LE
ORIGINI DEI SIPALA
(Una
piccola ricerca sulle origini del cognome e della famiglia)
Le
ricerche più recenti sono in fondo alla pagina
Giovanni
Sipala
i
primi Sipala in Sicilia
ORIGINE
COGNOME: i primi SIPALA sono presenti nell'anno 1797 nel paese di
Solarino (Siracusa) in Italia
significato
della parola:
dialetto
Siciliano:
La
sipala è na fila d'arvusti o àutri chianti, disposti
fittamenti e pi na certa stenzioni pi limitari o ricintari o comu
urnamentu di viali e jardina.
Italiano:
La
sipala è una fila di arbusti o altre piante, disposte
fittamente, che possono essere usate come barriera per limitare il
passaggio, come recinto, oppure come ornamento di viali e giardini
pubblici.
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Giovedi, 8 March 2012 alle 12:15
Giovanni
Sipala
grazie
mille a google-cache ... Grazie a questo servizio sono stato in
grado di recuperare le informazioni di questo gruppo che si erano
perse dopo la migrazione imposta da facebook a tutti i vecchi
gruppi....
Le
origini dei Sipala | Facebook
webcache.googleusercontent.com
Basic
Info Name:Le origini dei SipalaCategory:Common Interest -
FamiliesDescription:piccola ricerca sulle origini dei sipala
contribuite a rendere la ricerca più dettagliata interessante!
nella foto palazzo sipala a solarino (siracusa, italy)Privacy
Type:Open: All content is public. Recent New...
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Giovanni
Sipala
LEGGENDE:
alcuni
fratelli spagnoli arrivarono dalla Spagna alla Sicilia (probabilmente
Solarino) e sono stati i primi Sipala in Italia.
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Giovedi, 8 March 2012 alle 00:19
PACE
IN TUTTE LE LINGUE DEL MONDO:
stato
(lingua del gruppo etnico) parola
Hawaiian
USA (nativi americani) Malu
Hawaiian
USA (nativi americani) Maluhia
Hawaiian
USA (nativi americani) Sipala
<-------
USA Hopi
(nativi americani), Shi-Nu-Mu (= pace)
USA Hopi
(nativi americani) ... Sipala
<-------
http://giosip.altervista.org/ricerche/Pace_in_tante_lingue.html
PACE IN
TUTTE LE LINGUE DEL MONDO
giosip.altervista.org
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Giovanni
Sipala
Araldica
Sipione
www.ilportaledelsud.org
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Giovanni
Sipala
Secondo
l'araldica il cognome Sipala è collegato al cognome
Sipione: ma non è una notizia del tutto attendibile notare
solo che Rosolini è la città del Barone Sipione...
SIPIONE
Titoli:
barone Dimora: Rosolini, Siracusa Famiglia siciliana nota dal
XVIII secolo; venne investita del censo feudale di onze 93 annuali
nel 1812 e decorata del titolo di barone riconosciuto con D. M. del
26 novembre 1926. Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà
Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano
anno 1922. Arma: d’azzurro coronato d’oro, rivolto
tenente con le branche anteriori un giglio d’argento,
attraversato da una sbarra dello
stesso.
http://www.ilportaledelsud.org/cognomi_s2.htm
i
cognomi del sud
www.ilportaledelsud.org
i
cognomi del sud
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Giovanni
Sipala
SOLARINO:
Solarino
(San Paulu in siciliano) è una città nella parte
orientale della Sicilia, vicino Siracusa.
Monumenti:
Sipala
Palace (XVIII secolo), si trova lungo il Corso Vittorio Emanuele e
l'interno è stato trasformato in un bed and breakfast
la
storia: La storia delle origini di Solarino è avvolta nel
mistero ed è spesso labile il confine tra realtà e
leggenda, a causa di un incendio che nel 1944 distrusse l'archivio
comunale, rendendo alquanto ardua la ricostruzione storica. Sebbene
siano molteplici le testimonianze archeologiche della presenza
umana nell'odierno territorio comunale, fin dalla
preistoria, la fondazione del primo nucleo abitativo si ebbe soltanto
nel XVIII secolo[11] ad opera del principe di Pantelleria Giuseppe
Antonio Requisenz.
Toponimo: Il significato del
toponimo Solarino è poco chiaro. Secondo una tesi, potrebbe
derivare dal siciliano sularinu, che significa "solitario",
forse perché riferito alla chiesa che originariamente
era isolata dal primo nucleo abitato; secondo altri autori,[18][19]
invece, il toponimo è di origine latina derivando
dalla parola solaris o solarium che significa "soleggiato",
riferito alla posizione geografica del territorio. A fondamento e
conferma di tale teoria, gli stessi autori pongono il
riscontro con il nome di una delle contrade di Solarino, Soliardo,
dal latino solis (= sole) ardeo (= brucio, avvampo, splendo), cioè
"brucio o splendo per il sole", e quindi "luogo
assolato".
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Giovedi, 8 March 2012 alle 00:23
Giovanni
Sipala Sipala Palazzo del Conte Sipala
Giovedi,
8 March 2012 alle 00:52 · I piaceReply
Giovanni
Sipala
PALAGONIA:
PALAGONIA:
(Palagùnia
o Palaunia in siciliano)
è un comune della provincia di
Catania che fa parte del comprensorio calatino sito al margine sud
della piana di Catania. Palagonia si sviluppa a circa 200 metri sul
livello del mare. La città, nota soprattutto per i suoi vasti
agrumeti, conta 16.429 abitanti (fonte Demo Istat marzo 2009). Il
sito risulta abitato già nella preistoria; lo prova il
ritrovamento di un insediamento paleolitico nei pressi dell'attuale
cittadina. Sembra che Palikè, nei pressi dell'odierna
Palagonia, sia stata fondata da Ducezio nel 453 a.C. che ne fece la
capitale del suo stato. Ai tempi dei Siculi, Paliké era
probabilmente già diventata un centro politico e religioso
importante. A Paliké era situato un celebre santuario. La
tradizione narra che gli dei chiamati Palici, oggetto di venerazione
da parte dei Siculi, fossero nati dalle acque sulfuree del lago di
Naftia, di origine vulcanica. Il tempio ad essi dedicato era
probabilmente situato sulle sponde del lago stesso; nel tempio
venivano praticati rituali oscuri e vaticini.
Archivio storico
comunale di Palagonia: Un incendio distrusse il palazzo comunale
nel 1952 e con esso l'archivio. Restano 490 pezzi circa ( 1866-1955)
e i registri di stato civile dal 1866
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Giovedi, 8 March 2012 alle 00:26
Giovanni
Sipala
frank
sinatra 01 ottobre 2002 — pagina 13 sezione: PALERMO
«Un
delitto d' onore sarebbe all' origine della gloria di Frank Sinatra.
Un delitto commesso all' inizio del Novecento dal padre Saverio
quando, ancora giovanissimo, viveva a Palagonia, il paese della Piana
di Catania dove era nato il 22 novembre 1882, e dal quale sarebbe
stato costretto a emigrare per sfuggire alla giustizia italiana. La
fortuna del grande cantante iniziò proprio da quella fuga».
A giurarlo è l' avvocato penalista di Catania Giuseppe
Scaccianoce, 62 anni, cugino diretto, a suo dire, di The Voice: «Pur
essendo sempre stato al corrente delle sue origini paterne - spiega
Scaccianoce - Sinatra cambiava discorso quando qualcuno gli chiedeva
notizie sul passato della famiglia». Un passato imbarazzante,
al punto che, secondo l' avvocato, una volta giunto negli Stati
Uniti, Saverio si sarebbe fatto registrare col nome di Antonio
Martino, per gli amici Marty. Una testimonianza clamorosa che
tuttavia ha pochi riscontri oggettivi: «La storia del delitto
d' onore - prosegue il penalista - non l' ho appresa direttamente dai
miei parenti ma da alcuni giornali diversi anni fa».
frank
sinatra - Repubblica.it » Ricerca - frank sinatra 01 ottobre
2002 — pagina 13 sezione: PAL
ricerca.repubblica.it
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Giovanni
Sipala
Sipala -
Wikipedia
scn.wikipedia.org
La Sipala
e na fila d'arvusti o àutri chianti, disposti fittamenti e pi
na Certa stenzioni pi limitari o ricintari o comu urnamentu di viali
e Jardina.
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Giovanni
Sipala la
"Sipala" è una parete di arbusti o altre piante
disposte molto fitte che serve per limitare il passaggio come
protezione oppure come ornamento di viali e giardini
Mercoledì
7 Marzo 2012 alle 23:37 · Mi piace · 1Reply
Giovanni
Sipala
la
distribuzione dei cognomi nella Sipala USA
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Mercoledì 7 Marzo 2012 alle 23:06
A
Salvatore Sipala piace questo elemento.
Giovanni
Sipala
diffusione
del cognome Sipala nel territorio italiano
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Mercoledì 7 Marzo 2012 alle 23:05
A
Salvatore Sipala piace questo elemento.
Giovanni
Sipala
diffusione
del cognome Sipala nel territorio italiano
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Mercoledì 7 Marzo 2012 alle 22:57
A
Salvatore Sipala, Gaetano Sipala piace questo elemento.
Giovanni
Sipala
Solarino - Wikipedia
it.wikipedia.org
Si trova nell'hinterland
siracusano, a 17 km a nordovest del capoluogo. È il più
piccolo comune, per estensione, della provincia, ma nel contempo è
anche il terzo maggior comune della provincia per densità
abitativa, dopo Floridia e Siracusa.
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Mercoledì, 7 Marzo 2012 alle 22:46
Giovanni Sipala
File: Palazzo Sipala.JPG
- Wikimedia Commons
commons.wikimedia.org
da Flickr -
http://it.wikipedia.org/~~V
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Mercoledì, 7 Marzo 2012 alle 22:45
Giovanni Sipala
la villa del Principe di
Palagonia situata a Bagheria
Le ville di Bagheria
www.bagherianews.com
bagheria news -
Bagherianews.it - Il Quotidiano on line a Bagheria. Portale
d'informazione rivolto al territorio di bagheria e zone limitrofe.
Tante notizie, rubriche, foto e video. bagheria news.
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Mercoledì, 7 Marzo 2012 alle 22:43
Giovanni Sipala
http://it.wikipedia.org/wiki/Palagonia
Palagonia - Wikipedia
it.wikipedia.org
Palagonia (Palagùnia
o Palaunia in siciliano) è un comune italiano di 16,429
abitanti della provincia di Catania in Sicilia.
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Mercoledì, 7 Marzo 2012 alle 22:40
A Salvatore Sipala piace
questo elemento.
Storia
di Solarino
Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Solarino,
comune siciliano in provincia di Siracusa, ha una storia
antica di parecchi secoli, che affonda e confonde le proprie
radici nella leggendaria visita che San Paolofece
all' oppidum sito nei pressi
dell'odierno centro abitato,[1] durante
la sua permanenza a Siracusa nel 61 d.C.[2] Storicamente,
invece, il borgo nacque nel XVIII secolo.
Le
origini
La necropoli di Cava del
Rivettazzo, prima testimonianza della presenza umana nel
territorio solarinese
Sebbene
la prima forma d'insediamento umano nella zona, risalga
alPaleolitico superiore (III
millennio a.C.), come può desumersi dal ritrovamento di
una necropoli in
località Cava del Rivettazzo, a 4 km (1 km in linea
d'aria) circa, a nord dell'odierno centro urbano, ad opera
di Paolo Orsi agli inizi
del '900; il primo nucleo abitativo di cui si ha traccia,
invece, è molto più recente e riguarda il periodo
greco che va dal IV al III
secolo a.C., come risulta dagli scavi archeologici effettuati, a
pochi chilometri più ad Est del
paese, in località Cozzo Collura, nel sito
identificato come Pozzo della Chiesa, zona pianeggiante e,
in passato, infestata dalla malaria.
Il Pozzo di San Paolo a
Cozzo Collura,primo nucleo abitativo solarinese risalente al
periodo greco
Le
prime notizie ufficiali su Solarino, però, si hanno
soltanto a partire dal 1296, anno in cui compare, nel ruolo
dei feudatari sintetizzato dal De Spucches[3],
come feudo baronale del
siracusano Gutierre de Nava. Dopo vari passaggi di proprietà,
il 15 dicembre 1656, fu
investita del feudo, la nobile famiglia catalana dei
Requisenz, giunta in Sicilia nel1453 con
le truppe di Alfonso V d'Aragona. Il 25 aprile 1760,
Don Giuseppe Antonio Requisenz,
"Principe di Pantelleria, Conte di Buscemi e Barone delfeudo di
Solarino", ottenne la licentia populandi da
parte del Re Ferdinando I delle Due Sicilie e
fece affluire nel propriofeudo: la popolazione del vicino
villaggio del Pozzo della Chiesa, per sottrarla alle
frequenti infezioni malariche, gli abitanti della
masseria Trigona, nonché gli sfollati
di Siracusa, Noto, e Canicattini Bagni che
erano scampati alterremoto del Val di Noto del 1693,
dando così vita al primo nucleo urbano che chiamò "Terra
di San Paolo nel feudo di Solarino"[4]. L’autorizzazione
a popolare i feudi, infatti, venivano effettuate tramite
concessioni Regie che avevano lo scopo, mediante l’istituzione
di nuovi comuni rurali, di assicurare alla nobiltà
feudale, da una parte, la conservazione - di fatto - del proprio
dominio sulle terre e, dall'altra, di creare più benessere
per la popolazione, ma nel contempo, anche di aumentare i censi,
le gabelle ed i proventi
di dazi e dogane[5]. La
Terra di San Paolo Solarino, fu costituita
come comunello (termine usato
nella burocrazia borbonica
per indicare l'odierna frazione) del Comune capovalle di
Siracusa[6].
Dall'autonomia comunale
alla Seconda Guerra Mondiale
Palazzo Requisenz
(1759), il primo edificio costruito a Solarino.
Successivamente
alla sua costituzione, il Comunello ebbe un grosso incremento
demografico dovuto soprattutto alla presenza di coloni fatti
provenire oltre che da diversi luoghi della Sicilia, anche
dal Genovesato[7], dal Piemonte e
soprattutto da Malta[8]. Presenza che è rinvenibile
sia da cognomi di chiara
origine maltese (Mallia, Gozzo, Cianci) e piemontese (Adorno) che
ancor oggi sono presenti nel Comune; sia
dai coronimi Cassara(cognome
maltese), Maltese, Vizzinisi (termine
siciliano per indicare gli abitanti di Vizzini), Calancon
del vento (calanco è
propriamente un particolare paesaggio collinare tipico
delMonferrato e dell'Appennino
ligure), Cozzo Modicano (da Modica,
comune in provincia di Ragusa).
Non
mancavano poi, tra i primi abitanti, anche famiglie provenienti
dal Marocco («Maronitii»)
e dai Castelli Romani («Terrae
Collium prope Romam habitatores»), come si desume dal
Registro Parrocchiale dei Battesimi della Chiesa Madre[9].
Nel 1766,
la Terra di S. Paolo contava
già 235 abitanti, numero quasi triplicato dopo poco più
di vent'anni; e, nel 1820 il
fondatore chiese al Re di Napoli il
permesso di «elevare San Paolo Solarino al rango di Comune
autonomo»[10].
Seduta straordinaria ed
informale del Consiglio Comunale di Solarino, indetto il 20
dicembre 2007 nell'ambito delle manifestazioni per il 180º
anniversario dell'autonomia comunale.
Con Regio
decreto n. 1687 del 20
dicembre 1827, Francesco I Re
delle Due Sicilie, concesse al Comunello di
San Paolo Solarino di separarsi da Siracusa, per costituirsi
in Comune particolare (vale a
dire, indipendente) avente la medesima denominazione, sancendone
così l'autonomia amministrativa. Tale autonomia, però,
non fu immediata, dal momento che dapprima dovettero risolversi
gli inevitabili problemi economici, logistici ed amministrativi
legati alla ripartizione del territorio tra il Comune Capo-valle
di Siracusa ed il neonato San Paolo Solarino. La decisione si
ebbe il 14 luglio 1828, ma la
copia del verbale fu inviata al sindaco soltanto il 29
luglio 1930, per cui fino a quella
data, Solarino era di fatto riunito ancora a Siracusa[11]. La
popolazione del nuovo comune era prevalentemente rurale e
costituita per la maggior parte da piccoli possidenti terrieri, e
per la rimanente da braccianti agricoli, artigiani e piccoli
commercianti; conseguentemente, le attività più
praticate erano l'agricoltura e
lapastorizia. Tale assetto economico-sociale, che sopravvisse
fino alla Prima guerra mondiale, si rispecchiava
perfettamente nella struttura urbana del paese. Fino agli
inizi del secolo scorso, infatti, la maggior parte delle
abitazioni, eccezion fatta per i palazzi signorili (Requisenz,
Conti Mezio e Sipala) era costituita da povere case al livello
della strada, con una o due stanze, prive dei più
elementari servizi igienici. Nel 1850 fu
introdotta l’illuminazione
pubblica mediante lampioni a petrolio;
ma bisognerà aspettare il 1922 per
l’elettrificazione della stessa. Nella seconda metà
dell’Ottocento, venne pianificata la Piazza del Plebiscito
e le vie adiacenti. Nel 1925, infine, iniziarono i lavori
per l’incanalizzazione delle acque piovane e
la costruzione dell'impianto idrico. Agli inizi del Novecento,
un considerevole il tasso di emigrazione riguardò
soprattutto gli Stati Uniti d'America e
l'Australia, dove sorsero numerose comunità solarinesi
(a New Britain nel Connecticut,
a Paterson[12] nel New
Jersey e nel sobborgo
di Melbourne, Moreland, in Australia) ma anche
l’America Latina, l’Europa
centrale (Svizzera e Germania)
e le Regioni dell’Italia settentrionale[13]; che non riuscì
ad essere bilanciato dall'immigrazione dei 4.000
profughi friulanigiunti nel siracusano dopo la Prima
guerra mondiale, la maggior parte dei quali si sistemò a
Solarino[14].
Di
particolare rilevanza fu il ruolo di Solarino durante la Seconda
guerra mondiale. Già tra settembre ed ottobre nel 1939,
le campagne intorno all’Ospedale Vasquez furono
scelte per effettuarvi un campo d’addestramento del I e del
IVbattaglione del 75º
Reggimento Fanteria; allo scoppio delle ostilità, il
comune fu interessato dalla presenza di oltre 1300 sfollati
provenienti soprattutto da Siracusa, Augusta e dai cosiddetti
"Territori d’oltre mare", vale a dire dalle ex
colonie africane; nel maggio del 1943, poi, Umberto di
Savoia, allora generale del Gruppo Armate Sud vi passò in
rassegna le truppe provenienti da Palazzolo, Buccheri, Vizzini e
Grammichele che erano state schierate lungo la strada per
Floridia; infine, tra l'11 ed
il 13 luglio dello stesso
anno, nei pressi del paese si combatté una delle più
cruente battaglie che interessarono il territorio
siracusano»[15]. Alla fine degli scontri, l’abitato,
fortunatamente non si presentò particolarmente
danneggiato. Erano crollati i tetti di qualche abitazione e
c’erano delle buche causate dallo scoppio delle granate, ma
nel complesso erano rimasti integri sia la chiesa che
il Palazzo Municipale. Nel 1944, però, proprio
quest'ultimo venne dato alle fiamme da un gruppo di giovani
renitenti alla leva, con la conseguente distruzione degli archivi
comunali, ragion per cui, non si hanno notizie molto precise sui
primi anni di vita del Comune ed il confine fra storia e
tradizione, per certi aspetti risulta molto labile.
La Battaglia di Solarino
(11-13 luglio 1943)
Lapide commemorativa del
50º Anniversario della Battaglia di Solarino.
Il 10
luglio 1943, dopo essere partito
da Palazzolo Acreide alla
volta di Siracusa, nell’intento di contrastare
l'avanzata degli inglesi, il 75º Reggimento
Fanteria, con a capo il colonnello Francesco
Ronco, si rifugiò a Solarino - centro abitato più
vicino - dopo essere incappato negli aerei inglesi che iniziarono
a bombardare le truppe in marcia. Raggiunta la compagnia
ciclisti, di stanza proprio in quest'ultimo comune, il colonnello
Ronco ordinò alla stessa compagnia di proseguire
verso Floridia, ma nell’attraversamento del
ponteMulinello, l’automezzo che precedeva i ciclisti fu
preso di mira dai tiratori alleati posizionati
sulle alture oltre il ponte e così si ripiegò su
Solarino, dove nel frattempo erano giunti gli uomini del gruppo
mobile D provenienti
da Misterbianco[16].
La
mattina successiva giunse la notizia che i reparti motorizzati
britannici avevano già occupato Floridia. L’11
luglio, in rinforzo alla colonna del 75° Fanteria venne
inviato anche il battaglione mortaidella divisione
“Napoli”[17].. Alle ore 6, la colonna attestata fra
Solarino e Floridia, riprese la marcia verso Siracusa, mentre i
reparti corazzati britannici le andavano incontro e quasi
mezz'ora dopo, iniziarono i combattimenti. Aumentando la
pressione inglese, per evitare di essere circondato, il
colonnello Ronco ordinò il ripiegamento sulle alture di
Cugno Randazzo, che meglio di prestavano per la difesa.
Il 12
luglio, vennero fatti convergere su Floridia alcuni reparti
britannici ritirati dal fronte di Priolo Gargallo; mentre
altre truppe alleate provenienti da Noto ed Avola avevano
già oltrepassato Palazzolo, erano già giunti presso
le case dell’ex feudo Melilli (a 7 km da Solarino) e
la colonna Ronco dovette
affrontare l’avversario su due fronti[18]. Alle 4 del
mattino del 13 luglio iniziò
il definitivo attacco nemico: le infiltrazioni sui fianchi furono
così profonde da minacciare il collegamento fra le
posizioni della fanteria ed il gruppo d’artiglieria, per
cui il ripiegamento fu d’obbligo. Verso le 13 tutta la zona
di Cugno Randazzo fu invasa dal fuoco d’artiglieria e la
reazione italiana andò via via scemando, fino a cessare
completamente circa due ore dopo[19]. Durante le ultime fasi
del combattimento perse la vita il sottotenente
d’artiglieria Antonio
Santangelo Fulci, al quale, nel1949 sarebbe
stata concessa la medaglia d’oro al valor militare «per
spiccate prove d’abilità militare» (Decreto
dellaCorte dei Conti del
07/09/1949); mentre al colonnello Ronco che riuscì a
mettere in salvo la bandiera di combattimento del 75º
Reggimento Fanteria (che adesso è conservata nel sacrario
del Vittoriano, a Roma), così come ai pochi
superstiti dello stesso reggimento venne concessa la medaglia
d’argento al valor militare.[20]
A
cinquant'anni da quell'evento, il 13 luglio 1993,[21] alla
presenza delle associazioni dei combattenti, dei reduci
solarinesi, delle autorità civili e di un drappello
d’onore della Divisione di Fanteria Aosta, vennero
deposte due corone d’alloro, una presso il Monumento ai
Caduti e l’altra, ai piedi di un ulivo secolare, in
contrada Cugno Randazzo. Sempre in tale località, in
prossimità della cappella dedicata alla Madonna del
Carmelo, sul margine della strada statale 124, venne
scoperta una lapide fatta collocare dall’Amministrazione
Comunale, a memoria di tali accadimenti. Nella medesima
manifestazione, fu conferita la cittadinanza onoraria ad
memoriam, al generale Francesco Ronco, deceduto nel 1978.
Dal Secondo Dopoguerra ai
giorni nostri
Il cartello
segnaletico antiracket, primo caso in Italia, di una
segnalazione del genere.
Fino
alla fine del secondo conflitto mondiale, Solarino era uno dei
tanti paesi agricoli della provincia di Siracusa con un'attività
artigianale appena bastevole per i
consumi locali. Tale situazione perdurò fino agli anni
sessanta, quando con la nascita del polo petrolchimico
siracusano nel tratto di costa
compreso tra Targia ed Augusta, gran parte delle campagne
furono abbandonate e Solarino, grazie alla propria posizione
geografica, equidistante sia dagli agglomerati industriali che
dal capoluogo di Provincia, conobbe il fenomeno dell’immigrazione
con un conseguente incremento demografico, che l'ha portato ad
essere, attualmente, il terzo maggior centro urbano della
Provincia (dopo Siracusa e Floridia) per densità abitativa
(566 ab./km²).
Tra
gli anni ottanta e novanta,
tutta la provincia di Siracusa fu
colpita da una recrudescenza delle estorsioni[22] che
non risparmiò nemmeno Solarino.[23] Così,
nel 1995 venne costituita,
tra i vari commercianti, l'Associazione antiracket e, tre anni
dopo, venne firmato un protocollo d'intesa tra l'associazione
stessa ed il Comune, per la concessione da parte di quest'ultimo
di locali interni al Palazzo Comunale da destinare a sportello
antiracket.[24] Infine, nel 1999,
per commemorare l'evento, il Comune adottò un'iniziativa
senza precedenti in Italia:[25]ad ogni ingresso dell'abitato fu
apposto un cartello segnaletico che riportava sotto al nome del
paese la dicitura «comune che ha detto no al racket».
Altra
data da ricordare nella recente storia solarinese è stata
il 17 settembre 2003. Per tre
giorni, la provincia di Siracusa fu messa in ginocchio da una
violenta alluvione abbattutasi
sulla Sicilia orientale, ma i danni più ingenti si
ebbero proprio a Solarino[26]. Soltanto nella prima giornata,
vennero travolte cinquanta autovetture, molti edifici
subirono dei crolli, tra cui la scuola elementare ed
alcune famiglie dovettero rifugiarsi sui tetti delle case a causa
dell'alto livello dell'acqua»[27]. Alla fine dell'evento
meteorologico risultò danneggiato l'80% della rete viaria,
venne distrutto il 70% della rete fognaria e di quella idrica e
per giorni il paese rimase isolato dai Comuni limitrofi, per
l'inagibilità del ponte Diddino e della statale per
Siracusa e Palazzolo, nonché per l'interruzioni della
linea elettrica e telefonica[28].
Sempre
nel 2003,[29] sulla scorta
degli incentivi disposti dalla legge regionale n.
30/2000 (cosiddetta legge Ortisi) è stata avanzata
l'ipotesi della nascita dell'Unione dei Comuni tra Solarino e la
vicina Floridia, al fine di una gestione collettiva
dei servizi (tra i
quali, polizia municipale, ambiente, trasporti
pubblici, refezione scolastica), ferma restando l'autonomia
amministrativa dei due enti locali. Ipotesi che si è
concretizzata nel 2010[30], anno in cui i consigli
comunali dei due paesi hanno
approvato l'atto costitutivo e
lo statuto[31] dell'Unione
dei Comuni - Monti Climiti.
Palagonia
Da Wikipedia,
l'enciclopedia libera.
Palagonia comune
Dati amministrativi
Stato
Italia
Regione
Sicilia
Provincia
Catania
Territorio
Coordinate
37°20′0″N 14°45′0″ECoordinate: 37°20′0″N 14°45′0″E
Altitudine
200 m s.l.m.
Superficie
57 km²
Abitanti
16 547[1] (31-12-2010)
Densità
290,3 ab./km²
Comuni confinanti
Lentini (SR), Militello, Mineo,Ramacca, Scordia
Altre informazioni
Cod. postale
95046
Prefisso
095
Fuso orario
UTC+1
CodiceISTAT
087032
Cod. catastale
G253
Targa
CT
Cl. sismica
zona 2 (sismicità
media)
Nome abitanti
palagonesi
Patrono
santa Febronia
Localizzazione
Palagonia
Posizione
del comune di Palagonia nella provincia di Catania
Sito istituzionale
Palagonia (Palagùnia o Palaunia in siciliano)
è un comune italianodi 16.429 abitanti
della provincia di Catania in Sicilia.
Anticamente il nome
della città era "Palica".
Sito al margine sud
della piana di Catania, Palagonia si sviluppa a circa 200 metri
sul livello del mare, ed è nota soprattutto per i suoi
vasti agrumeti.
Storia
Il comune di Palagonia
nella provincia di Catania
Il
sito risulta abitato già nella preistoria; lo prova il
ritrovamento di un insediamento paleolitico nei pressi
dell'attuale cittadina. Sembra chePalikè, nei pressi
dell'odierna Palagonia, sia stata fondata da Ducezionel 453
a.C. che ne fece la capitale del
suo stato.
Ai
tempi dei Siculi, Palikéera probabilmente già
diventata un centro politico e religioso importante. A Paliké
era situato un celebre santuario. La tradizione narra che
gli dei chiamati Palici, oggetto di venerazione da parte dei
Siculi, fossero nati dalle acque sulfuree del lago di
Naftia, di origine vulcanica. Il tempio ad essi dedicato era
probabilmente situato sulle sponde del lago stesso; nel tempio
venivano praticati rituali oscuri e vaticini. Oggi il laghetto,
detto anche mofeta dei
Palici, non è visibile in quanto i suoi gas sono sfruttati
industrialmente.
Nella
zona è installata anche una stazione di monitoraggio del
flusso di gas esalante dai suoli dell’area etnea,
facente parte di una rete costituita da 10 stazioni di
monitoraggio del flusso di CO2 eCH4 e
dei parametri meteorologici. Le stazioni sono ubicate sui fianchi
del vulcano ed in prossimità
di Mofeta dei Palici per lo studio della geodinamica dell’area.
Durante
il Medioevo il sito cadde
sotto la dominazione normanna. Il conte Ruggero, nel
1169, inserì il feudo ed
il territorio all'interno dell'arcidiocesi di Siracusa.
Appartenne tra il XII ed il XIV secolo ad alcune tra le famiglie
aristocratiche più importanti della Sicilia (Alagona,
Ventimiglia, Passaneto, ecc.) Nel 1407 Giacomo
Gravina divenne signore del feudo. Da allora in poi le vicende
della città saranno legate al nobile casato
dei Gravina-Cruyllas, fino alla morte di Francesco Paolo
Gravina, ottavo e ultimo Principe di Palagonia, avvenuta nel
1854.
Tra
la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento furono
edificati alcuni palazzi di notevole pregio architettonico in
stile neoclassico e liberty. Tra questi spiccano Palazzo Ponte in
via Umberto, casa della famiglia dell'emerito prof. Gaetano
Ponte, fondatore della prima cattedra in vulcanologia d'Europa,
ove tra l'altro aveva sede un osservatorio geodinamico; Palazzo
Blandini, prospiciente la Piazza Garibaldi, di recente restaurato
per ospitare un piccolo museo comunale; Palazzo Politini di via
Duca degli Abruzzi; Palazzo Blandini (ex sede delle Orsoline)
sito in piano Barresi, casa natale dei fratelli Gaetano e
Giovanni Blandini, rispettivamente vescovi di Agrigento e Noto.
Monumenti
e luoghi d'interesse
L'Eremo
di Santa Febronia
Il
principale monumento della città è l'Eremo di Santa
Febronia,basilica rupestre
risalente al VI-VII secolo d.C.
sita in contrada Coste. Si tratta di un ambiente con molta
probabilità ricavato da una precedente tomba preistorica e
che, attraverso varie trasformazioni, venne adibito
successivamente a luogo di culto. La parete di fondo della
basilica, che ospita l'abside, su cui sono affrescati il Cristo
Pantocratore, contornato da un'Annunciazione e da altre quattro
figure sullo sfondo (databili intorno al XV secolo); ai lati
dell'abside sono raffigurati il Martirio di Santa Febronia e
quello di San Bartolomeo, databili tra il XVI e il XVII
secolo; mentre nella parete posta di fronte all'ingresso sono
raffigurati: Santa Lucia, un Santo vescovo, un Angelo orante
racchiuso entro un tondo, Sant'Agata, Sant'Anastasia, ed
il Peccato originale anche
questi databili tra il XVI e il XVII secolo. In questa parete è
ricavato anche un secondo altare con nicchia atta ad ospitare una
probabile icona, mentre nella parete a destra sono intagliati gli
scranni per sedersi durante l'officiatura dei riti. Tra una delle
finestrelle aperte sulla parete prospettica e l'affresco di Santa
Febronia, si notano tracce di un altro affresco rimosso,
raffigurante San Giovanni Battista. Al centro dell'ambiente
dal piano di calpestio si scende attraverso dei gradini lapidei
in un ambiente a "T" nelle cui pareti sono ricavate le
nicchie con funzione di colatoi per i corpi dei monaci dopo
la loro morte. Il processo serviva a mummificarliparzialmente.
Un altro accesso all'oratorio è costituito da una scala
lapidea posta sul retro.
Ogni
anno si svolge una processione in
cui la reliquia di Santa Febronia, patrona della città
soprannominata a' Santuzzaviene portata all'eremo.
L'eremo
è situato 5 km a est di Palagonia, sulla SS385 che
conduce a Catania.
Rocchicella
L’altura di
contrada Rocchicella (oggi in territorio di Mineo), si eleva
nella Valle dei Margi. È facilmente raggiungibile dalla
superstrada Catania-Gela (S.S. 417), dalla Catania-Caltagirone
(S.S. 385), o dal centro abitato di Palagonia, da cui dista poco
più di un chilometro. Sito di grande interesse
storico-archeologico, sede di insediamenti umani fin dalla remota
antichità (12.000/10.000 anni a.C.), nonché centro
del culto misterico delle divinità paliche
(personificazione dei laghi ribollenti di Naftia). Esso è
menzionato da autori classici greci e latini come sede sia del
celebre santuario dei Palici, che della città di Paliké.
Da visitare i resti dell'Estaterion ed il Museo dei reperti
archeologici rinvenuti in sito.
Basilica
Paleocristiana di San Giovanni
È una costruzione
singolare di cui si conservano l'abside ed alcune colonne,
databile al VII secolo d.C. Molta piccola, era poco adatta a
contenere i fedeli, tanto che si ipotizza la possibilità
che essi assistessero dall'esterno, alle funzioni religiose. La
chiesa non aveva vere e proprie pareti laterali ma una leggera
cortina di archeggiati entro i quali erano inserite delle porte
che venivano aperte durante le funzioni. Alcuni documenti della
metà del XVI secolo, ci informano della sua appartenenza
all'Ordine dei Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme.
Pozzo
Blandini
Con l'impianto degli
agrumeti, già esistenti alla fine del XVI secolo, vennero
scavati dei pozzi per reperire acqua necessaria a coprire i
fabbisogni estivi. Intorno ai pozzi vennero costruite delle
strutture, come il pozzo Blandini che con i suoi oltre sei metri
di altezza domina la piana circostante. All'esterno del pozzo vi
era un ingegno, una "noria", azionata da animali per il
sollevamento dell'acqua.
Eventi
Sagra
dell'arancia a polpa rossa
Organizzata nel mese di
Marzo, ha come protagonista il prodotto principale del paese:
l'arancia a polpa rossa. Per la festa sono previsti stands
riguardante il prodotto, intrattenimenti artistici e culturali,
escursioni nei siti archeologici e mostre che raffigurano
attrezzi agricoli e fotografie antiche.
Santa
Lucia
Notevole importanza, da
parte della cittadinanza, viene data a santa Lucia, la cui festa
celebrativa è datata 13 dicembre. Le tradizioni popolari
sono celebrate per la vigilia, con il tradizionale focolare per
le vie del paese (Falò degli Usi) e la preparazione della
Cuccia.
Settimana
Santa
Il fulcro delle
celebrazioni è rappresentato dalla venerazione del Cristo
alla Colonna: il mercoledì, alle 4.00 del mattino, ha
luogo l'apertura della chiesa Maria Ausiliatrice, per
l'esposizione del Cristo; nella serata ha luogo la prima parte
della processione per le vie del centro storico fino alla chiesa
Madre. La notte tra il giovedì ed il venerdì ha
luogo una veglia di preghiera in detta chiesa, da dove, nella
tarda mattinata del venerdì, prende il via la seconda
parte della processione del Cristo alla Colonna fino alla Chiesa
Maria Ausiliatrice.Tali processioni sono accompagnate da numerosi
confratelli in camice bianco e dai Cantori del Popule Meus che
eseguono gli antichi canti della tradizione popolare. La sera del
venerdì si tiene la processione con i simulacri del Cristo
morto e dell'Addolorata.
Santa
Febronia, Patrona della città
Certamente
la ricorrenza cittadina più importante tra quelle
religiose. I festeggiamenti si tengono in magna pompa ogni anno,
dal 20 giugno al 2 luglio. Il fulcro si ha la sera del 24 giugno,
vigilia della festa, con il tradizionale rito della "Spaccata
'o pignu", ossia la rievocazione scenica dell'apoteosi della
santa in paradiso. Il 25 giugno, festa liturgica di Santa
Febronia, in ricordo del suo martirio avvenuto nella città
di Nisibis (odierna Nusaybin)
l'anno 305, è contrassegnato da solenni celebrazioni e
processioni per le vie cittadine, rituali che si ripetono anche
il 2 luglio, ottava della festa. Particolarmente suggestivo è
il pellegrinaggio che si tiene in un giorno dell'ottavario,
presso la contrada Coste, con la reliquia della Santa. Completano
il programma dei festeggiamenti, spettacoli, manifestazioni
culturali e folkloristiche.
Evoluzione
demografica
Abitanti censiti
Economia
L'economia di Palagonia
è principalmente incentrata sulla coltivazione e sulla
commercializzazione degli agrumi, principalmente
delle arance, che vengono esportate in tutta Europa
riscuotendo notevole apprezzamento tra i consumatori per le
caratteristiche e alquanto uniche proprietà
organolettiche.
Trasporti
Palagonia
è attraversata dalla SS385 che la mette in collegamento
con Caltagirone e Catania dalle
quali città dista rispettivamente 30 e 52 km. A pochi
chilometri passano, la Strada statale 194 Ragusana che
collega Ragusa a Catania e
la Strada statale 417 di Caltagirone che
collega Catania a Gela. I collegamenti con le varie
destinazioni sono assicurati da autolinee extraurbane. La
stazione ferroviaria di
Palagonia dista dal centro quasi 18 chilometri. Fino a qualche
decennio fa vi era un notevole movimento di treni merci per
trasporto di agrumi, oggi quasi del tutto spediti con autotreni
via strada.
Note
^ Dato
Istat - Popolazione residente al
31 dicembre 2010.
Voci
correlate
Palikè
Ducezio
Michele Megna
Santa Febronia
Febronia
di Nisibis
Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento
da Santa Febronia)
Santa Febronia
Martirio
di S. Febronia - Eremo rupestre-bizantino di S. Febronia alle
"Coste", Palagonia (CT). Autore ignoto del XV-XVI
secolo.
Martire
Nascita
IV secolo
Morte
IV secolo
Veneratada
Chiesa cattolica,
Chiese ortodosse, Chiesa copta
Ricorrenza
25 giugno
Santa Febronia (Nisibis, IV
secolo – Nisibis, IV
secolo) fu una cristiana che subì il martirio
nell'antica Sibapolis, Nisibis (attualeNusaybin,
provincia di Mardin nella Turchia sud
orientale, ai confini con la Siria). Viene venerata
come santa dalle
Chiesecattolica, copta e greco-ortodossa.
Agiografia
Martirio di S.
Febronia - Chiesa Madre Palagonia (CT), autore ignoto dell'800
Orfana
all'età di due anni visse la sua esistenza all'interno
di una di quelle comunità cristiane note, secondo quanto
ci riferisce più tardi sant'Efrem il Siro da
Nisibis, col nome "Figlie del Patto", nate
inMesopotamia tra la metà
del III secolo e l'inizio
del IV secolo, di cui fu promotrice nella città di
Nisibis S. Plotinide. Qui, sotto le cure della zia Brienna e
della religiosa Tomaide, crebbe in virtù e dottrina,
divenendo presto una grande guida spirituale per le consorelle
e per le donne pagane della città.
Sotto
la decima persecuzione indetta
dall'imperatore Diocleziano viene
catturata e condotta davanti al giudice Seleno. Il 25
giugno del 305, resistendo
alle varie lusinghe, tra cui quella di convolare a nozze col
giovane Lisimaco, nipote del giudice, e noncurante delle varie
minacce, viene condannata almartirio. Il suo viene ricordato
come uno dei più lunghi e cruenti martirii patiti dai
cristiani dell'epoca: secondo la tradizione venne flagellata e
sottoposta alle pene del fuoco, raschiata con pettini di ferro,
le vennero tagliati i seni, le mani ed i piedi, cavati i denti
ed infine fu decapitata. Nel 363 il
corpo viene portato a Costantinopoli. Successivamente
giunge a Trani, in Puglia, dove fino al '700 la santa
viene venerata nel giorno 25 giugno con un motu proprio.
Testimonianze del passaggio del corpo dalla città di
Trani[1] sono un reliquiario
ligneo del '500 ed una tela custoditi presso il Museo
Diocesano.
Culto
Il
suo culto vide un'ampia
diffusione dall'Oriente all'Occidente,
soprattutto grazie ai monaci di rito bizantino. È
particolarmente venerata nel meridione d'Italia:
a Palagonia (CT),
a Patti (ME), ed
a Minori (SA), anche se con
variazioni leggendarie che la vorrebbero natìa di Patti
e col nome di Trofimena (a
Minori).[2] Sebbene i recenti
studi agiografici (in particolare quelli di Paolo Chiesa e di
Reginald Gregoire) abbiano chiarito l'Enigma delle Febronie,
confermandole tutte variazioni della sola e unica Febronia di
Sibapoli Nisibis, le tre località che la venerano come
Patrona continuano a discutere vivacemente sull'argomento; in
particolare Patti e Minori respingono la tesi della Santa
nisibena a favore della tradizione orale che la vuole di
origine siciliana. Un ulteriore contributo sulle origini
storiche di questa enigmatica Santa è dato dal nuovo
studio condotto da Maria Stelladoro che esplora il complesso
insieme di aspetti cultuali che le ruota attorno, dall'antico
Oriente all'Occidente, in particolare nelle tre città
che la venerano come patrona.
Reliquiario ligneo di
S. Febronia, secolo XVIII. Museo Diocesano di Trani.
Il
suo culto si estese anche in Francia, importato dai
monaci Celestini, restando comunque relegato negli
ambienti monastici (molte priore ne hanno portato il nome,
anche in vari monasteri italiani). A Milano, in corso
Garibaldi esistono i resti dell'antica chiesa di Santa
Febronia; nella città esisteva nel '600 un monastero ad
essa intitolato, nonché un altare presso la chiesa di
San Protaso. A Romanziol(fraz. di Noventa di Piave)
si trova l'antico Capitello di s. Febronia, risalente secondo
alcuni studiosi al XIV secolo. A Trani, in Puglia,
ove era in passato molto venerata, nel Duomo esisteva, fino a
prima dei lavori eseguiti nel 1837, una cappella a lei
dedicata; ancora oggi si conservano presso il Museo Diocesano
un pregevole reliquiario ligneo del XVIII secolo ed
un dipinto che attesta in passato la custodia del suo insigne
corpo presso la chiesa metropolitana della città. Sue
reliquie sono custodite, oltre che a Palagonia (il pollice
della mano destra), a Patti (vari frammenti) ed a Minori (il
presunto corpo), anche a Roma, presso la chiesa di San
Carlo ai Catinari (la testa, ivi
trasferita dall'antica Chiesa di San Paolo),[3] mentre
essa è anche raffigurata in una delle statue
del Colonnato del Bernini in
piazza S. Pietro. Un corpo di Santa Febronia viene altresì
segnalato tra i venticinque corpi santi custoditi nella chiesa
di San Giorgio, una della cosiddetta Quadreria delle Sette
Chiese, a Monselice(PD). Una comunità di siciliani
provenienti da Patti, emigrati ad Hoboken, ha trapiantato
anche nella città americana il culto della Santa,
edificandovi una cappella e istituendone la festa annuale, di
cui si occupa la Società di Mutuo Soccorso Patti e
Circondario. Intanto, una campagna di scavi archeologici
condotta recentemente da un'équipe americana guidata dal
dott. Michael Fuller, ha scoperto nella località di
Tuneinir (Turchia), proprio nei luoghi di origine della Santa,
ciò che viene segnalata come la tomba di Febronia nonché
un reliquiario marmoreo per contenere un dente, che trova
riscontro nel racconto della Passio.
Viene invocata per la
protezione dai terremoti, per il dono della pioggia,
per le malattie al seno. Suoi attributi sono la palma,
la croce, il libro del vangelo, talvolta anche la
tenaglia o la spada, questi ultimi a ricordarne alcune fasi del
martirio.
Il Martirologio
Romano ne celebra la memoria
liturgica il 25 giugno, data nella quale viene ricordata
anche dalla Chiesa copta e
dalla Chiesa greco-ortodossa. La Chiesa etiope la
venera con il nome di Cephronia, facendone memoria l'8 giugno.
Importante notare come anticamente la festa di Santa Febronia
cadeva il 14 febbraio, poi convertita in San
Valentino; e lo stesso nome del mese di Febbraio deriva
proprio da Februare (purificare) con preciso riferimento agli
antichi riti che venivano celebrati prima dagli antichi romani
in onore alla Dea Febris, e successivamente traslati nella
Festa di S. Febronia.
POPOLI E ANTICHE
DIVINITA'
Palikè
Da Wikipedia,
l'enciclopedia libera.
Palikè
Civiltà
Greca
Utilizzo
Tempio
Stile
Classico
Epoca
453 a.C.
Localizzazione
Stato
Italia
Comune
Mineo
Scavi
Date scavi
1995
Organizzazione
Soprintendenza dei beni
culturali ed ambientali di Catania
Amministrazione
Ente
Assessorato dei Beni
Culturali e dell'Identità Siciliana
Visitabile
si
sito web
Palikè è
un sito archeologico italiano. L'area archeologica sorge
in località Rocchicella, su un contrafforte basaltico a
ridosso della vallata del fiume Margi, nei pressi
di Palagonia, da cui dista circa 1 km, sebbene dall'inizio
del secolo scorso sia stata annessa al territorio del Comune
di Mineo. La regione ha recentemente acquisito
l'area per aprirla al pubblico, realizzando anche un'area
espositiva per esporre i materiali rinvenuti dagli scavi.
Le notizie sull'antica
città sono incerte: ne parla Diodoro Siculo affermando
che venne rifondata da Ducezio nel 453 a.C. La
città di Palikè fu fondata sull'altura che domina la
pianura dove si trovava l'antico santuario dei Palici,
divinità indigene ben presto inserite nel pantheon greco.
Secondo molti storici dall'antica Palikè trae origine
l'odierna Palagonia, il cui toponimo significherebbe per l'appunto
"Palica Nea" ossia la Nuova Palica. A partire
dal 1995 alcune campagne di scavo della Soprintendenza
dei beni culturali ed ambientali di Catania hanno permesso di
individuare, nell'area davanti alla grotta che si apre ai piedi
dell'altura, la presenza di una serie di strati archeologici che
dal Mesolitico arrivano all'età sveva. All'età
arcaica risalgono le più antiche strutture che si possono
attribuire al santuario dei Palici che viene ricostruito con
strutture monumentali quali portici e sala da banchetto nel V
secolo a.C. probabilmente grazie all'iniziativa di Ducezio, capo
siculo che avrebbe fissato la sede della sua lega di città
sicule proprio presso il santuario del Palici. Secondo il mito
greco gli dei Palici sarebbero nati dall'unione di Zeus con la
ninfa Talia: il tempio sarebbe sorto sulle rive mefitiche del
laghetto, dove si svolgevano alcuni riti tramite i quali i
sacerdoti eseguivano vaticini e ordalie. Oggi il
laghetto di Naftia non è visibile e i suoi gas vengono
sfruttati industrialmente.
Palici
Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera.
I Palici sono
una coppia di divinità ctonie sicule della mitologia
romana e in minore estensione
nella mitologia greca. Sono menzionati
nelle Metamorfosi di Ovidio V,
406 e nell'Eneide di Virgilio[1] (quest'ultimo
parla sia di un tempio nei pressi del fiume Simeto dedicato
ai Palici, sia del vicino bosco di Marte dove
il siculo Arcente addestrò
nelle armi il figlio). Il loro culto è incentrato attorno
a due piccoli laghi che emettevano vapori sulfurei nelle
vicinanze di Palagonia ed
erano associati ai geyser e
al mondo sotterraneo. Accanto ai laghetti esisteva il santuario
dedicato ai Palici, dove fu fondata la città sicula
di Palikè. Nel santuario si esercitavano il
giuramento ordalico, l’oracolo e l’asilo. Il
giuramento avveniva attorno alle cavità da cui sgorgavano
getti d’acqua. Ivi si poteva stabilire un contatto con la
divinità a condizione che il chiamato in giudizio
rispettasse un rituale. Il giurante si avvicinava alle cavità
e pronunciava la formula del giuramento, iscritta su una
tavoletta, che veniva gettata in acqua, se questa non
galleggiava l’uomo veniva ritenuto spergiuro e punito con
la morte o la cecità. L’oracolo indicava la
divinità e il tipo di sacrificio necessario ad ottenere
il favore. All’interno del santuario potevano trovare
rifugio gli schiavi maltrattati da padroni crudeli. Questi
ultimi non potevano portar via con la forza i loro servi, se non
dopo aver garantito con un giuramento ai Palici di trattarli
umanamente. L’origine della mitologia non è certa;
una leggenda fa i Palici figli Zeus, o probabilmente
di Efesto, con la ninfa Etna o
Talia, ma altri affermano che i Palici erano figli del dio
siculo Adranos. Il culto, oltre a quello del dio Adranos, è
collegato con quello della dea Hyblaia. Il mito dei Palici
è raccontato nelle Etnee di Eschilo di
cui rimangono pochi frammenti.
Rosolini
Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Rosolini comune
La
chiesa Madre di San Giuseppe
Dati amministrativi
Stato
Italia
Regione
Sicilia
Provincia
Siracusa
Territorio
Coordinate
36°49′00″N 14°57′00″ECoordinate: 36°49′00″N 14°57′00″E (Mappa)
Altitudine
154 m s.l.m.
Superficie
76,15 km²
Abitanti
21 757[1] (30-04-2012)
Densità
285,71 ab./km²
Comuni confinanti
Ragusa, Ispica (RG), Modica(RG), Noto
Altre informazioni
Cod. postale
96019
Prefisso
0931
Fuso orario
UTC+1
Codice ISTAT
089016
Cod. catastale
H574
Targa
SR
Cl. sismica
zona 2 (sismicità
media)
Nome abitanti
rosolinesi
Patrono
san Luigi Gonzaga
Giorno festivo
prima domenica di
agosto
Localizzazione
Posizione
del comune di Rosolini nella provincia di Siracusa
Sito istituzionale
Rosolini (Rusalini in siciliano)
è un comune italiano di
21.757 abitanti[2] della provincia
di Siracusa, situato nella zona sud-orientale della Sicilia.
Geografia
Rosolini dista 49
chilometri da Siracusa, ed è situata nella parte
sud-occidentale della provincia. Sorge ai piedi dei monti
Iblei e si trova a cavallo tra le province di Siracusa
e Ragusa. Del comune, che è perlopiù un
centro agricolo, resta la parte più antica dell'abitato,
sorto agli inizi del secolo XVI, che è di impronta
ottocentesca. Poco rimane del nucleo originario del centro.
Rosolini però, è ricca di cave e di siti
archeologici antichi che precedono la dominazione greco-romana.
La parte settentrionale
del territorio del comune di Rosolini è separata da
quella principale ed è frazionata a sua volta in due
parti, unite soltanto da una strada. Ciò è dovuto
al retaggio degli antichi confini tra i baronati del Val di
Noto.
Storia
Lo stemma della città
di Rosolini raffigura Un'aquila con ali spiegate con gli
artigli adunchi e distesi, sormontata da una corona all'antica
d'oro, con lo scudo dello stemma dei principi Moncada-Paternò
sul petto e con una striscia ai piedi contenente la dicitura
"Universitas Rosolinorum Regi beneficio" su fondo
azzurro.
Le leggende mitologiche
gli attribuiscono una diretta discendenza dal dio Vulcano,
il cui figlio, scappato dall'Etna, fondò la città.
Le vicissitudini storiche invece parlano delle famiglie
Platamone, Moncada, Asmundo, Paternò. Riguardo al nome,
questo verrebbe da una mescolanza di linguaggi dei popoli che si
succedettero alla dominazione della Sicilia che, pare iniziando
dai Greci che chiamarono queste terre con il nome di "Eloro",
abbiano dato spunto ai Romani che le ribattezzarono "Rus
Elorinum" da qui Rosolini. È più attendibile
e realistico invece che il nome "Rusalini", come viene
detto in dialetto, sia di derivazione araba come d'altronde
tutte le contrade della zona. Infatti quando gli arabi
conquistarono la Sicilia trovarono un impero bizantino in
completo disfacimento e non fu difficile per loro insediarsi
pacificamente nella zona portando i benefici della loro cultura.
In particolare non stravolsero le tradizioni locali, chiamando
quella che doveva essere il luogo di culto cristiano della zona
più importante, nella traduzione letterale araba. Infatti
nell'antico insediamento che gli arabi trovarono era ubicata (e
tuttora esistente) una basilica cristiana scavata nella roccia
dove si venerava una croce. Quindi gli arabi rispettando la
tradizione locale non fecero altro che chiamare nella loro
lingua quello che trovarono e cioè: "Rus Salib'ni"
che letteralmente in italiano si traduce in "La Grotta
della croce".(Vedi "Sull'origine del nome di Rosolini"
di Carmela ed Ottaviano Perricone, edito dalla Pro-Loco nel
1992) Ad avvalorare la derivazione araba del nome "Rusalini"
è da tener presente che tutte le contrade della zona
hanno sino ad oggi nomi(anche se storpiati nei secoli) arabi
tipo: "Nar Balata"(zona di acque) "saia
rinnici"(canale costruito dagli arabi per bonificare tutta
la zona paludosa della contrada) "ranati",
"stafenna","gisira", "renna" e
tante altre contrade che gli arabi identificarono e
colonizzarono nel loro insediamento nella zona. Quindi non si
capisce perché la contrada principale "Rusalini"
dovrebbe uscire da questa logica e prendere il nome da un non
meglio identificato insediamento greco ("Eloro") dove
il suffisso "Rus" ed inesistenti testimonianze
archeologiche ne vanificano questo tentativo interpretativo.
Quindi è da ritenere più veritiero che il nome
della città sia di origine araba.
Cittadini
onorari
Sono "Cittadini
Onorari" di Rosolini: S. Luigi Gonzaga (protettore della
Città), San Giuseppe, I caduti di Nassyria (Il monumento
si trova in Piazza Giovanni Paolo II - Verde a Valle), Padre
Roberto Masinda (originario del Congo), Nicolò Mannino
(fondatore e presidente del Parlamento della Legalità).
Gastronomia
Dal "maccu ri
favi" che mangiarono gli antichi greci,
alla "capunatina" di origine araba,
al "tummali" di origine spagnola le
specialità alimentari tipiche rosolinesi denotano le
origini della popolazione che ha formazione composita e rivelano
pure la fondamentale base da cui proviene.
Ricorderemo brevemente
alcune tipiche specialità molte delle quali i giovani di
oggi non conoscono, spesso piatti che si ritrovano in altre
parti dell'Isola, ma che in ogni zona hanno un "quid"
che li caratterizza, come per esempio l'aglio, la cipolla,
l'aceto, il limone, l'origano, la noce moscata, l'acquavite, e
che ne fa un prodotto culinario tipico del paese stesso.
Ancora nei ricordi
d'infanzia di molte persone vi sono alcune donne, le
cosiddette "monache di casa", che preparavano i
pranzi nuziali, i pranzi di lutto, "cunsuli", o i
dolci per i periodi festivi, i cosiddetti dolci di Riposto che
erano di squisita ed inimitabile fattura.
Alcune loro ricette
continuano ad essere preparate per cui gli antichi sapori si
ritrovano ancora intatti in pietanze di cui diamo gli
ingredienti base. Minestre pietanze di carne contorni, focacce,
e dolciumi integrano così la cucina moderna del luogo.
Tra le minestre ricordiamo: "u
'ncucciatieddu" costituito da frustoletti di pasta di
grano duro cucinati in un amalgama di ricotta, acqua e pezzetti
di zucca gialla previamente bollita; "a pasta ca
muddica", pasta condita con mollica di pane brustolita,
olio, aglio, formaggio pecorino; "i ravioli",
pasta di grano a formelle quadrate con ripieno di ricotta, uova
e maggiorana, conditi con sugo di carne di maiale o vitello ed
infine, "i maccarruna e i cavatieddi", pasta a
pezzettini vuota all'interno perché lavorata con un filo
secco di grano ("usu"), o con un ago da
calza "cavati" con le dita, conditi poi con
sugo di carne di maiale, cosparsi di ricotta salata ed
infornati.
Tra le minestre di
legumi ricordiamo: "i favi a 'nzincaredda", fave
sbucciate e cotte in acqua di cisterna condite con olio e sale e
che si accompagnavano con cipolla cruda; "u maccu
lurdu", sempre fave cotte insieme a ceci, fagioli,
lenticchie e lardo di maiale. Quest'ultimo era il piatto
popolare tipico del giovedì grasso e, infine, "i
lolli no maccu", rollini di pasta amalgamati con il "maccu"
a base di fave sbucciate ridotte a crema.
Tra le pietanze di
carne oltre "o farsumauru" e "o iaddu a gna
minicoria", particolarmente saporito è "a
gnieddu e u ciaurieddu 'nfurnatu". Questo continua ad
essere uno dei piatti più comuni dato che tutto il
territorio di Rosolini e la sua zona di influenza, seppur non
più prevalentemente adibiti alla pastorizia come nel
passato, consentono ancora allevamenti ovini e caprini. Da
ricordare poi "u pisciruovu a rosalinara", sorta di
omelette formata da uovo, copolletta soffritta, prezzemolo, pepe
ed asparagi selvatici, già cotti ed amalgamati con
ricotta.
La tradizione della
preparazione delle focacce non ha subito interruzione alcuna ed
occupa ancora un posto di rilievo nella cucina locale: così
abbiamo "a 'mpanata", pasta a dischi sovrapposti
ripiena di broccoli, di baccalà o di anguille nel periodo
natalizio, di carne di agnello nel periodo pasquale ed
infornata; poi ancora "a nfigghiulata", disco di
pasta stirata con mattarello ("lasagnaturi"), farcita
con ricotta amalgamata ad uova, sale, e pezzetti di salsiccia,
ripiegata in tre parti ed infornata dopo averne accostato i
bordi; infine "a cucca", striscia di pasta
stirata con mattarello, farcita con pezzetti di formaggio e
salsiccia ed infornata, dopo averla arrotolata.
Tra i dolci
ricordiamo "i gravazzati", striscia di pasta
stirata con mattarello e farcita con un amalgama di ricotta,
pezzetti di cioccolato e zucchero a velo; "i pasti
fuorti", amalgama di farina, zucchero e albume; "i
ramuzzi", dolce preparato con impasto di farina e miele di
"satra"; "i mustazzola", amalgama di
farina e vino cotto; "i ricci ri miennila", dolci
di mandorla, i cui semi sbucciati e triturati finemente si
amalgamano ad albume e zucchero, offrono un motivo in più
per i buongustai a venire a Rosolini ove li potranno assaporare
nelle diverse pasticcerie che li producono.
Cultura
Il nome della cittadina
sembrerebbe derivare dal latino Rus Elorinum, che indicava
il territorio di Eloro, antica colonia siracusana del sec.
VII a.C. o più verosimilmente dall'arabo "Rus
Salib'ni" traduzione letterale di "Grotta della croce"
,riferendosi gli arabi (che colonizzarono tutta la zona per
secoli)alla basilica bizantina scavata nella roccia ed ubicata
nel vecchio nucleo abitativo della Città. Appartenne alla
famiglia Platamone dal sec. XV col titolo di baronia, ma il
centro abitato fu fondato da Francesco Moncada principe di
Lardaria solo nel 1713, dopo aver avuto il feudo per
successione dalla moglie Eleonora Platamone. Di particolare
rilevanza architettonica sono il Castello dei Platamone,
costruito nel 1668che conserva all'interno una basilica
paleocristiana del sec. V e la chiesa Madre edificata tra il
XVIII e il XIX secolo. Sono inoltre interessanti i resti
archeologici di Cava Lazzaro, che conserva delle necropoli
dell'età del bronzo. Fino al 1712 Rosolini
era uno dei novantatré feudi del vasto territorio di
Noto.
Nel 2010 è stato
istituito dall'Amministrazione Comunale il premio "Rosolini
- il Carrubo d'Oro" che viene assegnato, da un apposito
Comitato d'Onore, ai cittadini rosolinesi che si distinguono
nelle arti, nella cultura, nelle scienze e nel sociale portando
alto il prestigio di Rosolini. Nel 2010 il premio è stato
conferito a Daniele Sipione (il cancelliere dei lebbrosi,
fondatore dell’associazione senza scopo di lucro “I
nostri amici lebbrosi”), nel 2011 al dott. Ottavio Arancio
(associato di Patologia e Biologia Cellulare della Columbia
University, che si interessa di studi sulla malattia
dell’Alzheimer), nel 2012 ai coniugi Caterina e Giorgio
Calabrese (studiosi dietetici).
Media
Radio
Tante sono state le
radio libere nate a Rosolini. Attualmente l'unica Radio che
trasmette dalla città è Radio Ram (Radio Audizioni
Mediterranea). L'emittente viene fondata tra la fine di ottobre
1976 per prove tecniche, ma inizia a trasmettere attivamente dal
26 gennaio 1977, data di iscrizione al tribunale di Siracusa.
Tanti sono stati i noti personaggi che hanno trasmesso sulle
frequenze di Radio Ram, tra i quali Luigi Meli e Luigi Perricone
(ex direttore). Gli attuali direttori sono Giuseppe Moncada
(proprietario e fondatore) e Giuseppe Lorefice (direttore del
Radio Giornale).
In passato sono state
protagoniste altre emittenti:
Giornali
Il 14 marzo 1985 nasce
il Corriere Elorino, un periodico con cadenza
quindicinale fondato da Luigi Perricone.
Eventi
San Luigi -
Festa del Santo Patrono. Ricorre la prima domenica di agosto;
San Giuseppe. La
festa di S. Giuseppe viene festeggiata la prima domenica
successiva al 19 marzo. Una delle caratteristiche della festa è
la classica Cavalcata votiva che si effettua da qualche anno in
Via Sipione (da pochi anni spostata in Via Manzoni);
Sfilata votiva S.
Giuseppe dell'associazione "Amici per la 500" ;
Processione del
Venerdì Santo con la "Santa Spina", il "Cristo
alla colonna", il "Cataletto" e "l'Addolorata";
La Pace - Storico
corteo religioso della domenica di Pasqua;
Festa della Croce
Santa;
"Festa della
Misericordia" - la domenica successiva al 5 giugno;
"Palio del
Grano" - maggio;
"Festa Cuore
Immacolato di Maria" - giugno. Processione del simulacro
della Vergine Maria per le vie della parrocchia;
"Sikula
Reggae Festival" - agosto;
"settembre
Elorino" - settembre;
"Sagra del
Carrubo" - settembre;
"Festa Sacro
Cuore di Gesù" - settembre;
"Sagra del
Mosto" - prima domenica di ottobre;
"Befana
Nerazzura - festa della beneficenza e della solidarietà"
- gennaio;
"Moto Raduno"
- 1º maggio;
"Estate in
Rosolini" - da luglio a settembre;
Lingua
e dialetto
A Rosolini viene
parlato comunemente la lingua siciliana, nella variante
facente parte della metafonica sud-orientale usata a cavallo tra
le provincie di Siracusa e Ragusa che si differenzia per certi
versi dalla lingua siciliana tradizionale. La differenza
principale riguardo alla fonetica è il mancato uso
rispetto al resto delle parlate principali della lettera H in
molte parole. Es. A "Chiavi" diventa "Ciavi",
"Chiamari" diventa "Ciamari", "Acchianari"
- "Accianari",ecc. Un altro aspetto caratteristico è
l'utilizzo della lettera "r" a posto della "d"
in molte parole es "di" diventa "ri",
"dumani" diventa "rumani". Ultima
caratteristica è il cambiamento del suono classico "ggh"
che viene pronunciato "ddj" es. "buttigghia"
viene pronunciato "buttiddja", "pigghiari"
diventa "piddjari" e via dicendo. Vi è inoltre
presente un fenomeno riscontrabile esclusivamente nei comuni di
Rosolini, Ispica e Pachino: la pronuncia della
"c" davanti a una vocale tende ad essere pronunciata
come un "g" anziché "sci" come nel
resto della Sicilia. Es. "bicicletta" viene
pronunciata "bigicletta" anziché "biscicletta".
Monumenti e luoghi
d'interesse
L'Eremo di Croce Santa
Chiesa
Madre San Giuseppe, dove si conserva la mandibola di San
Luigi Gonzaga[3]
Chiesa di San
Francesco
Chiesa di Santa
Caterina
Chiesa del
Santissimo Crocifisso
Santuario Sacro
Cuore
Fontana dei
Tritoni
Madonnina
Seicentesca
Basilica Ipogeica
Castello Platamone
Eremo di Croce
Santa
Cava Lazzaro
Madonnina del Buon
Consiglio
Trasporti
Rosolini si trova
sul percorso della Strada statale 115 Sud Occidentale
Sicula che va da Siracusa fino a Trapani.
Dal 2008 Rosolini
è anche servita dall'autostrada A18 Siracusa -
Gela che al momento termina proprio a Rosolini.
La stazione dei
treni di Rosolini si trova alla periferia sud dell'abitato e fa
parte della linea ferroviaria Siracusa-Gela-Canicattì.
Sport
A.S.D. Rosolini,
squadra di calcio che milita nel campionato di Eccellenza;
A.S.D. Expert
Rosolini, squadra di calcio a 5 che milita nel campionato
regionale di serie C2;
A.S.D. Rosolini
CorAnt basket.
A.S.D. Ciclistica
Rosolini squadra di ciclismo amatoriale Presidente Caschetto
Ignazio
Demografia
Abitanti
censiti[4]
|
Solarino
(Ultimo aggiornamento
2007)
Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Solarino comune
Dati amministrativi
Stato
Italia
Regione
Sicilia
Provincia
Siracusa
Territorio
Coordinate
37°6′0″N 15°7′0″ECoordinate: 37°6′0″N 15°7′0″E (Mappa)
Altitudine
165 m s.l.m.
Superficie
13,01 km²
Abitanti
7 820[1] (31-12-2010)
Densità
601,08 ab./km²
Comuni confinanti
Floridia, Palazzolo
Acreide,Priolo Gargallo, Siracusa,Sortino
Altre informazioni
Cod. postale
96010
Prefisso
0931
Fuso orario
UTC+1
CodiceISTAT
089018
Cod. catastale
I785
Targa
SR
Cl. sismica
zona 2 (sismicità
media)
Cl. climatica
zona C, 966 GG[2]
Nome abitanti
solarinesi
Patrono
san Paolo Apostolo
Giorno festivo
25 gennaio e prima
domenica d'agosto
Localizzazione
Solarino
Posizione
del comune di Solarino nella provincia di Siracusa
Sito istituzionale
Solarino (San
Pàulu in siciliano) è
un comune italiano di 7.782
abitanti[3] della provincia
di Siracusa in Sicilia.
Si
trova nell'hinterland siracusano,
a 17 km a nordovest
delcapoluogo. È il più piccolo comune,
per estensione, della provincia, ma nel contempo è
anche il terzo maggior comune della provincia per densità
abitativa, dopo Floridia e Siracusa.
La
sua importanza, all'interno della provincia, è legata
soprattutto alla lavorazione dei prodotti agricoli. Nel
comune, infatti, converge annualmente, sia gran parte della
produzione olivicola della
zona per la molitura, sia una quantità di mandorle di
circa 65.000 quintalipari all'80% della produzione
siciliana.[4]
Geografia
fisica
Il
centro abitato di Solarino sorge su un declivio
collinare compreso fra 190 e 145 m
s.l.m.; la casa comunale è
posta a 165 metri sul livello del mare, pertanto tale è
l'altitudine ufficiale del
comune.[5]
Anche il
territorio comunale si estende su una zona collinare
denominata Val d'Anapo,[6] estrema
propaggine orientale dei Monti Iblei che
degradano verso la Piana di Siracusa, delimitata dai
seguenti confini fisici: le cave Cirino e Spampinato-Culatrello a
sud-ovest; i declivi dell'alta valle dell'Anapo a nord-est;
la Piana diFloridia a
sud-est. Per tale motivo, l'altitudine è variabile: si
passa da una minima di 120 metri, in contrada Macchiotta ad una
massima di 390 metri, in località Trigona, con
un'escursione altimetrica di 270 metri.[7]
L'aspetto
dell'agro solarinese è
caratterizzato dalla macchia mediterranea e
dagli uliveti della zona
collinare, nonché dagliagrumeti della
pianura sottostante. Diffusi anche mandorli, carrubie fichi
d'India il più delle volte
posti sui confini di proprietà degli stessi agrumeti.
Clima
Per approfondire, vedi
la voce Stazione meteorologica di Siracusa.
Il
clima, temperato di tipo mediterraneo, è
caratterizzato da inverni miti ed estati abbastanza calde e non
si discosta molto, nella rilevazione dei valori, da quello del
capoluogo di provincia. La temperatura raggiunge i valori più
elevati nei mesi di luglioe agosto (37
°C di media, ma con punte anche superiori a 40 °C) e
quelli più bassi nei mesi di dicembre e febbraio (che
raramente raggiungono gli 0 °C), mentre la media annua si
attesta intorno ai 18 gradi centigradi. I mesi più
piovosi sonoottobre e novembre,
quelli più secchi, luglio e agosto. Sono molto scarsi i
fenomeni della nebbia e
delle grandinate, così come i giorni caratterizzati
da forti venti, che in inverno, provengono maggiormente
da occidente, mentre in estate ed
inautunno soffiano perlopiù
da nord-est; rarissime le nevicate.[8]
Per
quanto attiene alla Classificazione climatica, introdotta
dal D.P.R. n. 412 del 26 agosto 1993,
il Comune fa parte della cosiddetta zona C, avendo un fabbisogno
termico di 966 GG.
Solarino
non ha stazioni meteorologiche. Un'indicazione di massima, però,
è fornita principalmente dai dati rilevati dalla stazione
di Siracusa ubicata a pochi
chilometri dal territorio solarinese:
SIRACUSA (23 m
s.l.m.)
Gen
Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov
Dic
Anno
Temperatura massima
media (°C)
14,8
15,3
17,1
19,7
23,7
28,2
31,3
31,2
28,1
24
19,6
16,3
22,4
Temperatura minima media
(°C)
7,3
7,5
8,7
10,7
13,9
17,8
20,7
21,2
19,2
16
12,1
9
13,7
Piogge (mm)
75
52
44
30
16
5
3
7
44
78
94
78
526
Territorio
Centrale
idroelettrica dell'Anapo. Il
bacino di contenimento inferiore, nei pressi di Solarino.
Il
territorio comunale è considerato una zona a sismicità
medio-alta (zona 2) ai sensi dell'Ordinanza PCM n. 3274 del
20/03/2003 che ha istituito la Classificazione sismica dei
Comuni italiani.
Il
motivo litologico predominante nel comprensorio comunale è
caratterizzato da sedimi calcarenitibiancastri - ben
cumulati - che in superficie si presentano discretamente alterati
ed incisi da valloni nei quali scorrono piccoli torrenti asciutti
per gran parte dei mesi dell'anno.
Tali sedimi sono stati denominati dalla letteratura geologica
"formazione Monti Climiti" riferita
all'Oligocene-Miocene.[9] La
roccia affiorante di natura calcarea, che costituisce più
della metà del territorio, non ha una struttura uniforme,
essendo in alcuni punti compatta ed in altri, abbastanza
friabile, dando così origine a formazioni ipogee, come ad
esempio la Grotta del Ventaglio. La rimanente parte, è
costituita darocce sedimentarie clastiche come
brecce conchiliari risalenti al Quaternario ed
al Pliocene, calcari sabbiosi, arenarie econglomerati
argillosi di pochi metri di
spessore.
Dal
punto di vista pedologico, i terreni solarinesi formati
dalla decomposizione della roccia affiorante hanno
un pHleggermente basico e
un colore rossastro causato dalla presenza
di idrossido di ferro proprio
dell'ambiente alcalino deicalcari che
favorisce la formazione di ematite; mentre, quelli di
natura alluvionale hanno un
colore che varia dal bruno, al rosso, al giallo cupo.[10]
Per
quanto concerne l'idrografia, il territorio solarinese rientra
nel bacino del
fiume Anapo che, a pochi
chilometri dall'abitato, è stato convogliato in due invasi
artificiali, al fine di sfruttare l'energia cinetica delle
acque per produrreenergia elettrica attraverso
l'omonima centrale.[11]
Storia
Per approfondire, vedi
la voce Storia di Solarino.
La
storia delle origini di Solarino è avvolta nel mistero ed
è spesso labile il confine tra realtà e leggenda, a
causa di unincendio che
nel 1944 distrusse
l'archivio comunale, rendendo
alquanto ardua la ricostruzione storica. Sebbene siano molteplici
le testimonianze archeologiche della presenza umana nell'odierno
territorio comunale, fin dalla preistoria,[12]la fondazione
del primo nucleo abitativo si ebbe soltanto nel XVIII
secolo[13] ad opera del principe
di Pantelleria Giuseppe
Antonio Requisenz.[14]
Le prime
notizie certe su Solarino, però, risalgono al XIII
secolo, quando viene annoverato come feudo baronale
nel ruolo dei feudatari da De
Spucches.[15] Fino ad allora, la
storia tende a confondersi con la tradizione che vede la
predicazione di San Paolo nelle
terre solarinesi, durante la sosta di tre giorni che quest'ultimo
fece a Siracusa nell'anno 61.[16]
Date
fondamentali della storia solarinese, oltre al 25
aprile 1760, concessione
della licentia populandi e,
quindi, fondazione del primo nucleo abitato, sono il 20
dicembre 1827, giorno in cui il
re Francesco I, concesse al «Comunello» di San
Paolo Solarino l'autonomia amministrativa,[17] ed
il 13 luglio 1943, quando
nelle campagne intorno al paese, dopo tre giorni di
combattimenti, si concluse uno dei più sanguinosi scontri
della Seconda guerra mondiale in
provincia di Siracusa, conosciuto come Battaglia di
Solarino.[18]
Il
primo stemma comunale in
vigore dal 1827 al 1920, in cui si riporta l'antico nome del
Comune "San Paolo Solarino".
Toponimo
Il
significato del toponimo Solarino
è poco chiaro. Secondo una tesi,[19]potrebbe derivare
dal siciliano sularinu, che
significa "solitario", forse perché riferito
alla chiesa che originariamente era isolata dal primo nucleo
abitato; secondo altri autori,[20][21] invece,
il toponimo è di origine latina derivando
dalla parola solaris o solarium che
significa "soleggiato", riferito alla posizione
geografica del territorio. A fondamento e conferma di tale
teoria, gli stessi autori pongono il riscontro con il nome di una
delle contrade di
Solarino,Soliardo, dal latino solis (=
sole) ardeo (= brucio,
avvampo, splendo), cioè "brucio o splendo
per il sole", e quindi "luogo assolato".[22]
Solarino,
però, non è sempre stato il nome del comune in
questione. Durante il Regno delle due Sicilie infatti,
il nome ufficiale del paese era "Comune di San Paolo
Solarino", e così anche sotto il Regno d'Italia,
almeno fino al 9 settembre 1920,
quando negli atti ufficiali preparatori per le elezioni comunali
del successivo mese di ottobre, comparì per la prima volta
la dicitura "Municipio di Solarino". Soltanto nel 1922,
dopo quasi cent'anni di autonomia comunale, fu introdotto il
sigillo comunale con l'iscrizione "Comune di Solarino",
attuale denominazione del paese. Il riferimento a San Paolo,
però, non era del tutto casuale.[23] Infatti,
durante il viaggio che nel 60 d.C.,
dalla Cilicia lo portava
a Roma, l'Apostolo delle Genti, approdato
nel 61 d.C. a Siracusa vi
sostò per tre giorni.[24] Secondo
la tradizione locale, durante tale sosta, nonostante la custodia
militaris cui era
sottoposto,[25] il Santo visitò
anche l'oppidum presente nella
zona di Cozzo Collura,[26] nei
pressi dell'odierna Solarino, dove - si narra - fece
miracolosamente sgorgare dell'acqua, dopo aver battuto la terra
con il piede; in effetti, in tale luogo sono stati ritrovati dei
reperti archeologici relativi al periodo romano che va
dal II al IV secolo tra
cui i ruderi di una chiesa paleocristiana e un pozzo, ragion per
cui, ancor oggi, il sito in questione è chiamato dagli
abitanti del luogo Puzzu 'i San Paulu (Pozzo
di San Paolo).[27]
Quanto
al cambiamento di denominazione del Comune, da San Paolo
Solarino in Solarino, seppur
non ci sia alcuna spiegazione ufficiale, secondo lo studioso P.
Serafino M. Gozzo[28] tale evento
è da collegarsi alla volontà politica del Sindaco
dell'epoca, Carmelo Lamonica, di laicizzare le istituzioni,
eliminando il riferimento alla figura religiosa del Santo dal
nome del Comune. Proprio lo stesso Gozzo, con istanza presentata
il 23 settembre 1978, si fece
promotore di un'iniziativa popolare perché venisse
ripristinato il nome originario di San Paolo Solarino, la
sua richiesta, però, non ebbe alcun seguito da parte
dell'amministrazione dell'epoca, nonostante fosse suffragata da
oltre duemila firme di residenti.[29] Il
nome dell'Apostolo di Tarso, tuttavia, non è andato
perduto, ma continua ad esistere ancor oggi nella denominazione
dialettale del paese, appunto: San Paulu e
nel conseguente nome per i suoi abitanti, detti sampalísi (=
"sampaolesi")[30] o
addirittura paliddi (letteralmente
"paolini").
Simboli
Per approfondire, vedi
la voce Stemma di Solarino.
Gonfalone comunale
L'attuale stemma civico
risale agli anni venti e
venne concesso da Vittorio Emanuele IIIcon Decreto Reale
del 19 settembre 1921. Esso è
uno scudo racchiuso da due fronde: una d'alloro ed
una di quercia e sormontato
dalla corona murale del Comune, la cui
descrizione araldica è
la seguente:«d'azzurro, a tre spighe di frumento, col sole
nascente e raggiante al cantone destro dello scudo, il tutto
d'oro».[31]
Il gonfalone si
presenta partito di giallo e d'azzurro, caricato dello stemma
comunale e con l'iscrizione centrata in oro, recante la
denominazione del Comune. Venne concesso soltanto negli anni
ottanta con Decreto del
Presidente della Repubblica, sulla base della delibera consiliare
n° 19 del 14 maggio 1983.[32]
Monumenti e luoghi
d'interesse
Chiesa Madre San Paolo
Apostolo.
I
principali siti d'interesse di Solarino sono senza dubbio quelli
legati alla tradizione ed al culto del Patrono, i
cosiddetti luoghi paolini, vale a dire il Pozzo di San
Paolo, la Grotta di San Paolo ed
i resti della Chiesa di San Paoloche si trovano a Cozzo
Collura, nonché la Chiesa madredel paese intitolata
proprio all'Apostolo di Tarso.
All'interno
del centro urbano, poi, oltre ai palazzi signorili, e alla stessa
Chiesa Madre, edifici risalenti tutti al XVIII secolo, sono
da segnalare il Monumento ai Caduti e l'Ospedale
Vasquez costruiti negli anni
venti ed il recente Monumento alla
Pace.
Nei
pressi dell'abitato, invece, degni di nota insieme ai già
citati scavi di Cozzo Collura, sono la zona archeologica di
Contrada San Demetrio, la necropoli di Cava
del Rivettazzo e la centrale
idroelettrica dell'Anapo.
Di
seguito, la descrizione[33] dei
luoghi di maggior interesse.
Luoghi
di culto
Chiesa
Madre San Paolo Apostolo, posta sul lato sudoccidentale della
principale piazza del paese (Piazza del Plebiscito), risale alla
seconda metà del XVIII secolo, ma il suo
completamento si ebbe soltanto dopo più di cent'anni,
nel 1887.[34]
Chiesa
Madonna delle Lacrime, costruita nel 1966 e
consacrata dieci anni dopo, si trova in via Matteotti, n. 97 nel
quartiere della Stazione, nella parte nordorientale del
paese.[35]
Monumenti
Palazzo Requisenz.
Palazzo
Requisenz (XVIII secolo), è
stato il primo edificio dell'attuale centro abitato, si trova in
Piazza del Plebiscito, quasi dirimpetto al Palazzo Comunale e
rappresenta l'unico esemplare di arte catalana tuttora
presente in Sicilia. Nel 1993, a seguito del Decreto
dell'Assessorato ai Beni culturali ed
ambientali dellaRegione Siciliana n.
5732 del 27 marzo, a tale edificio venne concessa la tutela
ai sensi della Legge n. 1089 del 1939, vale a dire la sua
elevazione a monumento nazionale d'interesse
storico-artistico.[36]
Palazzo
dei Conti Mezio, si trova in Piazza del Plebiscito. Risalente al
XVIII secolo, dal 1927 è
l'attuale sede municipale, dopo che era già stato
acquistato dal Comune nel 1897, a seguito del fallimento
economico degli originari proprietari. Successivamente, nell'ala
del palazzo che dà sul Corso Vittorio Emanuele, è
stata ricavata la sede della locale stazione dei Carabinieri,
mentre in quella che si affaccia su via Garibaldi trova
ospitalità l'unicoufficio postale del
Comune.
Palazzo Sipala
(XVIII secolo), è situato lungo il Corso Vittorio
Emanuele ed al suo interno è stata ricavata una struttura
ricettiva di bed & breakfast.
Ospedale
Vasquez, edificio in stile coloniale costruito negli anni
venti, si trova in Via Piave, nella periferia sud del
paese. Sorto come presidio sanitario, secondo l'intenzione del
donatore dello stabile, a causa di varie vicissitudini politiche
e burocratiche non fu mai utilizzato come tale.[37]
Ospedale Vasquez.
Monumento
ai Caduti in Guerra, voluto dal sindaco Salvatore Cianci,
nel 1927, si trova sul lato nord-est di Piazza del
Plebiscito. Nel mese di aprile del 2007 è
stato sottoposto a lavori di restauro, nell'ambito del più
vasto processo di riqualificazione urbana che ha interessato la
piazza su cui sorge, concernenti l'installazione di faretti per
l'illuminazione autonoma e di colonnine in ferro a delimitarne
il perimetro.[38]
Monumento
alla Pace, costruito nel 1990 seguendo
il progetto dell'artista Francesco Caldarella, rappresenta
un Mercurio alato stilizzato
ed è posizionato all'ingresso sud-est del paese, nel
largo Gandhi.[39]
Monumento
in Memoria della Battaglia di Solarino, si trova tra le località
Cugno Randazzo e Zaiera (zona Madonnina o Cava Campieri), sul
margine sinistro - uscendo da Solarino - della SS 124, in
direzione di Palazzolo Acreide, in prossimità del Km
102 e consiste in una lapide commemorativa posta nel 1993 in
occasione del Cinquantenario della predetta battaglia, svoltasi
dall'11 al 13
luglio del 1943.[40]
Cava
del Rivettazzo, è una necropoli paleolitica situata
a circa 4 km a nord dell'abitato, lungo la strada
provinciale che conduce a Sortino. La sua importanza
consiste nel fatto che essa, nonostante le piccole dimensioni, è
l'unico sito che testimonia tutte le fasi della civiltà
sicula.[41]
Cava del Rivettazzo.
Contrada
San Demetrio, è una località che si trova poco
distante da Cozzo Collura ed in cui sono stati ritrovati i resti
di un insediamento risalenti al periodotardo romano - bizantino.
Cozzo
Collura, è una zona rurale che si trova a circa 2 km
ad est dell'abitato; di particolare rilievo sono gli omonimi
scavi archeologici, risalenti a due differenti periodi
storici, IV - III
secolo a.C. e II - IV
secolo d.C., testimonianza del primo nucleo abitato del
comprensorio solarinese.[12]
Luoghi
naturali
Grotta
del Ventaglio, è un ipogeo naturale che si trova sotto
Via Dante. Scoperta casualmente alla fine degli anni
ottanta durante alcuni lavori di
scavo,[42] attualmente il sito è
chiuso al pubblico per via della posizione, in quanto situato
sotto una strada urbana a soli 50 cm - un metro al massimo
- dal piano stradale.[43]
Parco
"Robinson - Beata Maria Crocifissa Curcio", si
trova in Via Palermo, di fronte alla Villa Comunale. Al suo
interno sono installati vari giochi per bambini (altalene,
giostre, scivoli) ed una tribunetta in legno, installata
nel 2000, che sostituisce il "labirinto" da cui
il parco originariamente prendeva il nome (Parco del
labirinto).[44] Nel 2006 è
stato dedicato alla Beata Maria Crocifissa Curcio.
Cozzo Collura, Pozzo di
San Paolo.
Parco
Urbano "Maria Grazia Cutuli", progettato nel
2000,[45] si trova nella zona
nordorientale del paese, alla fine di Via Ruggero Settimo e
si estende su una superficie di 6060 metri quadrati. la sua area
è delimitata da muretti a secco e
da uno steccato in legno e comprende percorsi pedonali,
ciclabili, aree di sosta e di gioco per i bambini. Il 20
dicembre 2001 è
stato intitolato alla memoria della giornalista cataneseuccisa
un mese prima, in un attentato inAfghanistan.[46]
Villa
Comunale, istituita nel 1973, rimase chiusa al pubblico
dal 1985 al 1997 a
causa del protrarsi dei lavori di rifacimento e della mancanza
di personale che badasse alla struttura. Estesa su poco più
di 1300 metri quadrati, si trova in Via Palermo, nei pressi
dell'Ospedale Vasquez e si
sviluppa su vari livelli, a causa della conformazione collinare
del terreno. I livelli sono messi in comunicazione tra loro
attraverso una serie di scale e passerelle in legno. Al suo
interno si trovano una pineta, un boschetto
di cedri,faggi ed acacie ed
un giardino roccioso.[47]
Bacino
inferiore della Centrale dell'Anapo, si trova a circa 4 km
(2 in linea d'aria) a nord dell'abitato, lungo la Strada
Provinciale 76 nei pressi del
ponte Diddino. Posto a circa 84 m s.l.m., ha un'estensione
di 460 km² e un'altezza di 30 metri con una capienza
di 7 milioni di metri cubi d'acqua.[48] Dal 2002,
l'Enel, che gestisce la centrale in oggetto, nell'ambito della
manifestazione Centrali aperte, organizza una serie di
manifestazioni, tra cui gare di moto d'acqua,[49] visite
guidate all'impianto e lezioni teoriche e pratiche
di canoa/kayak,[50] che
hanno portato, nel 2003, alla stipula della convenzione tra
il gestore elettrico ed i comuni di Floridia, Priolo
Gargallo, Solarino e Sortino per
la costituzione del "Centro Nautico di Anapo", il cui
coordinamento sportivo è stato affidato a Davide
Tizzano, campione olimpico di canottaggio a Seul
88 e Barcellona 1992.[51]
Società
Evoluzione
demografica
Gli
abitanti del primo nucleo abitato formatosi all'interno del feudo
"Solarino" nel XVIII secolo, erano soprattutto
contadini provenienti dal vicino villaggio del Pozzo della
Chiesa e dalla masseria Trigona;
a questi, si aggiungevano gli sfollati diSiracusa, Noto,
e Canicattini Bagni che erano
scampati al terremoto del Val di Noto del 1693.
I primi dati demografici del comune (allora frazione di Siracusa)
risalgono al 1766, quando la Terra di S. Paolo nel
feudo di Solarino contava 235
abitanti, numero quasi triplicato dopo poco più di
vent'anni, grazie alla presenza di coloni fatti giungere oltre
che da diversi luoghi della Sicilia, anche
dal Genovesato,[52] dal Piemonte,
da Malta («Terrae
Melitae habitatores»), dalMarocco («Maronitii»)
e dai Castelli Romani («Terrae
Collium prope Romam habitatores»), come si desume
dalRegistro Parrocchiale dei
Battesimi della Chiesa Madre.[53]
Agli
inizi del Novecento, Solarino, fu interessata da un
considerevole tasso di emigrazione, soprattutto verso gli Stati
Uniti d'America e l'Australia,
dove sorsero numerose comunità solarinesi (a New
Britain nel Connecticut,
a Paterson[54]nel New Jersey e
nel sobborgo di Melbourne, Moreland, in Australia) ma
anche verso l'America Latina, l'Europa
centrale(Svizzera e Germania)
e le regioni dell'Italia settentrionale.[55] Tale
emorragia non riuscì ad essere bilanciata nemmeno
dall'immigrazione dei 4.000 profughi friulani giunti
nel siracusano nel novembre del 1917 a
causa della Prima guerra mondiale -
la maggior parte dei quali si sistemò proprio in questo
comune-[56] e durò fino
agli fino agli anni sessanta.
A
seguito del boom economico e
della nascita del polo petrolchimico siracusano nel
tratto di costa compreso tra Targia ed Augusta, gran parte
delle campagne furono abbandonate e Solarino, grazie alla propria
posizione geografica - equidistante sia dagli agglomerati
industriali che dal capoluogo di Provincia - conobbe il fenomeno
dell'immigrazione con un conseguente incremento demografico, che
l'ha portato ad essere, attualmente, il terzo maggior centro
urbano della Provincia (dopo Siracusa e Floridia) per densità
abitativa (566 ab./km²). Abitanti censiti
Etnie
e minoranze straniere
Alla
data del 31 dicembre 2007 a
Solarino risultano residenti 169 cittadini stranieri, pari al
2,26% della popolazione.[57]Le comunità nazionali più
numerose sono:
Romania -
60
Polonia -
47
Albania -
18
Dialetto
solarinese
Il
dialetto (rectius: vernacolo) solarinese - in siciliano: parrata
sampalisa - fa parte della lingua
siciliana e, specificamente,
afferisce al "dialetto non metafonetico orientale".
Esso, però, presenta delle peculiarità,[58]specialmente
nella fonetica, che lo differenziano da questo tipo di
dialetti e specialmente da quelli dei Comuni limitrofi (Floridia
e Siracusa):[59]
degeminazione della
doppia occlusiva retroflessa sonora [dd],[60] per
cui le parole iddu (= egli,
lui), nuddu (=
nessuno), cavaddu (=cavallo)
che in siciliano sono
pronunciate ['iɖɖu], ['nuɖɖu] e [ka'vaːɖɖu] in
solarinese
diventano idu, nudu e cavadu (['iɖu], ['nuɖu] e [ka'vaːɖu]).
la
mancata retroflessione della occlusiva alveolare sorda [t]
nella pronuncia dei nessi <tr> e <str>, quindi, le
parole tri (= tre)
e strata (= strada), che in
siciliano si pronunciano rispettivamente ['ʈɽi] e ['ʂɽaːta],
con un suono simile alle parole inglesi tree e street,
in solarinese, manterranno il suono che le stesse avrebbero
nella lingua italiana, vale a dire ['tri] e ['straːta].
Il
motivo di tale diversità, forse, è da rintracciare
nell'origine composita dell'originario nucleo abitativo del
paese, che vedeva la presenza non solo di siciliani
(canicattinesi, netini, siracusani) ma anche
di maltesi, liguri e piemontesi.[61]Tuttavia,
con l'avvento della alfabetizzazione di
massa e con le sempre più frequenti relazioni economiche e
culturali con il vicino paese di Floridia e
con il capoluogo, tali diversità oramai resistono solo
nella fascia di popolazione più anziana. Pertanto, il
dialetto parlato attualmente dai Solarinesi è del tutto
simile a quello floridiano e siracusano.
Folclore:
i ciaràuli
Secondo
una tradizione locale (diffusa anche nel vicino comune
di Palazzolo Acreide), tutti coloro che nascono nella notte
del 25 gennaio, data della conversione di San Paolo,
possiedono la qualità taumaturgica - donata loro dal Santo
- di poter guarire dai morsi di serpenti o dalle
"passiature"(eritemi da contatto provocati da rettili o
altri animali velenosi, quali scorpioni e
tarantole). Secondo la leggenda, infatti, San Paolo è il
protettore contro i rettili.[62] Tale
credenza, prende le mosse dall'episodio descritto da San
Luca negli Atti degli
Apostoli[63] riguardo al morso
procurato a Paolo nell'isola di Malta, da una vipera che,
tra lo stupore dei presenti, non produsse alcuna conseguenza.
Queste persone vengono chiamati "ciaràuli"
(dal greco κεραυλής "keraulés",
cioè suonatori di corno, dal momento che i primi e
più antichi ciarauli, durante le guarigioni, erano
soliti utilizzare degli strumenti musicali). Il ciaràulu"
o la ciaràula", perciò, sono individui
che possono appartenere a qualsiasi classe sociale, dal
momento che il "titolo" si acquisisce
esclusivamente per diem natalem e
che hanno come segno distintivo un'escrescenza sotto
la lingua definita "impronta
del ragno".[30] Tuttavia,
la semplice nascita e l'"impronta" non sono bastevoli
di per sé a far diventar ciàraulu una
persona, ma è necessario seguire un vero e
proprio iter formativo[16] che
inizia intorno ai sette-otto anni. Giunti a tale età, i
"segnati" possono apprendere le formule scongiuratorie
(ciarmi) da un altro ciaràulu, ma soltanto in chiesa
e soltanto la notte di Natale durante
la consacrazione dell'Eucarestia,
altrimenti le formule perderebbero d'efficacia.
La
modalità di guarigione, abbandonato del tutto l'uso
degli strumenti musicali, è la seguente: il ciaràulu,
a digiuno, analizza la parte dolorante e giudica il tipo di
morso, fa il segno della croce, bagna la parte con la
propria saliva, quindi, fa un leggero massaggio,
ripetendo mentalmente lo scongiuro ("ciarmu"). Questa
operazione (da farsi la mattina e la sera, per tre giorni) viene
ripetuta per tre volte e si conclude con un segno di croce. Nei
secoli scorsi questa credenza popolare assegnava ai "ciarauli"
capacità straordinarie tanto che erano in molti a portarsi
in pellegrinaggio a
Solarino),[64] per sciogliere un
voto di ringraziamento verso il Santo che li aveva fatti guarire
da un morso di rettile o di un altro animale velenoso.
Dal 2010,
ai ciarauli è stata
dedicata una particolare manifestazione detta Kerayles fest,
inserita nell'ambito dei festeggiamenti in onore del Patrono, in
cui si alternano conferenze, spettacoli musicali e
coreografici.[65]
Cultura
Allo stato attuale, le
manifestazioni culturali di maggior riscontro riguardano la
promozione del territorio, delle tradizioni popolari e religiose
e dei prodotti enogastronomici.
Nonostante
l'assenza di appositi spazi come teatri e sale
cinematografiche, frequenti sono le rappresentazioni
teatraliche vengono messe in scena nelle piazze del comune -
soprattutto nella stagione estiva - grazie all'iniziativa di
alcune associazioni e compagnie teatrali locali. Anche il settore
musicale è molto attivo, con la presenza di diversi
gruppi, tra i quali i Qbeta, che tuttavia trovano non poche
difficoltà ad esprimersi mancando spazi adeguati ed
investimenti nel settore. Sporadiche, invece, le mostre
di pittura, fotografia e scultura e
gli incontri letterari che vedono come scenari l'aula consiliare
"Falcone e Borsellino",
l'istituto religioso "Cenacolo domenicano" o
l'ex Ospedale Vasquez, stante la mancanza spazi
espositivi ad hoc.
Musei
Nel
centro urbano sono presenti tre spazi museali privati: uno di
carattere naturalistico, un altro sulla produzione artigianale
femminile, ed il terzo, di carattere etnoantropologico. Un
ulteriore museo - anch'esso di carattere etnologico e
gestito dalla Pro loco- dovrebbe sorgere all'ingresso ovest
del paese, lungo la statale per Palazzolo Acreide, nei
pressi dell'ex frantoio del Locozio,
attualmente in corso di restauro.[66]
Ecomuseo
Hyblon, ospitato nella struttura del Cenacolo Domenicano, in Via
Padre Barbagallo, è un
museopaleontologico - mineralogico che
raccoglie esemplari del patrimonio naturalistico della zona
iblea, provenienti non solo dalla valle dell'Anapo, ma anche
da Cavagrande del Cassibile e
da Vendicari.[67]
Museo
Permanente di Pizzi e Ricami Artistici, istituito nel 2003,
si trova in Via Machiavelli e si basa su una collezione privata
di merletti e ricami effettuati
tra l'Ottocento e la seconda metà
del Novecento e provenienti
da ogni regione italiana.[68]
Casa
del Novecento, sita in Via Vincenzo Bellini, n. 43,
consiste in una tipica abitazione solarinese risalente al
periodo della Prima guerra mondiale, restaurata ed adibita
a mostra permanente di materiale etnografico locale.[69]
Media
Televisione:
dalla seconda metà degli anni settanta, segnatamente
dal 1976, e fino al 1993 a
Solarino ha avuto sede l'emittente televisiva Teleanapo,
oscurata in seguito alla legge Mammì sulla
regolamentazione del sistema radiotelevisivo pubblico e
privato.[71] Dal 2008,
Teleanapo è ritornata a trasmettere in streaming,
diventando unaweb TV.[72]
Cucina
Un pizzolo
Per approfondire, vedi
la voce Pizzolo.
Prodotti
tipici della tradizione culinaria di Solarino sono essenzialmente
ilpizzolo e la scacciata. Il
pizzòlo, lo dice il nome stesso, è una sorta
di pizzafarcita il cui contenuto può
variare: salumi, formaggi, carne o verdure.
Mentre la scacciata è
un particolare tipo di scaccia la cui farcitura è
principalmente a base di verdure, patate e salsiccia,
se salata; oppure a base di ricotta, miele ozucchero e cannella,
nella sua versione "dolce" ed in tal caso prende il
nome di scacciata 'i ricotta.
Altri
piatti tipici, anche se non esclusivi di Solarino, in quanto
comuni a tutti i centri della bassa Val d'Anapo
(Floridia, Canicattini Bagni e
la stessaSiracusa), sono le zippole (o crispeddi),
"gocce" di pasta fritte, con all'interno uva
sultanina, nella versione dolce, oppure pezzetti di alici salate,
nella versione salata che si consumano per San Martino;
i totò, dolci da forno natalizi ricoperti di glassa
al cioccolato (totò
neri) o al limone (totò
bianchi) e le cassatelle di
ricotta, dolci simili a crostatine farcite di ricotta, zucchero o
miele, scorza d'arancia o limone e cannella.
Personalità legate a
Solarino
Alfredo
Mezio (1908 - 1978),
caricaturista, giornalista, critico letterario e d'arte cui,
dal 1997, sono state dedicate la Biblioteca Comunale ed una
via del paese.[73]
Paolo
Calafiore (1928 - 2006),
pittore, scultore e scrittore.
Giuseppe
Gianni (1947), politico.
Giuseppe
Palumbo (1975), ciclista.
I Qbeta,
gruppo musicale.
Eventi
Per approfondire, vedi
la voce Festa di San Paolo a Solarino.
'A
sciuta (l'uscita) del fercolo di
San Paolo dallaChiesa Madre per la
processione, durante la festa patronale del 3 agosto 2008.
Gli
eventi più importanti di Solarino sono le feste popolari
religiose. La più antica e conosciuta a livello locale è
senza dubbio quella della prima domenica d'agosto in
onore del patrono San Paolo Apostolo, che attira un gran
numero di visitatori ed emigrati e di cui dà notizia anche
l'etnologoGiuseppe Pitrè nella
sua monumentale opera Biblioteca delle tradizioni popolari
siciliane.[16]
Quanto
agli altri tipi di eventi (fiere, sagre, concorsi, manifestazioni
sportive), il loro perdurare è legato essenzialmente alle
risorse economiche degli organizzatori; e così, in
passato, Solarino è stata anche teatro di fiere
zootecniche (mercato boario dal 1882 fino
agli anni ottanta[74]), fiere campionarie (Fiera
del Sole, dal1995 al 1997),
concorsi artistici (Concorso Pianistico Nazionale "Città
di Solarino", dal 1995[75] al 2004,
Festival Internazionale della Musica Corale nel 2000),
manifestazioni sportive (Trofeo Pantalica di
ciclismo professionistico dal 1976 al 2003,[76] Motoraduno
di Solarino nel 2001[77] e Palio
Ippico "Città di Solarino" dal 1998[78]al 2003[79]).
Attualmente si svolgono le seguenti manifestazioni:[80]
Carnevale
Solarinese, con sfilata di carri allegorici e
gruppi mascherati per le vie del paese, discoteca all'aperto
in Piazza del Plebiscito e la sagra della salsiccia.
Festa
di Santa Maria Annunziata si
svolge nella seconda domenica dopo Pasqua ed
è caratterizzata dalla vendita all'asta (â
casa libbira, in siciliano) dei doni offerti alla Madonna e
dalla ciaccariata, tradizionale fiaccolata di torce fatte
di infiorescenze di disa affastellate
ed intrecciate (ciaccàre) che accompagna la processione
del fercolo e di cui si ha notizia sin dal 1847 .[81]
Mostra/Concorso
fotografico "Città di Solarino" si svolge
nel mese di giugno, presso l'aula consiliare del Comune.
Infiorata
"Città di Solarino" si
svolge nel mese di giugno, in Piazza Plebiscito e lungo il Corso
Vittorio Emanuele.[82]
La Notte
bianca: si svolge, dal 2009, nel mese di luglio, in una
notte tra sabato e domenica. Dalle 20 del sabato, alle 4:30 del
mattino seguente, è possibile assistere a spettacoli
teatrali e all'esibizione di artisti di strada e
musicisti, in palchi appositamente allestiti lungo il corso
Vittorio Emanuele, Piazza del Plebiscito, Piazza IV Novembre ed
agli angoli delle principali vie del paese, visitare mostre ed
esposizioni fotografiche e pittoriche, nonché
fare shopping per i negozi
che rimangono appositamente aperti per tutta la durata della
manifestazione e partecipare alla degustazione di prodotti
tipici locali.[83]
Estate Solarinese:
nei mesi di luglio, agosto e settembre vengono organizzati
spettacoli musicali e teatrali, manifestazioni sportive, sagre.
Di particolare rilievo, tra le varie manifestazioni, il concorso
canoro denominatoEstivo.
Festa
di San Paolo Apostolo: è la festa principale di Solarino,
si svolge la prima domenica di agosto, ma i festeggiamenti in
onore del Santo iniziano la settimana precedente con varie
manifestazioni collaterali.[84] Il 25
gennaio, invece, giorno della Conversione di San Paolo, la
festa del patrono, assume solo una connotazione giuridica e non
si tiene alcuna manifestazione, escluse quelle prettamente
religiose (funzioni in chiesa eprocessione del fercolo per
le vie del paese)[85].
Festa della Birra e
dei prodotti tipici, a fine agosto; il fulcro della
manifestazione è senza dubbio l'esibizione di gruppi
musicali locali e di fama nazionale ed internazionale.
Festa della Madonna
delle Lacrime, si svolge nella terza settimana di settembre.
Giostra
medievale, inserita nel 2008 come
manifestazione conclusiva dell'Estate solarinese, consiste nella
rievocazione di un tipico torneo medievale
ed è divisa in due manches: nella prima, i
cavalieri, armati di una lancia, devonono colpire
un bersaglio posto su un
braccio di un busto roteante, mentre nella seconda, devono
infilzare - sempre con la lancia - anelli via via più
piccoli.
Festa
del Ringraziamento: è un appuntamento tipico della prima
decade di novembre. Il ringraziamento in questione è
quello degli agricoltori per il raccolto ottenuto durante
l'anno. Si svolge per le vie del paese con la sfilata dei mezzi
agricoli, sul sagrato della Chiesa Madre, con la
celebrazione di una Santa Messa ed
in Piazza del Plebiscito, con giochi popolari (albero della
cuccagna, corsa coi sacchi, tiro alla fune) aperti a
chiunque voglia parteciparvi.[86]
Sagra
della ricotta, svoltasi ogni 1º maggio sino
al 2006, dal 2007 è
stata inserita nelle manifestazioni collaterali alNatale.
Infine, sono celebrate
tre ricorrenze civiche legate alla storia solarinese:
Anniversario
della fondazione (licentia populandi) - 25
aprile.
Anniversario
della Battaglia di Solarino - 13
luglio.
Anniversario
dell'Autonomia Comunale - 20
dicembre.
Geografia
antropica
Urbanistica
Particolare di una casa
solarinese in stile Liberty.
Solarino
dista 859 km dalla
Capitale, Roma; 255 km dal capoluogo di
Regione, Palermo; 210 km da Agrigento; 157 km
da Caltanissetta; 63 km da Catania; 132 km
da Enna; 158 km da Messina; 67 km da Ragusa;
363 km da Trapani; nonché 17 km dal proprio
capoluogo di Provincia,Siracusa.
Il
centro urbano del Comune, sorto sulle zone che anticamente
venivano denominate: Santa Croce, Badìa, Chiusa
Fondaco, Stazione, Costa Casino, Fosso
Barone, Cozzo Modicano e Piano
Palazzo presenta un impianto a
pianta ortogonale, di forma ovale. Il suo aspetto architettonico
recente, dal momento che la fondazione del paese risale alla
seconda metà del XVIII secolo, è
caratterizzato - soprattutto nel quadrante Nord-Est (Vie Martiri
delle Ardeatine, Vittorio Veneto, Nazario Sauro,
quartiereStazione) - dal cosiddetto "Attardamento
della Decorazione Liberty", che si manifesta in
particolari sagomature dei davanzali e delle cornici in pietra
calcarea che sormontano porte e
finestre delle case costruite sino agli anni quaranta eanni
cinquanta.[87]
Il lato nord-est di
Piazza del Plebiscito, con al centro il Monumento ai Caduti, ed
il Palazzo Conti Mezio (Municipio).
Cuore
geografico, politico e religioso del paese è Piazza
del Plebiscito. Di forma quasi quadrata, è divisa in
due parti simmetriche dal Corso Vittorio Emanuele e
da essa si snodano le principali vie del paese e le strade
provinciali e statali per Floridia, Siracusa, Sortino e Palazzolo
Acreide. Vi sono presenti il Palazzo Comunale, la Chiesa
Madre San Paolo Apostolo, il Monumento ai Caduti in Guerra,
ilPalazzo Requisenz e l'unica
farmacia del paese. Al centro del lato sudoccidentale della
piazza, di fronte alla Chiesa Madre, si trova, poi, il
maestoso pino piantato
durante ilFascismo per commemorare
la scomparsa di Arnaldo Mussolini e
che, dopo il secondo conflitto mondiale, venne ribattezzato
in Albero della Libertà, in ricordo della fine della
guerra.[88] Infine,
da dicembre 2006 a luglio 2007,
la piazza è stata oggetto di un vasto lavoro di restauro e
consolidamento concernente la sostituzione della pavimentazione
originaria con una nuova formata da blocchi di pietra bianca
d'Avola, la rimozione dei pini marittimi che la arredavano
(eccezion fatta per l'Albero della Libertà), il successivo
piantamento di magnolie e
l'installazione di una nuova illuminazione pubblica,
cosiddetta artistica, al fine di far risaltare i monumenti e
gli edifici che vi si affacciano. La via principale è il
Corso Vittorio Emanuele, lungo circa 800 metri e che rappresenta
il naturale proseguimento della SS 124, in esso sono
presenti la caserma dei Carabinieri, il Palazzo Sipala e
gran parte degli esercizi commerciali del paese.
Altri
luoghi d'interesse, dal punto di vista architettonico -
urbanistico, sono Piazza IV novembre (conosciuta dai Solarinesi
come piazza d'erba, perché anticamente non era
pavimentata e vi cresceva spontaneamente il prato), piazzale di
circa 1000 metri quadrati situato nella parte occidentale del
paese, la cui particolare struttura su due piani, ricorda quella
della cavea e della platea di
un teatro e che per tale
peculiarità viene spesso utilizzata perrappresentazioni
sceniche; Piazza Aldo Moro, di forma semicircolare, nel cui
interno è incastonata una gradinata affrescata con pitture
murali sulla cui sommità,
il 5 settembre 2009, è
stata posta una statua di Padre Pio e
Piazzale Victor Rizza, intitolato alla memoria di un
ricercatore italoamericano (di
origini solarinesi) della Rockefeller University diNew
York scomparso tragicamente
insieme al figlio, nell'incidente aereo del Volo SR111 del 2
settembre 1998.[89] Lo
slargo, di forma ovale, è stato ricavato dalla confluenza
delle vie Dante e Piave, nei pressi dell'Ospedale Vasquez, è
sopraelevato rispetto al manto stradale a causa del dislivello
tra le due arterie ed al suo interno presenta una rotonda
attorniata dal prato su cui sono state messi a dimora palme ed
altri alberi d'alto fusto.[90]
Comprensorio
comunale
Il
territorio comunale ha una superficie di 1.301 ettari,
risultando essere, così, il più piccolo
della Provincia di Siracusa. I suoi confini sono: a nord e
ad ovest con il Comune
di Sortino; a nordest, con quello di Priolo Gargallo;
ad est, ancora con Priolo Gargallo e
con Siracusa; a sud e
sudest con Floridia ed a
sudovest con Palazzolo Acreide.
Le
località extraurbane (chiamate localmente contrade)
che concorrono a formarlo sono le seguenti: Balatazza, Calancon
del vento, Carrubbazza, Case Rosse, Cassara, Cava Cirino, Conca
di Porco, Costa Lucente, Costa di Palmieri, Costa Pernice, Cozzo
di Morte, Cozzo Collura, Cozzo Coniglio, Cugno di Canne,
Cugno Cardone, Cugno Randazzo, Finaiti, Fullone, Grotte di Conzo,
Loco, Loco di Carciolo, Locozìo, Macchiotta, Maltese,
Mangiapecora, Masseria, Pozzo Nuovo, Pozzo Oliva, Quartararo,
Raina, Ràzzina, San Demetrio, Sellichisina, Sfardascarpe,
Soliardo, Trigona, Vizzinisi, Loco di Zaiera, Zanno. Molte di
queste (Cozzo Amena, Cozzo Coniglio, Fullone, Macchiotta,
Maltese, Mangiapecora, Pozzo Oliva), a seguito della crescita
demografica del Comune, ormai fanno parte integrante dell'attuale
centro urbano. Altre (Balatazza, Finaiti, Trigona, Cugno di
Canne, Sellichisina), invece, essendo prossime al centro abitato
ed a seguito della costante espansione edilizia che ha trovato
nuova linfa a partire dagli anni novanta,[91] si
stanno urbanizzando, perdendo le loro caratteristiche rurali e
divenendo sempre più la nuova periferia del paese.
Economia
Le mandorle, una
ricchezza per l'economia solarinese.
L'economia
del paese, in passato, era prevalentemente agricola, come
del resto lo erano quelle degli altri comuni dell'entroterra
siracusano. Noto soprattutto per la produzione
di olive, mandorle ecarrube il
territorio solarinese risultava prevalentemente destinato a
colture intensive (60%), colture estensive (30%) e pascolo (10%).
Dopo
il boom economico degli anni
sessanta ed a seguito della
nascita del polo petrolchimico, l'agricoltura ha avuto una
battuta d'arresto così come l'allevamento
di bovini ed ovini, per
cui la loro incidenza nel tessuto economico del paese è
andata, col tempo, scemando ed attualmente, risulta alquanto
modesta.[92]Ciononostante, grazie alla capacità di
riconversione economica di molti operatori locali, l'economia
legata ai prodotti naturali (cereali, olive, carrube, mandorle,
frutta ed ortaggi), sta tentando uno sviluppo in termini di
lavorazione ed esportazione dei prodotti (dolci locali, miele,
olio, conserve). Basti pensare che, sul Comune converge gran
parte della produzione olivicola della zona, per la molitura e
che, annualmente, a Solarino viene lavorata una quantità
di mandorle di circa 65000 quintali, pari all'80% della
produzione siciliana.[4] Pertanto,
due lavori tipicamente stagionali sono
stati trasformati in stabile fonte di occupazione, grazie anche
all'esportazione del prodotto finito su scala internazionale. Di
conseguenza, nell'economia del paese, importante rilievo
rivestono le industrie di trasformazione
agroalimentare[93] (caseifici,
oleifici, molini, macellerie, industrie conserviere),
l'apicultura, la lavorazione degli agrumi e
dei prodotti ortofrutticoli. A partire dal 2000, segni
di ripresa si notano anche nel settore dell'edilizia ed
abbastanza sviluppato risulta anche il settore legato
all'enogastronomia e
la ristorazione grazie a
diverse strutture (bar, pubs, discopubs, ristoranti, pizzerie,
sale ricevimenti) presenti sia nel centro urbano che nei
dintorni.
Prodotti
Mercati
e fiere
Il
Mercato settimanale (in siciliano 'a
fera), si svolge ogni lunedì mattina
nel quartiere Stazione, nella zona compresa tra Piazza
Vittime della Strada, Via Donizetti e
Via Enna, in prossimità
della periferia Nord dell'abitato.
Infrastrutture
e trasporti
A causa dell'esiguità
del centro urbano, a Solarino non sono presenti trasporti
pubblici urbani.
Per
quanto riguarda i trasporti extraurbani su
strada, Solarino è collegato
con Floridia, Siracusa, Sortino, Cassaro, Ferlae Palazzolo
Acreide tramite le
autolinee AST[97] e
con Catania, Fontanarossa, Floridia, Belvedere e Priolo
Gargallo, tramite gli autoservizi dell'Interbus.[98]
Per
i trasporti aerei, il comune in questione, così come
gran parte dei centri urbani della Sicilia orientale,
dipende daCatania; mentre per quelli marittimi e ferroviari,
da Siracusa (stazione e porto),
nonché dal porto commerciale di Augusta.
Strade
Le
principali arterie stradali[99] che
servono il Comune sono:
La Siracusana che
lo collega principalmente con Floridia, Siracusa e Palazzolo
Acreide.
La Orientale
Sicula che lo collega
principalmente con Catania (uscite: Siracusa
nord, Siracusa,Priolo sud).
La Solarino
- Fusco - Sortino, strada panoramica che attraversa tutta la
Valle dell'Anapo.
La Solarino
- Diddino, che collega il centro abitato con
la provinciale per Priolo
Gargallo, Belvedere eCittà
Giardino.
La Diddino
- Monte Climiti - Saiazza, che collega Solarino con Sortino e
con Melilli.
La Balatazza
- Trigona, che collega il centro urbano con le due
omonime contrade e con la
Strada Statale 124.
Ferrovie
Per approfondire, vedi
la voce Ferrovia Siracusa-Ragusa-Vizzini.
Ponte ferroviario sul
tracciato dismesso della Siracusa-Ragusa-Vizzini, nei pressi di
Solarino.
Dal 19
luglio 1915,[100] per
circa quarant'anni, fu attiva la stazione ferroviaria "San
Paolo Solarino" situata a 144 m s.l.m., al km 17,172
del tracciato della Ferrovia
Siracusa-Ragusa-Vizzini,[101] in
una zona facente parte della contrada Pozzo Oliva, che
attualmente corrisponde con il Viale della Patria, nella
periferia nord-est del paese.[102]Detta stazione, fino al 26
luglio 1923, rappresentò
ilcapolinea della tratta stessa;
mentre, il 30 giugno 1956, vi
partì l'ultimo treno diretto a Siracusa trainato dalla
locomotiva 03 (denominata Solarino)[103] che
giunse allastazione di Siracusa Nuova alle
9:30, dopo poco più di mezz'ora di viaggio, con gli ultimi
rotabili da accantonare.[104] Successivamente
a quella data, infatti, in conseguenza del decreto Angelini che
disponeva la chiusura dei cosiddetti rami secchi delle
ferrovie[105] venne soppresso
l'intero percorso ferroviario, che dal dopoguerra si era ridotto
al tronco iniziale San Paolo Solarino - Siracusa
Nuova. A seguito dello smantellamento della strada ferrata e
dell'espansione urbana, la stazione venne abbandonata e
successivamente demolita per far posto agli edifici del nuovo
quartiere chiamato, appunto, Stazione. Dal 1956, pertanto,
la stazione ferroviaria di riferimento è quella
diSiracusa che dista meno di 20 km
dal centro urbano.
Amministrazione
attuale
Indirizzo della casa
comunale: Piazza del Plebiscito, 34 - 96010 Solarino
Amministrazioni
precedenti
Per approfondire, vedi
la voce Sindaci di Solarino.
Dall'ottenimento
dell'autonomia comunale (1827) ad oggi (2007), si sono succedute
86 amministrazioni comunali, alla guida delle quali c'è
stato 59 volte un sindaco, 12 volte un commissario, 7
volte un facente funzione, 6 volte podestà ed
una volta ciascuno, un magistrato municipale
ed un regio delegato. Nel 1943, poi, per tre mesi, il Comune
fu sottoposto al Governo Militare statunitense dei
territori occupati (AMGOT); così come furono di
nomina alleata i primi due
sindaci del secondo dopoguerra.
Fino
ad oggi, la sindacatura più longeva è stata quella
di Michele Gozzo che amministrò Solarino per ben 14 anni
consecutivi, dal 1882 al 1896,
mentre quella più breve, durata appena 54 giorni, dal 5
gennaio al 28 febbraio 1990,
spetta a Benito Cassia. Durante la Prima Repubblica, il
partito politico che ha avuto più sindaci è stato
la Democrazia Cristiana(22 su 31 amministrazioni). Con
l'elezione diretta dei sindaci, introdotta dalla legge 25
marzo 1993, n. 81, hanno ricoperto
la carica di Primo Cittadino, per due volte i candidati
del centrodestra e per una
volta ciascuno, il candidato delcentrosinistra ed
un esponente di una lista civica.[106]
Altre informazioni
amministrative
Il
comune appartiene alla Regione agraria n.5
- Piana di Siracusa.[107]
Dal 2010,[108] Solarino
fa parte dell'Unione di comuni denominata Unione
dei Monti Climiti insieme al
contiguo comune di Floridia.[109]
Gemellaggi
Il Comune di Solarino è
gemellato con:
New
Britain (Connecticut), Stati Uniti d'America dal 23
settembre 1985.[110]
Aninoasa, Romania dal 21
luglio 2001.[111]
Moreland, Australia dal 26
gennaio 2007.[112]
Sport
Calcio
10
febbraio 2008, 20º giornata
del campionato regionale di Seconda Categoria girone
F, le squadre del San Paolo Solarino (in tenuta azzurra) e del
Real San Paolo schierate a centrocampo prima dell'inizio derby,
terminatosi 5-2 per il Real.
Pur essendo lo sport più
praticato e più seguito dai Solarinesi, non ha mai
regalato grandi risultati, attestandosi a livelli dilettantistici
medio-bassi.
Ad
oggi, il miglior risultato raggiunto rimane il terzo posto nel
campionato di Promozione, ottenuto nella
stagione1998-99 dal Gruppo
Sportivo San Paolo reduce da tre
promozioni consecutive (dalla Terza
Categoria allaPromozione negli
anni 1996 - 1998)[113] e
unica squadra solarinese a vincere un trofeo di categoria (la
Coppa Trinacria di Seconda Categoria, il 22
giugno 1997, nella finale
di Viagrande contro
i messinesi della
Giustra).[114]
Tale
penuria di risultati, però, è stata legata non solo
a capacità tecniche e agonistiche, ma soprattutto a
questioni di carattere economico,[115] dal
momento che tutte le società di calcio solarinesi del
passato sono andate incontro al fallimento finanziario, comprese
le formazioni più titolate.
Così
avvenne sul finire degli anni settanta con
la Solarinese, prima squadra del Comune a disputare il
campionato diPromozione nella
stagione 1976-77,[116] che
nel frattempo, dopo aver cambiato diverse denominazioni (S.S.
Mobilburgio e, successivamente
alla fusione con l'A.C. Solarino, S.S. Solarino) era
retrocessa in Prima Categoria nella
stagione 1978-79, dopo aver ripreso l'originaria
denominazione.
Stessa
sorte toccò al G.S. San Paolo che,
dopo aver scongiurato la crisi nel 2001,[117] due
anni dopo dovette cedere il proprio titolo sportivo,[118] fino
a scomparire definitivamente dalla scena calcistica
nel 2004.[119]
Negli
anni successivi, si sono avvicendate ed affiancate diverse
formazioni per poi successivamente sparire come le precedenti
compagini, fino a raggiungere, tra il 2007 ed
il 2010, il numero massimo di quattro formazioni solarinesi
contemporaneamente presenti nei campionati dilettantistici tra
Seconda (San Paolo Solarino e Real San Paolo) e Terza Categoria
(Rinascita Solarinese e Solarino). Per la stagione 2011/12,
invece, a Solarino sono presenti due squadre di calcio, entrambe
militanti in Terza Categoria: la Solarinese e lo Sporting San
Paolo.[120]
Ciclismo
È
il secondo sport più praticato nel Comune, ma è
anche quello che ha dato più soddisfazioni, specie a
livello di gare giovanili, culminate con la conquista di
due titoli mondiali juniores su strada, nel 1992[121] e
nel 1993,[122] da parte
diGiuseppe Palumbo. Quanto alle manifestazioni ciclistiche, nel
più recente passato, Solarino è stato teatro
del Trofeo Pantalica, gara internazionale (categoria
1.1 UCI) di ciclismo su strada per
ciclisti professionisti (categoria élite);[123]
27
febbraio 1999, Andrea Ferrigato vince
in volata la XXIV edizione del Trofeo Pantalica, con arrivo
posto in Piazza del Plebiscito.
attualmente, invece, le
varie corse organizzate riguardano i settori dilettantistico,
giovanile e cicloamatoriale. Tra queste meritano menzione:
il Trofeo
Silvio Pellico, nato nel 1989 come
"corsa di quartiere" grazie ad un gruppo di
appassionati (Club Silvio Pellico) che decisero di organizzare
una gara ciclistica caratterizzata dal fatto che l'arrivo era
nell'omonima via, sede del club (Via Silvio Pellico, appunto);
con il passare degli anni è divenuta una delle gare più
importanti per i cicloamatori siciliani iscritti alla
Federazione UDACE e, successivamente, prova del campionato
italiano UDACE. Ad essa sono state collegate varie
manifestazioni collaterali di carattere culturale, ricreativo
e folclorico. Si corre tra aprile e maggio di
ogni anno su un circuito cittadino di quasi 5 km da
compiersi più volte per un totale di 74 km.[124]
la Coppa
San Paolo Apostolo, gara notturna riservata alle categorie
giovanili (Giovanissimi, G5, G6, Esordienti I e II anno,
Allievi, Juniores) e agli amatori tesserati alla
Federazione UDACE,[125] che si
snoda lungo un circuito cittadino da compiersi più volte
e che si svolge, dal 1952, nell'ambito dei festeggiamenti
in onore del Patrono, nella tarda serata del venerdì,
antivigilia della festa.[126]
Impianti
sportivi
Stadio Comunale "Pippo
Scatà" e Tensostatico "Davide Triolo".
Stadio
Comunale "Pippo Scatà", dedicato al mediano
solarinese degli anni settanta, scomparso a soli 48
anni,[127] si trova
a Nord dell'abitato ed è
un impianto sportivo polifunzionale, in quanto è
comprensivo oltre che del campo da calcio, in terra
battuta, di pista per l'atletica leggera, fossato per il salto
in lungo, pedana per i lanci (peso, disco, martello),
nonché di un campo da tennis, di un campo di calcio
a 5 e dellatensostruttura "Davide
Triolo". Recentemente è stato utilizzato anche per
manifestazioni extrasportive quali concerti, la Festa della
Birra e dei Prodotti Tipici, le celebrazioni del Centenario
dello scautismo.
Tensostatico
"Davide Triolo", la struttura, intitolata alla memoria
del giovane discobolo solarinese,
scomparso tragicamente nel 2004 a
soli 27 anni,[128] si trova
all'interno del perimetro dello stadio comunale; è stata
inaugurato il2 aprile del 2006 e
viene utilizzata soprattutto per il volley ed
il basket.
Campo
di calcio a 5 "Superball", si trova in contrada
Masseria, 2 km ad Est del
centro urbano, ed è il campo di gioco della società
Green Sport.
Campo di tiro, si
trova in località Cugno di Canne.
ULTIME
RICERCHE
|
marisa
pappalardo - 6 feb 2015
a
giov.sip@gmail.com
Salve!
Innanzitutto mi presento. Mi chiamo Marisa Pappalardo ed il mio
hobby è la genealogia, nonchè lo studio e ricerca
(per futura pubblicazione messa in cantiere) dei flussi
migratori che hanno interessato i Comuni di
Canicattini/Floridia ed in un secondo tempo (in quanto fondata
in seguito), Solarino. Ho letto il tuo blog e posso dirti
(visto che ho gli atti), che i Sipala si trovavano già
prima del 1797 a Canicattini e per quanto ne so fino ad oggi
(visto che la ricerca sui Sipala l'ho iniziata un paio di
giorni fa), esistevano dei Sipala già nel 1754. Qui di
seguito cercherò di spiegare il nucleo familiare di
questa famiglia Sipala (sempre che non escano fuori altri
Sipala in questi giorni). Nel 1754 avviene il matrimonio tra
Giuseppe Mezzio e tale Pasquala Sipala. Dall'atto parrocchiale
Pasquala Sipala risulta essere intanto nata a Tre (abbrevizione
di Terre) Balneorum, quindi Canicattini Bagni (premetto che
spesso Canicattini viene indicato come Balnei o Balneorum e
Cannicattini, ma l'ultima dizione risulta più frequente
a partire dagli inizi del 1800). Inoltre riusciamo a sapere
anche i nomi dei genitori, i quali sono Sebastiano Sipala e
Sebastiana Ficara, quindi in sintesi, abbiamo un nominativo,
ossia Sebastiano Sipala, già presente a Canicattini
prima del 1754, essendo il padre di Pasquala. Nel 1773, la
figlia della coppia Mezzio/Sipala, la quale era nata comunque a
Canicattini, ma all'atto del matrimonio si trovava residente a
Solarino, si sposò con tale Bombaci. Questa specifica
linea, ha dato vita in seguito, a Benedetto Bombaci, notaio
nonchè sindaco di Canicattini.
Grazie
per l'attenzione.
Marisa
Pappalardo
nella
foto l'atto di matrimonio
(clicca
sull'immagine per ingrandirla)
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Salvatore
Sipala di Canicattini Bagni
Penso che
possa darVi il mio contributo su mie ricerche ALBERO
GENEAOLOGICO FAMIGLIA SIPALA. Parliamo di dominiazione
Spagnola
anni 1400-1700. In quel periodo arriva il Capitano di ventura
SIPALA, sbarco' in Sicilia a PALERMO e
successivamente
assegnato alla guarnigione di NOTO(Siracusa). Le sue ceneri
riposano dopo la sua morte nella Chiesa Madre
di
PALERMO. La tomba fu scolpita nel periodo dal famoso Scultore
"GAGGINI". Con il terremoto dell'anno 1693 della Val
di
Noto, uno
dei suoi eredi emigro' a Canicattini Bagni un certo SIPALA
Antonino nato nel 1726, successivamente risultano nati
nel
Comune SIPALA Salvatore anno 1756, un suo discendente nato nel
1783(nipote)e un SIPALA Salvatore nato 1809 altro nipote.
Da cio'
si presume che altri discendenti siano potuti emigrare in altri
Comuni Aretusei e fuori della provincia.
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