quando le circostanze ci portano al momento di uscire dalla vita, può dire di andarsene avendo tralasciato qualcosa di ciò che rende questa ottima.

  21. Chi conosce i limiti della vita, sa che è facile rimuovere il dolore che proviene dal bisogno e ottenere ciò che rende la vita perfetta; sì che non ha affatto bisogno di tendere a cose che comportino lotta.

  22. Bisogna ben valutare il fine che ci è dato, e far sì di riportare tutte le nostre opinioni a una certezza evidente; o tutto quanto sarà pieno di insicurezza di giudizio e di turbamento.

  23. Se ti opporrai a tutte le sensazioni, non avrai più nemmeno criteri cui riferirti e perciò neanche modo di giudicare quelle che tu dici essere errate.

  24. Se rifiuterai una sensazione senza ben distinguere fra ciò ch'è dovuto a opinione, ciò che attende conferma, ciò ch'è presente con evidenza in base a sensazione o ad affezione o a un qualunque atto di intuizione rappresentativa della mente, finirai col confondere anche le altre sensazioni con opinione vana, e non riuscirai più ad usare alcun criterio di giudizio. E se nelle nozioni fondate sull'opinione tu farai valere ugualmente sia ciò che attende conferma sia ciò che non riceve conferma, non potrai sfuggire all'errore, perché non ti sarai liberato assolutamente dall'ambiguità nel giudizio circa la verità o falsità di una conoscenza.

  25. Se in ogni circostanza non rapporterai la tua azione al fine secondo natura, ma, nella scelta o nel rifiuto, ti indirizzerai ad altro fine, le tue azioni non saranno in coerenza con le tue parole.

  26. Tutti quei desideri che, se non esauditi, non arrecano vera sofferenza non sono necessari: il loro stimolo è tale da potersi annientare facilmente quando appaiano indirizzati a cose difficili a ottenersi, o siano tali da recare danno.

  27. Di tutte le cose che la sapienza procura in vista della vita felice, il bene più grande è l'acquisto dell'amicizia.

  28. La medesima persuasione che ci incoraggiò a credere che nessun male è eterno o lungamente duraturo ci fa anche ritenere che la sicurezza più grande che si attui nelle cose finite è quella dell'amicizia.

  29. Dei desideri alcuni sono naturali e necessari, altri naturali e non necessari, altri né naturali né necessari, ma nati solo da vana opinione.

  30. Fra i desideri naturali che, se non vengono soddisfatti, non danno luogo a vera sofferenza, ve ne sono di quelli in cui sussiste una forte tensione; e questi hanno origine da vana opinione: e ci è difficile dissiparli non per la loro propria natura, ma per le stolte credenze degli uomini.

  31. Il giusto fondato sulla natura è l'espressione dell'utilità che consiste nel non recare ne ricevere reciprocamente danno.

  32. Per tutti quegli esseri viventi che non ebbero la capacità di stringere patti reciproci circa il non recare ne ricevere danno, non esiste ne il giusto ne l'ingiusto; e altrettanto si deve dire per quei popoli che non poterono o non vollero stringere patti per non recare e non ricevere danno.

  33. La giustizia non esiste di per sé, ma solo nei rapporti reciproci, e in quei luoghi nei quali si sia stretto un patto circa il non recare ne ricevere danno.

  34. L'ingiustizia non è di per sé un male, ma consiste nel timore che sorge dal sospetto di non poter sfuggire a coloro che sono stati preposti a punirlo.

  35. Colui che fa qualcosa di nascosto contro i patti stipulati reciprocamente circa il non recare ne ricevere danno non può confidare di non essere scoperto, anche se per il presente ciò gli riesce infinite volte: non può mai sapere se riuscirà a non farsi scoprire fino alla sua morte.

  36. In senso generale il giusto è uguale per tutti, in quanto è un accordo di utilità reciproca nella vita sociale; ma a seconda della particolarità dei luoghi e delle condizioni risulta che non per tutti il giusto è lo stesso.

  37. Fra le cose che la legge prescrive come giuste, quella che è comprovata come utile dalle necessità dei rapporti sociali reciproci deve esser considerata come avente il requisito del giusto, sia essa la stessa per tutti o no; ma se si ponga una legge che non risulti coerente all'utilità nei rapporti reciproci, essa non possiede la natura del giusto. Se poi ciò che era utile secondo giustizia viene a decadere, pur avendo per un certo tempo corrisposto alla prenozione del giusto, ciò non vuol dire che non lo fosse durante quel tempo, se non ci si vuole turbare per vane chiacchiere ma guardare sostanzialmente ai fatti.

  38. Quando, senza che siano sopravvenute nuove circostanze, le cose sancite dalla legge come giuste si rivelano nella pratica non corrispondenti alla prenozione del giusto, vuol dire che in realtà non erano giuste. Ma quando, essendo sopravvenute nuove circostanze, quelle cose che erano prescritte come giuste non sono più utili, allora bisogna dire che esse sono state giuste fino a che sono state utili per la vita in comune dei cittadini, e che in seguito, quando non sono state più utili, non sono state più nemmeno giuste.

  39. Si è disposto nella maniera migliore contro il turbamento che proviene dall'esterno colui che si è reso affini le cose possibili e non del tutto estranee le impossibili. Quanto a quelle cose riguardo a cui non ha avuto nemmeno tale potere, se ne è astenuto del tutto, fondandosi su tutto ciò che è utile a tale scopo.

  40. Tutti coloro che hanno avuto la possibilità di godere della massima sicurezza nei riguardi di coloro che li circondavano, vivono in comunità gli uni con gli altri nel modo più piacevole e nella più sicura fiducia; e, pur nutrendo fra loro i più stretti legami, non piangono la dipartita di quelli di loro che muoiono prematuramente, come se questi fossero da compiangere.

Sentenze Vaticane 

  1. L'essere beato ed incorruttibile non ha affanni, né ad altri ne arreca; è quindi immune da ira e da benevolenza, perché simili cose sono proprie di una natura debole.

  2. La morte non è niente per noi. Ciò che si è dissolto non ha più sensibilità, e ciò che non ha sensibilità non è niente per noi.

  3. Il dolore non dura continuo nella carne; il suo culmine dura il tempo più breve, mentre quel dolore che appena oltrepassa lo stato di piacere che è proprio della carne, non dimora molti giorni. Le lunghe malattie sono accompagnate più dal piacere nel corpo che dal dolore.

  4. Ogni dolore è facile a disprezzare; quello che comporta sofferenza intensa dura poco tempo, e quello che perdura molto tempo nella carne comporta sofferenza temperata.

  5. Non è possibile vivere felicemente senza vivere con saggezza, virtù e giustizia, né vivere con saggezza, virtù e giustizia, senza vivere felicemente. A chi manchi la saggezza, la virtù e la giustizia, manca anche la possibilità di una vita felice.

  6. Non è possibile per chi contravviene in segreto ad un patto stipulato reciprocamente al fine di non recare né ricevere danno di avere fiducia di non essere scoperto, anche se è già riuscito mille volte a non essere scoperto: fino alla sua morte non sarà mai certo che egli possa evitare di essere scoperto.

  7. È difficile per chi commette ingiustizia evitare di essere scoperto, e impossibile avere fiducia di continuare a non esserlo.

  8. La ricchezza richiesta dalla natura è limitata e facile da acquisire, quella delle vane opinioni si estende all'infinito.

  9. La necessità è un male, ma non è necessario vivere nella necessità.

  10. Ricordati che sei nato a sorte mortale ed a finito tempo di vita: ma con i tuoi ragionamenti sulla natura sei sorto all'infinità ed all'eternità, e hai contemplato "tutte le cose che sono ora e che saranno o che furono nel tempo trascorso".

  11. La maggior parte degli uomini sono in preda al torpore mentre si riposano, al furore mentre agiscono.

  12. L'uomo giusto è privo di turbamento, ma quello ingiusto è ricolmo del turbamento più grande.

  13. Tra le cose ritenute giuste dalla legge, quelle che sono comprovate come vantaggiose ai rapporti sociali reciproci devono essere considerate giuste, se appaiono così a tutti. Ma se qualcuno pone una legge che non risulti vantaggiosa ai rapporti sociali reciproci, essa non ha più la natura del giusto. Se poi ciò che è stato ritenuto in conformità con la giustizia venga a cambiare, ma per un certo tempo sia conforme alla prenozione del giusto, esso era nondimeno giusto per quel periodo di tempo rispetto a quelle persone che non si disturbano per vane chiacchiere ma guardano ai fatti.

  14. Siamo nati una sola volta, e non potremo essere nati una seconda volta; dovremo non essere più per l'eternità. Ma tu, benché non abbia padronanza del domani, stai rinviando la tua felicità. La vita si perde nei rinvii, ed ognuno di noi muore senza aver goduto una sola giornata.

  15. Come noi stimiamo le nostre opinioni, considerandole utili, nel caso che siano ammirate dagli altri ed anche quando non lo sono, nello stesso modo dobbiamo stimare le opinioni altrui, purché ne siano degne.

  16. Nessuno sceglie un male, riconoscendolo come male, ma, allettato da esso perché sembra un bene se considerato in confronto con un male più grande, egli cade in trappola.

  17. Non dobbiamo stimare come più felice il giovane, ma il vecchio che ha vissuto bene. Perché il giovane nella pienezza delle sue forze è spesso confuso e sviato dal vento della fortuna; ma il vecchio che si è ancorato nella vecchiaia come in un porto, tiene ormai saldi nella sicura custodia della gratitudine i beni che prima aveva scarsa fiducia di ottenere.

  18. Se la vista, la conversazione e lo stare insieme vengono tolti, la passione d'amore s'estingue.

  19. Chi si dimentica dei beni tra le cose che sono successe nella sua vita, è già oggi diventato vecchio.

  20. Tra i desideri alcuni sono naturali e necessari, altri sono naturali ma non necessari, ed altri sono né naturali né necessari, ma derivati da vana opinione.

  21. La natura non va forzata, ma persuasa. La persuaderemo soddisfacendo i desideri necessari, ed anche quelli naturali, purché non portino danno, ma respingendo fortemente quelli che siano nocivi.

  22. Un tempo infinito contiene la stessa quantità di piacere che uno finito, quando i confini dei piaceri si misurino col raziocinio.

  23. Ogni amicizia è per se stessa desiderabile, ma il suo motivo principale deriva dai vantaggi che l'amicizia porta con sé.

  24. I sogni non hanno natura divina né potenza divinatoria, ma succedono a causa di immagini che ci hanno impressionati.

  25. La povertà misurata al fine che è proprio della natura, è gran ricchezza, ma la ricchezza, se non viene limitata, è gran povertà.

  26. Bisogna rendersi conto che le argomentazioni lunghe e quelle brevi portano allo stesso fine.

  27. Nel caso di altri tipi di attività, se ne coglie il frutto solo dopo di essere riusciti, dopo molta fatica, a diventare padroni della materia. Nel caso della filosofia però, la conoscenza ed il diletto vanno insieme; visto che il godimento non si raggiunge dopo gli studi, ma gli studi ed il godimento vanno avanti insieme.

  28. Non è da stimare né chi s'abbandona con facilità all'amicizia né chi vi esita. È necessario correre rischi per amore dell'amicizia.

  29. A dirla schietta preferirei, mentre mi occupo della scienza della natura, parlare come un oracolo di ciò che giova a tutti gli uomini, anche se nessuno lo capisse, piuttosto che adattarmi all'opinione pubblica per godermi il plauso che le folle mi elargirebbero in gran copia.

  30. Alcuni, durante la loro vita, s'accumulano di che vivere, senza riflettere che a tutti noi la bevanda della nascita fu versata mortale.

  31. Da ogni altra cosa è possibile metterci al sicuro, ma rispetto alla morte noi tutti abitiamo una città senza mura.

  32. La venerazione verso il saggio è essa stessa un gran bene per colui che la prova.

  33. Il grido della carne è: non aver fame, non aver sete, non aver freddo. Colui che abbia soddisfatto questi bisogni, o che si aspetti di poterli soddisfare, può gareggiare in felicità anche con Zeus.

  34. Non è tanto dell'aiuto degli amici che noi abbiamo bisogno, quanto della fiducia che essi ci aiuterebbero nel caso ne avessimo bisogno.

  35. Non intorbidare i beni presenti col desiderio di quelli che ti mancano, ma considera che i beni presenti erano prima tra le cose solo sperate.

  36. La vita di Epicuro, paragonata a quella di altri, sembra una leggenda per la sua mitezza e la sua autosufficienza.

  37. La natura è debole di fronte al male, ma non di fronte al bene; perché i piaceri la tengono al sicuro, mentre i dolori la rovinano.

  38. D'animo molto meschino è colui che ha molte ragioni fondate per mettere fine alla sua vita.

  39. Non chi cerca sempre l'assistenza degli amici dev'essere considerato un amico, né chi non se ne approfitta mai. L'uno fa mercato del bene per averne il contraccambio, l'altro recide la speranza del bene per l'avvenire.

  40. Chi dice che tutto avviene per necessità non ha nessun argomento per contraddire colui che dice che non tutto avviene per necessità. Questa proposizione è, in base a quello ch'egli dice, essa stessa per necessità.

  41. Dobbiamo allo stesso tempo ridere, filosofare, amministrare la nostra casa, usare di quant'altro è a nostra disposizione e non cessare mai di proclamare le parole della retta filosofia.

  42. Dallo stesso tempo derivano le origini del sommo bene ed il godimento di esso.

  43. Lo smodato amore di ricchezze, se contro giustizia, è empio, e se con giustizia, è vergognoso; perché è condotta indecorosa risparmiare in modo sordido, anche se in conformità con la giustizia.

  44. Il saggio che si è adattato alle necessità sa meglio spartire con gli altri che prendere tutto per sé; nell'autosufficienza ha trovato un tesoro così grande.

  45. La scienza della natura non forma uomini assidui nel vantare o nel parlare, nemmeno uomini che ostentano la propria educazione, la quale è invidiata dalla massa del popolo; ma piuttosto uomini scevri di iattanza ed autosufficienti, uomini che si occupano dei beni propri, non di quelli del mondo.

  46. Cacciamo completamente da noi le nostre cattive abitudini, come se fossero uomini malvagi che ci abbiano per lungo tempo recato danni.

  47. Ti ho prevenuta, o sorte, e da ogni tua insidia mi sono premunito. Non a te né ad alcun'altra circostanza ci arrenderemo: ma quando sia necessario andarcene, sputando ampiamente sulla vita e su quelli che vanamente ci si attaccano, ce ne andremo con un bel peana proclamando quanto bene abbiamo vissuto.

  48. Bisogna cercare di fare il domani migliore dell'oggi, fino a che viaggiamo nella vita. Poi, arrivati alla fine della strada, ci allietiamo moderatamente.

  49. È necessario far calcolo del fine a noi immediatamente dato e di tutta intera l'evidenza, alla quale riportiamo i nostri giudizi. Altrimenti tutto sarà pieno di disordine e confusione.

  50. Nessun piacere è per se stesso un male, però i mezzi per procurarsi certi piaceri portano con sé tormenti che sono molto più numerosi che i piaceri stessi.

  51. [A un giovane] Mi dicono della eccessiva inclinazione della tua carne verso i piaceri del sesso. Ebbene, se non violi le leggi ed i buoni costumi, né offendi il tuo prossimo, né debiliti la tua carne, né dissipi le tue sostanze, fa come vuoi. Bada però che non è possibile non essere ridotto in alcuna di queste necessità; i piaceri del sesso non giovarono mai: già è molto se non fanno male.

  52. L'amicizia percorre danzando la terra, recando a noi tutti l'appello di aprire gli occhi sulla felicità.

  53. Non si deve invidiare nessuno; visto che i buoni non meritano invidia, ed in quanto ai cattivi, più essi trovano buona sorte più si rovinano.

  54. Bisogna non fare finta di filosofare, ma filosofare sul serio; perché non abbiamo bisogno dell'apparenza di salute, ma di vera salute.

  55. Consoliamoci nelle sventure con la memoria dei beni nei tempi passati e con la coscienza che non è possibile fare che ciò che è stato non sia stato.

  56. Il saggio non soffre di più se messo alla tortura egli stesso, che quando il suo amico è messo alla tortura...

  57. ... (quindi non tradirà l'amico) o la sua vita sarà atterrata dalla sfiducia e tutta sconvolta.

  58. Dobbiamo liberarci dal carcere degli affari e della politica.

  59. Ciò che è insaziabile non è lo stomaco, come dicono i più, ma l'opinione falsa che lo stomaco richiede sazietà illimitata.

  60. Ogni uomo si parte dalla vita come se ci fosse appena entrato.

  61. È una cosa bellissima la vista del prossimo, quando al primo incontro ci si scopre dello stesso sentimento, o almeno col desiderio ardente verso questo fine.

  62. Se l'ira dei genitori verso i figli è giustificata, è veramente sciocco se i figli oppongono resistenza e non chiedono scusa. Se l'ira non è giustificata, ma senza ragione, è una cosa veramente ridicola prendere atteggiamenti di sfida esasperandone col proprio risentimento l'irragionevolezza, e non cercare di mitigarla in altri modi mostrando buona volontà.

  63. Una vita frugale porta con sé la purità; colui che non se ne rende conto soffre lo stesso che colui che si abbandona ad una vita smodata.

  64. La lode degli altri deve seguirci spontaneamente; noi dobbiamo occuparci della cura di noi stessi.

  65. È una cosa stolta supplicare gli dei per ottenere ciò che uno è in condizione di procurarsi da se stesso.

  66. Dimostriamo compatimento per le sofferenze degli amici non con le lamentazioni, ma prendendoci cura di loro.

  67. Colui che desidera una vita libera non può accumulare ricchezze dagli affari, visto che questo non è facile senza piegarsi al servizio delle folle e dei potenti, mentre egli possiede già tutto in inesauribile abbondanza. Se la vita libera porta a caso con sé molte ricchezze, anche queste possono facilmente essere condivise con i vicini per ottenerne la benevolenza.

  68. Niente basta a quell'uomo per il quale ciò che basta sembra poco.

  69. La natura ingrata dell'anima ha reso la creatura umana avida di variazioni illimitate nel modo di vivere.

  70. Non fare niente nella vita che ti farà temere che il tuo vicino se ne accorga.

  71. Per tutti i desideri bisogna chiedersi: cosa mi accadrà se quanto questo desiderio richiede ha compimento, e cosa mi accadrà se non l'ha?

  72. Non giova affatto il mettersi in stato di sicurezza fra gli uomini, finché si continuasse ad avere timore riguardo a ciò che sta sopra di noi, o sottoterra, o in generale delle cose dell'infinito.

  73. Il fatto che abbiamo sofferto certi dolori fisici giova a metterci in guardia contro altri dello stesso genere.

  74. Nelle discussioni fatte per amore di se stesse, colui che è vinto guadagna di più, perché egli impara di più.

  75. Ingrata verso i beni passati è la parola che dice: guarda la fine di una vita lunga.

  76. Invecchiando, tu sei proprio come io ti esorto ad essere, e hai riconosciuto che cosa sia il filosofare per se stesso e che cosa sia il farlo per l'Ellade. Me ne rallegro con te.

  77. Il supremo frutto dell'autosufficienza è la libertà.

  78. L'uomo d'animo sincero vive soprattutto nella saggezza e nell'amicizia, l'una bene mortale, l'altra bene immortale.

  79. Chi non si turba trova serenità verso se stesso e verso gli altri.

  80. L'uomo d'indole  Non scioglie dal turbamento dell'anima e neppure vale a dare meritevole gioia il possedere le più grandi ricchezze, né gli onori e l'ammirazione delle folle, né altro di quanto dipende da motivi sregolati.

Citazioni su Epicuro 

  • Di natura divina, semmai, è da ritenere proprio Epicuro, il quale per primo scoprì quella legge dell'esistenza che è chiamata sapienza; egli con l'uso della ragione ha portato in salvo la nostra vita dalle tempeste e dall'oscurità verso un porto tranquillo e verso la luce. Giustamente è a lui che dovremmo attribuire il nome di divinità, poiché ha diffuso tra le genti quei dolci rimedi che danno sollievo alla vita e conforto all'animo. (Tito Lucrezio Caro)

  • Egli solo [Epicuro] vide, per la prima volta, che gli dèi esistono, poiché è stata proprio la natura ad imprimere nella mente di ogni uomo la nozione degli dèi. C'è forse un popolo, c'è una società di uomini che, pur senza una adeguata informazione, non abbia un qualche presentimento dell'esistenza degli dèi? (Marco Tullio Cicerone)

  • Epicuro crede che esistano gli dèi, perché è necessario che esista una natura eccellente, della quale nulla possa essere migliore. (Marco Tullio Cicerone)

  • Epicuro è vissuto e vive in ogni tempo, sconosciuto a quelli che si definivano e si definiscono epicurei, e senza fama presso i filosofi. Egli stesso ha dimenticato il suo nome: fu il bagaglio più pesante che egli mai abbia gettato via. (Friedrich Nietzsche)



Platone



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Platone ne La scuola di Atene diRaffaello Sanzio

Platone (in greco Πλάτων), soprannome di Aristocle di Atene (428 a.C. – 347 a.C.), filosofo greco

Citazioni di Platone 

  • Aster, prima splendevi come stella del mattino tra i viventi, ora, morto, tra i defunti splendi come stella della sera. (citato in Apuleio, Sulla magia e in sua difesa, p. 196, EDIPEM, 1973)

  • Gli incanti sono le parole buone. (Carmide, citato in Apuleio, Sulla magia e in sua difesa, p. 207, EDIPEM, 1973)

  • La bellezza è mescolare in giuste proporzioni il finito e l'infinito. (citato in Ermes Ronchi, Il canto del pane, San Paolo, 2006, p. 78)

  • O Dione, col tuo amore hai reso pazzo il mio cuore. (citato in Apuleio, Sulla magia e in sua difesa, p. 196, EDIPEM, 1973)

  • Per natura, all'opinione piace opinare. (citato in Umberto Galimberti, Il gioco delle opinioni, Feltrinelli, 2007)

Senza fonte 

  • Chi sa propriamente definire e dividere deve essere considerato un dio.

  • Dio geometrizza sempre. (citato da Plutarco)

  • Educa i ragazzi col gioco, così riuscirai meglio a scoprire l'inclinazione naturale.

  • Il bello è lo splendore del Vero.

  • L'amore è una grave malattia mentale.

  • L'anima non porta niente con sé nell'altro mondo tranne la propria educazione e cultura; e questo si dice che sia il più grande servizio oppure il torto più grande che si possa fare ad un uomo morto, proprio all'inizio del suo viaggio.

  • La matematica è come la dama: è adatta ai giovani, non troppo difficile, divertente, e senza pericoli per lo stato.

  • La poesia si avvicina alle verità essenziali più della storia.

  • La musica fa bene al cuore e all'anima.

  • Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l'insuccesso sicuro: voler accontentare tutti.

  • Non è degno del nome dell'uomo colui che non sa che la diagonale di un quadrato è incommensurabile con il suo lato.

  • Oligarchia: un governo basato sul valore della proprietà, nel quale i ricchi detengono il potere e i poveri ne sono privati.

  • Pare che la verità indichi il vagabondare di Dio.

  • Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia dellavita è quando un uomo ha paura della luce.

  • Rimangono ancora tre tipi di studio adatti per l'uomo libero. L'aritmetica è uno di essi.

  • Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco, che in un anno di conversazione.

  • Siamo legati ai nostri corpi come un'ostrica alla conchiglia.

  • Sono tre le arti connesse a tutte le cose: una che usa, un'altra che fa, e una terza che imita le prime due.

Attribuite 

  • L'uomo è un bipede implume.

Attribuita da Diogene Laerzio nelle Vite dei filosofi, VI, cap. 2. Non trova riscontri nelle sue opere.[1]
  • Solo i morti hanno visto la fine della guerra.

Questa citazione, attribuita a Platone nel film Black Hawk Down non trova riscontri nelle sue opere. [2][3]

Arthur Schopenhauer



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Arthur Schopenhauer

Arthur Schopenhauer (1788 – 1860), filosofo tedesco.

Citazioni di Arthur Schopenhauer 

  • Chi è amico di tutti non è amico di nessuno. [1]

  • È certo che un uomo può fare ciò che vuole, ma non può volere ciò che vuole. (citato in Albert Einstein, Come io vedo il mondo)

  • Il più grande moralista dei tempi moderni è stato senza dubbio Jean Jacques Rousseau, il conoscitore profondo del cuore umano, che attingeva la sua saggezza non nei libri ma nella vita, e che destinava la sua dottrina non alla cattedra, ma all'umanità. (da Il Fondamento della Morale)

  • In fondo al cuore le donne pensano che compito dell'uomo è guadagnare soldi, e compito loro spenderli. (da Parerga e Paralipomena)

  • In India, le nostre religioni non attecchiranno mai; l'antica saggezza della razza umana non sarà oscurata dagli eventi in Galilea. Al contrario, la saggezza indiana fluirà indietro verso l'Europa, e produrrà cambiamenti fondamentali nel nostro pensiero e nelle nostre conoscenze.

In India, our religions will never at any time take root; the ancient wisdom of the human race will not be supplanted by the events in Galilee. On the contrary, Indian wisdom flows back to Europe, and will produce a fundamental change in our knowledge and thought.(da The World as Will and Representation, Volume I, & 63 p. 356-357; citato in A Tribute to Hinduism)
  • La cortesia è per la natura umana quello che è il calore per la cera. (da Parerga e Paralipomena)

  • La pietà per ogni essere vivente è la prima valida garanzia per il buon comportamento dell'uomo. (citato in Bruna D'Aguì,Creaturismo. Le fondamenta del creato, Nuova Stampa, Roma 2007, pp. 211-212)

  • La soddisfazione dell'istinto sessuale è in sé assolutamente riprovevole, in quanto è la più forte affermazione della vita. Ciò vale sia nel matrimonio che al di fuori di esso. Ma il secondo caso è doppiamente riprovevole, in quanto è al tempo stesso negazione dell'altrui volontà: alla ragazza infatti ne deriverà direttamente o indirettamente sventura; e l'uomo dunque soddisfa la sua voglia a spese della felicità di altri. (da Manoscritti, 1815)

  • Le Upaniṣad sono state la consolazione della mia vita, e saranno la consolazione della mia morte. (citato in La saggezza indiana, a cura di Gabriele Mandel, Rusconi, 1999)

  • Ma nulla si conosce interamente finché non vi si è girato tutt'attorno per arrivare al medesimo punto provenendo dalla parte opposta. (da Il primato della volontà, a cura di Giovanni Gurisatti, Adelphi, Milano, 2002, p. 94)

  • Nelle persone di capacità limitate la modestia è semplice onestà, ma in chi possiede un grande talento è ipocrisia. (daParerga e paralipomena; citato in Elena Spagnol, Citazioni, Garzanti, 2003)

  • Operari sequitur esse, ergo unde esse inde operari. (da La libertà del volere umano, Laterza)

  • Prima di bruciare vivo Vanini, un pensatore acuto e profondo, gli strapparono la lingua, con la quale, dicevano, aveva bestemmiato Dio. Confesso che, quando leggo cose del genere, mi vien voglia di bestemmiare quel dio. (da Der handschriftliche Nachlass, hrsg. von A. Hübscher, 5 voll., Frankfurt am Main 1966-68, vol. 4, II, p. 23)

  • Quando uno comincia a parlare di Dio, io non so di cosa parli, infatti le religioni, tutte, sono prodotti artificiali. (da O si pensa o si crede)

  • Solo la luce che uno accende a se stesso, risplende in seguito anche per gli altri. (da Parerga e Paralipomena, volume I, Adelphi)

  • Vi è dunque, nel cuore di ogni uomo, una belva, che attende solo il momento propizio per scatenarsi e infuriare contro gli altri. (Parerga, II)

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  • Altri tempi dovrebbero sorgere invero, prima che la mia filosofia possa giungere a una cattedra: sarebbe davvero bella che questa mia filosofia, dalla quale non si può trarre guadagno, raggiungesse l'aria e la luce, e persino una universale considerazione! (Da "Il mondo come volontà e rappresentazione")

  • Anche per i più longevi, la vita è troppo breve in relazione ai progetti fatti.

  • Anch'io son giunto alla fine, e ho la soddisfazione di vedere, al termine delle mie fatiche, che la mia opera comincia ad esercitare la sua azione, fiducioso altresì che questa, come afferma un antico detto, sia tanto più a lungo durevole quanto più tardi è cominciata.

  • Che cosa rende filosofi? Il coraggio di non serbare nel proprio cuore alcuna domanda (da 'Sulla filosofia e il suo metodo' in "Parerga e Paralipomena").

  • Che cosa si può pretendere da un mondo in cui quasi tutti vivono soltanto perché non hanno il coraggio di suicidarsi!

  • Che i vermi roderanno il mio corpo è un pensiero che posso sopportare; ma che i professori di filosofia rodano la mia filosofia, è un'idea che mi fa venire i brividi.

  • Che io dica sul serio si vede dal fatto che, se mai avessi aspirato al plauso dei miei contemporanei, avrei dovuto eliminare almeno una ventina di passi della mia opera che contrastano appieno con tutte le loro opinioni e che anzi, in parte, devono loro apparire scandalosi. Ma giudicherei un delitto il sacrificio d'una sola sillaba a quel plauso.

  • Chi è gaio ha sempre una ragione di esserlo, cioè appunto il fatto che lo è. Nulla può sostituire così pienamente qualunque altro bene come questa qualità, mentre essa stessa non è sostituibile. Poniamo che uno sia giovane, bello, onorato; si chiede, volendo giudicare la sua felicità, se sia anche sereno; se invece è sereno, è poi indifferente che sia giovane o vecchio, diritto o storto, povero o ricco: è felice!

  • Chi ha giuste intuizioni in mezzo a cervelli confusi si trova come uno che abbia un orologio che funziona in una città dove tutti i campanili hanno orologi che vanno male. Lui solo conosce l'ora esatta, ma a che gli giova? Tutti si regolano secondo gli orologi della città che indicano l'ora sbagliata, persino chi è al corrente che solo il suo orologio segna l'ora giusta.

  • Chi non ama la solitudine non ama neppure la libertà, perché si è liberi unicamente quando si è soli.

  • Ciò che nella vita reale mi ha sempre e ovunque ostacolato è stata la mia incapacità, fin negli anni della vecchiaia, di farmi un'idea autentica della meschinità e della bassezza degli uomini.

  • Con poco sapere, ma di buona qualità, si produce di più che con moltissimo sapere di cattiva qualità.

  • Considera ogni giornata come una vita a sé stante.

  • Dall'albero del silenzio pende il suo frutto, la pace.

  • Dei mali della vita ci si consola con la morte, e della morte con i mali della vita. Una gradevole situazione.

  • Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri.

  • Gli uomini hanno bisogno di qualche attività esterna, perché sono inattivi dentro.

  • I giorni felici li viviamo senza accorgercene, e solo quando arrivano quelli brutti tentiamo invano di richiamarli indietro.

  • I miei scritti recano così chiara l'insegna dell'onestà e della franchezza da essere, per questo solo, in stridente contrasto con quelli dei tre celebri sofisti del periodo postkantiano.

  • I pensieri degli spiriti originali non tollerano la mediazione di una mente comune. Trasportati entro l'angusto alloggio di crani stretti, schiacciati, massicci [...] essi – nati dietro spaziose, alte e ben curvate fronti sotto le quali splendono occhi luminosi – perdono ogni vita e vigore, non si riconoscono più. (Da "Il mondo come volontà e rappresentazione")

  • I pensieri messi per iscritto non sono nulla di più che la traccia di un viandante nella sabbia: si vede bene che strada ha preso, ma per sapere che cosa ha visto durante il cammino bisogna far uso dei suoi occhi.

  • Il destino mescola le carte e noi giochiamo.

  • Il filosofo non deve mai dimenticare che la sua è un'arte e non una scienza.

  • Il grande dolore che ci provoca la morte di un buon conoscente ed amico deriva dalla consapevolezza che in ogni individuo v'è qualcosa che è solo suo, e che va perduto per sempre.

  • Il medico vede l'uomo in tutta la sua debolezza, l'avvocato in tutta la sua cattiveria, il parroco in tutta la sua stupidità.

  • Il perfetto uomo di mondo sarebbe colui che non fosse mai né dubbioso né precipitoso nel prendere le sue decisioni.

  • Il più insignificante presente ha rispetto al più insignificante passato il vantaggio della realtà.

  • Il principio dell'onore e del coraggio consiste propriamente nel considerare piccoli i mali più grandi, se sono causati dal destino, e invece grandi anche i più piccoli, se sono causati dagli uomini.

  • Il suicida è uno che, anziché cessar di vivere, sopprime solo la manifestazione di questa volontà: egli non ha rinunciato alla volontà di vita, ma solo alla vita.

  • Imitare le qualità e le caratteristiche altrui è molto più vergognoso del portare abiti altrui: perché è il giudizio della propria nullità espresso da se stessi.

  • Immaginiamo che qualcuno, per esperienza propria o perché glielo fanno notare gli altri, riconosca un grave difetto del proprio carattere e se ne rammarichi, proponendosi con fermezza e sincerità di migliorarsi e di liberarsene: ciò nonostante, alla prima occasione, quel difetto avrà di nuovo libero corso. Nuovo pentimento, nuovo proposito, nuova ricaduta.

  • In ogni arte la semplicità è essenziale.

  • In questo gli uomini sono proprio come i bambini: diventano maleducati se li si vizia; dunque non si deve essere con nessuno troppo accomodanti e affettuosi.

  • In tutti i popoli esistono i monopolizzatori e gli appaltatori del bisogno metafisico: i preti.

  • Io non ho scritto per gli imbecilli. Per questo il mio pubblico è ristretto.

  • La conoscenza è fatta di una materia più dura di quella della fede sicché, quando si urtano, è la fede a spaccarsi.

  • La felicità è come l'elemosina gettata al mendico. Gli permette di vivere oggi per prolungare il suo dolore l'indomani.

  • La gloria la si deve acquistare, l'onore invece basta non perderlo.

  • La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro mondo; ma la stupidità in questo.

  • La massa ha scarsissima capacità di giudizio e assai poca memoria.

  • La mia filosofia non è per nulla adatta a che si possa vivere di lei. Essa è priva dei requisiti primi, essenziali per una ben retribuita cattedra di filosofia. (Da "Il mondo come volontà e rappresentazione")

  • La morte acquieta l'invidia completamente, la vecchiaia lo fa per metà.

  • La morte di Socrate e la crocifissione di Cristo fanno parte dei grandi tratti caratteristici dell'umanità.

  • La parola di un uomo è il più duraturo dei materiali.

  • La paura ci impedisce di vedere e di cogliere le occasioni di salvezza che ancora ci restano e che sono spesso a portata di mano. Ecco perché, per affrontare pericoli improvvisi, così come per combattere avversari o nemici, le doti più importanti sono il sangue freddo e la presenza di spirito. Il primo consiste nel silenzio della Volontà, affinché l'intelletto possa agire; la seconda nell'attività indisturbata di quest'ultimo, nonostante le pressioni che gli eventi esercitano sulla Volontà.

  • La religione cattolica è un'istruzione a elemosinare il cielo, visto che sarebbe troppo incomodo guadagnarselo. I preti sono gli intermediari di questa elemosina.

  • La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente.

  • La socievolezza è l'atto per cui gli uomini si scaldano a vicenda lo spirito; esattamente come, quando fa molto freddo, si scaldano a vicenda il corpo stringendosi l'uno all'altro. Quanto più calore spirituale si possiede, tanto meno si ha bisogno di socievolezza: perciò essa tende ad aumentare quando lo spirito diminuisce.

  • La solitudine è fonte di felicità e di tranquillità dell'animo.

  • La speranza e la paura ci fanno vedere come verosimile e prossimo rispettivamente ciò che desideriamo e ciò che temiamo, ma entrambe ingrandiscono il loro oggetto.

  • La storia è la continuazione della zoologia.

  • La verità e l'originalità troverebbero più facilmente posto nel mondo, se coloro che non sono in grado di produrle non cospirassero di comune accordo per non farle venire alla luce.

  • La verità passa per tre gradini: viene ridicolizzata, viene contrastata, viene accettata come ovvia.

  • La vista di qualità preminenti di solito provoca la rabbia di chi non vale niente.

  • La vita corre e la vostra comprensione è tarda: perciò io non assaporo la mia gloria e perdo il mio premio.

  • La vita è come una stoffa ricamata della quale ciascuno nella prima metà dell'esistenza può osservare il diritto, nella seconda invece il rovescio: quest'ultimo non è così bello, ma più istruttivo, perché ci fa vedere l'intreccio dei fili.

  • La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare. (Da "Il mondo come rappresentazione e volontà")

  • L'amore e l'odio falsano completamente il nostro giudizio: nei nostri nemici non vediamo altro che difetti e in coloro che amiamo soltanto i pregi; dei secondi perfino i difetti ci sembrano amabili.

  • La vita è una cosa spiacevole, e io mi sono proposto di passare la mia vita a rifletterci sopra.

  • La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia.

  • L'amore è il grande agguato che la natura ha teso agli uomini per propagarne la specie.

  • L'amore è votato allo scacco.

  • Le cause non determinano il carattere della persona, ma soltanto il manifestarsi di questo carattere, cioè le azioni.

  • Le scene della nostra vita sono come rozzi mosaici. Guardate da vicino non producono nessun effetto, non ci si può vedere niente di bello finché non si guardano da lontano.

  • L'egoismo teoretico possiede la coerenza della pura follia; esso non abbisogna di confutazione (che è impossibile), ma di cure.

  • L'essenza della speranza consiste nel fatto che la Volontà obbliga il proprio servitore, l'intelletto, quando questo non può procurarle l'oggetto desiderato, a fornirgliene almeno l'immagine, ad assumere in generale il ruolo del consolatore e a calmare il suo padrone, così come la balia calma il bambino con favole aggiustate in modo che acquistino una qualche apparenza di verità.

  • L'intelligenza è invisibile per l'uomo che non ne possiede.

  • Mentre già da tempo la filosofia veniva generalmente strumentalizzata, ora per fini pubblici, ora per fini privati, io, senza lasciarmi turbare, per più di trent'anni son rimasto coerente al corso del mio pensiero, solo perché così dovevo, né potevo altrimenti.

  • Nel Corano troviamo la forma più squallida e più povera di teismo. Ammettiamo pure che molto sia andato perduto nella traduzione, ma, in quest'opera, io non sono riuscito a scoprire nemmeno un pensiero dotato di valore.

  • Nessuno si è mai sentito felice nel presente, a meno che non fosse ubriaco.

  • Non ai contemporanei, non ai miei compatrioti, ma all'umanità intera io consegno la mia opera ormai compiuta, persuaso che non sarà per essa senza valore: anche se questo valore, qual è solitamente il destino del bene d'ogni genere, verrà riconosciuto con ritardo.

  • Non posso certo sottrarmi in alcun modo ai difetti e alle debolezze inerenti per necessità alla mia natura come a ciascun'altra: ma non li accrescerò con indegni compromessi.

  • Non v'è dubbio che la vita non ci sia stata data perché ne godiamo, ma per vincerla – per superarla.

  • Nella fanciullezza la vita ci si presenta come uno scenario teatrale visto da lontano; nella vecchiaia come il medesimo scenario visto da molto vicino.

  • Non v'è nulla di più inconciliabile e crudele dell'invidia: eppure ci sforziamo senza posa soprattutto di suscitarla!

  • Non v'è rimedio per la nascita e la morte, salvo godersi l'intervallo.

  • O si pensa o si crede.

  • Ogni bambino che nasce è in qualche misura un genio, così come un genio resta in qualche modo un bambino.

  • Ogni separazione ci fa pregustare la morte; ogni riunione ci fa pregustare la risurrezione.

  • Ormai da gran tempo ho rinunciato al plauso dei miei contemporanei.

  • Per ogni libro degno di essere letto c'è una miriade di cartastraccia.

  • Perdonare e dimenticare vuol dire gettare dalla finestra una preziosa esperienza già fatta.

  • Perfino l'ingegno degli animali si aguzza considerevolmente con il bisogno, cosicché in casi difficili essi fanno cose che ci stupiscono; quasi tutti, per esempio, considerano più prudente non darsi alla fuga, se credono di non essere stati visti: ecco perché la lepre si acquatta nel solco del campo e lascia che il cacciatore la sfiori nel passare oltre; mentre gli insetti, quando non hanno via di scampo, fanno finta di essere morti; e così via.

  • Perfino quando l'educazione è più o meno di pari grado, la conversazione tra un grande spirito e una mente comune è come un viaggio che due uomini fanno assieme, l'uno in sella ad un focoso destriero e l'altro a piedi, un viaggio che sarà presto assai fastidioso per entrambi e che finirà per divenire impossibile.

  • Predicare la morale è facile, il difficile è fondarla.

  • Quando pensiamo con orrore alla morte, la consolazione più sicura ed efficace che ci è data è sapere che essa ha almeno questo di buono, che è la fine della vita.

  • Quanto più uno possiede in se stesso, di tanto meno egli necessita del mondo esterno. Ecco perché la superiorità dello spirito rende poco socievoli.

  • Quanto più in basso l'uomo si trova dal punto di vista intellettuale, tanto meno misteriosa è per lui l'esistenza: anzi, gli sembra ovvio che tutto quello che esiste, esista ed esista così com'è.

  • Quanto uno ha pensato di vero, o ha portato alla luce dalle tenebre, dovrà pure un giorno o l'altro venir colto da un qualsiasi spirito pensante e colpirlo, rallegrarlo e confortarlo; ed è proprio per costui che si parla, come per noi hanno parlato quelli che ci somigliano e che son diventati il nostro conforto nel deserto della vita.

  • Quei signori [i professori di filosofia] vogliono vivere, e precisamente vivere della filosofia: da questa traggono sostentamento con moglie e prole, e tutto – nonostante il «povera e nuda vai filosofia» del Petrarca – tutto essi hanno arrischiato su di lei. (Da "Il mondo come volontà a rappresentazione")

  • Questa generazione non ha più corone da elargire: il suo plauso si è ormai prostituito né ha valore alcuno il suo biasimo.

  • Scuri in viso, lasciamo passare senza goderne infinite ore piacevoli e serene; ma quando poi arrivano quelle brutte, riguardiamo con vana nostalgia alle prime.

  • Se la nostra vita fosse senza fine e senza dolore, a nessuno forse verrebbe in mente di domandarsi perché il mondo esista e perché sia fatto proprio così, ma tutto ciò sarebbe ovvio.

  • Si ha ragione di cercare gli esseri umani o di evitarli, a seconda che si tema di più la noia o il dispiacere.

  • Si può essere saggio solo alla condizione di vivere in un mondo di stolti.

  • Si sappia che le menti scadenti sono la regola, le buone l'eccezione, le eminenti rarissime e il genio un miracolo.

  • Solo il cambiamento è eterno, perpetuo, immortale.

  • Templi e chiese, pagode e moschee, in tutti i paesi e in tutte le epoche, sono una testimonianza, nel loro splendore e nella loro grandezza, del bisogno metafisico dell'uomo che, potente e indistruttibile, segue a ruota il bisogno fisico.

  • Tutti gli uomini vogliono vivere, ma nessuno sa perché vive.

  • Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita.



Lucio Anneo Seneca



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Seneca

Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65), autore, filosofo, politico latino.

Citazioni di Lucio Anneo Seneca 

  • Attraverso le asperità (si arriva) alle stelle.

Per aspera (sic itur) ad astra. (da Hercules furens, atto II, 437)
  • Siamo tutti schiavi del destino: qualcuno é legato con una lunga catena d'oro, altri con una catena corta e di vile metallo. Ma che importanza ha? La medesima prigione rinchiude tutti e sono incatenati anche coloro che tengono incatenati gli altri... Tutta la vita é una schiavitù. Bisogna quindi abituarsi alla propria condizione, lamentandosi il meno possibile e cogliendo tutti i vantaggi che essa può offrire. (da "De tranquillitate animi")

  • Chi diventa peggiore è dannoso non solo a sé, ma anche a tutti coloro ai quali avrebbe potuto giovare, se fosse diventato migliore. (da De otio)

  • Al saggio non può capitare nulla di male: non si mescolano i contrari. Come tutti i fiumi, tutte le piogge e le sorgenti curative non alterano il sapore del mare, né l'attenuano, così l'impeto delle avversità non fiacca l'animo dell'uomo forte: resta sul posto e qualsiasi cosa avvenga la piega a sé; è infatti più potente di tutto ciò che lo circonda.

Nihil accidere bono uiro mali potest: non miscentur contraria. Quemadmodum tot amnes, tantum superne deiectorum imbrium, tanta medicatorum uis fontium non mutant saporem maris, ne remittunt quidem, ita aduersarum impetus rerum uiri fortis non uertit animum: manet in statu et quidquid euenit in suum colorem trahit; est enim omnibus externis potentior. (da De Providentia)
  • Che cosa misera è l'umanità se non si sa elevare oltre l'umano! (da Naturales quaestiones)

O quam contempta res est homo, nisi supra humana surrexerit.
  • Chi domanda timorosamente, insegna a rifiutare. (da Fedra, v. 593)

  • Colui al quale il delitto porta giovamento, quello ne è l'autore. (da Medea, III, 500-501)

Cui prodest scelus, | Is fecit.
  • Ed insieme morirono quei due elementi che era nefando fossero divisi: né infatti Catone visse dopo la morte della libertà né la libertà dopo la morte di Catone. (da De constantia sapientis, traduzione di G. Viansino)

  • Giammai sarai felice finché un altro ti darà fastidio per il fatto che è più felice di te.

Numquam felix eris, dum te torquebit felicior. (da De ira, III, 30, 3)
  • Il fuoco prova l'oro; le sventure, gli uomini forti. (da Dialoghi morali)

  • Il misero è cosa sacra. (da Epigr. IV, 9, in "Opera omnia", ed Ruhkopf, Aug. Taur., 1829, vol. IV, p. 402)

Res est sacra miser.
  • Innanzi tutto è più facile respingere il male che governarlo, non accoglierlo che moderarlo una volta accolto, perché, quando si è insediato da padrone in un animo, diventa più forte di chi dovrebbe governarlo e non si lascia troncare ne rimpicciolire. (da I dialoghi)

  • La felicità è sempre instabile e incerta.

Omnis instabilis et incerta felicitas est. (da Controv., p. 70, ed. Bip.)
  • La fortuna può togliere le riccheze, non l'animo. (da Medea, II, 1, 176)

Fortuna opes auferre, non animum, potest.
  • Non deviare dalla natura ed il formarci sulle sue leggi e sui suoi esempi, è sapienza. (citato in Claudio Malagoli, Etica dell'alimentazione: prodotti tipici e biologici, Ogm e nutraceutici, commercio equo e solidale, Aracne, 2006, p. 173)

  • Non è mai esistito ingegno senza un poco di pazzia.

Nullum magnum ingenium sine mixtura dementiae fuit. (da Tranquillitate animi)
  • Sacra è la voce del popolo. (da Rhetorum controversiae I, 1, 10)

  • Se vuoi credere a coloro che penetrano più profondamente la verità, tutta la vita è un supplizio. Gettàti in questo mare profondo e tempestoso, agitato da alterne maree, e che ora ci solleva con improvvise impennate, ora ci precipita giù con danni maggiori dei presenti vantaggi e senza sosta ci sballotta, non stiamo mai fermi in un luogo stabile, siamo sospesi e fluttuiamo e urtiamo l'uno contro l'altro, e talvolta facciamo naufragio, sempre lo temiamo; per chi naviga in questo mare così tempestoso ed esposto a tutti i fortunali, non vi è altro porto che la morte. (da Consolatio ad Polybium, 9)

Attribuite 

  • Il linguaggio è lo specchio dell'anima: qual è [sic] la vita, tale il parlare (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 364).

Imago animi sermo est: qualis vita, talis oratio.
  • Per quanto tu ne uccida molti, nondimeno non puoi uccidere il tuo successore. (riferendosi a Nerone, citato in Dione Cassio, Istorie, LXI, 18)

Licet, quamplurimos occidas, tamen non potes successorem tuum occidere.

Senza fonte 



  • A me bastano poche persone, anzi una sola o addirittura nessuna.

  • Abbandona ogni preoccupazione per la tua esistenza e te la renderai piacevole.[forse la frase corretta è "non avrai più paura se avrai cessato di sperare" frase di Ecatone citato da Seneca in lettere a Lucilio - lettera 5 - invito alla semplicità]

  • Abbiamo davanti agli occhi i peccati degli altri uomini, ma i nostri li portiamo sulla schiena.

  • Alla sapienza non si può nuocere; il tempo non la cancella; nessuna cosa la può sminuire.

  • Anche in uno stato oppresso c'è la possibilità per un uomo saggio di manifestarsi, e in uno fiorente e felice regnano la sfrontatezza l'invidia e mille altri vizi che rendono inerti.

  • Anche nel dolore v'è un certo decoro, e lo deve serbare chi è saggio.

  • Ascoltami: verso la morte sei spinto dal momento della nascita. Su questo e su pensieri del genere dobbiamo meditare, se vogliamo attendere serenamente quell'ultima ora che ci spaventa e ci rende inquiete tutte le altre.

  • Che differenza c'è se ci cade addosso il casotto delle sentinelle o un monte? Nessuna. Eppure c'è chi teme di più quest'ultima evenienza, sebbene entrambe siano ugualmente mortali: abbiamo più paura delle cause che degli effetti.

  • Che giovano a quell'uomo ottant'anni passati senza far niente? Costui non è vissuto, ma si è attardato nella vita; né è morto tardi, ma ha impiegato molto tempo per morire.

  • Che stupidi sono questi mortali.

  • Chi accoglie un beneficio con animo grato paga la prima rata del suo debito. [Per aiutare a cercare la fonte cito da "Seneca" di Villy Sørensen, VII, 7. "De beneficiis": "Dato con lo spirito giusto, un dono è di per sé una ricompensa, ricevuto con lo spirito giusto è già ricambiato."]

  • La libertà è l'affrancamento dalle passioni.

  • Chi si adatta bene alla povertà è ricco.

  • Ci vuole altrettanta magnanimità per riconoscere un favore ricevuto che per renderlo.

  • Ciò che è dato con orgoglio ed ostentazione dipende più dall'ambizione che dalla generosità.

  • Come è dolce aver estenuato e abbandonato le passioni!

  • Come mai ad alcuno qualche cosa può parer sicura, se il mondo stesso è continuamente scosso, e se anche le sue parti più solide traballano?

  • Credimi, quella era un'età felice, prima dei giorni degli architetti, prima dei giorni dei costruttori.

  • Da un uomo grande c'è qualcosa da imparare anche quando tace.

  • Dev'essere proposito eguale dell'insegnante e del discepolo: che uno voglia giovare e l'altro apprendere.

  • Di tanto in tanto è bello anche far pazzie.

  • Dipenderai meno dal futuro se avrai in pugno il presente.

  • Dovunque c'è un uomo, c'è l'occasione per fare del bene.

  • È di gran sollievo pensare che il male che ti è accaduto, tutti prima di te l'han sofferto, e tutti lo soffriranno.

  • È grande chi sa essere povero nella ricchezza.

  • È l'animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi

  • È meglio imparare delle cose inutili che non imparare niente.

  • È naturale ammirare più le cose nuove che le grandi.

  • È necessario imparare tanto a lungo quanto a lungo si vive.

  • È questione di qualità, piuttosto che di quantità.

  • È sicuramente meglio conoscere cose che non servono a niente, piuttosto che non conoscere niente.

  • Esistono diritti non scritti, ma più sicuri che tutti gli scritti.

  • Gran parte della libertà consiste nel saper dominare l'appetito.

  • Ho vissuto abbastanza; ora, sazio, aspetto la morte.

  • I dolori leggeri concedono di parlare: i grandi dolori rendono muti.

  • I mali incerti sono quelli che ci tormentano di più.

  • I piaceri del palato sono simili ai ladri egiziani, che strangolano con un abbraccio.

  • I vizi: è più facile sradicarli che tenerli a freno.

  • Il delitto coronato dal successo prende il nome di virtù.

  • Il libro ti muta nell'essenza.

  • Il miglior rimedio per la rabbia è l'indugio.

  • Il mondo è eterno, ma le sue singole parti non sono sempre uguali.

  • Il più potente è colui che ha se stesso in proprio potere.

  • Il sole splende anche sui malvagi.

  • Il tempo scopre la verità.

  • La calamità è l'opportunità della virtù.

  • La filosofia non respinge né preferisce nessuno: splende a tutti.

  • La lealtà comprata col denaro, dal denaro può essere distrutta.

  • La morte è il non-essere. Dopo di me accadrà ciò che è stato prima di me. Se prima non abbiamo sofferto, vuol dire che non soffriremo dopo. Siamo come una lucerna che, spegnendosi, non può stare peggio di quando non era accesa. Solo nel breve intermezzo possiamo essere sensibili al male.

  • La morte pareggia tutto.

  • La solitudine è per lo spirito ciò che il cibo è per il corpo.

  • La verità non muore mai.

  • La vita è come una commedia: non importa quanto è lunga, ma come è recitata.

  • La vita è lunga se è piena.

  • La vita, senza una meta, è vagabondaggio.

  • L'applauso della folla è la prova dell'empietà di una causa.

  • Le difficoltà rafforzano la mente, come la fatica rafforza il corpo.

  • Le idee migliori sono proprietà comune.

  • Lieve è il dolore che permette di prendere una decisione.

  • L'ubriachezza non è altro che volontaria follia.

  • L'uomo è un animale sociale, le persone non sono fatte per stare da sole.

  • Mi distruggerò, (ma) non mi piegherò.

Frangar, non flectar.
  • Molti imparano non per la vita ma per la scuola.

  • Nessuna azione sarà considerata innocente, a meno che la volontà non lo sia stata, perché l'azione è stata dettata dalla volontà.

  • Nessuno è più infelice che la maggior parte di quelli che sono generalmente ritenuti felici.

  • Nessuno ha più gusto all'ingiuria di colui che è più vulnerabile ad essa; ma questo gusto è contagioso, e domani qualcun altro riderà di colui che oggi si prende gioco di me.

  • Niente costa di più di ciò che si è comperato con le preghiere.

  • Niente è così stupido ed infelice quanto attendersi una disgrazia. Che follia, anticiparsi il male prima che questo capiti!

  • Non chi ha poco è povero, ma chi desidera più di quello che ha.

  • Non credere che si possa diventare felici procurando l'infelicità altrui.

  • Non dobbiamo cercare di vivere a lungo, ma di vivere abbastanza; vivere a lungo dipende dal destino, dalla nostra anima vivere quanto basta.

  • Non è mai poco quello che è abbastanza.

  • Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

  • Non possiamo lagnarci della vita, essa non trattiene nessuno.

  • Non puoi fuggire le necessità, ma le puoi vincere.

  • Non temiamo la morte, ma il pensiero della morte.

  • Nulla è eterno e solo poche cose sono durevoli.

  • Nulla è più contrario alla guarigione del cambiare spesso i rimedi.

  • Ogni criminale è il boia di se stesso.

  • Ogni crudeltà nasce da durezza di cuore e debolezza.

  • Ogni male ha la sua compensazione. Meno è il denaro, meno i problemi; meno i favori, minore è l'invidia. Perfino in quei casi che ci fanno uscir di senno, non è la perdita in se stessa che ci angustia, bensì la nostra valutazione della perdita.

  • Ogni volta che sono stato tra gli uomini sono tornato meno uomo.

  • Penso tra me e me quanti sono gli uomini che esercitano il corpo e quanto pochi quelli che esercitano la mente; quanta gente accorre a un passatempo inconsistente e vano, e che deserto intorno alle scienze; che animo debole hanno quegli atleti di cui ammiriamo i muscoli e le spalle.

  • Per fare ciò che si vuole bisogna nascere re o stupidi.

  • Perché ti stupisci se viaggiare non ti serve? Porti in giro te stesso. Ti perseguitano i medesimi motivi che ti hanno fatto fuggire.

  • Perdona sempre gli altri, mai te stesso.

  • Proprio come sceglierò la mia nave quando mi accingerò ad un viaggio, o la mia casa quando intenderò prendere una residenza, così sceglierò la mia morte quando mi accingerò ad abbandonare la vita.

  • Punizione per alcuni, per altri un dono e per molti, un favore.

  • Qualche volta anche il far qualche pazzia non dispiace.

  • Questo è l'unico motivo per cui non possiamo lagnarci della vita: essa non trattiene nessuno.

  • Ricordati di spogliare gli avvenimenti dal tumulto che li accompagna e di considerarli nella loro essenza: capirai che in essi non c'è niente di terribile se non la nostra paura.

  • Sarà quel che dev'essere; ma ciò che è una necessità per chi si ribella, è poco più che una scelta per chi vi si adatta di buon grado.

  • Se guardiamo un pezzo di legno perfettamente diritto, immerso nell'acqua, ci sembra curvo e spezzato. Non ha importanza che cosa guardi, ma come guardi: la nostra mente si ottenebra nello scrutare la verità.

  • Se la felicità consistesse nella sensualità, le bestie sarebbero più felici dell'uomo; l'umana felicità invece ha sede nell'anima, non nel corpo.

  • Se un uomo non sa verso quale porto è diretto, nessun vento gli è favorevole.

  • Se volete evitare il timore, pensate che bisogna temere ogni cosa.

  • Si può capire il carattere di una persona dal modo in cui accoglie le lodi.

  • Sii servo del sapere se vuoi essere veramente libero.

  • Siate persuasi che è ben difficile essere sempre il medesimo uomo.

  • Spesso è inutile e vana la volontà non di chi intraprende cose facili, ma di chi vuole che siano facili le cose che ha intraprese.

  • Spesso vogliamo una cosa e preghiamo per un'altra, senza ammettere la verità neanche agli dei.

  • Ti indicherò un filtro amoroso senza veleni, senza erbe, senza formule magiche: se vuoi essere amato, ama!

  • Tutta l'arte è imitazione della natura.

  • Un crimine che riporta successo e fortuna è chiamato virtù.

  • Una bella donna non è colei di cui si lodano le gambe o le braccia, ma quella il cui aspetto complessivo è di tale bellezza da togliere la possibilità di ammirare le singole parti.

  • Una donna o ama o odia; non ha una via di mezzo. Il pianto della donna è menzogna. Negli occhi della donna vi sono due tipi di lacrime, le une provocate dal vero dolore, le altre indotte dalla scaltrezze. Una donna che pensa sola, pensa cose cattive.

  • Una grande fortuna è una grande schiavitù.

  • Una mente notevole possiede un regno.

  • Usa le orecchie piuttosto che la lingua.

De brevitate vitae 

  • Chi è troppo indaffarato non può svolgere bene nessuna attività, perché una mente impegnata in mille cose non può concepire nobili pensieri.

  • Ci vuole tutta la vita per imparare a vivere e, quel che forse sembrerà più strano, ci vuole tutta la vita per imparare a morire.

  • Fabiano, il mio maestro, si domandava se non fosse meglio non studiare per niente piuttosto che impegnarsi in studi nozionistici.

  • L'invidia si volge alle cose vicine, mentre quelle lontane sono guardate con animo schietto e sincero. La vita del saggio, dunque, spazia per ogni dove, è senza tempo, non è limitata, come quella degli altri mortali.

  • La lunghezza della vita non si misura dai capelli bianchi o dalle rughe: non è un vivere questo, è solo un esistere a lungo.

  • La vita è divisa in tre momenti: passato, presente, futuro. Di questi, il momento che stiamo vivendo è breve, quello che ancora dobbiamo vivere non è sicuro, quello che già abbiamo vissuto è certo.

In tria tempora vita dividitur: quod fuit, quod est, quod futurum est. Ex his quod agimus breve est, quod acturi sumus dubium, quod egimus certum. (10-2)
  • Nessuno ti renderà gli anni, nessuno ti restituirà a te stesso; andrà il tempo della vita per la via intrapresa e non tornerà indietro né arresterà il suo corso; non farà rumore, non darà segno della sua velocità: scorrerà in silenzio, non si allungherà per editto di Re o favore di popolo; correrà come è partito dal primo giorno, non farà mai fermate, mai soste. Che avverrà? tu sei affaccendato, la vita si affretta: e intanto sarà lì la morte, per la quale, tu voglia o no, devi aver tempo.

  • Noi viviamo come se dovessimo vivere sempre, non riflettiamo mai che siamo esseri fragili.

  • Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto. (I, 1.3)

Non exiguum temporis habemus, sed multum perdidimus.
  • Ognuno brucia la sua vita e soffre per il desiderio del futuro, per il disgusto del presente. Ma chi sfrutta per sé ogni ora, chi gestisce tutti i giorni come una vita, non desidera il domani né lo teme. Non c'è ora che possa apportare una nuova specie di piacere. Tutto è già noto, tutto goduto a sazietà. Del resto la sorte disponga come vorrà: la vita è già al sicuro. Le si può aggiungere, non togliere, e aggiungere come del cibo ad uno già sazio e pieno, che non ha più la voglia ma ancora la capienza. Non c'è dunque motivo di credere che uno sia vissuto a lungo perché ha i capelli bianchi o le rughe: non è vissuto a lungo, ma ha esistito a lungo.

  • Sei stato gettato in questo punto, ammesso che tu possa ampliarlo, sino a dove lo amplierai? (ep. 77,12)

  • Un popolo affamato non ascolta ragioni, né gl'importa della giustizia e nessuna preghiera lo può convincere.

  • Vivi adesso!

Protinus vive!
  • Volgi la mente da questa bassa aiuola a così eccelse meditazioni! Fallo adesso, finché il tuo sangue è caldo e sei ancora pieno di vigore, questo è il momento per guardare più in alto!

De vita beata 

  • La felicità vera è nella virtù. (16, 1)

In virtute posita est vera felicitas.
  • Le ricchezze sono al servizio del saggio, allo sciocco comandano.

  • Ma se sei uomo, ammira chi tenta grandi imprese, anche se fallisce. (XX, 2)

La dottrina morale 

  • Dove ci porta la morte? Ci porta in quella pace dove noi fummo prima di nascere. La morte è il non-essere: è ciò che ha preceduto l'esistenza. Sarà dopo di me quello che era prima di me. Se la morte è uno stato di sofferenza, doveva essere così prima che noi venissimo alla luce: ma non sentimmo, allora, alcuna sofferenza. Tutto ciò che fu prima di noi è la morte. Nessuna differenza è tra il non-nascere e il morire, giacché l'effetto è uno solo: non essere.

  • La vera felicità è non aver bisogno di felicità.

  • Nessuno è infelice se non per colpa sua.

  • Un tale ordine non può appartenere a una materia che si agiti casualmente. Un incontro di elementi senza piano e senza disegno non avrebbe questo equilibrio, né una così saggia disposizione. L'universo non può essere senza Dio.

Lettere a Lucilio 

Incipit 

Comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto, raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così, come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell'agire diversamente dal dovuto. Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l'altro la vita se ne va. Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l'unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire.

Citazioni 

  • C'è una grande differenza tra il non volere e il non saper peccare. (90)

  • [...] certe abitudini si possono più facilmente troncare che moderare. (108, 16; 2000)

  • Chi è nobile? Colui che dalla natura è stato ben disposto alla virtù.

Quis est generosus? Ad virtutem bene a natura compositus.
  • Comportati con il tuo inferiore come vorresti che il tuo superiore si comportasse con te.

Sic cum inferiore vivas, quemadmodum tecum superiorem velis vivere.
  • Chi è temuto teme: non può starsene tranquillo chi è oggetto della paura altrui.

  • Chi non vuole morire si rifiuta di vivere, perché la vita ci è stata data a patto di morire. La morte è il termine certo a cui siamo diretti e temerla è da insensato, poiché si aspetta ciò che è certo e solo l'incerto può essere oggetto di timore. La morte è una necessità invincibile e uguale per tutti: chi può lamentarsi di trovarsi in una condizione a cui nessuno può sottrarsi? [...]
    Ma temo che una lettera così lunga ti diventi più odiosa che la morte. Perciò concluderò: pensa sempre alla morte, se non vuoi mai temerla. (lettera 30; 1975)

  • Chi segua la sua strada ha sempre una meta da raggiungere, ma chi ha smarrito la retta via, va errando all'infinito. (lettera 16; 1975)

  • Chiederò in prestito a Epicuro questa massima: «Per molti le ricchezze acquistate non hanno rappresentato la fine, ma solo un mutamento delle loro miserie». (lettera 17; 1975)

  • Ci sono, invece, esercizi facili e brevi che spossano sùbito il corpo e fanno risparmiare quel tempo che va tenuto in gran conto: la corsa, il sollevamento pesi, il salto in alto, in lungo e quello, per così dire, tipico dei Salii o, per usare una definizione più volgare, del "lavandaio": scegli uno qualsiasi di questi semplici e facili esercizi. (15, 4; da Lettere a Lucilio, spazioinwind.libero.it)

  • Devi sapere che Ulisse non affrontò tante peripezie nella navigazione perché era perseguitato da Nettuno: egli soffriva di mal di mare. Proprio come lui, dovunque dovrò andare per mare, vi giungerò dopo vent'anni. [...]
    Una leggera febbretta può sfuggire all'attenzione, ma, se aumenta e diventa un'autentica febbre che brucia, anche l'uomo più resistente e più avvezzo alle sofferenze è costretto a confessare l'infermità. [...]
    Il contrario avviene nelle infermità che colpiscono l'animo: quanto più uno sta male, tanto meno se ne accorge. Non te ne devi meravigliare, carissimo Lucilio. Infatti, chi è appena assopito, anche durante il sonno percepisce le immagini dei sogni; e talvolta, dormendo, si rende conto di dormire. Ma un sonno pesante estingue anche i sogno e sommerge l'anima in una completa incoscienza. Perché nessuno confessa i suoi vizi? Perché è ancora sotto il loro dominio. Può raccontare i propri sogni solo chi ne è guarito. Perciò, svegliamoci, per poter prendere coscienza dei nostri errori. Solo la filosofia riuscirà a destarci, e a scuoterci dal pesante sonno: consacrati tutto a lei. Tu sei degno di lei ed ella è degna di te: abbracciatevi. (lettera 53; 1975)

  • Di tempo non ne abbiamo poco, ne sprechiamo tanto. L'uomo grande non permette che gli si porti via neanche un minuto del tempo che gli appartiene.

  • Dice Ecatone: «Ti rivelerò un filtro amoroso, senza unguenti, senza erbe, senza formule magiche: se vuoi essere amato, ama». [...]
    Certo qualcosa di simile all'amicizia è nell'amore, che si potrebbe chiamare una folle amicizia. (lettera 9; 1975)

  • Dicono che Cratere, discepolo di quello Stilbone, da me menzionato nella precedente lettera, avendo visto un giovincello passeggiare in un luogo isolato, gli domandò che facesse lì solo. «Parlo con me» fu la risposta. E di rimando Cratere: «Sta' bene attento, te ne prego; tu parli con un cattivo soggetto». [...]
    Chi è privo della saggezza non deve essere lasciato in balia di se stesso... (lettera 10; 1975)

  • Diverrò povero? Sarò con la maggioranza degli uomini. Andrò in esilio? Penserò di essere nato là, dove mi manderanno. Sarò messo in catene? E allora? Sono forse ora veramente libero? La natura mi ha già legato a questo grave peso del corpo. Morirò? Porrò cosi fine – dirai tu – alla possibilità di ammalarmi, di esser messo in catene, di morire. [...]
    Moriamo ogni giorno: ogni giorno ci viene tolta una parte della vita e anche quando ancora cresciamo, la vita decresce. Abbiamo perduto l'infanzia, poi la fanciullezza, poi la giovinezza. Tutto il tempo trascorso fino a ieri è ormai perduto; anche questo giorno che stiamo vivendo lo dividiamo con la morte. Come la clessidra non è vuotata dall'ultima goccia d'acqua, ma da tutta quella defluita prima, così l'ora estrema, che mette fine alla nostra vita, non provoca da sola la morte, ma da sola la compie; noi vi giungiamo in quel momento, da tempo, però, vi siamo diretti. [...]
    «Non viene una sola volta la morte; quella che ci rapisce è solo l'ultima morte». [...]
    questa morte che tanto temiamo è l'ultima, non la sola. [...]
    la follia umana, è così grande, che alcuni sono spinti alla morte proprio dal timore della morte. [...]
    Ci chiediamo: «Fino a quando sempre le stesse cose? Svegliarsi e andare a dormire, mangiare ed aver fame, aver freddo e soffrire il caldo? Nessuna cosa finisce, ma tutte sono collegate in uno stesso giro: si fuggono e si inseguono. Il giorno è cacciato dalla notte, la notte dal giorno; l'estate ha fine con l'autunno, questo è incalzato dall'inverno, che a sua volta è chiuso dalla primavera: così tutto passa per tornare. Non faccio né vedo mai niente di nuovo. Ad un certo punto, di tutto questo si prova la nausea». Per molti la vita non è una cosa penosa, ma inutile. (lettera 24; 1975)

  • È povero non chi possiede poco, ma chi brama avere di più. (lettera 2; 1975)

  • Fa' ancora il nome di Tito Livio: ha, infatti, scritto anche dei dialoghi che si possono annoverare tra le opere di filosofia così come tra quelle di storia, e dei libri di argomento espressamente filosofico: cedo il passo anche a lui. (100, 9; 2000)

  • Gran parte del progresso sta nella volontà di progredire.

Magna pars est profectus velle proficere.
  • Guidano i fati chi li segue di buona voglia, trascinano gli altri. (107, 9)

Ducunt volentem fata, nolentem trahunt.
  • I mali che fuggi sono in te.

  • Il destino guida chi lo segue di sua volontà, chi si ribella, lo trascina.

  • Il lavoro caccia i vizi derivanti dall'ozio. (56, 9)

  • Comandare a se stessi è la forma più grande di comando.

Imperare sibi maximum imperium est. (CXIII.30)
  • In verità non è povertà, se è lieta; povero è non chi possiede poco, ma chi desidera di più. (2, 6; 2000)

  • L'assalto del male è di breve durata; simile ad un temporale, passa, di solito, dopo un'ora. Chi, infatti, potrebbe sopportare a lungo quest'agonia? Ormai ho provato tutti i malanni e tutti i pericoli, ma nessuno per me è più penoso. E perché no? In ogni altro caso si è ammalati; in questo ci si sente morire. Perciò i medici chiamano questo male "meditazione della morte": talvolta, infatti, tale mancanza di respiro provoca la soffocazione. Pensi che ti scriva queste cose per la gioia di essere sfuggito al pericolo? Se mi rallegrassi di questa cessazione del male, come se avessi riacquistato la perfetta salute, sarei ridicolo come chi credesse di aver vinto la causa solo perché è riuscito a rinviare il processo. (54, 1-4)

  • Pensa che a noi accade la stessa cosa: la vita conduce alcuni molto rapidamente alla meta cui, anche indugiando, dovevano giungere, altri li consuma e li tormenta. La vita non sempre va conservata: il bene, infatti, non consiste nel vivere, ma nel vivere bene. Perciò, il saggio vivrà quanto deve, non quanto può. Osserverà dove gli toccherà vivere, con chi, in che modo e che cosa dovrà fare. Egli bada sempre alla qualità della vita, non alla lunghezza. (libro VIII, 70)

  • L'infelicità non consiste nel fare una cosa per ordine altri, ma nel farla contro la propria volontà. (lettera 61; 1975)

  • L'inizio della salvezza è la conoscenza del peccato.

  • L'uomo è un animale che ragiona.

  • La fortuna aiuta gli audaci, il pigro si ostacola da solo.

Audentis fortuna iuvat, piger ipse sibi obstat.
  • Lunga è la via dell'insegnare per mezzo della teoria, breve ed efficace per mezzo dell'esempio. (6, 5)

Longum iterest per praecepta, breve et efficax per exempla
  • Molte cose, non perché sono difficili non osiamo [farle], ma perché non osiamo [farle] sono difficili. (17)

Multa non quia difficilia sunt non audemus, sed quia non audemus sunt difficilia.
  • Moriamo ogni giorno.

Cotidie morimur.
  • Nasciamo diversi, moriamo uguali. (XCI, 16)

Impares nascimur, pares morimur.
  • Negli uomini tale è il modo di parlare quale quello di vivere. (114, 1)

Talis hominibus fuit oratio qualis vita.
  • Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare. (lettera 71; 1975, pp. 458-459)

Ignoranti quem portum petat nullus suus ventus est.
  • Nessuna conoscenza, se pur eccellente e salutare, mi darà gioia se la apprenderò per me solo. Se mi si concedesse la sapienza con questa limitazione, di tenerla chiusa in me, rinunciando a diffonderla, la rifiuterei.

  • Nessuno è obbligato a correre sulla via del successo.

Nulli necesse est felicitatem cursu sequi.
  • Nessuno mai condannò la sapienza alla povertà.

Nemo sapientiam paupertate damnavit.
  • Niente di più lungo di quel passaggio sotterraneo, niente di più fioco di quelle fiaccole, che servono non per vedere tra le tenebre, ma per vedere le tenebre stesse. (lettera 57; 1975)

  • Noi, assai dissennati, crediamo che essa [la morte], sia uno scoglio, mentre è un porto, delle volte da cercare, ma mai da rifuggire, nel quale se qualcuno è spinto nei primi anni [di vita], non deve lamentarsi più di chi ha navigato velocemente. (70)

Scopulum esse illum putamus dementissimi: portus est, aliquando petendus, numquam recusandus, in quem si quis intra primos annos delatus est, non magis queri debet quam qui cito navigavit.
  • Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, ma è perché non osiamo che sono difficili. (CIV, 26).

  • Non giova né si assimila il cibo vomitato subito dopo il pasto. [...] Troppi libri sono dispersivi: dal momento che non puoi leggere tutti i volumi che potresti avere, basta possederne quanti puoi leggerne. [...] Leggi sempre, perciò autori di valore riconosciuto e se di tanto in tanto ti viene in mente di passare ad altri, ritorna poi ai primi. Procurati ogni giorno un aiuto contro la povertà, contro la morte e, anche, contro le altre calamità; e quando avrai fatto passare tante cose, estrai un concetto da assimilare in quel giorno. (I, 2)

  • Non si soffre, in effetti, per la mancanza di questi beni, ma per il pensiero della loro mancanza. Chi ha il possesso di sé non ha perso niente: ma quanti hanno la fortuna di possedere se stessi? (lettera 42; 1975)

  • Non sperare senza disperazione, non disperare senza speranza. (CIV, 12)

Nec speraveris sine desperatione, nec desperaveris sine spe.
  • Occorre che la legge sia breve, perché più facilmente i mal pratici la ricordino. (94, 38)

Legem brevem esse oportet, quo facilius ab imperitis teneatur.
  • Ogni piacere ha il suo momento culminante quando sta per finire. In mezzo agli stessi piaceri nascono le cause del dolore.

  • Perciò gli uomini si immergono nelle passioni e, una volta che ne hanno fatto un'abitudine, non possono più farne a meno; e sono veramente infelici, poiché giungono a sentire come necessarie le cose prima superflue. Non godono dei piaceri, ma ne rimangono schiavi e, quella che è la peggiore disgrazia, amano anche il proprio male. Si raggiunge il colmo dell'infelicità quando le cose turpi non solo sono gradite, ma procurano un intimo compiacimento; e non c'è rimedio quando quelli che erano sentiti come vizi diventano abitudine quotidiana. (lettera 39; 1975)

  • Perciò non devi attribuire a Epicuro quei pensieri che t'ho inviato: sono di dominio pubblico, e soprattutto della nostra scuola. [...]
    Dovunque volgi lo sguardo, ti si presentano massime che potrebbero considerarsi notevoli se non si leggessero insieme con altre dello stesso valore. Perciò abbandona la speranza di poter gustare superficialmente l'ingegno dei sommi uomini; tu devi studiarlo e considerarlo nella sua unità. Ogni suo aspetto ne richiama sempre un altro, ciascuna parte, connettendosi con l'altra, dà completezza all'opera dell'ingegno umano. Niente può essere tolto senza rompere l'unità del pensiero. Non dico che non si possano considerare le singole membra, purché non si prescinda dall'intero organismo. [...]
    Ma per un uomo di matura esperienza è disdicevole cercare fiorellini, sostenersi con poche massime ben note e affidarsi alla memoria. È ormai tempo che uno poggi su se stesso, che esprima questi pensieri con parole sue e non a memoria. Ed è specialmente disdicevole per un vecchio o per uno che si affaccia alla vecchiaia una cultura basata su raccolte di esempi scolastici. «Questo l'ha detto Zenone». E tu che dici? «Questo l'ha detto Cleante.» E tu? Fino a quando ti muoverai sotto la guida di un altro? Prendi tu il comando ed esprimi anche qualcosa di tuo, che altri mandino a memoria. [...]
    Hanno esercitato la memoria sul pensiero altrui, ma altro è ricordare, altro è sapere. Ricordare è custodire ciò che è stato affidato alla memoria, mentre sapere significa far proprie le nozioni apprese e non star sempre attaccato al modello, con lo sguardo sempre rivolto al maestro. «Questo l'ha detto Zenone, questo Cleante.» Ci sia qualche differenza fra te e il tuo libro. Fino a quando penserai ad imparare? È tempo anche di insegnare. Che ragione c'è che io senta dire da te quello che posso leggere in un libro? [...]
    La verità è accessibile a tutti, non è dominio riservato di nessuno, e il campo che essa lascia ai posteri è ancora vasto. (lettera 33; 1975)

  • Quando consideri il numero di uomini che sono davanti a te, pensa a quanti ti seguono.

Cum aspexeris, quot te antecedant, cogita, quot sequantur.
  • Quando insegnano, gli uomini imparano. (VII, 8)

Homines, dum docent, discunt.
  • Se mi arrenderò al piacere, dovrò arrendermi anche al dolore, alla fatica, alla povertà; anche l'ambizione e l'ira vorranno le mie energie, anzi sarò straziato fra tante passioni. Aspiro alla libertà; questo è il premio a cui sono rivolte tutte le mie fatiche. Mi chiedi che cosa sia la libertà? È indipendenza da ogni cosa, da qualunque circostanza esterna, da qualunque necessità. (lettera 51; 1975)

  • Se voglio trastullarmi con qualche buffone, non devo cercarlo lontano: rido di me. (lettera 50; 1975)

  • Si volge ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente.

  • Smetterai di temere se avrai smesso di sperare. (V, 7)

Desines timere si sperare desieris.
  • "Sono schiavi." No, sono uomini. "Sono schiavi". No, vivono nella tua stessa casa. "Sono schiavi". No, umili amici. "Sono schiavi." No, compagni di schiavitù, se pensi che la sorte ha uguale potere su noi e su loro. (5, 47)

  • Ti dirò che cosa oggi mi è piaciuto in Ecatone. «Mi chiedi» egli scrive «quale è stato il mio progresso? Ho cominciato ad essere amico di me stesso.» Grande è stato il suo progresso: non rimarrà più solo. Sappi che tutti possono avere quest'amico. (lettera 6; 1975)

  • Ti prego, Lucilio carissimo, fa' la sola cosa che può renderti felice: distruggi e calpesta questi beni splendidi solo esteriormente, che uno ti promette o che speri da un altro; aspira al vero bene e godi del tuo. Ma che cosa è "il tuo"? Te stesso e la parte migliore di te. Anche il corpo, povera cosa, benché non se ne possa fare a meno, stimalo necessario più che importante; ci procura piaceri vani, di breve durata, di cui necessariamente ci pentiamo e che, se non li frena una grande moderazione, hanno un esito opposto. Questo dico: il piacere sta sul filo, e si muta in dolore se non ha misura; ma è difficile tenere una giusta misura in quello che si crede un bene: solo il desiderio, anche intenso, del vero bene è senza pericoli. Vuoi sapere che cosa sia il vero bene o da dove venga? Te lo dirò: dalla buona coscienza, dagli onesti propositi, dalle rette azioni, dal disprezzo del caso, dal tranquillo e costante tenore di vita di chi segue sempre lo stesso cammino. (23, 6-7)

  • Un grande pilota sa navigare anche con la vela rotta.

  • Vivere vuol dir combattere. (XCVI, 5).

Vivere [mi Lucili] militare est.

Albert Einstein



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Premio Nobel

Per la fisica (1921)



Albert Einstein nel 1947

Albert Einstein (1879 – 1955), fisico e filosofo tedesco.

Citazioni di Albert Einstein 

  • A parer mio, la scelta di vita vegetariana, anche solo per i suoi effetti fisici sul temperamento umano, avrebbe un'influenza estremamente benefica sulla maggior parte dell'umanità.[1]

  • C'è qualcosa come "lo stato reale" di un sistema fisico che esiste obiettivamente, indipendentemente da ogni osservazione o misurazione e che in linea di principio si descrive con i mezzi di espressione della fisica (quali mezzi di espressione e, di conseguenza, quali concetti fondamentali si debbono utilizzare al riguardo... è cosa che secondo me ancora non si conosce). Questa tesi sulla realtà non ha il senso di un enunciato chiaro in sé, a causa del suo carattere "metafisico". Ha soltanto il carattere di un programma.[2]

  • Cari bambini, mi fa tanto piacere immaginarvi tutti riuniti a far festa nello splendore delle luci natalizie. Pensate anche agli insegnamenti di colui del quale festeggiate la nascita. Quegli insegnamenti sono così semplici e tuttavia dopo quasi duemila anni non prevalgono ancora.

Dear Children, It gives me great pleasure to picture you children joined together in joyful festivities in the radiance of Christmas lights. Think also of the teachings of Him whose birth you celebrate by these festivities. Those teachings are so simple and yet in almost 2000 years they have failed to prevail among men. (da una lettera del 20 dicembre 1935)[3]
  • Certe volte mi domando perché sia stato proprio io a elaborare la teoria della relatività. La ragione, a parer mio, è che normalmente un adulto non si ferma mai a riflettere sui problemi dello spazio e del tempo. Queste sono cose a cui si pensa da bambini. Io invece cominciai a riflettere sullo spazio e sul tempo solo dopo essere diventato adulto. Con la sola differenza che studiai il problema più a fondo di quanto possa fare un bambino.[4]

  • Ci si potrebbe attendere che il mondo si manifesti come soggetto alle leggi solo a condizione che noi operiamo un intervento ordinatore. Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all'ordine alfabetico delle parole di una lingua. Al contrario, il tipo d'ordine che, per esempio, è stato creato dalla teoria della gravitazione di Newton è di carattere completamente diverso: anche se gli assiomi della teoria sono posti dall'uomo, il successo di una tale impresa presuppone un alto grado d'ordine nel mondo oggettivo, che non era affatto giustificato prevedere a priori. È qui che compare il sentimento del "miracoloso", che cresce sempre più con lo sviluppo della nostra conoscenza. E qui sta il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, che si sentono paghi per la coscienza di avere con successo non solo liberato il mondo da Dio, ma persino di averlo privato dei miracoli. La cosa curiosa, certo, è che dobbiamo accontentarci di riconoscere il "miracolo", senza poter individuare una via legittima per andar oltre. (da una lettera a Maurice Solovine, GauthierVillars, Parigi, 1956)

  • Ci sono solo due modi di vivere la propria vita: uno come se niente fosse un miracolo; l'altro come se tutto fosse un miracolo.[5]

  • Ciò che veramente mi interessa è se Dio avesse potuto fare il mondo in una maniera differente, cioè se la necessità di semplicità logica lasci qualche libertà.[6]

  • Come si può mettere la Nona di Beethoven in un diagramma cartesiano? Ci sono delle realtà che non sono quantificabili. L'universo non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto.[7]

  • Cosa ci spinge, dunque, ad elaborare teoria dopo teoria? Perché, addirittura, formuliamo teorie? La risposta alla seconda domanda è semplice: perché amiamo «comprendere», ossia ridurre i fenomeni per mezzo del procedimento logico a qualcosa di già noto o (manifestamente) evidente. Prima di tutto sono necessarie nuove teorie quando si affrontano fatti nuovi che non possono essere «spiegati» da teorie esistenti. Ma questa motivazione è, per così dire, banale, imposta dall'esterno. C'è un'altra motivazione più sottile e di non minore importanza. Si tratta dello sforzo verso l'unificazione e la semplificazione delle premesse della teoria nel suo insieme (ossia, il principio di economia di Mach, interpretato come un principio logico).[8]

  • Cosa dovrei dire riguardo al lavoro di una vita di Bach? Ascoltalo, suonalo, amalo, adoralo – e stai zitto![9]

  • Credo che una condotta di vita semplice e discreta sia la cosa migliore per tutti, la cosa migliore per il corpo e la mente.[5]

  • Dio non gioca a dadi con l'universo.[10] (da una lettera del 4 dicembre 1926 a Niels Bohr)[11][12]

Dio non gioca a dadi è il modo con cui viene in genere riportato il pensiero di Einstein, che in realtà disse: «Sembra difficile dare una sbirciata alle carte di Dio. Ma che Egli giochi a dadi e usi metodi "telepatici" [...] è qualcosa a cui non posso credere nemmeno per un attimo»[13]. Niels Bohr, alle cui teorie si riferiva Einstein con questa frase, rispose "Non dire a Dio come deve giocare". Più tardi, in una discussione dove John Wheeler proponeva la sua (e di Richard Feynman) interpretazione sui positroni, Einstein ripropose la famosa frase "Non riesco ancora a credere che Dio giochi a dadi", aggiungendo anche "Ma forse mi sono guadagnato il diritto di commettere degli errori". (da Piergiorgio Odifreddi, Incontri con menti straordinarie)
  • [...] Dobbiamo guardarci dal sopravvalutare la scienza e i metodi scientifici quando si tratta di problemi umani; e non dobbiamo pretendere che solo gli esperti abbiano il diritto di pronunciarsi sulle questioni che mettono in gioco l'organizzazione sociale.

For these reasons, we should be on our guard not to overestimate science and scientific methods when it is a question of human problems; and we should not assume that experts are the only ones who have a right to express themselves on questions affecting the organization of society. (dall'articolo Why Socialism? in Montly Review del maggio 1949)
  • È difficile spiegare questo sentimento [la religione cosmica] a qualcuno che ne è completamente privo, specialmente se non esiste nessuna raffigurazione antropomorfica che possa corrispondere. Gli individui percepiscono la futilità dei desideri umani e gli scopi e al contrario il meraviglioso ordine che sta alla base della natura. L'esistenza di ognuno di noi viene percepita come una specie di prigione e ricerchiamo un'esperienza dell'universo come un singolo significante tutto. I geni religiosi di tutte le epoche si sono distinti per questo tipo di sentimento religioso, che non concepisce né dogma né Dio a immagine dell'uomo; e così non ci possono essere chiese i cui principali insegnamenti siano basati su questi principi. (dalNew York Times Magazine del 9 novembre 1930)

  • Eppure ogni teoria è speculativa. Quando i concetti fondamentali di una teoria sono relativamente «vicini all'esperienza» (come per esempio i concetti di forza, pressione, massa), il suo carattere speculativo non è facilmente individuabile. Se, però, una teoria è tale da richiedere l'applicazione di procedimenti logici complessi per raggiungere conclusioni, a partire dalle premesse, che possano essere confrontate con l'osservazione, chiunque acquisisce la consapevolezza della natura speculativa della teoria. In tal caso sorge un sentimento quasi irresistibile di avversione in coloro che non hanno esperienza nell'analisi epistemologica e che non sono consapevoli della natura precaria del pensiero teorico in quei campi che sono loro familiari. D'altro canto, si deve ammettere che una teoria ha un vantaggio considerevole se i suoi concetti base e le sue ipotesi fondamentali sono «vicini all'esperienza» ed è certamente giustificata una maggior fiducia in una teoria di questo tipo. Si corre meno il pericolo di andare completamente fuori strada, soprattutto perché ci vuole molto meno tempo e sforzo per invalidare tali teorie con l'esperienza. Eppure, via via che la profondità della nostra conoscenza aumenta, dobbiamo rinunciare a questo vantaggio nella nostra ricerca di semplicità logica e di uniformità nei fondamenti della teoria fisica. Si deve ammettere che la relatività è andata oltre le teorie fisiche precedenti nel rinunciare alla «vicinanza all'esperienza» dei concetti fondamentali allo scopo di raggiungere la semplicità logica.[8]

  • Esiste una passione per la comprensione proprio come esiste una passione per la musica; è una passione molto comune nei bambini, ma che poi la maggior parte degli adulti perde. Senza di essa non ci sarebbero né la matematica né le altre scienze. Più volte la passione per la comprensione ha condotto all'illusione che l'uomo sia in grado di comprendere razionalmente il mondo oggettivo, attraverso il pensiero puro, senza nessun fondamento empirico; in breve attraverso la metafisica. Sono convinto che ogni teorico vero sia una sorta di metafisico addomesticato, indipendentemente da quanto possa immaginare di essere un puro «positivista». Il metafisico crede che il logicamente semplice sia anche reale. Il metafisico addomesticato crede che non tutto ciò che è logicamente semplice sia incorporato nella realtà esperita, ma che la totalità di tutta l'esperienza sensoriale possa essere «compresa» sulla base di un sistema concettuale costruito su premesse di grande semplicità. Lo scettico dirà che questo è un «credo del miracolo». È proprio così, ma è un credo del miracolo che è nato e cresciuto in maniera straordinaria grazie allo sviluppo della scienza.[8]

  • Finché le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sono certe, e finché sono certe, non si riferiscono alla realtà. (da Sidelights on Relativity, Dover, p. 12)

  • Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che – nel loro rancore contro le religioni tradizionali come 'oppio delle masse' – non possono sentire la musica delle sfere.[14]

  • [Riguardo le accuse a Bertrand Russell] I grandi spiriti hanno sempre trovato la violenta opposizione dei mediocri, i quali non sanno capire l'uomo che non accetta i pregiudizi ereditati, ma con onestà e coraggio usa la propria intelligenza.[15]

  • Il sentimento religioso provocato dalla comprensione delle profonde interrelazioni della realtà è un qualcosa di diverso da quello che di solito viene definito con il termine religioso. È più propriamente un sentimento di venerazione per il disegno che si manifesta nell'universo materiale. Non ci porta ad immaginare un essere divino a nostra immagine e somiglianza, che ci fa domande e che si interessa a noi come individui. Non esiste né volontà, né dovere ma solo essere assoluto.[16]

  • In principio era previsto che diventassi ingegnere, ma il pensiero di dover spendere la mia energia creativa su cose che rendono ancora più raffinata la vita pratica di ogni giorno, con la deprimente prospettiva di una rendita da capitale come obiettivo, mi era insopportabile. Pensare per il piacere di pensare, come per la musica.[17]

  • Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti. Sospetta però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la situazione dell'essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. La convinzione profondamente appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell'incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio.[18]

  • L'idea di un Dio personale è un concetto antropologico che non sono capace di prendere seriamente. (da una lettera del 1946)[19]

  • L'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo, stimolando il progresso, facendo nascere l'evoluzione.

Imagination is more important than knowledge. For knowledge is limited, whereas imagination embraces the entire world, stimulating progress, giving birth to evolution.[20]
  • L'uomo che è convinto dell'esistenza e della operatività della legge di causalità non può concepire l'idea di un Essere che interferisce con il corso degli eventi. A patto naturalmente che egli prenda l'ipotesi della causalità veramente sul serio. (dalNew York Times Magazine, 9 novembre 1930)

  • La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre.[21]

  • La parola Dio per me non è nulla se non l'espressione di un prodotto della debolezza umana, la Bibbia una collezione di onorevoli, ma pur sempre puramente primitive, leggende che sono comunque piuttosto infantili. Nessuna interpretazione per quanto sottile può (per me) cambiare questo fatto... Per me la religione ebraica, così come tutte la altre religioni, è una incarnazione delle più infantili superstizioni. (da una lettera a Erik Gutkind, gennaio 1954; citato in lettersofnote.com)

  • La scienza, contrariamente ad un'opinione diffusa, non elimina Dio. La fisica deve addirittura perseguire finalità teologiche, poiché deve proporsi non solo di sapere com'è la natura, ma anche di sapere perché la natura è così e non in un'altra maniera, con l'intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sé altre scelte quando creò il mondo.[22]

  • Lo studio e, in generale, la ricerca della verità e della bellezza sono una sfera di attività nella quale ci è consentito di rimanere bambini per tutta la vita.[5]

  • Mi sento talmente immerso nell'umanità, talmente smarrito in un immenso universo, che non riesco più a commuovermi o a soffrire per la nascita o la morte di una creatura sola.[23]

  • Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità.[24]

  • Niente aumenterà le possibilità di sopravvivenza della vita sulla Terra quanto l'evoluzione verso un'alimentazione vegetariana.[25]

  • Non m'è riuscito di leggerlo: il cervello umano non è complesso fino a questo punto. (dal commento a un libro di Franz Kafka)[26]

  • Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l'ha già creata.[27]

  • Oh, Dostoevskij a me ha dato più cose di quante me ne abbia date Gauss.[28]

  • Per il rispetto del governo e della legge del paese non vi è nulla di più distruttivo che approvare leggi inapplicabili.[29]

  • Quando leggo la Bhagavad-Gita e rifletto su come Dio creò questo universo, ogni altra cosa mi sembra così superflua.

When I read the Bhagavad-Gita and reflect about how God created this universe everything else seems so superfluous.(citato in A Tribute to Hinduism)
  • Quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività. [30]

  • Sei l'unica persona con cui mi piace avere discussioni. Quasi tutti passano dai fatti alla teoria, e non dalla teoria ai fatti. Le persone sono incapaci di uscire dall'insieme dei concetti ammessi e continuano a girarci introrno in modo grottesco. (da una lettera a Erwin Schrödinger; citato in Bitbol, Darrigol, Erwin Schrödinger. Philosophy and the Birth of Quantum Mechanics, 1922)

  • Solo due cose sono infinite, l'universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima.[31]

  • Sono diventato vegetariano per ragioni etiche, oltre che salutistiche. Credo che il vegetarismo possa incidere in modo favorevole sul destino dell'umanità.[32]

  • Tu immagini che io guardi indietro alla mia vita con calma soddisfazione. Ma non c'è un singolo concetto della cui incrollabilità io sia convinto, e non so se in generale sono sulla strada giusta.[33]

  • Una volta che l'idea teorica è acquisita, è bene seguirla finché conduce ad una conclusione insostenibile. (citato inScientific American, aprile 1950)

  • Uno stomaco vuoto non è un buon consigliere politico. (da Religione cosmica)

The Ultimate Quotable Einstein 

  • La sfortuna si adatta incommensurabilmente bene al genere umano: meglio del successo. (1919)

  • Le persone sono come le biciclette: riescono a mantenere l'equilibrio solo se continuano a muoversi. (1930)

  • L'uomo è nato per odiare in misura quasi maggiore d'amare: e l'odio non si stanca di afferrare qualsiasi situazione disponibile. (1946)

  • Persino Chaplin mi guarda come se fossi una specie di creatura esotica e non sapesse che fare con me. Nella mia stanza si è comportato come se l'avessero portato in un tempio. (1931?)

  • Kant è una specie di autostrada con tante, tante pietre miliari. Poi arrivano tutti i cagnolini e ognuno deposita il suo contributo alle pietre miliari. (1919)



Attribuite 

  • Non tutto quel che conta può essere contato.

    L'unica fonte che esiste su questa citazione attribuita ad Einstein è un cartello scritto a mano che era nel suo studio all'università di Princeton. Chiunque entrava lì poteva leggerlo generando così la convinzione, abbastanza verosimilmente, che la frase fosse di Albert Einstein.
  • Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita.

    Secondo quanto riportato da Snopes.com, non esiste una fonte originale per questa citazione attribuita a Einstein, ed essa non viene menzionata in nessun documento prima del 1994. In quell'anno, è usata per la prima volta su di un volantino distribuito a Bruxelles dall'Unione Nazionale Apicoltori francesi, in rivolta a causa della concorrenza del miele d'importazione. È quindi probabile che sia stata creata ad hoc per avvalorare la protesta.
  • Per relazioni internazionali una comprensione universale tramite una lingua comune non solo è necessaria, ma addirittura indispensabile. L'esperanto è la miglior soluzione dell'idea di una lingua internazionale.

    Non risulta che Albert Einstein abbia mai pronunciato questa frase, anche se simpatizzava per l'esperanto; forse di Leopold Einstein.
  • Essendo un amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania guardai con fiducia alle università sapendo che queste si erano sempre vantate della loro devozione alla causa della verità. Ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani che in ardenti editoriali proclamavano il loro amore per la libertà. Ma anche loro, come le università vennero ridotti al silenzio, soffocati nell'arco di poche settimane. Solo la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità. Io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa prima, ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l'ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la libertà morale. Devo confessare che ciò che io una volta disprezzavo, ora lodo incondizionatamente. (su un articolo del Time Magazine del 23 dicembre 1940)

    Questa frase, attribuita ad Einstein dal Time Magazine, è in realtà estrapolata da un commento casuale fatto dallo scienziato ad un giornalista, durante il periodo in cui Einstein ancora viveva in Germania. Einstein stesso, in una lettera al conte di Montgelas datata 28 marzo 1947 (lettera non pubblicata, Einstein Archives, oggetto numero 58-548), ha sconfessato la trascrizione pubblicata dal giornale, dichiarandola "esagerata drasticamente, in modo da non ritenerla più nemmeno sua [1]

Autobiografia scientifica 

Incipit 

Eccomi qui seduto, all'età di 67 anni, per scrivere quello che potrebbe essere il mio necrologio. Lo faccio non solo perché il dottor Schilpp mi ha convinto a farlo, ma perché credo effettivamente che sia bene mostrare a chi opera accanto a noi come appaia retrospettivamente la nostra fatica e la nostra ricerca. Dopo averci riflettuto, capisco che qualsiasi tentativo del genere sarà sempre inadeguato. Per quanto breve e limitata possa essere la propria vita di lavoro, e per quanto grande sia la parte di essa sprecata in errori, esporre ciò che resta e merita d'essere detto è tuttavia difficile, perché l'uomo di oggi, che ha 67 anni, non è affatto lo stesso che ne aveva 50, 30, o 20. Ogni ricordo appare alla luce del presente, e quindi in una prospettiva ingannevole. Questa considerazione potrebbe addirittura fermarmi. Ma dalla propria esperienza si possono estrarre molte cose ancora ignote ad altre coscienze umane.

Citazioni 

  • Cosi io — benché figlio di genitori (ebrei) completamente irreligiosi — divenni religiosissimo; ma cessai improvvisamente di esserlo all'età di 12 anni. Attraverso la lettura di libri di scienza popolare mi ero convinto ben presto che molte delle storie che raccontava la Bibbia non potevano essere vere. La conseguenza fu che divenni un accesissimo sostenitore del libero pensiero, accomunando alla mia nuova fede l'impressione che i giovani fossero coscientemente ingannati dallo Stato con insegnamenti bugiardi; e fu un'impressione sconvolgente. Da questa esperienza trassi un atteggiamento di sospetto contro ogni genere di autorità, e di scetticismo verso le convinzioni particolari dei diversi ambienti sociali: e questo atteggiamento non mi ha più abbandonato, anche se poi, per una più profonda comprensione delle connessioni causali, abbia perso un po' della sua asprezza primitiva.

  • Io distinguo da una parte la totalità delle esperienze sensibili, e dall'altra la totalità dei concetti e delle proposizioni che sono enunciati nei libri. I rapporti interni fra i diversi concetti e proposizioni sono di natura logica, e il compito del pensiero logico è strettamente limitato a stabilire tutte le connessioni interne fra concetti e proposizioni secondo regole ben definite, che sono appunto quelle della logica. I concetti e le proposizioni acquistano "significato", cioè "contenuto", solo attraverso la loro connessione con le esperienze sensibili. Questa connessione è puramente intuitiva, non è essa stessa di natura logica. Ciò che distingue la vuota fantasia dalla "verità" scientifica è il grado di certezza con cui questa connessione, cioè questa associazione intuitiva, può essere compiuta, e null'altro.

  • Davanti a me avevo l'esempio della termodinamica. Il principio generale era tutto in questo enunciato: le leggi della natura sono tali che è impossibile costruire un perpetuum mobile (di prima o di seconda specie). Ma come trovare un siffatto principio universale? Dopo dieci anni di riflessione, un siffatto principio risultò da un paradosso nel quale m'ero imbattuto all'età di 16 anni: se io potessi seguire un raggio di luce a velocità c (la velocità della luce nel vuoto), il raggio di luce mi apparirebbe come un campo elettromagnetico oscillante nello spazio, in stato di quiete. Ma nulla del genere sembra possa sussistere sulla base dell'esperienza o delle equazioni di Maxwell. Fin dal principio mi sembrò intuitivamente chiaro che, dal punto di vista di un tale ipotetico osservatore, tutto debba accadere secondo le stesse leggi che valgono per un osservatore fermo rispetto alla Terra. Altrimenti, come farebbe il primo osservatore a sapere, cioè come potrebbe stabilire, di essere in uno stato di rapidissimo moto uniforme?
    È chiaro che in questo paradosso è già contenuto il germe della teoria della relatività particolare.

  • La teoria della relatività generale, per conseguenza, procede dal seguente principio: le leggi naturali debbono essere espresse da equazioni che siano covarianti rispetto al gruppo delle trasformazioni continue di coordinate. Questo gruppo sostituisce il gruppo delle trasformazioni di Lorentz della teoria della relatività particolare, che è un sottogruppo del primo.

  • La fisica è un tentativo di afferrare concettualmente la realtà, quale la si concepisce indipendentemente dal fatto di essere osservata. In questo senso si parla di "realtà fisica". Nella fisica prequantistica, non c'era alcun dubbio sul modo di intendere queste cose: nella teoria di Newton, la realtà era rappresentata da punti materiali nello spazio e nel tempo; nella teoria di Maxwell, dal campo nello spazio e nel tempo. Nella meccanica quantistica, la rappresentazione della realtà non è cosi facile. Alla domanda se una funzione ψ della teoria quantistica rappresenti una situazione reale effettiva, nel senso valido per un sistema di punti materiali o per un campo elettromagnetico, si esita a rispondere con un semplice "si" o "no". Perché?

Come io vedo il mondo 

Incipit 

Se consideriamo la nostra esperienza e i nostri sforzi, rileviamo subito che tutte le nostre azioni e i nostri desideri sono legati all'esistenza di altri uomini e che, per la nostra stessa natura, siamo simili agli animali che vivono in comunità.[34]

Citazioni 

  • Ad ogni sistema autocratico fondato sulla violenza fa sempre seguito la decadenza, perché la violenza attrae inevitabilmente. Il tempo ha dimostrato che a dei tiranni illustri succedono sempre dei mascalzoni.

  • Difficilmente troverete uno spirito profondo nell'indagine scientifica senza una sua caratteristica religiosità.

  • Disprezzo dal più profondo del cuore chi può con piacere marciare in rango e formazione dietro una musica; soltanto per errore può aver ricevuto il cervello; un midollo spinale gli basterebbe ampiamente.

  • È sufficiente per me il mistero dell'eternità della vita, il sentore della meravigliosa struttura dell'universo e della realtà, insieme al tentativo di comprendere quella parte, sia pure piccola, della ragione che manifesta se stessa nella natura.

  • Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.

  • Il mio ideale politico è l'ideale democratico. (1982)

  • Il sapere che l'impenetrabile esiste realmente e si manifesta a noi come la più alta saggezza e la bellezza più splendida, che le nostre facoltà limitate riescono a comprendere solo nelle loro forme più primitive – questa coscienza, questo sentimento, è al cuore di ogni autentica religiosità. In questo senso, e solo in questo senso, io appartengo alla categorie degli uomini devotamente religiosi.

  • Il vero valore di un uomo si determina esaminando in quale misura e in che senso egli è giunto a liberarsi dall'io.

  • La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e disagi, inibisce il proprio talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è l'incompetenza. Il più grande inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita ai propri problemi.[35]

  • La missione più alta del fisico è dunque la ricerca di queste leggi elementari. (1982)

  • La possibilità che un individuo possa sopravvivere alla morte fisica va al di là delle mie capacità di comprensione, e nemmeno posso fare altrimenti. Queste opinioni sono dettate dalla paura, assurdo egoismo o debolezza d'animo.

  • La sensazione più bella che possiamo provare è il mistero. Costituisce l'emozione fondamentale che sta alla base della vera arte e della vera scienza. Colui che l'ha provata e che non è ancora in grado di emozionarsi è come una merce avariata, come una candela spenta. È l'esperienza del mistero, spesso mischiata con la paura, che ha generato la religione. La conoscenza di un qualcosa che non possiamo penetrare, delle ragioni più profonde di una bellezza che si irradia, che sono accessibili alla ragione solo nelle sue più elementari forme, è questa la conoscenza e l'emozione che stanno alla base della religione; in questo senso, e in questo solamente, io posso definirmi profondamente religioso.

  • La teoria della relatività ristretta, che non è altro che il prolungamento sistematico della elettrodinamica di Maxwell e di Lorentz, ha aperto nuove vie superando i suoi stessi limiti. (1982)

  • L'aver avuto la concezione netta della legge differenziale è uno dei più grandi meriti del genio di Newton. (1982)

  • Le idee si riferiscono alle esperienze dei sensi, ma non possono mai derivarne logicamente. Per questa ragione non ho mai potuto comprendere la questione dell'a priori nel senso di Kant. (1982)

  • L'esperienza resta naturalmente l'unico criterio per utilizzare una costruzione matematica della fisica; ma è nella matematica che si trova il principio veramente creatore. Da un certo punto di vista riconosco che il pensiero puro è capace di afferrare la realtà, come gli antichi pensavano. (1982)

  • L'impressione del misterioso, sia pure misto a timore, ha suscitato, tra l'altro, la religione.

  • Non ho mai sentito la necessità di avvicinarmi agli uomini e alla società in generale. (1982)

  • Non posso immaginarmi un Dio che ricompensa e che punisce l'oggetto della sua creazione. (1982)

  • Non voglio e non posso figurarmi un individuo che sopravviva alla sua morte corporale: quante anime deboli, per paura e per egoismo ridicolo, si nutrono di simili idee! (1982)

  • Osserviamo nondimeno che l'idea di spazio assoluto, che implica quella di riposo assoluto, era per Newton fonte di inquietudine. (1982)

  • Possa egli [cioè Max Planck] riuscire a unire la teoria dei quanti all'elettrodinamica e alla meccanica, in un sistema costituente logicamente un tutto. (1982)

  • Quale il significato della vita umana o di quella, in genere, di ogni altra creatura? Conoscere una risposta a questa domanda significa essere religiosi. Vi domanderete: vale dunque la pena di porla? Io rispondo: chiunque consideri la propria e l'altrui vita come priva di significato è non soltanto infelice ma appena degno di vivere. (da Idee e opinioni. Come io vedo il mondo, p. 231)

  • Risalta meravigliosamente bene dai lavori mirabili ai quali Keplero ha consacrato la sua vita, che la conoscenza non può derivare dall'esperienza sola, ma che occorre il paragone fra ciò che lo spirito umano ha concepito e ciò che ha osservato. (1982)

  • Senza crisi non c'è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro.

  • Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.

  • [Sul Mahatma Gandhi] Una guida del suo popolo, privo di aiuto da parte di qualsiasi altra autorità esterna; un uomo politico i cui successi non si basano sull'artificio o sulla padronanza di formule tecniche, ma semplicemente sull'autorità morale che emanava dalla sua personalità; un combattente vittorioso che ha sempre disdegnato l'uso della forza; un uomo saggio e umile, armato di decisione e di inflessibile coerenza, che ha dedicato ogni energia alla rinascita del suo popolo e al miglioramento delle sue fortune; un uomo che ha affrontato la brutalità dell'Europa con la semplice dignità di un essere umano, dimostrandosi superiore in ogni occasione.
    È possibile che le generazioni future stenteranno a credere che un tale uomo sia mai vissuto in carne e ossa su questa terra. (da Idee e opinioni. Come io vedo il mondo, pp. 215-216)

  • Verso la fine del 1915, mi accorsi di questi errori e scoprii il nesso coi fatti dell'esperienza astronomica dopo che, avvilito e confuso, ero ritornato alla curvatura di Riemann. (1982)

L'elettrodinamica dei corpi in movimento 

Incipit 

È noto che l'elettrodinamica di Maxwell – come la si interpreta attualmente – nella sua applicazione ai corpi in movimento porta a delle asimmetrie, che non paiono essere inerenti ai fenomeni. Si pensi per esempio all'interazione elettromagnetica tra un magnete e un conduttore. I fenomeni osservabili in questo caso dipendono soltanto dal moto relativo del conduttore e del magnete, mentre secondo l'interpretazione consueta i due casi, a seconda che l'uno o l'altro di questi corpi sia quello in moto, vanno tenuti rigorosamente distinti. Se infatti il magnete è in moto e il conduttore è a riposo, nei dintorni del magnete esiste un campo elettrico con un certo valore dell'energia, che genera una corrente nei posti dove si trovano parti del conduttore. Ma se il magnete è in quiete e si muove il conduttore, nei dintorni del magnete non esiste alcun campo elettrico, e si ha invece nel conduttore una forza elettromotrice, alla quale non corrisponde nessuna energia, ma che – a parità di moto relativo nei due casi considerati – dà luogo a correnti elettriche della stessa intensità e dello stesso andamento di quelle alle quali dà luogo nel primo caso la forza elettrica.

Citazioni 

  • Le considerazioni seguenti si fondano sul principio di relatività e sul principio della costanza della velocità della luce, principi che definiamo nel modo seguente.
    1. Le leggi secondo le quali evolvono gli stati dei sistemi fisici sono indipendenti da quale di due sistemi di coordinate che si trovino uno rispetto all'altro in moto traslatorio uniforme queste evoluzioni di stato siano osservate.
    2. Ogni raggio di luce si muove nel sistema di coordinate "a riposo" con la velocità fissa V[36], indipendentemente dal fatto che questo raggio di luce sia emesso da un corpo a riposo o in moto.

  • Vediamo quindi che non possiamo attribuire al concetto di simultaneità alcun significato assoluto, ma che invece due eventi che, considerati in un sistema di coordinate, sono simultanei, se considerati da un sistema che si muove relativamente a questo sistema, non si possono più assumere come simultanei.

  • Da qui risulta la seguente conseguenza singolare. Nei punti A e B di K siano disposti due orologi a riposo, che camminano sincroni quando siano considerati nel sistema a riposo, e si muova l'orologio in A con la velocità v lungo la congiungente verso B, allora all'arrivo di quest'orologio in B i due orologi non sono più sincroni, ma l'orologio mosso da A a B resta indietro rispetto a quello che dall'inizio si trova in B di (1/2)t(v2/V2) secondi (a meno di quantità di ordine quarto e più alto), dove t è il tempo che l'orologio impiega da A a B.

  • Pertanto W per v=Velocità superluminali – in accordo con i nostri risultati precedenti – non hanno alcuna possibilità di esistenza.[37]

Explicit 

Queste tre relazioni sono un'espressione completa delle leggi secondo le quali si deve muovere l'elettrone per la presente teoria.
Osservo in conclusione che nei lavori sul problema qui trattato l'amico e collega M. Besso mi è stato accanto fedelmente e che gli sono debitore di molti suggerimenti preziosi.
Berna, giugno 1905

Pensieri degli anni difficili 

Albert Einstein nel 1911

  • A me la cosa peggiore in una scuola sembra l'uso di metodi basati sulla paura, sulla forza e sull'autorità artificiosa. Un tale trattamento distrugge i sentimenti sani, la sincerità e la fiducia in se stesso dell'allievo. Produce dei soggetti sottomessi. [...] È relativamente semplice tenere la scuola lontana da questo gravissimo male. Date all'insegnante il minore numero possibile di mezzi coercitivi, così che l'unica fonte di rispetto da parte dell'allievo sia costituita dalle qualità umane e intellettuali dell'insegnante stesso.

  • A perenne vanto della scienza sta il fatto che essa, agendo sulla mente umana, ha vinto l'insicurezza dell'uomo di fronte a se stesso e alla natura.

  • Da quando è stata approntata la prima bomba atomica nessun tentativo è stato fatto per rendere il mondo più sicuro dalla guerra, mentre molto è stato fatto per aumentare la capacità distruttrice della guerra stessa.

  • Difficilmente si è consapevoli di ciò che è significativo nella propria esistenza.

  • Fino a quando i contatti fra le due fazioni si limitano a dei negoziati ufficiali, non vedo che scarse prospettive per il raggiungimento di un accordo intelligente, specialmente per il fatto che le considerazioni di prestigio nazionale, come pure le messinscene dei discorsi dai balconi ad uso e consumo delle masse, non possono che generare dei progressi quasi nulli. Ciò che una fazione propone ufficialmente è per ciò stesso sospetto e addirittura inaccettabile all'altra. Inoltre, dietro tutti i negoziati ufficiali sta, anche se velata, la minaccia del nudo potere.

  • Gli Americani possono forse essere convinti della loro intenzione di non scatenare una guerra di aggressione o preventiva. Così, essi possono forse credere che sia superfluo annunciare pubblicamente che in un futuro non saranno i primi a usare la bomba atomica. Ma questo paese è stato solennemente invitato a rinunciare all'uso della bomba, cioè a bandirla, e ha rifiutato di farlo a meno che non siano accettate le sue condizioni circa un controllo internazionale.

  • Imparare e insegnare cose che non si possono pienamente accettare nel proprio intimo è sempre un compito difficile.

  • Io credo che questa politica sia errata. Vedo un certo vantaggio militare nel non rinunciare all'uso della bomba, in quanto si può pensare di trattenere un altro paese dallo scatenare una guerra in cui gli Stati Uniti potrebbero usarla. Ma ciò che si guadagna da una parte lo si perde dall'altra. Infatti un'intesa per il controllo internazionale dell'energia atomica è diventata in tal modo ancora più remota. Ciò può non rappresentare un inconveniente militare fino a che gli Stati Uniti posseggono l'esclusiva dell'uso della bomba. Ma nel momento in cui un altro paese sarà in grado di produrne in quantità notevoli, gli Stati Uniti avranno molto da perdere da un mancato accordo internazionale, a causa della vulnerabilità delle loro industrie concentrate e della loro vita urbana altamente sviluppata.

  • Io non mi considero il padre dell'energia atomica. La mia parte in questo campo è stata molto indiretta. Non ho previsto, infatti, che si potesse arrivare a produrre l'energia atomica entro il corso della mia vita. Essa diventò un fatto pratico grazie alla scoperta accidentale della reazione a catena, e questo non è un fatto che io avrei potuto prevedere. Essa fu scoperta da Otto Hahn a Berlino, ed egli stesso non comprese subito esattamente ciò che aveva scoperto. Fu Lise Meitner colei che fornì la corretta interpretazione e fuggì dalla Germania per affidare l'informazione nelle mani di Niels Bohr. Io non credo che si possa assicurare una grande era atomica organizzando la scienza, nella maniera in cui sono organizzate certe grandi società industriali.

  • Io trascorro la mia vita in quella solitudine per noi tanto penosa nella gioventù, ma così gradita negli anni della maturità.

  • L'appartenenza a un sistema di sicurezza internazionale non dovrebbe, secondo me, essere basata su degli schemi democratici arbitrari. L'unico requisito dovrebbe essere che i rappresentanti in seno all'organizzazione, all'assemblea o al consiglio internazionali, dovessero essere eletti dal popolo di ciascun paese membro, con voto segreto. Questi delegati dovrebbero rappresentare il popolo piuttosto che il governo, la qual cosa accrescerebbe la natura pacifica dell'organizzazione.

  • La scienza non può stabilire dei fini e tanto meno inculcarli negli esseri umani; la scienza, al più, può fornire i mezzi con i quali raggiungere certi fini. Ma i fini stessi sono concepiti da persone con alti ideali etici.

  • La scienza può solo accertare ciò che è, ma non ciò che dovrebbe essere, ed al di fuori del suo ambito restano necessari i giudizi di valore di ogni genere.

  • La scuola dovrebbe avere sempre come suo fine che i giovani ne escano con personalità armoniose, non ridotti a specialisti. Questo, secondo me, è vero in certa misura anche per le scuole tecniche, i cui studenti si dedicheranno a una ben determinata professione. Lo sviluppo dell'attitudine generale a pensare e giudicare indipendentemente, dovrebbe sempre essere al primo posto, e non l'acquisizione di conoscenze specializzate.

  • Ma nel dare la colpa ai Russi gli Americani non dovrebbero ignorare il fatto che essi stessi non avrebbero volontariamente rinunciato all'uso della bomba come arma ordinaria nel periodo precedente la realizzazione di un controllo internazionale, o nel caso in cui quest'ultimo non venisse realizzato. In questo modo hanno contribuito ad aumentare negli altri paesi la paura che essi considerino la bomba come un'arma normale del loro arsenale fino a quando gli altri paesi si rifiutino di accettare le loro condizioni circa un controllo internazionale.

  • Mantenere un deposito di bombe atomiche senza promettere di non farne uso significa sfruttare il possesso delle bombe per fini politici. Può darsi che gli Stati Uniti sperino in questo modo di spaventare l'Unione Sovietica costringendola ad accettare il controllo internazionale dell'energia atomica. Ma la paura fa soltanto crescere l'antagonismo e aumenta il pericolo di una guerra. Sono del parere che questa politica abbia tolto ogni valore reale alle offerte per un controllo internazionale dell'energia atomica.

  • Nella libertà dell'uomo, in senso filosofico, non credo assolutamente. Ciascuno di noi agisce non solo guidato da una compulsione esterna ma anche da una necessità interna. (Come io vedo il mondo)

  • Nessuno scopo è, secondo me, così alto da giustificare dei metodi indegni per il suo conseguimento.

  • Noi scienziati crediamo che ciò che noi e i nostri simili faremo o non faremo entro i prossimi pochi anni determinerà il destino della nostra civiltà. Consideriamo perciò nostro dovere spiegare infaticabilmente questa verità, aiutare la gente a rendersi conto di tutto ciò che è in giuoco, e lavorare, non per mettere in pace la coscienza, ma per la comprensione e per un accordo finale fra popoli e nazioni che sono su posizioni divergenti.

  • Non dico che gli Stati Uniti non dovrebbero costruire e creare dei depositi di bombe atomiche, in quanto io credo che sia giusto agire cosí; io debbo essere in grado di distogliere un'altra nazione dal proposito di condurre un attacco atomico quando anch'essa possieda la bomba. Ma quello di scoraggiare dovrebbe essere l'unico scopo dei depositi di bombe. Allo stesso modo io credo che le Nazioni Unite dovrebbero possedere la bomba atomica una volta che disponessero di un proprio esercito e di proprie armi. Ma anche esse dovrebbero possedere la bomba solo allo scopo di scoraggiare un aggressore oppure delle nazioni ribelli, dallo scatenare un attacco atomico. Esse non dovrebbero usare la bomba atomica di propria iniziativa più di quanto non dovrebbero farlo gli Stati Uniti o una qualsiasi altra potenza.

  • Non dobbiamo semplicemente sopportare le differenze fra gli individui e i gruppi, ma anzi accoglierle come le benvenute, considerandole un arricchimento della nostra esistenza. Questa è l'essenza della vera tolleranza, intesa nel suo significato più ampio, senza la quale non si può porre il problema di una vera moralità.

  • Non riesco a concepire un vero scienziato senza una fede profonda. La situazione può esprimersi con un'immagine: lascienza senza la religione è zoppa; la religione senza la scienza è cieca.

  • Non vedo altro modo di uscire dalle attuali condizioni se non quello di una lungimirante, onesta e coraggiosa politica che si prefigga lo scopo di ristabilire la sicurezza su basi internazionali. Speriamo che si trovino uomini, in numero sufficiente e dotati di forza morale, che guidino la nazione su questo cammino fino a quando le circostanze esterne imporranno ad essa una funzione di guida. Allora, problemi cesseranno di esistere.

  • Nulla è stato fatto per allontanare questa nuova guerra, mentre molto è stato fatto per renderla ancora più orribile; cosí non vi è alcuna scusa per ignorare il pericolo. Dico che nulla è stato fatto per allontanare il pericolo, nonostante la proposta avanzata dagli Stati Uniti circa un controllo internazionale dell'energia atomica. Questo paese ha fatto solo una proposta, e a delle condizioni che l'Unione Sovietica è decisa ora a non accettare. Ciò dà la possibilità di imputare ai Russi il mancato accordo.

  • Più un uomo è convinto della regolarità e ordine delle cose più si convince che non c'è spazio, in questo ordine regolare, per cause di altra natura. Per lui né le leggi umane né le leggi divine esisteranno come cause indipendenti di eventi naturali.

  • Qualsiasi governo è, in certa misura, un male.

  • Rifiutandosi di porre al bando la bomba mentre ne possiede il monopolio, questo paese risulta danneggiato anche da un altro punto di vista, in quanto non riesce più a riaffermare pubblicamente quelle norme etiche formalmente accettate prima dell'ultima guerra. Non si dovrebbe dimenticare che la bomba atomica è stata costruita in questo paese come misura preventiva; avrebbe dovuto servire a impedirne l'uso da parte dei tedeschi, se questi l'avessero scoperta. Il bombardamento di centri civili fu iniziato dai Tedeschi e adottato dai Giapponesi. Gli alleati risposero nello stesso modo, e con grande efficacia, a quanto risulta, e furono moralmente giustificati in questo modo di agire. Ma ora, senza alcuna provocazione, e senza la giustificazione di rappresaglie o di ritorsioni, un rifiuto di bandire l'uso della bomba salvo in caso di rappresaglia, sta facendo del suo possesso un fine politico, e ciò è difficilmente perdonabile.

  • Se non la si impedisce, è probabile che una nuova guerra porti la distruzione su una scala ritenuta impossibile prima (e anche ora difficilmente concepibile), e che solo poche tracce di civiltà sopravvivrebbero.

  • Si è molto vicino al vero quando si dice che è facile dare dei consigli giusti e assennati agli altri, ma è difficile agire in modo giusto e assennato.

  • Tutti siamo consapevoli della difficile e minacciosa situazione in cui si trova la società umana, stretta in una sola comunità da un destino comune; tuttavia solo pochi agiscono tenendo presente ciò. La maggior parte della gente continua a vivere la propria vita giorno per giorno: per metà spaventati, per metà indifferenti, se ne stanno a guardare la spettrale tragicommedia che viene rappresentata sulla scena internazionale di fronte agli occhi e alle orecchie del mondo. Ma su questa scena, sulla quale gli attori sostengono, sotto la luce dei riflettori, le parti stabilite, viene deciso il nostro destino di domani, la vita o la morte delle nazioni.

  • Vi sono due modi secondo cui la scienza influisce sulla vita dell'uomo. Il primo è familiare a tutti: direttamente ancor più indirettamente la scienza produce strumenti che hanno completamente trasformato l'esistenza umana. Il secondo è per sua natura educativo, agendo sullo spirito. Per quanto possa apparire meno evidente a un esame frettoloso, questa seconda modalità non è meno efficiente della prima.

Pensieri di un uomo curioso 

  • Cento volte al giorno mi viene in mente che la vita interiore ed esteriore dipende dalle fatiche dei contemporanei e da quelle dei loro predecessori; io devo sforzarmi di ricambiare, in ugual misura, ciò che ho ricevuto e ancora ricevo.

  • Chi ha cari i valori della cultura non può non essere pacifista.

  • Credo nel Dio di Spinoza che si rivela nell'armonia di tutto ciò che esiste, ma non in un Dio che si occupa del destino e delle azioni degli esseri umani. (1929)

  • È difficile sapere cosa sia la verità, ma a volte è molto facile riconoscere una falsità.

  • Finché ci saranno gli uomini, ci saranno le guerre. (1947)

  • Gli oggetti banali ai quali tendono gli sforzi degli uomini – il possesso dei beni, il successo apparente, il lusso, mi sono sempre sembrati disprezzabili.

  • Ho sempre amato la solitudine, una caratteristica che tende ad accentuarsi con l'età

  • I concetti della fisica sono libere creazioni della mente umana e non sono, comunque possa sembrare, unicamente determinati dal mondo esterno.

  • Il matrimonio è il tentativo fallimentare di trasformare un caso in qualcosa di duraturo.

  • Il mio pacifismo è un sentimento istintivo, un sentimento che mi abita perché l'omicidio è ripugnante. Non nasce da una teoria intellettualistica, ma da un profondo orrore per ogni forma di odio e di crudeltà.

  • Il nazionalismo è una malattia infantile. È il morbillo dell'umanità.

  • Il Signore è sottile, ma non malizioso.

Dio è sottile, ma non dispettoso.[38]
  • In tal caso mi spiacerebbe proprio per il buon Dio: la teoria è giusta! (1919)[39]

  • Io appartengo all'unica razza che conosco, quella umana.[40]

  • L'amore porta molta felicità, molto più di quanto struggersi per qualcuno porti dolore.

  • L'eterno mistero del mondo è la sua comprensibilità... Il fatto che sia comprensibile è un miracolo.[41]

  • La geometria, quando è certa, non dice nulla del mondo reale, e quando dice qualcosa a proposito della nostra esperienza, è incerta. (27 gennaio 1921)

  • La morale non ha niente di divino; è una facenda puramente umana.

  • La saggezza non è un prodotto dell'istruzione ma del tentativo di acquisirla, che dura tutta la vita.

  • La scienza senza la religione è zoppa; la religione senza la scienza è cieca.

  • La scuola deve far sì che un giovane ne esca con una personalità armoniosa e non ridotto a uno specialista.

  • Ogni persona è un genio. Ma, se giudichi un pesce dalla sua capacità di scalare un albero, passerà tutta la sua vita pensando di essere stupido.

  • La vecchiaia ha i suoi momenti belli.

  • La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti.

  • Leggo spesso la Bibbia, ma il suo testo originale mi è rimasto inaccessibile. (2 settembre 1945)

  • Lo scienziato trova la sua ricompensa in ciò che Henri Poincaré chiama la gioia della comprensione, e non nelle possibilità applicative delle sue scoperte. (1932)

  • Mi fa orrore quando una bella intelligenza è abbinata a una personalità ripugnante.

  • Non cerco di immaginare un Dio; mi basta guardare con stupore e ammirazione la struttura del mondo, per quanto essa si lascia cogliere dai nostri sensi inadeguati.

  • Non credo in un Dio personale e non ho mai nascosto questa mia convinzione, anzi l'ho espressa chiaramente. Se c'è in me qualcosa che si può definire sentimento religioso, è proprio quella sconfinata ammirazione per la struttura del mondo nei limiti in cui la scienza ce la può rivelare.

  • Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente curioso. (da una lettera a Carl Seelig, 11 marzo 1952)

  • Non mi preoccupo mai del futuro, arriva sempre abbastanza presto.

  • Non preoccuparti delle tue difficoltà in matematica; posso assicurarti che le mie sono ancora maggiori. (dalla lettera alla studentessa liceale Barbara Wilson, 7 gennaio 1943)

  • Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma la Quarta sì: con bastoni e pietre.   controllare: di Adorno?

  • Non sono mai stato comunista, ma se lo fossi stato non me ne vergognerei.

  • Per perdere la testa, bisogna averne una.

  • Più la teoria dei quanti ha successo e più sembra una sciocchezza. (lettera a Heinrich Zangger, 20 maggio 1912)

  • Quando rifletto su di me e sui miei metodi intellettuali, mi sembra quasi che il dono della fantasia mi sia servito più della capacità di impadronirmi della conoscenza assoluta.

  • Quello che vedo nella natura è una struttura stupenda che possiamo capire solo in maniera molto imperfetta e davanti alla quale la persona riflessiva deve sentirsi pervasa da un profondo senso di 'umiltà'. È un sentimento sinceramente religioso che non ha nulla a che vedere con il misticismo. La mia religiosità consiste in un'umile ammirazione di quello Spirito immensamente superiore che si rivela in quel poco che noi, con il nostro intelletto debole e transitorio, possiamo comprendere della realtà. Voglio sapere come Dio creò questo mondo. Voglio conoscere i suoi pensieri. In quanto al resto, sono solo dettagli. (Mondadori, 1997)

  • Se tornassi giovane e dovessi decidere come guadagnarmi la vita, non cercherei di diventare uno scienziato, uno studioso o un insegnante. Sceglierei piuttosto di fare l'idraulico o lo straccivendolo, nella speranza di trovare un minimo di indipendenza, quel poco che nelle attuali circostanze è ancora possibile.

  • Se verrà dimostrato che la mia teoria della relatività è valida, la Germania dirà che sono tedesco e la Francia che sono cittadino del mondo. Se la mia teoria dovesse essere sbagliata, la Francia dirà che sono un tedesco e la Germania che sono un ebreo.

  • Soltanto una vita vissuta per gli altri è una vita che vale la pena vivere.

  • Una vita che miri principalmente a soddisfare i desideri personali conduce prima o poi a un'amara delusione.

Pensieri, idee, opinioni 

  • A livello di logica pura tutti gli assiomi sono arbitrari, compresi gli assiomi dell'etica. Ma essi non sono affatto arbitrari da un punto di vista psicologico e genetico, […] All'individuazione e alla verifica degli assiomi etici si perviene in modo non dissimile da quello che riguarda gli assiomi della scienza. La verità è ciò che sopporta la verifica dell'esperienza.

  • Ci sta a cuore non solo il problema tecnico dell'assicurare e preservare la pace, ma anche l'importante compito dell'istruzione e dell'illuminazione delle menti. […] Senza la libertà che i nostri antenati conquistarono per noi dopo dure lotte, non ci sarebbe stato alcuno Shakespeare, o Goethe, o Newton, o Faraday, o Pasteur o Lister. […] Solo gli uomini liberi possono produrre le invenzioni e le opere intellettuali che a noi moderni rendono la vita degna di essere vissuta.

  • Così abbiamo dovuto assistere al licenziamento di degni docenti universitari. […] e all'infausta istituzione del giuramento del docente, ideato per limitare la libertà d'insegnamento. Non mi soffermo sul fatto che la libertà d'insegnamento e di opinione – nei libri o nella stampa – è il fondamento di un sano e naturale sviluppo di qualsiasi popolo. (Lettera aperta all'Assemblea delle Nazioni Unite, 1948)

  • Di ciò che è importante nella propria esistenza non ci si rende quasi conto, e certamente questo non dovrebbe interessare il prossimo. Che ne sa un pesce dell'acqua in cui nuota per tutta la vita?

  • I crimini di cui gli ebrei sono stati incolpati nel corso della storia – crimini intesi a giustificare le atrocità perpetrate contro di essi – sono mutati in rapida successione […] Le accuse contro di loro, accuse della cui falsità gli istigatori erano ogni volta perfettamente consapevoli, superavano ogni immaginazione, ma hanno influenzato ripetutamente le masse. […] In questo caso, si può parlare di antisemitismo latente.

  • L'odio che impazza contro noi ebrei affonda le radici nel fatto che abbiamo sostenuto l'ideale della convivenza armonica, e che gli abbiamo dato espressione con parole e coi fatti tra la maggior parte del nostro popolo.

  • La principale fonte dei conflitti odierni tra le sfere della religione e della scienza sta tutta in questa idea di un Dio personale. […] Nella lotta per il bene morale, i maestri della religione debbono avere la capacità di rinunciare alla dottrina d'un Dio personale, vale a dire rinunciare alla fonte della paura e della speranza, che nel passato ha garantito ai preti un potere così ampio.

  • Più l'uomo avanza nella sua evoluzione spirituale, più mi appare certo che il sentiero verso una religiosità genuina non passa per la paura della vita e la paura della morte, o per una fede cieca, ma attraverso gli sforzi compiuti in direzione di una conoscenza razionale.

  • Nella fase giovanile dell'evoluzione spirituale dell'uomo la fantasia umana creò a propria immagine divinità che supponeva dovessero determinare il mondo fenomenologico. L'idea di Dio nelle religioni insegnate oggi, è una sublimazione di quell'antica concezione degli dèi. Il suo carattere antropomorfico è dimostrato, per esempio, dal fatto che gli uomini si rivolgano all'Essere Divino con preghiere, e ne implorino l'esaudimento dei propri desideri.

  • L'individuo è degradato a mero strumento; egli diventa materiale umano. […] Nel nostro tempo, la mentalità militare si è fatta ancora più pericolosa che in passato, perché le armi offensive sono diventate molto più potenti di quelle difensive. Perciò essa conduce di necessità alla guerra preventiva. L'insicurezza generale che ad essa si accompagna porta a sacrificare i diritti civili del cittadino al presunto bene dello Stato.

  • La gente comune può seguire i dettagli della ricerca scientifica solo fino a un livello modesto; ma può registrare almeno un grosso e importante guadagno: la fiducia che il pensiero umano è affidabile e la legge della natura è universale.

  • Le Nazioni Unite per il momento, e il governo mondiale alla fine, dovrebbero perseguire un unico scopo: la garanzia della sicurezza, della tranquillità e del benessere per tutta l'umanità.

  • Noi ebrei dovremmo essere e rimanere portatori e difensori dei valori spirituali. Ma dovremmo anche restare perennemente consapevoli del fatto che questi valori spirituali sono e sono sempre stati il fine comune di tutta l'umanità.

  • Tutto è determinato da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. Vale per l'insetto come per gli astri. Esseri umani, vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio invisibile.

  • Nel tempio della scienza ci sono molte dimore... e diversi davvero sono coloro che le abitano e i motivi che ve li hanno condotti. Molti cercano nella scienza l'esaltante sensazione di superiore capacità intellettuale; la scienza è lo sport da cui trarre un'esperienza vivida e il soddisfacimento delle ambizioni; nel tempio ci saranno anche i molti che hanno immolato i prodotti del loro cervello a fini puramente utilitaristici. Se venisse un angelo del Signore a cacciare tutta la gente che appartiene a queste due categorie, il tempio si svuoterebbe di molti fedeli, ma qualcuno rimarrebbe: uomini sia dell'epoca presente sia di quella passata... Se le categorie che abbiamo appena espulso fossero le sole a popolare quel luogo, il tempio non sarebbe mai esistito, così come non può esistere un bosco fatto di soli rampicanti. Coloro che troveranno favore presso l'angelo [...] sono tipi isolati, poco comunicativi, solitari, in realtà molto meno simili tra loro degli appartenenti alla schiera dei cacciati. Quel che li ha portati al tempio [...] non c'è un'unica risposta per spiegarlo, [...] l'evasione dalla vita quotidiana, dalla sua penosa crudezza, da una disperata monotonia, la fuga dalla schiavitù dei propri desideri. Una natura nobile desidera con tutte le sue forze di sfuggire al suo ambiente affollato e rumoroso per rifugiarsi nel silenzio delle vette più alte, dove l'occhio spazia liberamente nell'aria ancura pura e segue con sguardo amorevole i placidi contorni che paiono costruiti per l'eternità.

Incipit de Il lato umano 

Un giorno ricevetti all'Ufficio brevetti di Berna una grande busta dalla quale estrassi un foglio dall'aspetto ufficiale. Recava in eleganti caratteri (mi pare che fosse addirittura in latino)[42] un messaggio che mi parve impersonale e di scarso interesse. Finì subito nel cestino. Più tardi appresi che si trattava dell'invito alle celebrazioni in memoria di Calvino e dell'avviso che avrei ricevuto la laurea honoris causa dall'università di Ginevra[43]. Evidentemente la gente dell'università interpretò nel senso giusto il mio silenzio e quindi si rivolse al mio amico e allievo Lucien Chavan, ginevrino di origine e allora residente a Berna. Mi convinse ad andare a Ginevra, spiegandomi che praticamente non era possibile rifiutare l'invito; però non mi diede ulteriori chiarimenti.

Citazioni su Albert Einstein 

Albert Einstein nel 1921, foto ufficiale alla cerimonia del Nobel.

  • All'Accademia nazionale delle Scienze di Washington si stava svolgendo una cerimonia in onore di alcune persone insigni. Nessuna di loro era un oratore brillante e i discorsi si susseguivano uno più noioso dell'altro. Io mi sentivo a disagio, ma Einstein si sporse sorridendo verso un olandese che gli sedeva accanto e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. L'olandese si voltò da un lato per nascondere una risata. «Che cosa le ha detto Einstein?» gli chiedemmo al termine della cerimonia. «Mi ha detto che aveva scoperto una nuova teoria... quella dell'Eternità.» (Harlow Shapley)

  • Alla fine di un pranzo ufficiale organizzato in onore di Einstein, un oratore si alzò per pronunciare un discorso molto elogiativo.
    Einstein sussurrò: «E dire che l'uomo di cui si parla non porta i calzini!» (Ronald W. Clark)

  • Anche Einstein, intervistato tutti i giorni, farebbe la figura del cretino. (Michel Platini)

  • Con Einstein la fondazione della nuova disciplina giunge finalmente a una precisa conclusione. Il suo lavoro del 1905 fu presentato quasi contemporaneamente a quello di Poincaré e fu concepito del tutto indipendentemente dalla trattazione di Lorentz del 1904. In esso non solo sono contenuti tutti i risultati essenziali di entrambi i lavori citati, ma vi è in più una concezione completamente nuova e molto più profonda di tutto il problema. (Wolfgang Pauli)

  • Dobbiamo soprattutto ammirare in lui la facilità con cui si adatta a concetti nuovi e sa trarne ogni possibile conclusione. (Henri Poincaré)

  • Einstein era profondamente convinto dell'armonia della natura e lo scopo che si propose con maggiore impegno nel corso di tutta la sua attività scientifica fu quello di trovare una fondazione unificata della fisica. (Fritjof Capra)

  • Einstein lesse Mach con interesse e ne fu influenzato sotto diversi aspetti. Seguendo le prescrizioni di Mach, non iniziò il suo articolo sulla teoria della relatività speciale in modo consueto, descrivendo risultati sperimentali, cominciò invece con principi come il princìpio della relatività e il princìpio della costanza della velocità della luce. (Paul Feyerabend)

  • Einstein parlava di Dio così spesso che mi è venuto il sospetto che fosse un teologo clandestino. (Friedrich Dürrenmatt)

  • [Sulla critica alla meccanica quantistica] Einstein [...] sbagliò quando disse: «Dio non gioca a dadi». La considerazione dei buchi neri suggerisce infatti non solo che Dio gioca a dadi, ma che a volte ci confonda gettandoli dove non li si può vedere. (Stephen Hawking)

  • È vivace, sicuro di sé, piacevole. Di psicologia ne capisce quanto me di fisica, tanto che abbiamo avuto una conversazione molto scherzosa. (Sigmund Freud)

  • Il genio di Einstein ci ha condotto ad Hiroshima. (Pablo Picasso)

  • Il più grande ebreo vissuto dopo Gesù Cristo. (J. B. S. Haldane)

  • In Germania era sorta un'organizzazione che denunciava la teoria della relatività come una manifestazione di un complotto semitico per corrompere il mondo. Nel 1920 l'organizzazione prese in affitto la sala della Filarmonica di Berlino per tenervi una dimostrazione contro Einstein e la sua teoria, e il fisico andò ad assistervi. Preso posto in un palco, aveva l'aria di divertirsi un mondo. Alle asserzioni più assurde degli oratori lo si vedeva ridere di cuore e applaudire con ironia. (Ronald W. Clark)

  • In un articolo del 1917 destinato a fare storia, Einstein stesso inaugurò la cosmologia moderna. Le ipotesi metafisiche necessarie per l'ispirazione del suo modello furono fornite dal principio cosmologico, già presagito da Nicola Cusano e Giordano Bruno: l'universo appare in un dato istante allo stesso modo, da qualunque punto e in qualunque direzione lo si guardi. (Piergiorgio Odifreddi)

  • La teoria di Einstein è almeno altrettanto poco fondata e altrettanto contraria al buon senso quanto la tradizione cristiana nei riguardi della concezione e della nascita di Cristo. (Simone Weil)

  • Per giudicare una teoria, Einstein spesso si domandava se – qualora lui fosse stato Dio – avrebbe creato il Cosmo in quel determinato modo. (Erasmo Recami)

  • [Risposta di Bohr all'affermazione di Albert Einstein: Dio non gioca a dadi con l'universo]
    Piantala di dire a Dio che cosa fare con i suoi dadi.

Stop telling God what to do with his dice. (Niels Bohr)
  • Tra gli illustri amanti dei gatti compare anche Einstein, che spesso per non disturbare il micio che dormiva appoggiato alla sua mano sinistra, si metteva a scrivere con la destra pur essendo mancino. (da Minù, Agenda del gatto 1998, testi a cura di Claudia Angeletti e Simona Lari, Gruppo Editoriale Armenia, Milano 1997)

  • Un giorno dopo che Einstein si era trasferito nella sua residenza definitiva all'Istituto di studi superiori di Princeton, nel New Jersey, il telefono squillò nell'ufficio del preside. La voce all'altro capo del filo chiese: «Potrei parlare con il professor Eisenhart?» Quando gli fu risposto che mio padre non c'era, la voce continuò: «Forse lei sa dirmi dove abita il professor Einstein.» La segretaria di mio padre rispose di non poterglielo dire perché il professore era molto geloso della sua vita privata. La voce al telefono divenne quasi un sussurro: «Per favore, non lo dica a nessuno, ma il professor Einstein sono io. Sto andando a casa, ma ho dimenticato dove abito.» (Churchill Eisenhart)

  • Vede, acclamano lei perché non la capisce nessuno, acclamano me perché mi capiscono tutti. (Charlie Chaplin)



Paulo Coelho



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Paulo Coelho

Paulo Coelho (nato nel 1947), scrittore e poeta brasiliano.

Citazioni di Paulo Coelho 

  • Dietro la maschera di ghiaccio che usano gli uomini c'è un cuore di fuoco (Manuale del Guerriero della Luce)

  • Tu non sei quello che sembri nei momenti di tristezza. Sei molto di più. (da Manuale del guerriero della luce)

  • La gente dice: "È matto." Oppure: "Vive in un mondo di fantasia." O ancora: "Come può confidare in cose prive di logica?" Ma il guerriero continua ad ascoltare il vento e a parlare con le stelle. (daManuale del guerriero della luce)

Attribuite 

  • Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e ognuno intorno a te pianga.

Il pensiero appartiene in realtà al poeta indiano Kabir (1398 – 1518); si veda, per esempio, questa pagina su web Libri, oppure questa. Il testo Le cose che ho imparato nella vita, attribuito a Coelho e indicato spesso come fonte di tale citazione, sembrerebbe essere un falso; un testo anonimo simile, recuperato da Internet, è stato postato da Coelho nelsuo blog.

Il Cammino di Santiago 

Incipit 

Quando iniziammo il pellegrinaggio, pensai di avere realizzato uno dei più grandi sogni della mia gioventù. Per me, tu eri lo stregone Don Juan, e io rivivevo la saga di Castaneda in cerca dello Straordinario.
Ma tu hai resistito arduamente a tutti i miei tentativi di trasformarti in eroe. Ciò ha reso molto difficile il nostro rapporto, finché ho capito che lo Straordinario risiede nel Cammino delle Persone Comuni. E oggi questa comprensione è quanto possiedo di più prezioso nella vita: mi permette di fare qualsiasi cosa, e mi accompagnerà per sempre.

Citazioni 

  • "Cos'ha a vedere la magia con la Chiesa cattolica?". Petrus pronunciò soltanto una parola: "Tutto".

  • Il Buon Combattimento è quello che viene intrapreso perché il nostro cuore lo chiede. (Petrus: p. 55)

  • L'uomo non può mai smettere di sognare. Il sogno è il nutrimento dell'anima, come il cibo è quello del corpo. Molte volte, nel corso dell'esistenza, vediamo che i nostri sogni svaniscono e che i nostri desideri vengono frustrati, tuttavia è necessario continuare a sognare, altrimenti la nostra anima muore e Agape non può penetrarvi. (Petrus)

  • Le persone giungono sempre al momento giusto nei luoghi in cui sono attese.

  • Una minaccia non può sortire alcun effetto, se non è accettata. Non dimenticarlo quando combatterai il Buon Combattimento. E non devi nemmeno scordare che attaccare o fuggire fanno parte dello scontro. Quello che non appartiene alla lotta è restare paralizzato dalla paura. (p. 120)

[Paulo Coelho, Il Cammino di Santiago, traduzione di Rita Desti, Bompiani, Milano 2001. ISBN 88-452-4847-X]

L'alchimista 

Incipit 

Il ragazzo si chiamava Santiago. Stava cominciando a imbrunire quando giunse con il suo gregge davanti a una vecchiachiesa abbandonata. Il tetto era crollato da tempo e un enorme sicomoro era cresciuto nel luogo dove una volta sorgeva la sacrestia. Decise di trascorrere la notte in quel luogo. Fece entrare tutte le pecore dalla porta in rovina e poi dispose alcune tavole di legno perché non potessero fuggire durante la notte. Non c'erano lupi in quella zona, ma una volta un animale era scappato e c'era voluta un'intera giornata perché lo ritrovasse.

Citazioni 

  • Gli uomini sono artefici del proprio destino: possono commettere sempre gli stessi errori, possono fuggire costantemente da ciò che desiderano, e che magari la vita gli offre in modo generoso; oppure possono abbandonarsi al destino e lottare per i propri sogni accettando il fatto che si presentano sempre nel momento giusto. (da Brida)

  • A cosa vi serve una rivoltella? [...]
    Per imparare ad avere fiducia negli uomini. (p. 104)

  • Ascolta il tuo cuore. Esso conosce tutte le cose.

  • Devono esserci altre cose nel mondo che le pecore non sono in grado di insegnare. [...] Perché loro cercano soltanto acqua e cibo. Penso che non siano loro a insegnare: sono io ad apprendere. (p. 71)

  • Chi entra nel deserto non può tornare indietro. Quando non si può tornare indietro, bisogna soltanto preoccuparsi del modo migliore per avanzare. Al resto ci pensa Allah, compreso il pericolo.

  • In quel momento fu come se il tempo si fermasse, e l'Anima del Mondo sorgesse con tutta la sua forza davanti al ragazzo. Quando guardò gli occhi di lei, un paio di occhi neri, le labbra indecise fra un sorriso e il silenzio, egli comprese la parte più importante e più saggia del Linguaggio che parlava il mondo e che chiunque, sulla terra, era in grado di capire con il proprio cuore. E si chiamava Amore, una cosa più antica degli uomini e persino del deserto, che tuttavia risorgeva sempre con la stessa forza dovunque due sguardi si incrociassero come si incrociarono quei due davanti a un pozzo. Le labbra della giovane, infine, decisero di accennare un sorriso: era un segnale, il segnale che il ragazzo aveva atteso per tanto tempo nel corso della vita, che aveva ricercato nelle pecore e nei libri, nei cristalli e nel silenzio del deserto. Ed era là, il linguaggio puro del mondo, senza alcuna spiegazione, perché l'universo non aveva bisogno di spiegazioni per proseguire il proprio cammino nello spazio senza fine. Tutto ciò che il ragazzo capiva in quel momento era che si trovava di fronte alla donna della sua vita e anche lei, senza alcun bisogno di parole, doveva esserne consapevole. Ne era certa più di quanto lo fosse di ogni altra cosa al mondo, anche se i genitori, e i genitori dei genitori, le avevano sempre detto che, prima di sposarsi, bisognava frequentarsi, fidanzarsi, conoscersi, e avere del denaro. Ma, forse, chi lo affermava non aveva mai conosciuto il linguaggio universale: perché, una volta che vi si penetra, è facile capire come nel mondo esista sempre qualcuno che attende qualcun altro, che ci si trovi in un deserto o in una grande città. E quando questi due esseri si incontrano, e i loro sguardi si incrociano, tutto il passato e tutto il futuro non hanno più alcuna importanza. Esistono solo quel momento e quella straordinaria certezza che tutte le cose sotto il sole sono state scritte dalla stessa Mano: la Mano che risveglia l'Amore e che ha creato un'anima gemella per chiunque lavori, si riposi e cerchi i propri tesori sotto il sole. Perché, se tutto ciò non esistesse, non avrebbero più alcun senso i sogni dell'umanità.

  • Ho imparato che il mondo possiede un'Anima, e chi riesce a comprendere quest'Anima riuscirà a comprendere il linguaggio delle cose. Ho appreso che tanti alchimisti hanno vissuto la propria Leggenda Personale e hanno finito per scoprire l'Anima del Mondo, la Pietra Filosofale e l'Elisir. Ma, soprattutto, ho appreso che queste cose sono talmente semplici da poter essere scritte su uno smeraldo. (p. 97)

  • Sono vivo. Mentre mangio, non faccio altro che mangiare, se stessi camminando, camminerei e basta. Il giorno in cui dovrò combattere, sarà un buon giorno per morire come qualunque altro. Perché io non vivo nel passato, ne nel mio futuro. Possiedo solo il presente ed è il presente che mi interessa. Se riuscirai a mantenerti sempre nel presente, sarai un uomo felice. La vita sarà una festa, un grande banchetto, perché è sempre e soltanto il momento che stiamo vivendo.

  • La paura di soffrire è assai peggiore della stessa sofferenza.

  • Nessun cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri sogni.

  • Non sappiamo quando la guerra finirà, e non possiamo proseguire il viaggio [...]. I combattimenti potranno durare per lungo tempo, forse per molti anni. Vi sono guerrieri forti e valorosi da entrambi i lati, e in entrambi gli eserciti è ben vivo l'onore di combattere. Non è una guerra fra buoni o cattivi: è una guerra tra forze che combattono per lo stesso potere. E quando inizia una battaglia di questo genere, si prolunga più delle altre, perché Allah è con tutte e due le parti. (p. 111)

  • Quando desideri una cosa, tutto l'Universo trama affinché tu possa realizzarla. (p. 76)

  • Quando tutti i giorni diventano uguali è perché non ci si accorge più delle cose belle che accadono nella vita ogni qualvolta il sole attraversa il cielo.

  • Se potessi, scriverei una gigantesca enciclopedia sulle parole 'fortuna' e 'coincidenza'. È con queste parole che si scrive il Linguaggio Universale. (p. 83)

  • Soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire.

  • Tutto l'universo cospira affinché chi lo desidera con tutto sé stesso possa riuscire a realizzare i propri sogni.

  • [...] la tua Leggenda Personale. [...] è quello che hai sempre desiderato fare. Tutti, all'inizio della gioventù, sanno qual è la propria Leggenda Personale. In quel periodo della vita tutto è chiaro, tutto è possibile, e gli uomini non hanno paura di sognare e di desiderare tutto quello che vorrebbero veder fare nella vita. Ma poi, a mano a mano che il tempo passa, una misteriosa forza comincia a tentare di dimostrare come sia impossibile realizzare la Leggenda Personale. [...] Sono le forze che sembrano negative, ma che in realtà ti insegnano a realizzare la tua Leggenda Personale. Preparano il tuo spirito e la tua volontà. Perché esiste una grande verità su questo pianeta: chiunque tu sia o qualunque cosa tu faccia, quando desideri una cosa con volontà, è perché questo desiderio è nato nell'anima dell'Universo. Quella cosa rappresenta la tua missione sulla terra. [...] l'Anima del Mondo è alimentata dalla felicità degli uomini. O dall'infelicità, dall'invidia, dalla gelosia. Realizzare la propria Leggenda Personale è il solo dovere degli uomini. Tutto è una sola cosa. E quando desideri qualcosa, tutto l'Universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio.

  • Non pensare a quanto è rimasto indietro [...] se quanto hai già trovato è fatto di materia pura, non potrà marcire.[...] Se è stato soltanto un attimo di luce, come l'esplosione di una stella allora non troverai più nulla quando ritornerai..Ma avrai visto un'esplosione di luce. E anche solo per questo ne sarà valsa la pena.

  • Noi, i cuori, siamo terrorizzati solo al pensiero di amori che sono finiti per sempre, di momenti che avrebbero potuto essere belli e non lo sono stati, di tesori che avrebbero potuto essere scoperti e sono rimasti per sempre nascosti nella sabbia.

  • Il tradimento è il colpo che non ti aspetti.

  • Generalmente la morte rende gli uomini più sensibili alla vita.

  • È proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita interessante.

  • Io sono come tutti gli altri, vedo il mondo come vorrei che andasse, e non come va veramente.

  • Abbiamo paura di perdere soltanto ciò che possediamo, sia essa la nostra vita o i nostri poderi.

  • Quando si vedono sempre le stesse persone alla fine queste cominciano a far parte della nostra vita. E quando divengono parte della nostra vita, cominciano anche a volerla modificare. Se non ci comportiamo come loro si aspettano, si irritano. Sembra che tutti sappiano come dobbiamo vivere la nostra vita. E non sanno mai come vivere la loro.

[Paulo Coelho, L'Alchimista, traduzione di Rita Desti, Bompiani, Milano 1988. ISBN 8845226573]

Sono come il fiume che scorre 

  • Il bambino guardava la nonna scrivere una lettera. A un certo punto, le domandò:
    "Stai scrivendo una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me."
    La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote:
    "È vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole, è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto."
    Incuriosito, il bimbo guardò la matita, senza trovarvi alcunché di speciale.
    "Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!"
    "Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo.
    "Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una Mano che guida i tuoi passi. 'Dio': ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la Sua volontà.
    "Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura ed usare il temperino. È un'operazione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.
    "Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato. Correggere un'azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia.
    "Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.
    "Quinta qualità: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione."

  • Apprezza ciò che sei perché tu sei amore, quell'amore che cerchi in ogni cosa e in ogni dove. Accogli ciò che tu sei perché tu sei ciò che cerchi di essere, ciò che tu vuoi essere, tu sei la vita che crea la tua vita. Accetta te stesso, amore del tuo amore, perché tu sei ciò che hai tanto bisogno di essere. Sorridi all'amore che tu emani perché tu sei quell'amore che cerchi in ogni luogo, pace dei tuoi sensi.

[Paulo Coelho, Sono come il fiume che scorre. Pensieri e riflessioni 1998-2005, traduzione di Rita Desti, Bompiani, Milano 2006.]

Lo Zahir 

  • Continuiamo a crescere, a mutare la nostra forma, ci confrontiamo con alcune debolezze che devono essere corrette, non sempre scegliamo la soluzione migliore... eppure, nonostante tutto, andiamo avanti, sforzandoci di procedere eretti, in modo corretto, cosicché ci sia possibile onorare non le pareti, né le porte o le finestre, ma lo spazio vuoto che esiste dentro, lo spazio in cui adoriamo e veneriamo ciò che abbiamo di più caro e importante.

  • L'amore è una forza selvaggia. Quando tentiamo di controllarlo, ci distrugge. Quando tentiamo di imprigionarlo, ci rende schiavi. Quando tentiamo di capirlo, ci lascia smarriti e confusi.

  • L'ispettore ha detto che sono libero. Lo sono adesso, e lo ero in prigione, perché la libertà è sempre stata la cosa che più desidero e rispetto a questo mondo. È vero che questo mi ha portato a bere vini che non mi sono piaciuti, a compiere azioni che non avrei dovuto fare e che non rifarò, ad avere sul corpo e nell'anima moltissime cicatrici, a ferire qualcuno – a cui ho finito per chiedere perdono, in un'epoca durante la quale mi rendevo conto di poter fare tutto, tranne che forzare un'altra persona a seguirmi nella mia follia, nella mia sete di vivere. Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto, porto su di me le cicatrici come se fossero medaglie, so che la libertà ha un prezzo alto, alto quanto quello della schiavitù. L'unica differenza è che si paga con piacere, e con un sorriso – anche quando quel sorriso è bagnato dalle lacrime.

  • Quando non ho avuto più niente da perdere, ho ottenuto tutto. Quando ho cessato di essere chi ero, ho ritrovato me stesso. Quando ho conosciuto l'umiliazione ma ho continuato a camminare, ho capito che ero libero di scegliere il miodestino.

  • Il sesso è l'arte di controllare la mancanza di controllo.

  • Non so se sono malato, se il mio matrimonio è stato solo un sogno che non sono riuscito a comprendere fintantoché è durato. So che posso vivere senza di lei, ma vorrei incontrarla di nuovo, per dirle ciò che non le ho mai dettomentre stavamo insieme: Io ti amo più di me stesso. Se riuscirò a dirle queste parole, allora potrò andare avanti, in pace perché questo amore mi ha redento.

  • Non credo nel potere curativo della sofferenza e della tragedia. Queste cose accadono perché fanno parte della vita, e non devono essere viste come una punizione!

  • Durante il tragitto, mi imbatto in correnti, venti e tempeste, eppure continuo a remare, sempre più esausto. Sono consapevole di essermi allontanato dalla rotta, di non avere più all'orizzonte l'idola dove intendevo arrivare. Tutta via non c'è modo di tornare indietro: devo proseguire comunque, oppure mi troverò sperso in mezzo all'oceano.

  • In ogni rapporto umano, la cosa più importante è parlare. Ma le persone non lo fanno più: non sanno più sedersi per raccontare e ascoltare gli altri. Si va a teatro, al cinema, si guarda la televisione, si ascolta la radio, si leggono libri, ma non si conversa quasi mai. Se vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo tornare al tempo in cui i guerrieri si riunivano intorno a un falò e raccontare le loro storie.

  • Avevo dovuto perderla per capire che il gusto delle cose ritrovate è il miele più dolce che possiamo assaggiare.

[Paulo Coelho, Lo Zahir, traduzione di Rita Desti, Bompiani, Milano 2005. ISBN 884523424X]

Monte Cinque 

Incipit 

All'inizio dell'anno 870 a.C., una nazione conosciuta come Fenicia, che gli israeliti chiamavano Libano, celebrava quasi tre secoli di pace. I suoi abitanti potevano ben essere orgogliosi delle proprie imprese: poiché non erano politicamente forti, erano stati costretti a sviluppare una invidiabile capacità di commerciare, unica maniera per garantirsi la sopravvivenza in un mondo devastato da continue guerre. Un'alleanza stipulata intorno all'anno 1000 a.C. con il re Salomone di Israele aveva loro consentito di modernizzare la flotta mercantile e di espandere il commercio. Da allora, la Fenicia non aveva mai smesso di crescere.
I suoi navigatori erano giunti in luoghi distanti quali la Spagna e l'Oceano Atlantico, e secondo alcune teorie, tuttavia non ancora confermate, avrebbero lasciato delle iscrizioni nel nord-est e nel sud del Brasile. Trasportavano vetro, cedro, armi, ferro e avorio. Gli abitanti delle grandi città come Sidone, Tiro e Biblo conoscevano i numeri, i calcoli astronomici, l'uso del vino, e usavano, da quasi duecento anni, un insieme di caratteri per scrivere cui i greci avevano dato il nome di alfabeto.
All'inizio dell'anno 870 a.C., in un luogo lontano chiamato Ninive, era riunito un consiglio di guerra. Un gruppo di generali assiri aveva deciso di inviare i propri eserciti a conquistare le nazioni situate lungo la costa, sul mare Mediterraneo. La Fenicia era stata scelta come il primo paese da invadere.
All'inizio dell'anno 870 a.C., due uomini nascosti in una stalla di Gileade, in Israele, attendevano di morire nelle ore successive.

Citazioni 

  • Cogli ogni opportunità che la vita ti dà, perché, se te la lasci sfuggire, ci vorrà molto tempo prima che si ripresenti.

  • Un bambino può insegnare sempre tre cose a un adulto: a essere contento senza un motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera.

  • Un guerriero accetta la sconfitta. Non la tratta con indifferenza, non tenta di trasformarla in vittoria. Egli è amareggiato dal dolore della perdita, soffre all'indifferenza. Dopo aver passato tutto ciò, si lecca le ferite e ricomincia tutto di nuovo. Un guerriero sa che la guerra è fatta di molte battaglie: egli va avanti.

  • Non è facile sentire gli angeli: nelle nostre preghiere, cerchiamo sempre di dire dove sbagliamo e che cosa vorremmo che ci accadesse. Ma il Signore sa già tutto, e a volte ci chiede solo di ascoltare quello che l'Universo ci dice. E di averepazienza.

  • I profeti non conoscono il futuro. Trasmettono soltanto la parola che il Signore ispira loro nel presente. Per questo io sono qui, senza sapere quando tornerò nel mio paese. Egli non me lo dirà prima di quanto sia necessario.

  • Il Signore ascolta le preghiere di coloro che chiedono di dimenticare l'odio. Ma è sordo a chi vuole sfuggire all'amore.

  • Dall'alto della montagna tu puoi vedere come sia grande il mondo, e come siano ampi gli orizzonti.

  • La cosa più difficile è definire un cammino per noi stessi. Chi non compie una scelta, agli occhi del Signore muore, anche se continua a respirare e a camminare per le strade. Perché l'uomo deve scegliere. In questo sta la sua forza: il potere delle sue decisioni.

  • Quando si rimanda il raccolto, i frutti marciscono; ma quando si rimandano i problemi, essi non cessano di crescere.

[Paulo Coelho, Monte Cinque, traduzione di Rita Desti, Bompiani, Milano 1998. ISBN 8845235890]

Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto 

  • Anche se avesse dovuto significare partenza, solitudine, tristezza, l'amore valeva comunque ogni centesimo del suo prezzo.

  • Avevo sempre saputo che il vero amore è al di sopra di tutto e che sarebbe stato meglio morire, piuttosto che cessare di amare. Ma pensavo che solo gli altri ne avessero il coraggio. In quel momento, invece, scoprivo di esserene capace anch'io. Anche se avesse dovuto significare partenza, solitudine, tristezza, l'amore valeva comunque ogni centesimo del suo prezzo.

  • "Avrei potuto": non riusciremo mai a comprendere il significato di questa frase. Perché in ogni momento della nostra vita ci sono cose che sarebbero potute accadere, ma che alla fine non sono avvenute. Ci sono istanti magici che passano inosservati quando, all'improvviso, la mano del destino muta il nostro universo.

  • Certe persone vivono in lotta con altre, con se stesse, con la vita. Allora si inventano opere teatrali immaginarie e adattano il copione alle proprie frustrazioni.

  • Chi ama riesce a vincere il mondo, non ha paura di perdere nulla. Il vero amore è un atto di totale abbandono.

  • Colui che è saggio, lo è soltanto perché ama. E colui che è sciocco, lo è solamente perché pensa di poter capire l'amore.

  • Dio è qui ora, accanto a noi. Possiamo vederlo in questa nebbia, in questo suolo, in questi abiti, in queste scarpe. I suoiangeli vegliano quando noi dormiamo e ci aiutano quando lavoriamo. Per ritrovare Dio, basta guardarsi intorno.

  • I sentimenti devono essere sempre in libertà. Non si deve giudicare un amore futuro in base alla sofferenza passata.

  • L'amore esiste di continuo. Sono gli uomini che cambiano

  • L'amore si scopre soltanto amando.

  • L'amore è sempre nuovo. Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita: ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo. L'amore può condurci all'inferno o al paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo. È necessario accettarlo, perché esso è ciò ce alimenta la nostra esistenza. Se non lo accettiamo, moriremo di fame pur vedendo i rami dell'albero della vita carichi di frutti: non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli. È necessario ricercare l'amore là dove si trova, anche se ciò potrebbe significare ore, giorni, settimane di delusione e di tristezza. Perché nel momento in cui partiamo in cerca dell'amore, anche l'amore muove per venirci incontro. E ci salva.

  • Nessun giorno è uguale all'altro, ogni mattina porta con sé un particolare miracolo, il proprio momento magico, nel quale i vecchi universi vengono distrutti e si creano nuove stelle.

  • Non possiamo mai giudicare le vite degli altri, perché ogni persona conosce solo il suo dolore e le sue rinunce. Una cosa è sentire di essere sul giusto cammino, ma un'altra è pensare che il tuo sia l'unico cammino.

  • Perciò ho scritto, per trasformare la tristezza in nostalgiasolitudine in ricordi.

  • Raramente ci rendiamo conto che siamo circondati da ciò che è straordinario. I miracoli avvengono intorno a noi, i segnali di Dio ci indicano la strada, gli angeli chiedono di essere ascoltati.

  • Tutti i giorni, con il sole Dio ci concede un momento in cui è possibile cambiare ciò che ci rende infelici. L'istante magico, quel momento in cui un "sì" o un "no" può cambiare tutta la nostra esistenza. Tutti i giorni fingiamo di non percepire questo momento, ci diciamo che non esiste, che l'oggi è uguale a ieri e identico a domani. Ma chi presta attenzione al proprio giorno, scopre l'istante magico: un istante che può nascondersi nel momento in cui, la mattina, infiliamo la chiave nella toppa, nell'istante di silenzio subito dopo la cena, nelle mille e una cosa che ci sembrano uguali. Questo momento esiste: un momento in cui tutta la forza delle stelle ci pervade e ci consente di fare miracoli.

  • Se lui deve fare una scelta, che la faccia subito. Così lo aspetterò. Oppure lo dimenticherò. Aspettare è doloroso. Dimenticare è doloroso. Ma non sapere quale decisione prendere è la peggiore delle sofferenze.

  • Se non rinasceremo, se non torneremo a guardare la vita con l'innocenza e l'entusiasmo dell'infanzia, non ci sarà più significato nel vivere.

  • Sono convinta che, quando cerchiamo l'amore con coraggio, esso si rivela e noi finiamo con l'attirare altro amore. Se qualcuno ci desidera, ci desiderano tutti. Se invece siamo soli, ci isoliamo sempre di più. La vita è strana.

  • "Va' a prendere le tue cose," ha detto. " I sogni richiedono fatica."

[Paulo Coelho, Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto, traduzione di Rita Desti, Bompiani, Milano 1996. ISBN 8845229041]

Undici minuti 

  • E in tal caso, anche se ormai l'avrò perduto, mi sarò guadagnata un giorno di felicità nella mia vita. Considerando com'è il mondo, un giorno di felicità può dirsi quasi un miracolo.

  • Gli incontri più importanti sono gia combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano. Generalmente essi avvengono quando arriviamo ad un limite. Quando abbiamo bisogno di morire e rinascere emotivamente.

  • Il desiderio non è ciò che vedi ma quello che immagini.

  • Il mio obiettivo è comprendere l'amore.

  • La vita scorre molto veloce: ti fa precipitare dal cielo all'inferno in pochi secondi.

  • L'amore più forte è quello capace di dimostrare la propria fragilità.

  • L'amore non sta nell'altro, ma dentro noi stessi. Siamo noi che lo risvegliamo. Ma perché ciò accada, abbiamo bisogno dell'altro.

  • Quando incontriamo qualcuno e ci innamoriamo, abbiamo l'impressione che tutto l'universo sia d'accordo.

  • Riusciamo a dimenticare certe sofferenze soltanto quando possiamo fluttuare al di sopra dei nostri dolori.

  • Se non penserò all'amore, non sarò niente.

  • Se un giorno tornerai, sappi che ti sto aspettando. Ho perso l'occasione di dirti una cosa molto semplice: ti amo. Forse è tardi, ma voglio che tu lo sappia.

  • Tesoro, meglio essere infelice con un uomo ricco che vivere felice con un uomo povero... non è indispensabile pensare all'amore: all'inizio, anch'io non amavo tuo padre, ma il denaro compra tutto, persino l'amore vero. E pensa... tuo padre non è nepppure ricco!

  • Tutto mi dice che sto per prendere una decisione errata, ma anche gli errori sono un modo di agire. Cosa vuole il mondo da me? Che non corra i miei rischi? Che torni da dove sono venuta, senza avere il coraggio di dire sì alla vita?

  • Vedo che coloro che hanno toccato la mia anima non sono riusciti a risvegliare il mio corpo, e coloro che hanno accarezzato il mio corpo non sono stati in grado di raggiungere la mia anima.

[Paulo Coelho, Undici minuti, traduzione di Rita Desti, Bompiani, Milano, 2003. ISBN 8845254712]

Veronika decide di morire 

Incipit 

L'11 novembre 1997, Veronika decise che era finalmente giunto il momento di uccidersi. Riordinò accuratamente la camera che aveva affittato presso un convento di suore, spense la stufa, si lavò i denti e si coricò.

Citazioni 

  • A questo mondo nulla accade per caso.

  • Aiutare gli altri solo per sentirsi migliori di quello che realmente si è.

  • Andiamo. I folli commettono sempre follie.

  • Aveva distrutto un mondo privo di interesse per ricostruirlo nella propria testa con altri colori, personaggi, storie...

  • Che cos'è che spinge una persona a detestarsi? Forse la vigliaccheria. Oppure l'eterna paura di vivere nell'errore, di non fare ciò che gli altri si aspettano.

  • È grave sforzarsi di essere uguali: provoca nevrosi, psicosi, paranoie. È grave voler essere uguali, perché questo significa forzare la natura, significa andare contro le leggi di Dio che, in tutti i boschi e le foreste del mondo, non ha creato una sola foglia identica a un'altra. Ma tu ritieni che essere diverso sia una follia, e perciò hai scelto di vivere a Villette. Perché qui, visto che sono tutti diversi, diventi uguale agli altri.

  • Il dono della serenità è nascosto nel cuore di ciascuno di noi.

  • Non si apprende niente di quanto ti viene raccontato, devi scoprirlo da solo.

  • Il vero io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te.

  • L'essere umano si concede il lusso della follia solo quando sussistono le condizioni.

  • La consapevolezza della morte ci incoraggia a vivere

  • Mantenetevi folli, e comportatevi come persone normali.

  • Matto è colui che vive nel proprio mondo. (Zedka)

  • Che cos'è un matto? ...Questa volta ti risponderò senza giri di parole: la follia è l'incapacità di comunicare le tue idee. È come se tu fossi in un paese straniero: vedi tutto, comprendi tutto quello che succede intorno a te, ma sei incapace di spiegarti e di essere aiutata, perché non capisci la lingua. (Zedka: p. 61)

  • Nella vita ci sono certe cose che, indipendentemente dal lato da cui le vediamo, sono sempre le stesse e valgono per tutti. Come l'amore, per esempio. (Zedka)

  • Nessuno può giudicare. Ciascuno conosce la grandezza della propria sofferenza o la dimensione della totale mancanza di significato della propria vita.

  • No. Tu sei una persona diversa, che vuole essere uguale. E questo, dal mio punto di vista, è considerato una malattia grave.

  • Quando ho preso le pastiglie, volevo uccidere qualcuno che detestavo. Non sapevo che, dentro di me, esistevano altre Veronike che avrei potuto amare.

  • Saremo matti, come coloro che hanno inventato l'amore! (Zedka)

  • ...vivere ogni giorno come un miracolo...

  • Quando molti sognano e soltanto pochi realizzano, l'intero mondo si sente codardo.

  • Ho tante cose da fare: cose che ho sempre lasciato per il futuro, quando pensavo che la vita fosse eterna; cose per le quali ho perduto interesse, quando ho cominciato a credere che non valesse la pena di vivere.

  • Veronika aveva capito che tantissime persone di sua conoscenza parlavano degli orrori della vita altrui come se fossero preoccupatissime di aiutare gli altri, ma in realtà si compiacevano per la loro sofferenza: perché questo li portava a credere di essere felici, considerando che la vita si era mostrata generosa nei loro confronti.

  • Non hai niente da perdere. Molta gente si rifiuta di amare proprio per questo: perché ha tanto futuro e tanto passato in gioco. Nel tuo caso, esiste solo il presente.

  • Se molta gente pensa che una cosa sia giusta quella cosa lo diventa.

  • In fondo la colpa di tutto ciò che ci accade nella vita è esclusivamente nostra. Tanta gente ha avuto le nostre stesse difficoltà, ma ha reagito in maniera diversa. Noi cerchiamo la cosa più facile: una realtà separata.

  • Voglio continuare a essere folle, vivendo la vita nel modo in cui la sogno e non come desiderano gli altri.

  • Un primo amore può non sciogliersi mai ma finisce sempre.

  • Non voleva più saperne dell'amore: era stufo di quella storia. Aveva pensato di lasciar perdere tutto e seguire i consigli del padre, ma ormai si era spinto troppo lontano: aveva attraversato l'abisso che separa un uomo dal suo sogno, e non poteva più tornare. Non poteva andare né avanti né indietro. La cosa più semplice, dunque, era uscire di scena.

  • Quando ero ancora un giovane avvocato, mi capitò di leggere un poeta inglese, e una sua frase mi colpì profondamente: "Sii come la fonte che trabocca, e non come la cisterna che racchiude sempre la stessa acqua". Ho sempre pensato che il poeta fosse in errore: è pericoloso "lasciar traboccare", perché si corre il rischi di inondare le aree in cui vivono le persone amate, facendole annegare col nostro amore e il nostro entusiasmo. Per tutta la vita, ho cercato di comportarmi come una cisterna, senza mai superare i limiti delle mie pareti interiori.

  • In un mondo in cui si tenta disperatamente di sopravvivere, come si possono giudicare le persone che decidono di morire?

  • Nella vita possiamo commettere tanti errori. Tranne uno : quello che ci distrugge.

[Paulo Coelho, Veronika decide di morire, traduzione di Rita Desti, Bompiani, Milano 1999. ISBN 8845241599]

Il diavolo e la signorina Prym 

  • Esistono due tipi di idioti: quelli che rinunciano a fare qualcosa perché hanno ricevuto una minaccia e quelli che pensano che faranno qualcosa perché li stanno minacciando.

  • Perfino Dio ha il suo inferno: è il suo amore per gli uomini.

  • L'uomo ha bisogno di quello che ha in sé di peggiore per raggiungere ciò che di migliore esiste in lui.

Guerriero della luce 

  • Cosí recita il Breviario della Cavalleria Medievale: "L'energia spirituale del Cammino utilizza la giustizia e la pazienza per preparare il tuo spirito. Questo è il Cammino del Cavaliere. Un cammino facile e, insieme, difficile, perché obbliga a tralasciare le cose inutili e le amicizie relative. Per questo, all'inizio si sente tanta esitazione nel seguirlo. Ecco il primo insegnamento della Cavalleria: cancellerai ciò che fino ad ora hai scritto sul quaderno della tua vita: inquietudine, insicurezza, menzogna. E scriverai, al posto di tutto ciò, la parola coraggio."

  • Il guerriero della luce crede. Proprio come credono i bambini. Poiché crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere. Poiché ha la certezza che il proprio pensiero possa cambiargli la vita, la sua vita comincia a cambiare. Poiché è certo che incontrerà l'amore, l'amore compare. Di tanto in tanto, è deluso. Talvolta, viene ferito. E allora sente i commenti: "com'è ingenuo!" Ma il guerriero sa che il prezzo vale. Per ogni sconfitta, ha due conquiste a suo favore. Tutti coloro che credono lo sanno.

  • Il volo della freccia. La freccia è l'intenzione che si proietta nello spazio. Una volta che è stata scoccata, non c'è più nulla che l'arciere possa fare, tranne osservarne la traiettoria in direzione del bersaglio. Quando l'arciere tende la corda, può vedere il mondo intero dentro il suo arco. Quando segue il volo della freccia, questo mondo gli si avvicina, lo accarezza, dandogli la perfetta sensazione di aver compiuto il proprio dovere. Un guerriero della luce dopo aver fatto il suo dovere e aver trasformao la sua intenzione in gesto non deve temere più nulla: ha fatto ciò che doveva. Non si è fatto paralizzare dalla paura, anche se la freccia non dovesse colpire il bersaglio, egli avrà un'altra possibilità perché non è stato un vigliacco.

  • Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardodell'essere umano. Anche quando un amico fa qualcosa che non ti piace, egli continua a essere un tuo amico. Qualunque azione motivata dal furore è un'azione condannata al fallimento.

  • Il lavoro è una manna quando ci aiuta a pensare a quello che stiamo facendo. Ma diventa una maledizione nel momento in cui la sua unica utilità consiste nell'evitare che riflettiamo sul senso della vita.

  • I guerrieri della luce hanno sempre un bagliore nello sguardo. Essi vivono nel mondo, fanno parte della vita di altri uomini, e hanno iniziato il loro viaggio senza bisaccia e senza sandali. In molte occasioni sono codardi. Non sempre agiscono correttamente. Soffrono per cose inutili, assumono atteggiamenti meschini, e a volte si ritengono incapaci di crescere. Sovente si credono indegni di qualsiasi benedizione o miracolo. Non sempre sono sicuri di ciò che stanno facendo. Molte volte trascorrono la notte in bianco, pensando che la loro vita non ha alcun significato. Per questo sono guerrieri della luce. Perché sbagliano. Perché si interrogano. Perché cercano una ragione: e certamente la troveranno.

Il vincitore è solo 

Incipit 

Si sveglia alle 7:22 del mattino. È molto più presto di quanto richiedesse il suo corpo, ma non ha ancora avuto il tempo di adattarsi alla differenza di fuso tra Mosca e Parigi: se fosse nel suo ufficio, avrebbe già partecipato almeno a due o tre riunioni con i collaboratori e starebbe riflettendo su dove andare a pranzo con qualche nuovo cliente. Ma il suo compito lì è un altro: trovare qualcuno da sacrificare in nome dell'amore. Gli occorre una vittima, in modo che Ewa possa capire il messaggio, quella mattina stessa.

Citazioni 

  • Lui è disposto a tutto, persino a mandare dei messaggi che cancelleranno universi e mondi di altre persone, soltanto per farle capire che non solo sarà riaccolta con gioia, ma anche che il passato sarà sepolto senza neppure una domanda.

  • Igor la osserva con tenerezza: quella giovane non sa che fra poco, se tutto cospirerà in favore di quella scelta, la sua anima vagherà tra le nuvole, libera per sempre da un lavoro idiota che non le permetterà mai di arrivare dove i suoi sogni vorrebbero che si trovasse.

  • Dio ha creato il mondo in sei giorni. Ma che cos'è il mondo? È quello che vediamo tu e io? Ogni volta che muore un individuo, una parte dell'universo viene distrutta. Tutto ciò che quell'essere umano ha sentito, provato, contemplato sparisce con lui, proprio come le lacrime si stemperano nella pioggia.

  • Io non sono qui per piangere. Sono a Cannes per mandare dei messaggi alla donna che amo. E, per fare ciò, devo distruggere alcuni mondi.

  • Io non ho perduto niente: ci sono momenti in cui la vita separa due persone solo perché capiscano quanto l'una sia importante per l'altra.

  • Quando si comincia a riflettere sulle decisioni da prendere, generalmente si finisce per rinunciare – è necessario molto coraggio per compiere determinati passi.

  • "Poiché sa che esistono altre donne, e che le pene si superano, perché soffrire tanto?"
    "Non saprei rispondere. Forse perché sono stato abbandonato molte volte. Forse perché devo dimostrare a me stesso di cosa sono capace. Forse perché ho mentito, e non ci sono altre donne – ce n'è soltanto una."

  • La Samozašcita Bez Oružiya, o "Sambo" – com'è più conosciuta tra i russi –, è l'arte di uccidere rapidamente con le mani, senza che la vittima si renda conto di ciò che sta succedendo. È stata sviluppata nel corso dei secoli, quando i popoli e le tribù dovevano affrontare gli invasori senza l'ausilio delle armi. Venne ampiamente utilizzata dall'apparato sovietico per eliminare gli oppositori senza lasciare traccia. Tentarono di introdurla come disciplina alle olimpiadi del 1980 a Mosca, ma fu scartata perché troppo pericolosa – malgrado gli sforzi dei comunisti per far ammettere nei giochi uno sport che praticavano soltanto loro.
    Perfetto. Proprio per questo, solo poche persone conoscono le sue mosse.

Aleph 

  • Non è quello che hai fatto nella tua vita passata a influenzare il presente, ma è ciò che fai nel presente che redimerà il passato e logicamente cambierà il futuro. (pag. 18)

  • Secondo la tradizione, nell'attimo che precede la morte, ognuno di noi conosce il vero motivo dell'esistenza. È in quel momento che si materializzano l'Inferno e il Paradiso. L'Inferno è guardarsi indietro in quella frazione di secondo e scoprire di aver sprecato l'occasione per rendere degno il miracolo della vita. Il Paradiso è saper affermare in quell'istante: "Ho commesso alcuni errori, ma non sono stato un vigliacco. Ho vissuto appieno la vita e mi sono prodigato in ogni mia azione". (pag. 31)

  • Una vita senza causa è una vita senza effetto. (pag. 43)

  • Il deja-vu è assai differente da una sorpresa che archiviamo in fretta poiché la giudichiamo insensata. Esso ci mostra che il tempo non passa. È il ritorno ad una situazione già realmente vissuta e che, in quel momento, si ripresenta identica. (pag. 49)

  • Sono ancora lontano dalla meta, perché non riesco a comprendere ogni particolare. Ma quando sarò in grado di capire, la verità mi renderà libero.

  • Ciò che ci ferisce, ci cura anche.

  • Se dovessi darti un consiglio, ti direi: non lasciarti intimidire dalle opinioni altrui. Poiché solo la mediocrità cerca conferme, affronta i rischi e fa' quello che desideri. (pag. 94)

  • Chi conosce Dio non lo descrive. Chi descrive Dio non lo conosce. (pag. 122)

  • Vivere è allenarsi. Allenandoci, ci prepariamo per affrontare tutto quello da cui siamo attesi. A quel punto, la vita e la morte perdono ogni significato: esistono solo le sfide che accogliamo con gioia e superiamo con serenità.

  • La routine non riguarda affatto la ripetizione. Per raggiungere l'eccellenza in qualsiasi attività nella vita, è necessario ripetersi ed esercitarsi. Esercitarsi e ripetere: apprendere i segreti della tecnica in modo tale che l'azione diventi intuitiva. (pag. 58)

  • Il lato peggiore delle parole è costituito dal fatto che ci danno la sensazione di essere in grado di farci capire e di capire gli altri. Ma, appena voltiamo le spalle e ci ritroviamo faccia a faccia con il nostro destino, scopriamo che non sono sufficienti. Conosco una moltitudine di individui che – a parole – sono degli autentici maestri, ma che si rivelano incapaci di vivere ciò che predicano! Inoltre, una cosa è descrivere una situazione, un'altra è sperimentarla. Ecco perché ho compreso da tempo che, quando un guerriero insegue il proprio sogno, deve ispirarsi a ciò che realmente fa, non a quello che immagina di fare.

  • Ecco, ci si vendica della bellezza. Ci si vendica della gioia, delle risate e della speranza. In un mondo simile, non c'è posto per sentimenti che rivelano le nostre miserie, le nostre frustazioni, la nostra impotenza.

  • La musica non è una successione di note. È il passaggio continuo delle varie note tra il suono e il silenzio.

  • Anche se ogni nota scatena un ricordo in ciascuno degli ascoltatori, è l'intera melodia a raccontare una storia. (pag. 61)

  • Ricorda l'Aleph. Ricorda cosa hai sentito in quel momento. Spiegazioni e risposte non sono sufficienti. Perché ti confonderebbero ancora di più, con quello che è gia' complesso. Semplicemente, perdonami.

  • Non so perché dovrei perdonare l'uomo che amo.

  • Perdono la ragazza che ero, non perché io voglia diventare una santa, ma perché non voglio continuare a fomentare odio. Questo odio che logora.

  • Nella magia – e nella vita – c'è solo il momento presente, L'ORA. Non si misura il tempo come si calcola la distanza tra due punti.

  • Non siamo quello che gli altri desideravano che fossimo. Siamo chi abbiamo deciso di essere.

  • Non esistono due viaggi uguali che affrontano il medesimo cammino.

  • Al posto del dispiacere e del risentimento, io metto la comprensione e l'intelletto.

  • Insieme con la nascita dell'amore sorge il bisogno di una risposta per il mistero della vita.

  • Le parole sono la vita trasposta sulla carta. Ricerca le persone, dunque!

  • Un abbraccio vuol dire "tu non sei una minaccia. Non ho paura di starti così vicino. Posso rilassarmi, sentirmi a casa. Sono protetto, e qualcuno mi comprende". La tradizione dice che quando abbraciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita.

  • La memoria serve a proteggerci dal pericolo, a insegnarci a vivere con gli altri, a trovare nutrimento, a crescere, a trasmettere alla generazione successiva tutto ciò che abbiamo appreso. E tuttavia non è la materia principale della vita.

  • Le cose cominciano a incastrarsi alla perfezione quando siamo concentrati su ciò che vogliamo.

  • Sarò in grado di amare al di sopra di ogni delusione. A dare anche quando sarò spogliato di tutto. Ad asciugare lacrime anche quando starò ancora piangendo. A credere anche quando sarò nel dubbio.

  • Qualcuno ha detto che le lacrime sono il sangue dell'anima. (pag. 84)

  • Se dovessi darti un consiglio, ti direi: non lasciarti intimidire dalle opinioni altrui. Poiché solo la mediocrità cerca conferme, affronta i rischi e fa quello che desideri. (pag. 94)

  • La vita non è la stazione bensì il treno. (pag. 110)

  • Chi conosce Dio non lo descrive. Chi descrive Dio non lo conosce. (pag. 122)

  • Impariamo nel passato, ma non siamo il risultato di quell'apprendimento. Soffriamo nel passato, amiamo nel passato, piangiamo e sorridiamo nel passato. Ma, nel presente, quelle esperienze sono inutilizzabili. Il presente ha le sue sfide, il suo bene e il suo male. È sbagliato incolpare o ringraziare il passato per ciò che accade ora. (pag. 125)

  • Siamo ciò che desideriamo di essere. Incolpare gli altri è assai facile. Puoi passare l'intera vita incolpando il mondo, ma i tuoi successi o le tue sconfitte dipenderanno esclusivamente da te. (pag. 126)

  • Il perdono deve venire dal profondo della tua anima, quell'anima che trasmigra da un corpo all'altro e, a mano a mano che viaggia nel tempo inesistente e nello spazio infinito, seguita ad apprendere. (pag. 164)

  • Anche l'assenza di una risposta è una risposta. (pag. 222)

Incipit di alcune opere 

Brida 

Trascorrevamo tutte le sere in un caffè di Lourdes. Io, un pellegrino del Sacro Cammino di Roma, che avrebbe dovuto marciare per giorni alla ricerca del proprio Dono. Lei, Brida O'Fern, che controllava una parte di questo percorso.
Una sera, decisi di domandarle se avesse provato un'emozione davvero forte alla vista di una certa abbazia, una tappa di quel sentiero a forma di stella che gli iniziati percorrono nei Pirenei.
"Non sono mai stata lassù", rispose lei.

Le Valchirie 

Stava guidando da quasi sei ore. Per l'ennesima volta, domandò alla compagna seduta accanto se quella fosse la strada giusta.
Per l'ennesima volta, la donna consultò la carta. Sì, era la strada giusta – nonostante il paesaggio intorno fosse verdeggiante e vi scorresse un fiume, e la strada apparisse fiancheggiata da alberi.
"È meglio fermarci in una stazione di servizio e domandare," disse lei.
Proseguirono in silenzio, ascoltando vecchie canzoni alla radio. Chris sapeva che non c'era bisogno di sostare in una stazione di servizio, perché stavano procedendo nella direzione giusta, sebbene lo scenario che li circondava risultasse piuttosto differente da quello che un viaggiatore si sarebbe aspettato. In qualsiasi caso, conosceva bene il compagno – Paulo era un tipo ansioso e diffidente, e aveva la convinzione che si fosse sbagliata nell'interpretare la mappa. Di sicuro, se avessero interpellato qualcuno, si sarebbe tranquillizzato.

Altre:

Verum scire est scire per causas . (Aristotele)

E' una bella prigione , il mondo . (Shakespeare)

Gli uomini,non avendo potuto guarire la morte,la miseria,l'ignoranza,hanno risolto,per vivere felici,di non pensarci. (Pascal)

Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo , siamo e non siamo . (Eraclito)

Quanto piace al mondo é breve sogno . (Petrarca)

Libertà va cercando, ch' é si cara come sa chi per lei vita rifiuta. (Dante)

Non c'é nulla interamente in nostro potere, se non i nostri pensieri. (Cartesio)

Povera et nuda vai philosophia , dice la turba al vil guadagno intesa. (Petrarca)

Che cos'è il tempo?Se non me lo chiedi lo so;ma se invece mi chiedi che cosa sia il tempo,non so rispondere.(Agostino)

Non vorrei mai morire per le mie idee, perchè potrebbero essere sbagliate. (Bertrand Russell)

Tutto è follia fuorchè il folleggiare. Tutto è degno di riso fuorchè il ridersi di tutto. (Leopardi)

Il mondo nasce per ognun che nasce al mondo. (Pascoli)

La bellezza è la miglior lettera di raccomandazione per una donna. (Aristotele)

Ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato a qualunque altro uomo. (Che Guevara)

La speranza é il sogno di chi é sveglio . (Aristotele)

Iuvat meminisse beati temporis. (Ovidio)

La maggior parte degli uomini sono filosofi in quanto operano praticamente e nel loro pratico operare è contenuta implicitamente una concezione del mondo, una filosofia. (Gramsci)

Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi. (B. Russell)

Anche un orologio fermo segna l'ora giusta due volte al giorno. (H. Hesse)

Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco. (Gandhi)

Anche sul trono più elevato del mondo si é pur sempre seduti sul proprio sedere.(Montaigne)

Ogni anima é uno specchio vivente dell' universo. (Leibniz)

Se esiste un uomo non violento, perché non può esistere una famiglia non violenta? E perché non un villaggio? una città, un paese, un mondo non violento? (Gandhi)

Non esistono domande imbarazzanti, bensì risposte imbarazzanti. (O.Wilde)

Riconoscere sé stessi come individui può essere facile ma l’importante è riconoscere che sono individui anche gli altri. (Italo Calvino).

L'evoluzione che porta dall'ameba all'uomo sembra essere evidentemente un progresso per i filosofi - ma si ignora se l'ameba sia d'accordo o no con questa opinione. (Bertrand Russell)

Il diavolo è un ottimista se crede di poter peggiorare gli uomini. (Karl Kraus)

Non cantata, l'azione più nobile morirà. (Pindaro)

Uno è per me diecimila, se è il migliore. (Eraclito)

L'unico modo per liberarsi da una tentazione é cederle. (O. Wilde)

E' comune defetto degli uomini, non fare conto, nella bonaccia, della tempesta. (Machiavelli)

La morte sorride a tutti;un uomo non può far altro che sorriderle di rimando.(Marco Aurelio)

La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perchè priva del legame di servitù é il sapere più nobile.(Aristotele)

Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero. (Aristotele)

Cogito ergo sum. (Cartesio)

Ci sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello che sanno. (Oscar Wilde)

Due cose riempono l'animo con sempre nuovo e crescente stupore e venerazione, quanto più spesso e accuratamente la riflessione se ne occupa: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me.(Kant)

Coloro che vincono, in qualunque modo vincano, mai non ne riportano vergogna. (Machiavelli)

Il pensare é uno dei massimi piaceri concessi al genere umano . (B. Brecht)

E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. (Albert Einstein)

Tutto ciò che è stato scritto dagli uomini sulle donne deve essere ritenuto sospetto dal momento che essi sono ad un tempo giudici e parti in causa. (Kant)

Non é vero che abbiamo poco tempo: la verità é che ne perdiamo molto. (Seneca)

La stoltezza ha questo di proprio : ricomincia sempre da capo la vita . (Epicuro)

Non esistono fatti, ma solo interpretazioni . (Nietzsche)

La virtù non ha padroni : quanto più ciascuno la onora , tanto più ne avrà . (Platone)

Vivi ogni giorno della tua vita come se fosse l' ultimo . (Seneca)

Vuoi ottenere la vera libertà? Renditi schiavo della filosofia.(Seneca)

Senza un avversario la virtù marcisce . (Seneca)

Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli son sicuri di ciò che dicono. (Voltaire)

La religione è l'oppio del popolo. (Marx)



nomi dei principali filosofi:



A

ABBAGNANO

ABELARDO

ADELARDO di Bath

ADLER ALFRED

ADORNO

AGAMBEN

AGAZZI

AGOSTINO

AGRIPPA

AL-ASHARI

ALANO DI LILLE

ALBERTI

ALBERTO MAGNO

ALCMEONE

ALCUINO DI YORK

AL-FARABI

ALESSANDRO DI AFRODISIA

ALESSANDRO DI HALES

ALEXANDER SAMUEL

AL-GAZALI

AL-KINDI

ALMARICO di Béne

AL-RHAZI

ALTHUSSER

AMAFINIO

AMELIO (GENTILIANO)

ANASSAGORA

ANASSIMANDRO

ANASSIMENE

ANDERS (STERN) Gnther

ANDRONICO DI RODI

ANNICERIDE

ANSCOMBE

ANSELMO

ANTIFONTE

ANTIOCO

ANTISERI DARIO

ANTISTENE

APEL

APOLLINARE di Laodicea

APULEIO

ARCESILAO DI PITANE

ARCHITA

ARDIG

ARENDT

ARIO

ARISTIPPO

ARISTONE DI CEO

ARISTOTELE

ARNAULD

ARON

AURELIO MARCO

AUREOLO PIETRO

AUSTIN

AUSTROMARXISMO

AUTRECOURT NICOLA

AVERROE'

AVICEBRON

AVICENNA

AYER



B

BACHELARD GASTON

FRANCESCO BACONE

RUGGERO BACONE

BAKUNIN

von BALTHASAR

BANFI ANTONIO

BARTH KARL

BARTHES

BATAILLE

BATESON

BAUDRILLARD

BAUER BRUNO

ZYGMUNT BAUMAN

BAUMGARTEN

BAUSOLA

BAYLE

BECCARIA

BECK JACOB SIGISMUND

BENAMOZEGH

CARMELO BENE

BENEDETTO di Norcia

BENJAMIN WALTER

BENTHAM

BERDJAEV

BERENGARIO

BERGSON

BERKELEY

BERLIN

BERNARDO di Chiaravalle

BERNARDO SILVESTRE

BERNSTEIN

BERTOLDO di Moosburg

BLOCH

BLONDEL

BLUMENBERG

BOBBIO NORBERTO

BODIN JEAN

BOEZIO

BOEZIO DI DACIA

BHME

BOLZANO

BONALD

BONAVENTURA

BONHOEFFER

BONTADINI

BORDIGA

BOTERO

BOULANGER

BOURDIEU

BOUTROUX

BRACCIOLINI

BRADLEY

BRADWARDINE

BRAHE

BRENTANO

BROWN

BRUNI

BRUNO GIORDANO

BUBER

BULTMANN

BUONARROTI

BURCKHARDT

BURIDANO

BURKE

BUTLER



C

CACCIARI

CAFIERO

CALOGERO GUIDO

CALVINO GIOVANNI

CAMPANELLA TOMMASO

CAMUS ALBERT

MARZIANO CAPELLA

CAPOGRASSI

CARABELLESE

CARACCIOLO

CARNAP

CARNEADE

CARTESIO

CASSIODORO

CASSIRER

CASTIGLIONE BALDESAR

CASTORIADIS

CATTANEO

CAVARERO

CESALPINO

CHARDIN (Teilhard de)

CHASTELLUX

CHATEAUBRIAND

CHE GUEVARA

CHLADENIUS

CHOMSKY

CHRISTINE De Pizan

CICERONE

CLARKE

CLAUSEWITZ

CLEMENTE

COHEN

COLLI GIORGIO

COLLINS

COMTE

CONDILLAC

CONDORCET

CONSTANT

COPERNICO

CORTES DONOSO

COUSIN

COX

CRANTORE DI SOLI

CRATETE DI TEBE

CRATILO

CREMONINO

CRITOLAO

CRIZIA

CROCE

CUDWORTH

CUOCO

CUSANO

CYRANO DE BERGERAC



D

D'ALEMBERT

DAMASCIO

DAMASIO

DAMIANI (PIER)

DARWIN

DAVIDE DI DINANT

DAVIDSON DONALD

DE BEAUVOIR

DE BENOIST

DEBORD

DELEUZE

DELLA CASA GIOVANNI

DELLA PORTA

DELLA VOLPE GALVANO

CAMILLO DELMINIO

DEL NOCE

DE LUBAC

DE MAISTRE

DE MARTINO

DEMETRIO CINICO

DEMOCRITO

DEMONATTE

DENNET DANIEL

DERRIDA

DEWEY JOHN

DIDEROT

DILTHEY

DIODORO CRONO

DIOGENE DI APOLLONIA

DIOGENE DI ENOANDA

DIOGENE LAERZIO

DIOGENE di Sinope

DIONE di Prusa (CRISOSTOMO)

DIONIGI L'AREOPAGITA (PSEUDO-DIONIGI)

DORIA PAOLO

DOSTOEVSKIJ

DROYSEN

DUBY

DUHEM

DURKHEIM

DWORKIN



E

ECKHART

ECO UMBERTO

EDELMAN GERALD

EGESIA

EINSTEIN

EIRICO di Auxerre

ELIADE

NORBERT ELIAS

EMERSON

EMO ANDREA

EMPEDOCLE

ENESIDEMO DI CNOSSO

ENOMAO DI GADARA

ENRICO DI GAND

ENRIQUES

EPICURO

EPITTETO

ERACLITO

ERASMO

ERMARCO

ERNESTI

EUBULIDE

EUCLIDE di Alessandria

EUCLIDE di Megara

EUDOSSO di Cnido

EUSEBIO di Cesarea

EUTICHE

EVOLA

F

FEDONE

FERGUSON

FERRARI GIUSEPPE

FERRY

FEUERBACH

FEYERABEND

FICHTE

FICINO MARSILIO

FILANGIERI GAETANO

FILODEMO

FILONE di Alessandria

FILONE di Larissa

FILOPONO

FINK

FISIOCRATI

FISKE

FLORENSKIJ

VON FOERSTER (VON HEINZ)

FOUCAULT

FOURIER

FRACASTORO

FRANCESCO DA ASSISI

FREGE

FREUD

FRIDEGISO DI TOURS

FRIES

FROMM

FUKUYAMA

G



GADAMER

GALENO

GALIANI FERDINANDO

GALILEO GALILEI

GALIMBERTI UMBERTO

GALLUPPI

GASSENDI

GEHLEN

GEIGER

GENLIS (madame de)

GENOVESI

GENTILE

GERSONIDE

GEULINCX

GEYMONAT

GIAMBLICO

GIANNONE

GIANSENIO

GILBERTO PORRETANO

GILSON

GIOACCHINO DA FIORE

GIOBERTI

MELCHIORRE GIOIA

GIOVANNI de la Rochelle

GIOVANNI di Salisbury

GIOVANNI HUS

GIOVANNI PECKHAM

GIRARD RENE'

GIULIANO (L'APOSTATA)

GIUSTINO

GOBETTI

GOETHE

GOFFMAN

GOODMAN NELSON

GORGIA di Lentini

GRACIAN

GRAMSCI

GREEN THOMAS HILL

GREGORIO di Nazianzo

GREGORIO di Nissa

GREGORIO da Rimini

GRICE

GROSSATESTA ROBERTO

GROZIO

GUATTARI

GUGLIELMO di CONCHES

GUGLIELMO di MOERBEKE

GUGLIELMO di SHERWOOD

GUICCIARDINI

GUIDO TERRENA

GURDJIEFF

GUTIERREZ

GUZZO

H

HABERMAS

HADOT

HAMILTON WILLIAM

HARE

HARTLEY

HARTMANN

HAWKING

HAYEK

HEGEL

HEIDEGGER

HEINE

HELVETIUS

HEMPEL

HERBART

HERDER

HERRADE

HERSCHEL

HESSE

HIYYA

HOBBES

HOLBACH

HOELDERLIN

ROBERTO HOLKOT

HONNETH

HORKHEIMER

HUMBOLDT

HUME

HUNTINGTON

HUSSERL

HUTCHESON

I

IBN ARABI

IBN BAGIAH (AVEMPACE)

IBN EZRA

IBN HAZM

IBN KHALDUN

IBN TAYMIYA

IBN TUFAYL (ABUBACER)

IERONIMO DI RODI

ILDEGARDA

IPAZIA

IPPIA di Elide

IPPOCRATE

IRIGARAY

ISACCO DELLA STELLA

ISPANO PIETRO

K

KANT

KARDEC (Hippolite Lon Denizard Rivail)

KAUTSKY

KAZANTZAKIS

KEIL

KELSEN

KEPLERO

KEYSERLING

KIERKEGAARD

KLAGES

KLOSSOWSKI

KNUTZEN

KOJVE

KORSCH

KOSELLECK

KOSIK

KOYR

KRIPKE

KROPOTKIN

KUHN

J

JAKOBSON

JAMES

JAMESON

JANKELEWITCH

JASPERS

JONAS

JUNG

JNGER

L

LA BOETIE

LABRIOLA

LACAN

LAKATOS

LAMBERTO DI AUXERRE

LAMENNAIS

LA METTRIE

LANFRANCO DI PAVIA

LANGE

LAPLACE

LA ROCHEFOUCAULD

LASSALLE

LATTANZIO

LEIBNIZ

LENIN

LEONARDO da VINCI

LEOPARDI

LE SENNE

LESSING

LEUCIPPO

LEVINAS

LEVI-STRAUSS

LVY-BRUHL

LEWIS

LEZAY

LICONE

LITTR

LOCKE

LOMBARDO PIETRO

LOMBROSO

LONZI CARLA

LOTZE

LÖWITH KARL

LUCIANO DI SAMOSATA

LUCREZIO

LUKÁCS

LUHMANN

LULLO RAIMONDO

LUTERO

LUXEMBURG

LYOTARD

M

MABLY

MACH ERNST

MACHIAVELLI

MACINTYRE

MACLAURIN

MAIMON SALOMON (SALOMON BEN JOSHUA)

MAIMONIDE

MAINE DE BIRAN

MALEBRANCHE

MALINOWSKI

MALTHUS

MANCINI

MANDEVILLE

MANILIO

MANNHEIM KARL

MAO TSE-TUNG

MARCEL GABRIEL

MARCUSE

MARGHERITA PORETE

MARION

MARITAIN

ODO MARQUARD

MARRAMAO

MARSH

MARSILIO DA PADOVA

MARSILIO DI INGHEN

MARTINETTI

MARX E ENGELS

MATHIEU

MAZZINI

MC LUHAN

MEAD

GEORG FRIEDRICH MEIER

MEINECKE

von MEINONG

MELISSO

MENDELSSOHN

MENODOTO di Nicomedia

MERCIER

MERLEAU-PONTY

MERSENNE

MERTON ROBERT

MESLIER

METZ

MEYERSON

MICHELET

MICHELSTAEDTER CARLO

MILL (James)

MILL (John Stuart)

MINSKY

LUIS DE MOLINA

MOLTMANN

MOMMSEN

MONDOLFO RODOLFO

MONTAGUE

MONTAIGNE

MONTESQUIEU

MONTINARI

MOORE

MORELLY

MORO TOMMASO

MORRIS CHARLES

MOUNIER

MLLER ADAM HEINRICH

MUSONIO RUFO

N

NAGEL

NANCY

NATORP

TONY NEGRI

NESTORIO

NEURATH

NEWMAN

NEWTON

PIERRE NICOLE

NIEBUHR

NIETZSCHE

NOVALIS

NOZICK

NUMENIO DI APAMEA

NUSSBAUM

O

OCKHAM (Guglielmo di)

OLLE'-LAPRUNE

OMERO

ORESME (NICOLA D')

ORFICI

ORIGENE

ORTEGA Y GASSET

OTTO

OUSPENSKY

OWEN ROBERT

P

PACI ENZO

PAGANO

PALAMAS

PANEZIO Di Rodi

PAOLO DA VENEZIA

PAPINI

PARACELSO

PARETO

PAREYSON

PARMENIDE

PARSONS

PASCAL

PASOLINI PIER PAOLO

PATOCKA

PATRIZI FRANCESCO

PATRONE EPICUREO

PEIRCE

PELACANI

PELAGIO

PENROSE ROGER

PEREGRINO

PERELMAN

PETERSON

PIAGET

PICO della Mirandola

PIETRO D'ABANO

PIETRO D'AILLY

PIETRO DI GIOVANNI OLIVI

PIRRONE Di ELIDE

PITAGORICI

PLATONE

PLESSNER

PLETONE

PLOTINO

PLUTARCO DI CHERONEA

POLEMONE

POLLOCK

POMPONAZZI

POPPER

PORFIRIO

POSIDONIO

PRETI

PREVE

PRIESTLEY

PRIGOGINE

PRINI

PROCLO

PRODICO di Ceo

PROTAGORA

PROUDHON

PSELLO

PUFENDORF

PUTNAM

Q

QUINE

QUINZIO

R

RABANO MAURO

RAHNER

RAMBACH

RANKE

RAVAISSON

RAWLS

REALE GIOVANNI

REICH

REICHENBACH

REID

REIMARUS

REINACH

REINHOLD

REMIGIO di Auxerre

RENAN

RENOUVIER

RENSI

RICARDO DAVID

RICCARDO di San Vittore

RICKERT

RICOEUR

ROHEIM GEZA

ROMAGNOSI

RORTY

ROSCELLINO

ROSENZWEIG

ROSMINI

W.D. ROSS

ROUSSEAU

ROYCE

RUGE

RUSSELL

RYLE

S

SACCA AMMONIO

DE SADE

SAINT-SIMON

SALUSTIO

SALUTATI COLUCCIO

SARTRE

SAUSSURE

SAVATER

SCETTICI

SCHELER

SCHELLING

SCHILLEBEECKX

SCHILLER

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