le_origini_dei_Sipala_NEW.html-sito di giovanni mario sipala Le Origini dei Sipala

Sito Web di
Giovanni Mario Sipala









LE ORIGINI DEI SIPALA

(Una piccola ricerca sulle origini del cognome e della famiglia)

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Le ricerche più recenti sono in fondo alla pagina


Giovanni Sipala


i primi Sipala in Sicilia

ORIGINE COGNOME: i primi SIPALA sono presenti nell'anno 1797 nel paese di Solarino (Siracusa) in Italia


significato della parola:


dialetto Siciliano:

La sipala è na fila d'arvusti o àutri chianti, disposti fittamenti e pi na certa stenzioni pi limitari o ricintari o comu urnamentu di viali e jardina.


Italiano:

La sipala è una fila di arbusti o altre piante, disposte fittamente, che possono essere usate come barriera per limitare il passaggio, come recinto, oppure come ornamento di viali e giardini pubblici.

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Giovanni Sipala

grazie mille a google-cache ... Grazie a questo servizio sono stato in grado di recuperare le informazioni di questo gruppo che si erano perse dopo la migrazione imposta da facebook a tutti i vecchi gruppi....


Le origini dei Sipala | Facebook

webcache.googleusercontent.com

Basic Info Name:Le origini dei SipalaCategory:Common Interest - FamiliesDescription:piccola ricerca sulle origini dei sipala contribuite a rendere la ricerca più dettagliata interessante! nella foto palazzo sipala a solarino (siracusa, italy)Privacy Type:Open: All content is public. Recent New...

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Giovanni Sipala


LEGGENDE:


alcuni fratelli spagnoli arrivarono dalla Spagna alla Sicilia (probabilmente Solarino) e sono stati i primi Sipala in Italia.

Mi piace · · · Non seguire più questo post Giovedi, 8 March 2012 alle 00:19



PACE IN TUTTE LE LINGUE DEL MONDO:


stato (lingua del gruppo etnico) parola


Hawaiian USA (nativi americani) Malu

Hawaiian USA (nativi americani) Maluhia

Hawaiian USA (nativi americani) Sipala <-------

USA Hopi (nativi americani), Shi-Nu-Mu (= pace)

USA Hopi (nativi americani) ... Sipala <-------

http://giosip.altervista.org/ricerche/Pace_in_tante_lingue.html

PACE IN TUTTE LE LINGUE DEL MONDO

giosip.altervista.org

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Giovanni Sipala

Araldica

Sipione

www.ilportaledelsud.org

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Giovanni Sipala

Secondo l'araldica il cognome Sipala è collegato al cognome Sipione:
ma non è una notizia del tutto attendibile
notare solo che Rosolini è la città del Barone Sipione...


SIPIONE

Titoli: barone
Dimora: Rosolini, Siracusa
Famiglia siciliana nota dal XVIII secolo; venne investita del censo feudale di onze 93 annuali nel 1812 e decorata del titolo di barone riconosciuto con D. M. del 26 novembre 1926.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma: d’azzurro coronato d’oro, rivolto tenente con le branche anteriori un giglio d’argento, attraversato da una sbarra dello stesso.

http://www.ilportaledelsud.org/cognomi_s2.htm

i cognomi del sud

www.ilportaledelsud.org

i cognomi del sud


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Giovanni Sipala

SOLARINO:

Solarino (San Paulu in siciliano) è una città nella parte orientale della Sicilia, vicino Siracusa.


Monumenti:

Sipala Palace (XVIII secolo), si trova lungo il Corso Vittorio Emanuele e l'interno è stato trasformato in un bed and breakfast


la storia:
La storia delle origini di Solarino è avvolta nel mistero ed è spesso labile il confine tra realtà e leggenda, a causa di un incendio che nel 1944 distrusse 
l'archivio comunale, rendendo alquanto ardua la ricostruzione storica. Sebbene siano molteplici le testimonianze archeologiche della presenza umana 
nell'odierno territorio comunale, fin dalla preistoria, la fondazione del primo nucleo abitativo si ebbe soltanto nel XVIII secolo[11] ad opera del principe di Pantelleria Giuseppe Antonio Requisenz.

Toponimo: 
Il significato del toponimo Solarino è poco chiaro. Secondo una tesi, potrebbe derivare dal siciliano sularinu, che significa "solitario", forse perché 
riferito alla chiesa che originariamente era isolata dal primo nucleo abitato; secondo altri autori,[18][19] invece, il toponimo è di origine latina 
derivando dalla parola solaris o solarium che significa "soleggiato", riferito alla posizione geografica del territorio. A fondamento e conferma di tale 
teoria, gli stessi autori pongono il riscontro con il nome di una delle contrade di Solarino, Soliardo, dal latino solis (= sole) ardeo (= brucio, avvampo, splendo), cioè "brucio o splendo per il sole", e quindi "luogo assolato".

Mi piace · · · Non seguire più questo post Giovedi, 8 March 2012 alle 00:23


Giovanni Sipala Sipala
Palazzo del Conte Sipala

Giovedi, 8 March 2012 alle 00:52 · I piaceReply



Giovanni Sipala

PALAGONIA:


PALAGONIA: 

(Palagùnia o Palaunia in siciliano)

è un comune della provincia di Catania che fa parte del comprensorio calatino sito al margine sud della piana di Catania. Palagonia si sviluppa a circa 200 metri sul livello del mare. La città, nota soprattutto per i suoi vasti agrumeti, conta 16.429 abitanti (fonte Demo Istat marzo 2009).
Il sito risulta abitato già nella preistoria; lo prova il ritrovamento di un insediamento paleolitico nei pressi dell'attuale cittadina. Sembra che Palikè, nei pressi dell'odierna Palagonia, sia stata fondata da Ducezio nel 453 a.C. che ne fece la capitale del suo stato.
Ai tempi dei Siculi, Paliké era probabilmente già diventata un centro politico e religioso importante. A Paliké era situato un celebre santuario. La tradizione narra che gli dei chiamati Palici, oggetto di venerazione da parte dei Siculi, fossero nati dalle acque sulfuree del lago di Naftia, di origine vulcanica. Il tempio ad essi dedicato era probabilmente situato sulle sponde del lago stesso; nel tempio venivano praticati rituali oscuri e vaticini.

Archivio storico comunale di Palagonia:
Un incendio distrusse il palazzo comunale nel 1952 e con esso l'archivio. Restano 490 pezzi circa ( 1866-1955) e i registri di stato civile dal 1866

Mi piace · · · Non seguire più questo post Giovedi, 8 March 2012 alle 00:26


Giovanni Sipala

frank sinatra
01 ottobre 2002 — pagina 13 sezione: PALERMO

«Un delitto d' onore sarebbe all' origine della gloria di Frank Sinatra. Un delitto commesso all' inizio del Novecento dal padre Saverio quando, ancora giovanissimo, viveva a Palagonia, il paese della Piana di Catania dove era nato il 22 novembre 1882, e dal quale sarebbe stato costretto a emigrare per sfuggire alla giustizia italiana. La fortuna del grande cantante iniziò proprio da quella fuga». A giurarlo è l' avvocato penalista di Catania Giuseppe Scaccianoce, 62 anni, cugino diretto, a suo dire, di The Voice: «Pur essendo sempre stato al corrente delle sue origini paterne - spiega Scaccianoce - Sinatra cambiava discorso quando qualcuno gli chiedeva notizie sul passato della famiglia». Un passato imbarazzante, al punto che, secondo l' avvocato, una volta giunto negli Stati Uniti, Saverio si sarebbe fatto registrare col nome di Antonio Martino, per gli amici Marty. Una testimonianza clamorosa che tuttavia ha pochi riscontri oggettivi: «La storia del delitto d' onore - prosegue il penalista - non l' ho appresa direttamente dai miei parenti ma da alcuni giornali diversi anni fa».

frank sinatra - Repubblica.it » Ricerca - frank sinatra 01 ottobre 2002 — pagina 13 sezione: PAL

ricerca.repubblica.it


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Giovanni Sipala

Sipala - Wikipedia

scn.wikipedia.org

La Sipala e na fila d'arvusti o àutri chianti, disposti fittamenti e pi na Certa stenzioni pi limitari o ricintari o comu urnamentu di viali e Jardina.

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Giovanni Sipala la "Sipala" è una parete di arbusti o altre piante disposte molto fitte che serve per limitare il passaggio come protezione oppure come ornamento di viali e giardini

Mercoledì 7 Marzo 2012 alle 23:37 · Mi piace · 1Reply



Giovanni Sipala

la distribuzione dei cognomi nella Sipala USA

Mi piace · · · Non seguire più questo post Mercoledì 7 Marzo 2012 alle 23:06

A Salvatore Sipala piace questo elemento.



Giovanni Sipala

diffusione del cognome Sipala nel territorio italiano

Mi piace · · · Non seguire più questo post Mercoledì 7 Marzo 2012 alle 23:05

A Salvatore Sipala piace questo elemento.



Giovanni Sipala

diffusione del cognome Sipala nel territorio italiano

Mi piace · · · Non seguire più questo post Mercoledì 7 Marzo 2012 alle 22:57

A Salvatore Sipala, Gaetano Sipala piace questo elemento.



Giovanni Sipala

Solarino - Wikipedia

it.wikipedia.org

Si trova nell'hinterland siracusano, a 17 km a nordovest del capoluogo. È il più piccolo comune, per estensione, della provincia, ma nel contempo è anche il terzo maggior comune della provincia per densità abitativa, dopo Floridia e Siracusa.

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Giovanni Sipala



File: Palazzo Sipala.JPG - Wikimedia Commons

commons.wikimedia.org

da Flickr - http://it.wikipedia.org/~~V

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Giovanni Sipala

la villa del Principe di Palagonia situata a Bagheria

Le ville di Bagheria

www.bagherianews.com

bagheria news - Bagherianews.it - Il Quotidiano on line a Bagheria. Portale d'informazione rivolto al territorio di bagheria e zone limitrofe. Tante notizie, rubriche, foto e video. bagheria news.



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Giovanni Sipala

http://it.wikipedia.org/wiki/Palagonia

Palagonia - Wikipedia

it.wikipedia.org

Palagonia (Palagùnia o Palaunia in siciliano) è un comune italiano di 16,429 abitanti della provincia di Catania in Sicilia.

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A Salvatore Sipala piace questo elemento.



Storia di Solarino



Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Solarino, comune siciliano in provincia di Siracusa, ha una storia antica di parecchi secoli, che affonda e confonde le proprie radici nella leggendaria visita che San Paolofece all' oppidum sito nei pressi dell'odierno centro abitato,[1] durante la sua permanenza a Siracusa nel 61 d.C.[2]
Storicamente, invece, il borgo nacque nel XVIII secolo.



Le origini 

La necropoli di Cava del Rivettazzo, prima testimonianza della presenza umana nel territorio solarinese

Sebbene la prima forma d'insediamento umano nella zona, risalga alPaleolitico superiore (III millennio a.C.), come può desumersi dal ritrovamento di una necropoli in località Cava del Rivettazzo, a 4 km (1 km in linea d'aria) circa, a nord dell'odierno centro urbano, ad opera di Paolo Orsi agli inizi del '900; il primo nucleo abitativo di cui si ha traccia, invece, è molto più recente e riguarda il periodo greco che va dal IV al III secolo a.C., come risulta dagli scavi archeologici effettuati, a pochi chilometri più ad Est del paese, in località Cozzo Collura, nel sito identificato come Pozzo della Chiesa, zona pianeggiante e, in passato, infestata dalla malaria.

Il Pozzo di San Paolo a Cozzo Collura,primo nucleo abitativo solarinese risalente al periodo greco


Le prime notizie ufficiali su Solarino, però, si hanno soltanto a partire dal 1296, anno in cui compare, nel ruolo dei feudatari sintetizzato dal De Spucches[3], come feudo
 baronale del siracusano Gutierre de Nava. Dopo vari passaggi di proprietà, il 15 dicembre 1656, fu investita del feudo, la nobile famiglia catalana dei Requisenz, giunta in Sicilia nel1453 con le truppe di Alfonso V d'Aragona.
Il 25 aprile
 1760, Don Giuseppe Antonio Requisenz, "Principe di Pantelleria, Conte di Buscemi e Barone delfeudo di Solarino", ottenne la licentia populandi da parte del Re Ferdinando I delle Due Sicilie e fece affluire nel propriofeudo: la popolazione del vicino villaggio del Pozzo della Chiesa, per sottrarla alle frequenti infezioni malariche, gli abitanti della masseria Trigona, nonché gli sfollati di Siracusa, Noto, e Canicattini Bagni che erano scampati alterremoto del Val di Noto del 1693, dando così vita al primo nucleo urbano che chiamò "Terra di San Paolo nel feudo di Solarino"[4].
L’autorizzazione a popolare i feudi, infatti, venivano effettuate tramite concessioni Regie che avevano lo scopo, mediante l’istituzione di nuovi comuni rurali, di assicurare alla nobiltà feudale, da una parte, la conservazione - di fatto - del proprio dominio sulle terre e, dall'altra, di creare più benessere per la popolazione, ma nel contempo, anche di aumentare i censi, le gabelle
 ed i proventi di dazi e dogane[5].
La Terra di San Paolo Solarino, fu costituita come comunello
 (termine usato nella burocrazia borbonica per indicare l'odierna frazione) del Comune capovalle di Siracusa[6].

Dall'autonomia comunale alla Seconda Guerra Mondiale 

Palazzo Requisenz (1759), il primo edificio costruito a Solarino.

Successivamente alla sua costituzione, il Comunello ebbe un grosso incremento demografico dovuto soprattutto alla presenza di coloni fatti provenire oltre che da diversi luoghi della Sicilia, anche dal Genovesato[7], dal Piemonte e soprattutto da Malta[8]. Presenza che è rinvenibile sia da cognomi di chiara origine maltese (Mallia, Gozzo, Cianci) e piemontese (Adorno) che ancor oggi sono presenti nel Comune; sia dai coronimi Cassara(cognome maltese), Maltese, Vizzinisi (termine siciliano per indicare gli abitanti di Vizzini), Calancon del vento (calanco è propriamente un particolare paesaggio collinare tipico delMonferrato e dell'Appennino ligure), Cozzo Modicano (da Modica, comune in provincia di Ragusa).

Non mancavano poi, tra i primi abitanti, anche famiglie provenienti dal Marocco («Maronitii») e dai Castelli Romani («Terrae Collium prope Romam habitatores»), come si desume dal Registro Parrocchiale dei Battesimi della Chiesa Madre[9].


Nel 1766, la Terra di S. Paolo
 contava già 235 abitanti, numero quasi triplicato dopo poco più di vent'anni; e, nel 1820 il fondatore chiese al Re di Napoli il permesso di «elevare San Paolo Solarino al rango di Comune autonomo»[10].

Seduta straordinaria ed informale del Consiglio Comunale di Solarino, indetto il 20 dicembre 2007 nell'ambito delle manifestazioni per il 180º anniversario dell'autonomia comunale.

Con Regio decreto n. 1687 del 20 dicembre 1827, Francesco I Re delle Due Sicilie, concesse al Comunello di San Paolo Solarino di separarsi da Siracusa, per costituirsi in Comune particolare (vale a dire, indipendente) avente la medesima denominazione, sancendone così l'autonomia amministrativa.
Tale autonomia, però, non fu immediata, dal momento che dapprima dovettero risolversi gli inevitabili problemi economici, logistici ed amministrativi legati alla ripartizione del territorio tra il Comune Capo-valle di Siracusa ed il neonato San Paolo Solarino. La decisione si ebbe il 14 luglio
 1828, ma la copia del verbale fu inviata al sindaco soltanto il 29 luglio 1930, per cui fino a quella data, Solarino era di fatto riunito ancora a Siracusa[11].
La popolazione del nuovo comune era prevalentemente rurale e costituita per la maggior parte da piccoli possidenti terrieri, e per la rimanente da braccianti agricoli, artigiani e piccoli commercianti; conseguentemente, le attività più praticate erano l'agricoltura
 e lapastorizia. Tale assetto economico-sociale, che sopravvisse fino alla Prima guerra mondiale, si rispecchiava perfettamente nella struttura urbana del paese.
Fino agli inizi del secolo scorso, infatti, la maggior parte delle abitazioni, eccezion fatta per i palazzi signorili (Requisenz, Conti Mezio e Sipala) era costituita da povere case al livello della strada, con una o due stanze, prive dei più elementari servizi igienici.
Nel 1850
 fu introdotta l’illuminazione pubblica mediante lampioni a petrolio; ma bisognerà aspettare il 1922 per l’elettrificazione della stessa. Nella seconda metà dell’Ottocento, venne pianificata la Piazza del Plebiscito e le vie adiacenti. Nel 1925, infine, iniziarono i lavori per l’incanalizzazione delle acque piovane e la costruzione dell'impianto idrico.
Agli inizi del Novecento, un considerevole il tasso di emigrazione riguardò soprattutto gli Stati Uniti d'America
 e l'Australia, dove sorsero numerose comunità solarinesi (a New Britain nel Connecticut, a Paterson[12] nel New Jersey e nel sobborgo di Melbourne, Moreland, in Australia) ma anche l’America Latina, l’Europa centrale (Svizzera e Germania) e le Regioni dell’Italia settentrionale[13]; che non riuscì ad essere bilanciato dall'immigrazione dei 4.000 profughi friulanigiunti nel siracusano dopo la Prima guerra mondiale, la maggior parte dei quali si sistemò a Solarino[14].

Di particolare rilevanza fu il ruolo di Solarino durante la Seconda guerra mondiale. Già tra settembre ed ottobre nel 1939, le campagne intorno all’Ospedale Vasquez furono scelte per effettuarvi un campo d’addestramento del I e del IVbattaglione del 75º Reggimento Fanteria; allo scoppio delle ostilità, il comune fu interessato dalla presenza di oltre 1300 sfollati provenienti soprattutto da Siracusa, Augusta e dai cosiddetti "Territori d’oltre mare", vale a dire dalle ex colonie africane; nel maggio del 1943, poi, Umberto di Savoia, allora generale del Gruppo Armate Sud vi passò in rassegna le truppe provenienti da Palazzolo, Buccheri, Vizzini e Grammichele che erano state schierate lungo la strada per Floridia; infine, tra l'11 ed il 13 luglio dello stesso anno, nei pressi del paese si combatté una delle più cruente battaglie che interessarono il territorio siracusano»[15].
Alla fine degli scontri, l’abitato, fortunatamente non si presentò particolarmente danneggiato. Erano crollati i tetti di qualche abitazione e c’erano delle buche causate dallo scoppio delle granate, ma nel complesso erano rimasti integri sia la chiesa
 che il Palazzo Municipale. Nel 1944, però, proprio quest'ultimo venne dato alle fiamme da un gruppo di giovani renitenti alla leva, con la conseguente distruzione degli archivi comunali, ragion per cui, non si hanno notizie molto precise sui primi anni di vita del Comune ed il confine fra storia e tradizione, per certi aspetti risulta molto labile.

La Battaglia di Solarino (11-13 luglio 1943) 

Lapide commemorativa del 50º Anniversario della Battaglia di Solarino.

Il 10 luglio 1943, dopo essere partito da Palazzolo Acreide alla volta di Siracusa, nell’intento di contrastare l'avanzata degli inglesi, il 75º Reggimento Fanteria, con a capo il colonnello Francesco Ronco, si rifugiò a Solarino - centro abitato più vicino - dopo essere incappato negli aerei inglesi che iniziarono a bombardare le truppe in marcia.
Raggiunta la compagnia ciclisti, di stanza proprio in quest'ultimo comune, il colonnello Ronco ordinò alla stessa compagnia di proseguire verso Floridia, ma nell’attraversamento del ponteMulinello, l’automezzo che precedeva i ciclisti fu preso di mira dai tiratori alleati
 posizionati sulle alture oltre il ponte e così si ripiegò su Solarino, dove nel frattempo erano giunti gli uomini del gruppo mobile D provenienti da Misterbianco[16].

La mattina successiva giunse la notizia che i reparti motorizzati britannici avevano già occupato Floridia. L’11 luglio, in rinforzo alla colonna del 75° Fanteria venne inviato anche il battaglione mortaidella divisione “Napoli”[17].. Alle ore 6, la colonna attestata fra Solarino e Floridia, riprese la marcia verso Siracusa, mentre i reparti corazzati britannici le andavano incontro e quasi mezz'ora dopo, iniziarono i combattimenti. Aumentando la pressione inglese, per evitare di essere circondato, il colonnello Ronco ordinò il ripiegamento sulle alture di Cugno Randazzo, che meglio di prestavano per la difesa.

Il 12 luglio, vennero fatti convergere su Floridia alcuni reparti britannici ritirati dal fronte di Priolo Gargallo; mentre altre truppe alleate provenienti da Noto ed Avola avevano già oltrepassato Palazzolo, erano già giunti presso le case dell’ex feudo Melilli (a 7 km da Solarino) e la colonna Ronco dovette affrontare l’avversario su due fronti[18].
Alle 4 del mattino del 13 luglio
 iniziò il definitivo attacco nemico: le infiltrazioni sui fianchi furono così profonde da minacciare il collegamento fra le posizioni della fanteria ed il gruppo d’artiglieria, per cui il ripiegamento fu d’obbligo. Verso le 13 tutta la zona di Cugno Randazzo fu invasa dal fuoco d’artiglieria e la reazione italiana andò via via scemando, fino a cessare completamente circa due ore dopo[19].
Durante le ultime fasi del combattimento perse la vita il sottotenente d’artiglieria
 Antonio Santangelo Fulci, al quale, nel1949 sarebbe stata concessa la medaglia d’oro al valor militare «per spiccate prove d’abilità militare» (Decreto dellaCorte dei Conti del 07/09/1949); mentre al colonnello Ronco che riuscì a mettere in salvo la bandiera di combattimento del 75º Reggimento Fanteria (che adesso è conservata nel sacrario del Vittoriano, a Roma), così come ai pochi superstiti dello stesso reggimento venne concessa la medaglia d’argento al valor militare.[20]

A cinquant'anni da quell'evento, il 13 luglio 1993,[21] alla presenza delle associazioni dei combattenti, dei reduci solarinesi, delle autorità civili e di un drappello d’onore della Divisione di Fanteria Aosta, vennero deposte due corone d’alloro, una presso il Monumento ai Caduti e l’altra, ai piedi di un ulivo secolare, in contrada Cugno Randazzo. Sempre in tale località, in prossimità della cappella dedicata alla Madonna del Carmelo, sul margine della strada statale 124, venne scoperta una lapide fatta collocare dall’Amministrazione Comunale, a memoria di tali accadimenti. Nella medesima manifestazione, fu conferita la cittadinanza onoraria ad memoriam, al generale Francesco Ronco, deceduto nel 1978.

Dal Secondo Dopoguerra ai giorni nostri 

Il cartello segnaletico antiracket, primo caso in Italia, di una segnalazione del genere.

Fino alla fine del secondo conflitto mondiale, Solarino era uno dei tanti paesi agricoli della provincia di Siracusa con un'attività artigianale appena bastevole per i consumi locali.
Tale situazione perdurò fino agli anni sessanta, quando con la nascita del polo petrolchimico siracusano
 nel tratto di costa compreso tra Targia ed Augusta, gran parte delle campagne furono abbandonate e Solarino, grazie alla propria posizione geografica, equidistante sia dagli agglomerati industriali che dal capoluogo di Provincia, conobbe il fenomeno dell’immigrazione con un conseguente incremento demografico, che l'ha portato ad essere, attualmente, il terzo maggior centro urbano della Provincia (dopo Siracusa e Floridia) per densità abitativa (566 ab./km²).

Tra gli anni ottanta e novanta, tutta la provincia di Siracusa fu colpita da una recrudescenza delle estorsioni[22] che non risparmiò nemmeno Solarino.[23] Così, nel 1995 venne costituita, tra i vari commercianti, l'Associazione antiracket e, tre anni dopo, venne firmato un protocollo d'intesa tra l'associazione stessa ed il Comune, per la concessione da parte di quest'ultimo di locali interni al Palazzo Comunale da destinare a sportello antiracket.[24] Infine, nel 1999, per commemorare l'evento, il Comune adottò un'iniziativa senza precedenti in Italia:[25]ad ogni ingresso dell'abitato fu apposto un cartello segnaletico che riportava sotto al nome del paese la dicitura «comune che ha detto no al racket».

Altra data da ricordare nella recente storia solarinese è stata il 17 settembre 2003. Per tre giorni, la provincia di Siracusa fu messa in ginocchio da una violenta alluvione abbattutasi sulla Sicilia orientale, ma i danni più ingenti si ebbero proprio a Solarino[26]. Soltanto nella prima giornata, vennero travolte cinquanta autovetture, molti edifici subirono dei crolli, tra cui la scuola elementare ed alcune famiglie dovettero rifugiarsi sui tetti delle case a causa dell'alto livello dell'acqua»[27].
Alla fine dell'evento meteorologico risultò danneggiato l'80% della rete viaria, venne distrutto il 70% della rete fognaria e di quella idrica e per giorni il paese rimase isolato dai Comuni limitrofi, per l'inagibilità del ponte Diddino e della statale per Siracusa e Palazzolo, nonché per l'interruzioni della linea elettrica e telefonica[28].

Sempre nel 2003,[29] sulla scorta degli incentivi disposti dalla legge regionale n. 30/2000 (cosiddetta legge Ortisi) è stata avanzata l'ipotesi della nascita dell'Unione dei Comuni tra Solarino e la vicina Floridia, al fine di una gestione collettiva dei servizi (tra i quali, polizia municipale, ambiente, trasporti pubblici, refezione scolastica), ferma restando l'autonomia amministrativa dei due enti locali.
Ipotesi che si è concretizzata nel 2010[30], anno in cui i consigli comunali
 dei due paesi hanno approvato l'atto costitutivo e lo statuto[31] dell'Unione dei Comuni - Monti Climiti.



Palagonia



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Palagonia
comune









Dati amministrativi

Stato

 Italia

Regione

 Sicilia

Provincia

 Catania

Territorio

Coordinate

37°20′0″N 14°45′0″ECoordinate: 37°20′0″N 14°45′0″E

Altitudine

200 m s.l.m.

Superficie

57 km²

Abitanti

16 547[1] (31-12-2010)

Densità

290,3 ab./km²

Comuni confinanti

Lentini (SR), Militello, Mineo,Ramacca, Scordia

Altre informazioni

Cod. postale

95046

Prefisso

095

Fuso orario

UTC+1

CodiceISTAT

087032

Cod. catastale

G253

Targa

CT

Cl. sismica

zona 2 (sismicità media)

Nome abitanti

palagonesi

Patrono

santa Febronia

Localizzazione

Palagonia


Posizione del comune di Palagonia nella provincia di Catania

Sito istituzionale

Palagonia (Palagùnia o Palaunia in siciliano) è un comune italianodi 16.429 abitanti della provincia di Catania in Sicilia.

Anticamente il nome della città era "Palica".

Sito al margine sud della piana di Catania, Palagonia si sviluppa a circa 200 metri sul livello del mare, ed è nota soprattutto per i suoi vasti agrumeti.



Storia

Il comune di Palagonia nella provincia di Catania

Il sito risulta abitato già nella preistoria; lo prova il ritrovamento di un insediamento paleolitico nei pressi dell'attuale cittadina. Sembra chePalikè, nei pressi dell'odierna Palagonia, sia stata fondata da Ducezionel 453 a.C. che ne fece la capitale del suo stato.

Ai tempi dei Siculi, Palikéera probabilmente già diventata un centro politico e religioso importante. A Paliké era situato un celebre santuario. La tradizione narra che gli dei chiamati Palici, oggetto di venerazione da parte dei Siculi, fossero nati dalle acque sulfuree del lago di Naftia, di origine vulcanica. Il tempio ad essi dedicato era probabilmente situato sulle sponde del lago stesso; nel tempio venivano praticati rituali oscuri e vaticini. Oggi il laghetto, detto anche mofeta dei Palici, non è visibile in quanto i suoi gas sono sfruttati industrialmente.

Nella zona è installata anche una stazione di monitoraggio del flusso di gas esalante dai suoli dell’area etnea, facente parte di una rete costituita da 10 stazioni di monitoraggio del flusso di CO2 eCH4 e dei parametri meteorologici. Le stazioni sono ubicate sui fianchi del vulcano ed in prossimità di Mofeta dei Palici per lo studio della geodinamica dell’area.

Durante il Medioevo il sito cadde sotto la dominazione normanna. Il conte Ruggero, nel 1169, inserì il feudo ed il territorio all'interno dell'arcidiocesi di Siracusa. Appartenne tra il XII ed il XIV secolo ad alcune tra le famiglie aristocratiche più importanti della Sicilia (Alagona, Ventimiglia, Passaneto, ecc.) Nel 1407 Giacomo Gravina divenne signore del feudo. Da allora in poi le vicende della città saranno legate al nobile casato dei Gravina-Cruyllas, fino alla morte di Francesco Paolo Gravina, ottavo e ultimo Principe di Palagonia, avvenuta nel 1854.

Tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento furono edificati alcuni palazzi di notevole pregio architettonico in stile neoclassico e liberty. Tra questi spiccano Palazzo Ponte in via Umberto, casa della famiglia dell'emerito prof. Gaetano Ponte, fondatore della prima cattedra in vulcanologia d'Europa, ove tra l'altro aveva sede un osservatorio geodinamico; Palazzo Blandini, prospiciente la Piazza Garibaldi, di recente restaurato per ospitare un piccolo museo comunale; Palazzo Politini di via Duca degli Abruzzi; Palazzo Blandini (ex sede delle Orsoline) sito in piano Barresi, casa natale dei fratelli Gaetano e Giovanni Blandini, rispettivamente vescovi di Agrigento e Noto.

Monumenti e luoghi d'interesse

L'Eremo di Santa Febronia

Il principale monumento della città è l'Eremo di Santa Febronia,basilica rupestre risalente al VI-VII secolo d.C. sita in contrada Coste. Si tratta di un ambiente con molta probabilità ricavato da una precedente tomba preistorica e che, attraverso varie trasformazioni, venne adibito successivamente a luogo di culto. La parete di fondo della basilica, che ospita l'abside, su cui sono affrescati il Cristo Pantocratore, contornato da un'Annunciazione e da altre quattro figure sullo sfondo (databili intorno al XV secolo); ai lati dell'abside sono raffigurati il Martirio di Santa Febronia e quello di San Bartolomeo, databili tra il XVI e il XVII secolo; mentre nella parete posta di fronte all'ingresso sono raffigurati: Santa Lucia, un Santo vescovo, un Angelo orante racchiuso entro un tondo, Sant'Agata, Sant'Anastasia, ed il Peccato originale anche questi databili tra il XVI e il XVII secolo. In questa parete è ricavato anche un secondo altare con nicchia atta ad ospitare una probabile icona, mentre nella parete a destra sono intagliati gli scranni per sedersi durante l'officiatura dei riti. Tra una delle finestrelle aperte sulla parete prospettica e l'affresco di Santa Febronia, si notano tracce di un altro affresco rimosso, raffigurante San Giovanni Battista. Al centro dell'ambiente dal piano di calpestio si scende attraverso dei gradini lapidei in un ambiente a "T" nelle cui pareti sono ricavate le nicchie con funzione di colatoi per i corpi dei monaci dopo la loro morte. Il processo serviva a mummificarliparzialmente. Un altro accesso all'oratorio è costituito da una scala lapidea posta sul retro.

Ogni anno si svolge una processione in cui la reliquia di Santa Febronia, patrona della città soprannominata a' Santuzzaviene portata all'eremo.

L'eremo è situato 5 km a est di Palagonia, sulla SS385 che conduce a Catania.

Rocchicella

L’altura di contrada Rocchicella (oggi in territorio di Mineo), si eleva nella Valle dei Margi. È facilmente raggiungibile dalla superstrada Catania-Gela (S.S. 417), dalla Catania-Caltagirone (S.S. 385), o dal centro abitato di Palagonia, da cui dista poco più di un chilometro. Sito di grande interesse storico-archeologico, sede di insediamenti umani fin dalla remota antichità (12.000/10.000 anni a.C.), nonché centro del culto misterico delle divinità paliche (personificazione dei laghi ribollenti di Naftia). Esso è menzionato da autori classici greci e latini come sede sia del celebre santuario dei Palici, che della città di Paliké. Da visitare i resti dell'Estaterion ed il Museo dei reperti archeologici rinvenuti in sito.

Basilica Paleocristiana di San Giovanni

È una costruzione singolare di cui si conservano l'abside ed alcune colonne, databile al VII secolo d.C. Molta piccola, era poco adatta a contenere i fedeli, tanto che si ipotizza la possibilità che essi assistessero dall'esterno, alle funzioni religiose. La chiesa non aveva vere e proprie pareti laterali ma una leggera cortina di archeggiati entro i quali erano inserite delle porte che venivano aperte durante le funzioni. Alcuni documenti della metà del XVI secolo, ci informano della sua appartenenza all'Ordine dei Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme.

Pozzo Blandini

Con l'impianto degli agrumeti, già esistenti alla fine del XVI secolo, vennero scavati dei pozzi per reperire acqua necessaria a coprire i fabbisogni estivi. Intorno ai pozzi vennero costruite delle strutture, come il pozzo Blandini che con i suoi oltre sei metri di altezza domina la piana circostante. All'esterno del pozzo vi era un ingegno, una "noria", azionata da animali per il sollevamento dell'acqua.

Eventi

Sagra dell'arancia a polpa rossa

Organizzata nel mese di Marzo, ha come protagonista il prodotto principale del paese: l'arancia a polpa rossa. Per la festa sono previsti stands riguardante il prodotto, intrattenimenti artistici e culturali, escursioni nei siti archeologici e mostre che raffigurano attrezzi agricoli e fotografie antiche.

Santa Lucia

Notevole importanza, da parte della cittadinanza, viene data a santa Lucia, la cui festa celebrativa è datata 13 dicembre. Le tradizioni popolari sono celebrate per la vigilia, con il tradizionale focolare per le vie del paese (Falò degli Usi) e la preparazione della Cuccia.

Settimana Santa

Il fulcro delle celebrazioni è rappresentato dalla venerazione del Cristo alla Colonna: il mercoledì, alle 4.00 del mattino, ha luogo l'apertura della chiesa Maria Ausiliatrice, per l'esposizione del Cristo; nella serata ha luogo la prima parte della processione per le vie del centro storico fino alla chiesa Madre. La notte tra il giovedì ed il venerdì ha luogo una veglia di preghiera in detta chiesa, da dove, nella tarda mattinata del venerdì, prende il via la seconda parte della processione del Cristo alla Colonna fino alla Chiesa Maria Ausiliatrice.Tali processioni sono accompagnate da numerosi confratelli in camice bianco e dai Cantori del Popule Meus che eseguono gli antichi canti della tradizione popolare. La sera del venerdì si tiene la processione con i simulacri del Cristo morto e dell'Addolorata.

Santa Febronia, Patrona della città

Certamente la ricorrenza cittadina più importante tra quelle religiose. I festeggiamenti si tengono in magna pompa ogni anno, dal 20 giugno al 2 luglio. Il fulcro si ha la sera del 24 giugno, vigilia della festa, con il tradizionale rito della "Spaccata 'o pignu", ossia la rievocazione scenica dell'apoteosi della santa in paradiso. Il 25 giugno, festa liturgica di Santa Febronia, in ricordo del suo martirio avvenuto nella città di Nisibis (odierna Nusaybin) l'anno 305, è contrassegnato da solenni celebrazioni e processioni per le vie cittadine, rituali che si ripetono anche il 2 luglio, ottava della festa. Particolarmente suggestivo è il pellegrinaggio che si tiene in un giorno dell'ottavario, presso la contrada Coste, con la reliquia della Santa. Completano il programma dei festeggiamenti, spettacoli, manifestazioni culturali e folkloristiche.

Evoluzione demografica

Abitanti censiti

 

Economia

L'economia di Palagonia è principalmente incentrata sulla coltivazione e sulla commercializzazione degli agrumi, principalmente delle arance, che vengono esportate in tutta Europa riscuotendo notevole apprezzamento tra i consumatori per le caratteristiche e alquanto uniche proprietà organolettiche.

Trasporti

Palagonia è attraversata dalla SS385 che la mette in collegamento con Caltagirone e Catania dalle quali città dista rispettivamente 30 e 52 km. A pochi chilometri passano, la Strada statale 194 Ragusana che collega Ragusa a Catania e la Strada statale 417 di Caltagirone che collega Catania a Gela. I collegamenti con le varie destinazioni sono assicurati da autolinee extraurbane. La stazione ferroviaria di Palagonia dista dal centro quasi 18 chilometri. Fino a qualche decennio fa vi era un notevole movimento di treni merci per trasporto di agrumi, oggi quasi del tutto spediti con autotreni via strada.

Note

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.

Voci correlate

  • Palikè

  • Ducezio

  • Michele Megna

  • Santa Febronia



Febronia di Nisibis



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(Reindirizzamento da Santa Febronia)



Santa Febronia


Martirio di S. Febronia - Eremo rupestre-bizantino di S. Febronia alle "Coste", Palagonia (CT). Autore ignoto del XV-XVI secolo.



Martire



Nascita

IV secolo

Morte

IV secolo

Veneratada

Chiesa cattolica, Chiese ortodosse, Chiesa copta

Ricorrenza

25 giugno

Santa Febronia (Nisibis, IV secolo – Nisibis, IV secolo) fu una cristiana che subì il martirio nell'antica Sibapolis, Nisibis (attualeNusaybin, provincia di Mardin nella Turchia sud orientale, ai confini con la Siria). Viene venerata come santa dalle Chiesecattolica, copta e greco-ortodossa.


Agiografia

Martirio di S. Febronia - Chiesa Madre Palagonia (CT), autore ignoto dell'800

Orfana all'età di due anni visse la sua esistenza all'interno di una di quelle comunità cristiane note, secondo quanto ci riferisce più tardi sant'Efrem il Siro da Nisibis, col nome "Figlie del Patto", nate inMesopotamia tra la metà del III secolo e l'inizio del IV secolo, di cui fu promotrice nella città di Nisibis S. Plotinide. Qui, sotto le cure della zia Brienna e della religiosa Tomaide, crebbe in virtù e dottrina, divenendo presto una grande guida spirituale per le consorelle e per le donne pagane della città.

Sotto la decima persecuzione indetta dall'imperatore Diocleziano viene catturata e condotta davanti al giudice Seleno. Il 25 giugno del 305, resistendo alle varie lusinghe, tra cui quella di convolare a nozze col giovane Lisimaco, nipote del giudice, e noncurante delle varie minacce, viene condannata almartirio. Il suo viene ricordato come uno dei più lunghi e cruenti martirii patiti dai cristiani dell'epoca: secondo la tradizione venne flagellata e sottoposta alle pene del fuoco, raschiata con pettini di ferro, le vennero tagliati i seni, le mani ed i piedi, cavati i denti ed infine fu decapitata. Nel 363 il corpo viene portato a Costantinopoli. Successivamente giunge a Trani, in Puglia, dove fino al '700 la santa viene venerata nel giorno 25 giugno con un motu proprio. Testimonianze del passaggio del corpo dalla città di Trani[1] sono un reliquiario ligneo del '500 ed una tela custoditi presso il Museo Diocesano.

Culto

Il suo culto vide un'ampia diffusione dall'Oriente all'Occidente, soprattutto grazie ai monaci di rito bizantino. È particolarmente venerata nel meridione d'Italia: a Palagonia (CT), a Patti (ME), ed a Minori (SA), anche se con variazioni leggendarie che la vorrebbero natìa di Patti e col nome di Trofimena (a Minori).[2] Sebbene i recenti studi agiografici (in particolare quelli di Paolo Chiesa e di Reginald Gregoire) abbiano chiarito l'Enigma delle Febronie, confermandole tutte variazioni della sola e unica Febronia di Sibapoli Nisibis, le tre località che la venerano come Patrona continuano a discutere vivacemente sull'argomento; in particolare Patti e Minori respingono la tesi della Santa nisibena a favore della tradizione orale che la vuole di origine siciliana. Un ulteriore contributo sulle origini storiche di questa enigmatica Santa è dato dal nuovo studio condotto da Maria Stelladoro che esplora il complesso insieme di aspetti cultuali che le ruota attorno, dall'antico Oriente all'Occidente, in particolare nelle tre città che la venerano come patrona.

Reliquiario ligneo di S. Febronia, secolo XVIII. Museo Diocesano di Trani.

Il suo culto si estese anche in Francia, importato dai monaci Celestini, restando comunque relegato negli ambienti monastici (molte priore ne hanno portato il nome, anche in vari monasteri italiani). A Milano, in corso Garibaldi esistono i resti dell'antica chiesa di Santa Febronia; nella città esisteva nel '600 un monastero ad essa intitolato, nonché un altare presso la chiesa di San Protaso. A Romanziol(fraz. di Noventa di Piave) si trova l'antico Capitello di s. Febronia, risalente secondo alcuni studiosi al XIV secolo. A Trani, in Puglia, ove era in passato molto venerata, nel Duomo esisteva, fino a prima dei lavori eseguiti nel 1837, una cappella a lei dedicata; ancora oggi si conservano presso il Museo Diocesano un pregevole reliquiario ligneo del XVIII secolo ed un dipinto che attesta in passato la custodia del suo insigne corpo presso la chiesa metropolitana della città. Sue reliquie sono custodite, oltre che a Palagonia (il pollice della mano destra), a Patti (vari frammenti) ed a Minori (il presunto corpo), anche a Roma, presso la chiesa di San Carlo ai Catinari (la testa, ivi trasferita dall'antica Chiesa di San Paolo),[3] mentre essa è anche raffigurata in una delle statue del Colonnato del Bernini in piazza S. Pietro. Un corpo di Santa Febronia viene altresì segnalato tra i venticinque corpi santi custoditi nella chiesa di San Giorgio, una della cosiddetta Quadreria delle Sette Chiese, a Monselice(PD). Una comunità di siciliani provenienti da Patti, emigrati ad Hoboken, ha trapiantato anche nella città americana il culto della Santa, edificandovi una cappella e istituendone la festa annuale, di cui si occupa la Società di Mutuo Soccorso Patti e Circondario. Intanto, una campagna di scavi archeologici condotta recentemente da un'équipe americana guidata dal dott. Michael Fuller, ha scoperto nella località di Tuneinir (Turchia), proprio nei luoghi di origine della Santa, ciò che viene segnalata come la tomba di Febronia nonché un reliquiario marmoreo per contenere un dente, che trova riscontro nel racconto della Passio.

Viene invocata per la protezione dai terremoti, per il dono della pioggia, per le malattie al seno. Suoi attributi sono la palma, la croce, il libro del vangelo, talvolta anche la tenaglia o la spada, questi ultimi a ricordarne alcune fasi del martirio.

Il Martirologio Romano ne celebra la memoria liturgica il 25 giugno, data nella quale viene ricordata anche dalla Chiesa copta e dalla Chiesa greco-ortodossa. La Chiesa etiope la venera con il nome di Cephronia, facendone memoria l'8 giugno. Importante notare come anticamente la festa di Santa Febronia cadeva il 14 febbraio, poi convertita in San Valentino; e lo stesso nome del mese di Febbraio deriva proprio da Februare (purificare) con preciso riferimento agli antichi riti che venivano celebrati prima dagli antichi romani in onore alla Dea Febris, e successivamente traslati nella Festa di S. Febronia.



POPOLI E ANTICHE DIVINITA'



Palikè



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Palikè







Civiltà

Greca

Utilizzo

Tempio

Stile

Classico

Epoca

453 a.C.

Localizzazione

Stato

 Italia

Comune

Mineo

Scavi

Date scavi

1995

Organizzazione

Soprintendenza dei beni culturali ed ambientali di Catania

Amministrazione

Ente

Assessorato dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana

Visitabile

si

sito web



Palikè è un sito archeologico italiano. L'area archeologica sorge in località Rocchicella, su un contrafforte basaltico a ridosso della vallata del fiume Margi, nei pressi di Palagonia, da cui dista circa 1 km, sebbene dall'inizio del secolo scorso sia stata annessa al territorio del Comune di Mineo. La regione ha recentemente acquisito l'area per aprirla al pubblico, realizzando anche un'area espositiva per esporre i materiali rinvenuti dagli scavi.

Le notizie sull'antica città sono incerte: ne parla Diodoro Siculo affermando che venne rifondata da Ducezio nel 453 a.C. La città di Palikè fu fondata sull'altura che domina la pianura dove si trovava l'antico santuario dei Palici, divinità indigene ben presto inserite nel pantheon greco. Secondo molti storici dall'antica Palikè trae origine l'odierna Palagonia, il cui toponimo significherebbe per l'appunto "Palica Nea" ossia la Nuova Palica. A partire dal 1995 alcune campagne di scavo della Soprintendenza dei beni culturali ed ambientali di Catania hanno permesso di individuare, nell'area davanti alla grotta che si apre ai piedi dell'altura, la presenza di una serie di strati archeologici che dal Mesolitico arrivano all'età sveva. All'età arcaica risalgono le più antiche strutture che si possono attribuire al santuario dei Palici che viene ricostruito con strutture monumentali quali portici e sala da banchetto nel V secolo a.C. probabilmente grazie all'iniziativa di Ducezio, capo siculo che avrebbe fissato la sede della sua lega di città sicule proprio presso il santuario del Palici. Secondo il mito greco gli dei Palici sarebbero nati dall'unione di Zeus con la ninfa Talia: il tempio sarebbe sorto sulle rive mefitiche del laghetto, dove si svolgevano alcuni riti tramite i quali i sacerdoti eseguivano vaticini e ordalie. Oggi il laghetto di Naftia non è visibile e i suoi gas vengono sfruttati industrialmente.



Palici



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I Palici sono una coppia di divinità ctonie sicule della mitologia romana e in minore estensione nella mitologia greca. Sono menzionati nelle Metamorfosi di Ovidio V, 406 e nell'Eneide di Virgilio[1] (quest'ultimo parla sia di un tempio nei pressi del fiume Simeto dedicato ai Palici, sia del vicino bosco di Marte dove il siculo Arcente addestrò nelle armi il figlio). Il loro culto è incentrato attorno a due piccoli laghi che emettevano vapori sulfurei nelle vicinanze di Palagonia ed erano associati ai geyser e al mondo sotterraneo. Accanto ai laghetti esisteva il santuario dedicato ai Palici, dove fu fondata la città sicula di Palikè. Nel santuario si esercitavano il giuramento ordalico, l’oracolo e l’asilo. Il giuramento avveniva attorno alle cavità da cui sgorgavano getti d’acqua. Ivi si poteva stabilire un contatto con la divinità a condizione che il chiamato in giudizio rispettasse un rituale. Il giurante si avvicinava alle cavità e pronunciava la formula del giuramento, iscritta su una tavoletta, che veniva gettata in acqua, se questa non galleggiava l’uomo veniva ritenuto spergiuro e punito con la morte o la cecità. L’oracolo indicava la divinità e il tipo di sacrificio necessario ad ottenere il favore. All’interno del santuario potevano trovare rifugio gli schiavi maltrattati da padroni crudeli. Questi ultimi non potevano portar via con la forza i loro servi, se non dopo aver garantito con un giuramento ai Palici di trattarli umanamente. L’origine della mitologia non è certa; una leggenda fa i Palici figli Zeus, o probabilmente di Efesto, con la ninfa Etna o Talia, ma altri affermano che i Palici erano figli del dio siculo Adranos. Il culto, oltre a quello del dio Adranos, è collegato con quello della dea Hyblaia. Il mito dei Palici è raccontato nelle Etnee di Eschilo di cui rimangono pochi frammenti.



Rosolini



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Rosolini
comune










La chiesa Madre di San Giuseppe

Dati amministrativi

Stato

 Italia

Regione

 Sicilia

Provincia

 Siracusa

Territorio

Coordinate

36°49′00″N 14°57′00″ECoordinate: 36°49′00″N 14°57′00″E (Mappa)

Altitudine

154 m s.l.m.

Superficie

76,15 km²

Abitanti

21 757[1] (30-04-2012)

Densità

285,71 ab./km²

Comuni confinanti

Ragusa, Ispica (RG), Modica(RG), Noto

Altre informazioni

Cod. postale

96019

Prefisso

0931

Fuso orario

UTC+1

Codice ISTAT

089016

Cod. catastale

H574

Targa

SR

Cl. sismica

zona 2 (sismicità media)

Nome abitanti

rosolinesi

Patrono

san Luigi Gonzaga

Giorno festivo

prima domenica di agosto

Localizzazione


Posizione del comune di Rosolini nella provincia di Siracusa

Sito istituzionale

Rosolini (Rusalini in siciliano) è un comune italiano di 21.757 abitanti[2] della provincia di Siracusa, situato nella zona sud-orientale della Sicilia.



Geografia

Rosolini dista 49 chilometri da Siracusa, ed è situata nella parte sud-occidentale della provincia. Sorge ai piedi dei monti Iblei e si trova a cavallo tra le province di Siracusa e Ragusa. Del comune, che è perlopiù un centro agricolo, resta la parte più antica dell'abitato, sorto agli inizi del secolo XVI, che è di impronta ottocentesca. Poco rimane del nucleo originario del centro. Rosolini però, è ricca di cave e di siti archeologici antichi che precedono la dominazione greco-romana.

La parte settentrionale del territorio del comune di Rosolini è separata da quella principale ed è frazionata a sua volta in due parti, unite soltanto da una strada. Ciò è dovuto al retaggio degli antichi confini tra i baronati del Val di Noto.

Storia

Lo stemma della città di Rosolini raffigura Un'aquila con ali spiegate con gli artigli adunchi e distesi, sormontata da una corona all'antica d'oro, con lo scudo dello stemma dei principi Moncada-Paternò sul petto e con una striscia ai piedi contenente la dicitura "Universitas Rosolinorum Regi beneficio" su fondo azzurro.

Le leggende mitologiche gli attribuiscono una diretta discendenza dal dio Vulcano, il cui figlio, scappato dall'Etna, fondò la città. Le vicissitudini storiche invece parlano delle famiglie Platamone, Moncada, Asmundo, Paternò. Riguardo al nome, questo verrebbe da una mescolanza di linguaggi dei popoli che si succedettero alla dominazione della Sicilia che, pare iniziando dai Greci che chiamarono queste terre con il nome di "Eloro", abbiano dato spunto ai Romani che le ribattezzarono "Rus Elorinum" da qui Rosolini. È più attendibile e realistico invece che il nome "Rusalini", come viene detto in dialetto, sia di derivazione araba come d'altronde tutte le contrade della zona. Infatti quando gli arabi conquistarono la Sicilia trovarono un impero bizantino in completo disfacimento e non fu difficile per loro insediarsi pacificamente nella zona portando i benefici della loro cultura. In particolare non stravolsero le tradizioni locali, chiamando quella che doveva essere il luogo di culto cristiano della zona più importante, nella traduzione letterale araba. Infatti nell'antico insediamento che gli arabi trovarono era ubicata (e tuttora esistente) una basilica cristiana scavata nella roccia dove si venerava una croce. Quindi gli arabi rispettando la tradizione locale non fecero altro che chiamare nella loro lingua quello che trovarono e cioè: "Rus Salib'ni" che letteralmente in italiano si traduce in "La Grotta della croce".(Vedi "Sull'origine del nome di Rosolini" di Carmela ed Ottaviano Perricone, edito dalla Pro-Loco nel 1992) Ad avvalorare la derivazione araba del nome "Rusalini" è da tener presente che tutte le contrade della zona hanno sino ad oggi nomi(anche se storpiati nei secoli) arabi tipo: "Nar Balata"(zona di acque) "saia rinnici"(canale costruito dagli arabi per bonificare tutta la zona paludosa della contrada) "ranati", "stafenna","gisira", "renna" e tante altre contrade che gli arabi identificarono e colonizzarono nel loro insediamento nella zona. Quindi non si capisce perché la contrada principale "Rusalini" dovrebbe uscire da questa logica e prendere il nome da un non meglio identificato insediamento greco ("Eloro") dove il suffisso "Rus" ed inesistenti testimonianze archeologiche ne vanificano questo tentativo interpretativo. Quindi è da ritenere più veritiero che il nome della città sia di origine araba.

Cittadini onorari

Sono "Cittadini Onorari" di Rosolini: S. Luigi Gonzaga (protettore della Città), San Giuseppe, I caduti di Nassyria (Il monumento si trova in Piazza Giovanni Paolo II - Verde a Valle), Padre Roberto Masinda (originario del Congo), Nicolò Mannino (fondatore e presidente del Parlamento della Legalità).

Gastronomia

Dal "maccu ri favi" che mangiarono gli antichi greci, alla "capunatina" di origine araba, al "tummali" di origine spagnola le specialità alimentari tipiche rosolinesi denotano le origini della popolazione che ha formazione composita e rivelano pure la fondamentale base da cui proviene.

Ricorderemo brevemente alcune tipiche specialità molte delle quali i giovani di oggi non conoscono, spesso piatti che si ritrovano in altre parti dell'Isola, ma che in ogni zona hanno un "quid" che li caratterizza, come per esempio l'aglio, la cipolla, l'aceto, il limone, l'origano, la noce moscata, l'acquavite, e che ne fa un prodotto culinario tipico del paese stesso.

Ancora nei ricordi d'infanzia di molte persone vi sono alcune donne, le cosiddette "monache di casa", che preparavano i pranzi nuziali, i pranzi di lutto, "cunsuli", o i dolci per i periodi festivi, i cosiddetti dolci di Riposto che erano di squisita ed inimitabile fattura.

Alcune loro ricette continuano ad essere preparate per cui gli antichi sapori si ritrovano ancora intatti in pietanze di cui diamo gli ingredienti base. Minestre pietanze di carne contorni, focacce, e dolciumi integrano così la cucina moderna del luogo. Tra le minestre ricordiamo: "u 'ncucciatieddu" costituito da frustoletti di pasta di grano duro cucinati in un amalgama di ricotta, acqua e pezzetti di zucca gialla previamente bollita; "a pasta ca muddica", pasta condita con mollica di pane brustolita, olio, aglio, formaggio pecorino; "i ravioli", pasta di grano a formelle quadrate con ripieno di ricotta, uova e maggiorana, conditi con sugo di carne di maiale o vitello ed infine, "i maccarruna e i cavatieddi", pasta a pezzettini vuota all'interno perché lavorata con un filo secco di grano ("usu"), o con un ago da calza "cavati" con le dita, conditi poi con sugo di carne di maiale, cosparsi di ricotta salata ed infornati.

Tra le minestre di legumi ricordiamo: "i favi a 'nzincaredda", fave sbucciate e cotte in acqua di cisterna condite con olio e sale e che si accompagnavano con cipolla cruda; "u maccu lurdu", sempre fave cotte insieme a ceci, fagioli, lenticchie e lardo di maiale. Quest'ultimo era il piatto popolare tipico del giovedì grasso e, infine, "i lolli no maccu", rollini di pasta amalgamati con il "maccu" a base di fave sbucciate ridotte a crema.

Tra le pietanze di carne oltre "o farsumauru" e "o iaddu a gna minicoria", particolarmente saporito è "a gnieddu e u ciaurieddu 'nfurnatu". Questo continua ad essere uno dei piatti più comuni dato che tutto il territorio di Rosolini e la sua zona di influenza, seppur non più prevalentemente adibiti alla pastorizia come nel passato, consentono ancora allevamenti ovini e caprini. Da ricordare poi "u pisciruovu a rosalinara", sorta di omelette formata da uovo, copolletta soffritta, prezzemolo, pepe ed asparagi selvatici, già cotti ed amalgamati con ricotta.

La tradizione della preparazione delle focacce non ha subito interruzione alcuna ed occupa ancora un posto di rilievo nella cucina locale: così abbiamo "a 'mpanata", pasta a dischi sovrapposti ripiena di broccoli, di baccalà o di anguille nel periodo natalizio, di carne di agnello nel periodo pasquale ed infornata; poi ancora "a nfigghiulata", disco di pasta stirata con mattarello ("lasagnaturi"), farcita con ricotta amalgamata ad uova, sale, e pezzetti di salsiccia, ripiegata in tre parti ed infornata dopo averne accostato i bordi; infine "a cucca", striscia di pasta stirata con mattarello, farcita con pezzetti di formaggio e salsiccia ed infornata, dopo averla arrotolata.

Tra i dolci ricordiamo "i gravazzati", striscia di pasta stirata con mattarello e farcita con un amalgama di ricotta, pezzetti di cioccolato e zucchero a velo; "i pasti fuorti", amalgama di farina, zucchero e albume; "i ramuzzi", dolce preparato con impasto di farina e miele di "satra"; "i mustazzola", amalgama di farina e vino cotto; "i ricci ri miennila", dolci di mandorla, i cui semi sbucciati e triturati finemente si amalgamano ad albume e zucchero, offrono un motivo in più per i buongustai a venire a Rosolini ove li potranno assaporare nelle diverse pasticcerie che li producono.

Cultura

Il nome della cittadina sembrerebbe derivare dal latino Rus Elorinum, che indicava il territorio di Eloro, antica colonia siracusana del sec. VII a.C. o più verosimilmente dall'arabo "Rus Salib'ni" traduzione letterale di "Grotta della croce" ,riferendosi gli arabi (che colonizzarono tutta la zona per secoli)alla basilica bizantina scavata nella roccia ed ubicata nel vecchio nucleo abitativo della Città. Appartenne alla famiglia Platamone dal sec. XV col titolo di baronia, ma il centro abitato fu fondato da Francesco Moncada principe di Lardaria solo nel 1713, dopo aver avuto il feudo per successione dalla moglie Eleonora Platamone. Di particolare rilevanza architettonica sono il Castello dei Platamone, costruito nel 1668che conserva all'interno una basilica paleocristiana del sec. V e la chiesa Madre edificata tra il XVIII e il XIX secolo. Sono inoltre interessanti i resti archeologici di Cava Lazzaro, che conserva delle necropoli dell'età del bronzo.
Fino al 1712 Rosolini era uno dei novantatré feudi del vasto territorio di Noto.

Nel 2010 è stato istituito dall'Amministrazione Comunale il premio "Rosolini - il Carrubo d'Oro" che viene assegnato, da un apposito Comitato d'Onore, ai cittadini rosolinesi che si distinguono nelle arti, nella cultura, nelle scienze e nel sociale portando alto il prestigio di Rosolini. Nel 2010 il premio è stato conferito a Daniele Sipione (il cancelliere dei lebbrosi, fondatore dell’associazione senza scopo di lucro “I nostri amici lebbrosi”), nel 2011 al dott. Ottavio Arancio (associato di Patologia e Biologia Cellulare della Columbia University, che si interessa di studi sulla malattia dell’Alzheimer), nel 2012 ai coniugi Caterina e Giorgio Calabrese (studiosi dietetici).

Media

Radio

Tante sono state le radio libere nate a Rosolini. Attualmente l'unica Radio che trasmette dalla città è Radio Ram (Radio Audizioni Mediterranea). L'emittente viene fondata tra la fine di ottobre 1976 per prove tecniche, ma inizia a trasmettere attivamente dal 26 gennaio 1977, data di iscrizione al tribunale di Siracusa. Tanti sono stati i noti personaggi che hanno trasmesso sulle frequenze di Radio Ram, tra i quali Luigi Meli e Luigi Perricone (ex direttore). Gli attuali direttori sono Giuseppe Moncada (proprietario e fondatore) e Giuseppe Lorefice (direttore del Radio Giornale).

In passato sono state protagoniste altre emittenti:

  • Radio Centro Rosolini

  • Radio Noi

  • Radio Noi 2

  • R.O.M. Radio Onde Musica

  • R.G.R Radio Gallo Rosolini

  • Radio Eloro

  • Radio Canale 3

Giornali

Il 14 marzo 1985 nasce il Corriere Elorino, un periodico con cadenza quindicinale fondato da Luigi Perricone.

Eventi

  • San Luigi - Festa del Santo Patrono. Ricorre la prima domenica di agosto;

  • San Giuseppe. La festa di S. Giuseppe viene festeggiata la prima domenica successiva al 19 marzo. Una delle caratteristiche della festa è la classica Cavalcata votiva che si effettua da qualche anno in Via Sipione (da pochi anni spostata in Via Manzoni);

  • Sfilata votiva S. Giuseppe dell'associazione "Amici per la 500" ;

  • Processione del Venerdì Santo con la "Santa Spina", il "Cristo alla colonna", il "Cataletto" e "l'Addolorata";

  • La Pace - Storico corteo religioso della domenica di Pasqua;

  • Festa della Croce Santa;

  • "Festa della Misericordia" - la domenica successiva al 5 giugno;

  • "Palio del Grano" - maggio;

  • "Festa Cuore Immacolato di Maria" - giugno. Processione del simulacro della Vergine Maria per le vie della parrocchia;

  • "Sikula Reggae Festival" - agosto;

  • "settembre Elorino" - settembre;

  • "Sagra del Carrubo" - settembre;

  • "Festa Sacro Cuore di Gesù" - settembre;

  • "Sagra del Mosto" - prima domenica di ottobre;

  • "Befana Nerazzura - festa della beneficenza e della solidarietà" - gennaio;

  • "Moto Raduno" - 1º maggio;

  • "Estate in Rosolini" - da luglio a settembre;

Lingua e dialetto

A Rosolini viene parlato comunemente la lingua siciliana, nella variante facente parte della metafonica sud-orientale usata a cavallo tra le provincie di Siracusa e Ragusa che si differenzia per certi versi dalla lingua siciliana tradizionale. La differenza principale riguardo alla fonetica è il mancato uso rispetto al resto delle parlate principali della lettera H in molte parole. Es. A "Chiavi" diventa "Ciavi", "Chiamari" diventa "Ciamari", "Acchianari" - "Accianari",ecc. Un altro aspetto caratteristico è l'utilizzo della lettera "r" a posto della "d" in molte parole es "di" diventa "ri", "dumani" diventa "rumani". Ultima caratteristica è il cambiamento del suono classico "ggh" che viene pronunciato "ddj" es. "buttigghia" viene pronunciato "buttiddja", "pigghiari" diventa "piddjari" e via dicendo. Vi è inoltre presente un fenomeno riscontrabile esclusivamente nei comuni di Rosolini, Ispica e Pachino: la pronuncia della "c" davanti a una vocale tende ad essere pronunciata come un "g" anziché "sci" come nel resto della Sicilia. Es. "bicicletta" viene pronunciata "bigicletta" anziché "biscicletta".

Monumenti e luoghi d'interesse

L'Eremo di Croce Santa

  • Chiesa Madre San Giuseppe, dove si conserva la mandibola di San Luigi Gonzaga[3]

  • Chiesa di San Francesco

  • Chiesa di Santa Caterina

  • Chiesa del Santissimo Crocifisso

  • Santuario Sacro Cuore

  • Fontana dei Tritoni

  • Madonnina Seicentesca

  • Basilica Ipogeica

  • Castello Platamone

  • Eremo di Croce Santa

  • Cava Lazzaro

  • Madonnina del Buon Consiglio

Trasporti

  • Rosolini si trova sul percorso della Strada statale 115 Sud Occidentale Sicula che va da Siracusa fino a Trapani.

  • Dal 2008 Rosolini è anche servita dall'autostrada A18 Siracusa - Gela che al momento termina proprio a Rosolini.

  • La stazione dei treni di Rosolini si trova alla periferia sud dell'abitato e fa parte della linea ferroviaria Siracusa-Gela-Canicattì.

Sport

  • A.S.D. Rosolini, squadra di calcio che milita nel campionato di Eccellenza;

  • A.S.D. Expert Rosolini, squadra di calcio a 5 che milita nel campionato regionale di serie C2;

  • A.S.D. Rosolini CorAnt basket.

  • A.S.D. Ciclistica Rosolini squadra di ciclismo amatoriale Presidente Caschetto Ignazio

Demografia

Abitanti censiti[4]

 


Solarino

(Ultimo aggiornamento 2007)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Solarino
comune









Dati amministrativi

Stato

 Italia

Regione

 Sicilia

Provincia

 Siracusa

Territorio

Coordinate

37°6′0″N 15°7′0″ECoordinate: 37°6′0″N 15°7′0″E (Mappa)

Altitudine

165 m s.l.m.

Superficie

13,01 km²

Abitanti

7 820[1] (31-12-2010)

Densità

601,08 ab./km²

Comuni confinanti

Floridia, Palazzolo Acreide,Priolo Gargallo, Siracusa,Sortino

Altre informazioni

Cod. postale

96010

Prefisso

0931

Fuso orario

UTC+1

CodiceISTAT

089018

Cod. catastale

I785

Targa

SR

Cl. sismica

zona 2 (sismicità media)

Cl. climatica

zona C, 966 GG[2]

Nome abitanti

solarinesi

Patrono

san Paolo Apostolo

Giorno festivo

25 gennaio e prima domenica d'agosto

Localizzazione

Solarino


Posizione del comune di Solarino nella provincia di Siracusa

Sito istituzionale

Solarino (San Pàulu in siciliano) è un comune italiano di 7.782 abitanti[3] della provincia di Siracusa in Sicilia.

Si trova nell'hinterland siracusano, a 17 km a nordovest delcapoluogo. È il più piccolo comune, per estensione, della provincia, ma nel contempo è anche il terzo maggior comune della provincia per densità abitativa, dopo Floridia e Siracusa.

La sua importanza, all'interno della provincia, è legata soprattutto alla lavorazione dei prodotti agricoli. Nel comune, infatti, converge annualmente, sia gran parte della produzione olivicola della zona per la molitura, sia una quantità di mandorle di circa 65.000 quintalipari all'80% della produzione siciliana.[4]



Geografia fisica 

Il centro abitato di Solarino sorge su un declivio collinare compreso fra 190 e 145 m s.l.m.; la casa comunale è posta a 165 metri sul livello del mare, pertanto tale è l'altitudine ufficiale del comune.[5]

Anche il territorio comunale si estende su una zona collinare denominata Val d'Anapo,[6] estrema propaggine orientale dei Monti Iblei che degradano verso la Piana di Siracusa, delimitata dai seguenti confini fisici: le cave Cirino e Spampinato-Culatrello a sud-ovest; i declivi dell'alta valle dell'Anapo a nord-est; la Piana diFloridia a sud-est. Per tale motivo, l'altitudine è variabile: si passa da una minima di 120 metri, in contrada Macchiotta ad una massima di 390 metri, in località Trigona, con un'escursione altimetrica di 270 metri.[7]

L'aspetto dell'agro solarinese è caratterizzato dalla macchia mediterranea e dagli uliveti della zona collinare, nonché dagliagrumeti della pianura sottostante. Diffusi anche mandorli, carrubie fichi d'India il più delle volte posti sui confini di proprietà degli stessi agrumeti.

Clima 

Per approfondire, vedi la voce Stazione meteorologica di Siracusa.

Il clima, temperato di tipo mediterraneo, è caratterizzato da inverni miti ed estati abbastanza calde e non si discosta molto, nella rilevazione dei valori, da quello del capoluogo di provincia. La temperatura raggiunge i valori più elevati nei mesi di luglioe agosto (37 °C di media, ma con punte anche superiori a 40 °C) e quelli più bassi nei mesi di dicembre e febbraio (che raramente raggiungono gli 0 °C), mentre la media annua si attesta intorno ai 18 gradi centigradi. I mesi più piovosi sonoottobre e novembre, quelli più secchi, luglio e agosto. Sono molto scarsi i fenomeni della nebbia e delle grandinate, così come i giorni caratterizzati da forti venti, che in inverno, provengono maggiormente da occidente, mentre in estate ed inautunno soffiano perlopiù da nord-est; rarissime le nevicate.[8]

Per quanto attiene alla Classificazione climatica, introdotta dal D.P.R. n. 412 del 26 agosto 1993, il Comune fa parte della cosiddetta zona C, avendo un fabbisogno termico di 966 GG.

Solarino non ha stazioni meteorologiche. Un'indicazione di massima, però, è fornita principalmente dai dati rilevati dalla stazione di Siracusa ubicata a pochi chilometri dal territorio solarinese:

SIRACUSA (23 m s.l.m.)

Gen

Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

Ago

Set

Ott

Nov

Dic

Anno

Temperatura massima media (°C)

14,8

15,3

17,1

19,7

23,7

28,2

31,3

31,2

28,1

24

19,6

16,3

22,4

Temperatura minima media (°C)

7,3

7,5

8,7

10,7

13,9

17,8

20,7

21,2

19,2

16

12,1

9

13,7

Piogge (mm)

75

52

44

30

16

5

3

7

44

78

94

78

526

Territorio 

Centrale idroelettrica dell'Anapo.
Il bacino di contenimento inferiore, nei pressi di Solarino.

Il territorio comunale è considerato una zona a sismicità medio-alta (zona 2) ai sensi dell'Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003 che ha istituito la Classificazione sismica dei Comuni italiani.

Il motivo litologico predominante nel comprensorio comunale è caratterizzato da sedimi calcarenitibiancastri - ben cumulati - che in superficie si presentano discretamente alterati ed incisi da valloni nei quali scorrono piccoli torrenti asciutti per gran parte dei mesi dell'anno. Tali sedimi sono stati denominati dalla letteratura geologica "formazione Monti Climiti" riferita all'Oligocene-Miocene.[9] La roccia affiorante di natura calcarea, che costituisce più della metà del territorio, non ha una struttura uniforme, essendo in alcuni punti compatta ed in altri, abbastanza friabile, dando così origine a formazioni ipogee, come ad esempio la Grotta del Ventaglio. La rimanente parte, è costituita darocce sedimentarie clastiche come brecce conchiliari risalenti al Quaternario ed al Pliocene, calcari sabbiosi, arenarie econglomerati argillosi di pochi metri di spessore.

Dal punto di vista pedologico, i terreni solarinesi formati dalla decomposizione della roccia affiorante hanno un pHleggermente basico e un colore rossastro causato dalla presenza di idrossido di ferro proprio dell'ambiente alcalino deicalcari che favorisce la formazione di ematite; mentre, quelli di natura alluvionale hanno un colore che varia dal bruno, al rosso, al giallo cupo.[10]

Per quanto concerne l'idrografia, il territorio solarinese rientra nel bacino del fiume Anapo che, a pochi chilometri dall'abitato, è stato convogliato in due invasi artificiali, al fine di sfruttare l'energia cinetica delle acque per produrreenergia elettrica attraverso l'omonima centrale.[11]

Storia 

Per approfondire, vedi la voce Storia di Solarino.

La storia delle origini di Solarino è avvolta nel mistero ed è spesso labile il confine tra realtà e leggenda, a causa di unincendio che nel 1944 distrusse l'archivio comunale, rendendo alquanto ardua la ricostruzione storica. Sebbene siano molteplici le testimonianze archeologiche della presenza umana nell'odierno territorio comunale, fin dalla preistoria,[12]la fondazione del primo nucleo abitativo si ebbe soltanto nel XVIII secolo[13] ad opera del principe di Pantelleria Giuseppe Antonio Requisenz.[14]

Le prime notizie certe su Solarino, però, risalgono al XIII secolo, quando viene annoverato come feudo baronale nel ruolo dei feudatari da De Spucches.[15] Fino ad allora, la storia tende a confondersi con la tradizione che vede la predicazione di San Paolo nelle terre solarinesi, durante la sosta di tre giorni che quest'ultimo fece a Siracusa nell'anno 61.[16]

Date fondamentali della storia solarinese, oltre al 25 aprile 1760, concessione della licentia populandi e, quindi, fondazione del primo nucleo abitato, sono il 20 dicembre 1827, giorno in cui il re Francesco I, concesse al «Comunello» di San Paolo Solarino l'autonomia amministrativa,[17] ed il 13 luglio 1943, quando nelle campagne intorno al paese, dopo tre giorni di combattimenti, si concluse uno dei più sanguinosi scontri della Seconda guerra mondiale in provincia di Siracusa, conosciuto come Battaglia di Solarino.[18]

Il primo stemma comunale in vigore dal 1827 al 1920, in cui si riporta l'antico nome del Comune "San Paolo Solarino".

Toponimo 

Il significato del toponimo Solarino è poco chiaro. Secondo una tesi,[19]potrebbe derivare dal siciliano sularinu, che significa "solitario", forse perché riferito alla chiesa che originariamente era isolata dal primo nucleo abitato; secondo altri autori,[20][21] invece, il toponimo è di origine latina derivando dalla parola solaris o solarium che significa "soleggiato", riferito alla posizione geografica del territorio. A fondamento e conferma di tale teoria, gli stessi autori pongono il riscontro con il nome di una delle contrade di Solarino,Soliardo, dal latino solis (= sole) ardeo (= brucio, avvampo, splendo), cioè "brucio o splendo per il sole", e quindi "luogo assolato".[22]

Solarino, però, non è sempre stato il nome del comune in questione. Durante il Regno delle due Sicilie infatti, il nome ufficiale del paese era "Comune di San Paolo Solarino", e così anche sotto il Regno d'Italia, almeno fino al 9 settembre 1920, quando negli atti ufficiali preparatori per le elezioni comunali del successivo mese di ottobre, comparì per la prima volta la dicitura "Municipio di Solarino". Soltanto nel 1922, dopo quasi cent'anni di autonomia comunale, fu introdotto il sigillo comunale con l'iscrizione "Comune di Solarino", attuale denominazione del paese. Il riferimento a San Paolo, però, non era del tutto casuale.[23] Infatti, durante il viaggio che nel 60 d.C., dalla Cilicia lo portava a Roma, l'Apostolo delle Genti, approdato nel 61 d.C. a Siracusa vi sostò per tre giorni.[24] Secondo la tradizione locale, durante tale sosta, nonostante la custodia militaris cui era sottoposto,[25] il Santo visitò anche l'oppidum presente nella zona di Cozzo Collura,[26] nei pressi dell'odierna Solarino, dove - si narra - fece miracolosamente sgorgare dell'acqua, dopo aver battuto la terra con il piede; in effetti, in tale luogo sono stati ritrovati dei reperti archeologici relativi al periodo romano che va dal II al IV secolo tra cui i ruderi di una chiesa paleocristiana e un pozzo, ragion per cui, ancor oggi, il sito in questione è chiamato dagli abitanti del luogo Puzzu 'i San Paulu (Pozzo di San Paolo).[27]

Quanto al cambiamento di denominazione del Comune, da San Paolo Solarino in Solarino, seppur non ci sia alcuna spiegazione ufficiale, secondo lo studioso P. Serafino M. Gozzo[28] tale evento è da collegarsi alla volontà politica del Sindaco dell'epoca, Carmelo Lamonica, di laicizzare le istituzioni, eliminando il riferimento alla figura religiosa del Santo dal nome del Comune. Proprio lo stesso Gozzo, con istanza presentata il 23 settembre 1978, si fece promotore di un'iniziativa popolare perché venisse ripristinato il nome originario di San Paolo Solarino, la sua richiesta, però, non ebbe alcun seguito da parte dell'amministrazione dell'epoca, nonostante fosse suffragata da oltre duemila firme di residenti.[29] Il nome dell'Apostolo di Tarso, tuttavia, non è andato perduto, ma continua ad esistere ancor oggi nella denominazione dialettale del paese, appunto: San Paulu e nel conseguente nome per i suoi abitanti, detti sampalísi (= "sampaolesi")[30] o addirittura paliddi (letteralmente "paolini").

Simboli 

Per approfondire, vedi la voce Stemma di Solarino.

Gonfalone comunale

L'attuale stemma civico risale agli anni venti e venne concesso da Vittorio Emanuele IIIcon Decreto Reale del 19 settembre 1921. Esso è uno scudo racchiuso da due fronde: una d'alloro ed una di quercia e sormontato dalla corona murale del Comune, la cui descrizione araldica è la seguente:«d'azzurro, a tre spighe di frumento, col sole nascente e raggiante al cantone destro dello scudo, il tutto d'oro».[31]

Il gonfalone si presenta partito di giallo e d'azzurro, caricato dello stemma comunale e con l'iscrizione centrata in oro, recante la denominazione del Comune. Venne concesso soltanto negli anni ottanta con Decreto del Presidente della Repubblica, sulla base della delibera consiliare n° 19 del 14 maggio 1983.[32]

Monumenti e luoghi d'interesse 

Chiesa Madre San Paolo Apostolo.

I principali siti d'interesse di Solarino sono senza dubbio quelli legati alla tradizione ed al culto del Patrono, i cosiddetti luoghi paolini, vale a dire il Pozzo di San Paolo, la Grotta di San Paolo ed i resti della Chiesa di San Paoloche si trovano a Cozzo Collura, nonché la Chiesa madredel paese intitolata proprio all'Apostolo di Tarso.

All'interno del centro urbano, poi, oltre ai palazzi signorili, e alla stessa Chiesa Madre, edifici risalenti tutti al XVIII secolo, sono da segnalare il Monumento ai Caduti e l'Ospedale Vasquez costruiti negli anni venti ed il recente Monumento alla Pace.

Nei pressi dell'abitato, invece, degni di nota insieme ai già citati scavi di Cozzo Collura, sono la zona archeologica di Contrada San Demetrio, la necropoli di Cava del Rivettazzo e la centrale idroelettrica dell'Anapo.

Di seguito, la descrizione[33] dei luoghi di maggior interesse.

Luoghi di culto 

  • Chiesa Madre San Paolo Apostolo, posta sul lato sudoccidentale della principale piazza del paese (Piazza del Plebiscito), risale alla seconda metà del XVIII secolo, ma il suo completamento si ebbe soltanto dopo più di cent'anni, nel 1887.[34]

  • Chiesa Madonna delle Lacrime, costruita nel 1966 e consacrata dieci anni dopo, si trova in via Matteotti, n. 97 nel quartiere della Stazione, nella parte nordorientale del paese.[35]

Monumenti 

Palazzo Requisenz.

  • Palazzo Requisenz (XVIII secolo), è stato il primo edificio dell'attuale centro abitato, si trova in Piazza del Plebiscito, quasi dirimpetto al Palazzo Comunale e rappresenta l'unico esemplare di arte catalana tuttora presente in Sicilia. Nel 1993, a seguito del Decreto dell'Assessorato ai Beni culturali ed ambientali dellaRegione Siciliana n. 5732 del 27 marzo, a tale edificio venne concessa la tutela ai sensi della Legge n. 1089 del 1939, vale a dire la sua elevazione a monumento nazionale d'interesse storico-artistico.[36]

  • Palazzo dei Conti Mezio, si trova in Piazza del Plebiscito. Risalente al XVIII secolo, dal 1927 è l'attuale sede municipale, dopo che era già stato acquistato dal Comune nel 1897, a seguito del fallimento economico degli originari proprietari. Successivamente, nell'ala del palazzo che dà sul Corso Vittorio Emanuele, è stata ricavata la sede della locale stazione dei Carabinieri, mentre in quella che si affaccia su via Garibaldi trova ospitalità l'unicoufficio postale del Comune.

  • Palazzo Sipala (XVIII secolo), è situato lungo il Corso Vittorio Emanuele ed al suo interno è stata ricavata una struttura ricettiva di bed & breakfast.

  • Ospedale Vasquez, edificio in stile coloniale costruito negli anni venti, si trova in Via Piave, nella periferia sud del paese. Sorto come presidio sanitario, secondo l'intenzione del donatore dello stabile, a causa di varie vicissitudini politiche e burocratiche non fu mai utilizzato come tale.[37]

    Ospedale Vasquez.

  • Monumento ai Caduti in Guerra, voluto dal sindaco Salvatore Cianci, nel 1927, si trova sul lato nord-est di Piazza del Plebiscito. Nel mese di aprile del 2007 è stato sottoposto a lavori di restauro, nell'ambito del più vasto processo di riqualificazione urbana che ha interessato la piazza su cui sorge, concernenti l'installazione di faretti per l'illuminazione autonoma e di colonnine in ferro a delimitarne il perimetro.[38]

  • Monumento alla Pace, costruito nel 1990 seguendo il progetto dell'artista Francesco Caldarella, rappresenta un Mercurio alato stilizzato ed è posizionato all'ingresso sud-est del paese, nel largo Gandhi.[39]

  • Monumento in Memoria della Battaglia di Solarino, si trova tra le località Cugno Randazzo e Zaiera (zona Madonnina o Cava Campieri), sul margine sinistro - uscendo da Solarino - della SS 124, in direzione di Palazzolo Acreide, in prossimità del Km 102 e consiste in una lapide commemorativa posta nel 1993 in occasione del Cinquantenario della predetta battaglia, svoltasi dall'11 al 13 luglio del 1943.[40]

  • Cava del Rivettazzo, è una necropoli paleolitica situata a circa 4 km a nord dell'abitato, lungo la strada provinciale che conduce a Sortino. La sua importanza consiste nel fatto che essa, nonostante le piccole dimensioni, è l'unico sito che testimonia tutte le fasi della civiltà sicula.[41]

    Cava del Rivettazzo.

  • Contrada San Demetrio, è una località che si trova poco distante da Cozzo Collura ed in cui sono stati ritrovati i resti di un insediamento risalenti al periodotardo romano - bizantino.

  • Cozzo Collura, è una zona rurale che si trova a circa 2 km ad est dell'abitato; di particolare rilievo sono gli omonimi scavi archeologici, risalenti a due differenti periodi storici, IV - III secolo a.C. e II - IV secolo d.C., testimonianza del primo nucleo abitato del comprensorio solarinese.[12]

Luoghi naturali 

  • Grotta del Ventaglio, è un ipogeo naturale che si trova sotto Via Dante. Scoperta casualmente alla fine degli anni ottanta durante alcuni lavori di scavo,[42] attualmente il sito è chiuso al pubblico per via della posizione, in quanto situato sotto una strada urbana a soli 50 cm - un metro al massimo - dal piano stradale.[43]

  • Parco "Robinson - Beata Maria Crocifissa Curcio", si trova in Via Palermo, di fronte alla Villa Comunale. Al suo interno sono installati vari giochi per bambini (altalene, giostre, scivoli) ed una tribunetta in legno, installata nel 2000, che sostituisce il "labirinto" da cui il parco originariamente prendeva il nome (Parco del labirinto).[44] Nel 2006 è stato dedicato alla Beata Maria Crocifissa Curcio.

Cozzo Collura, Pozzo di San Paolo.

  • Parco Urbano "Maria Grazia Cutuli", progettato nel 2000,[45] si trova nella zona nordorientale del paese, alla fine di Via Ruggero Settimo e si estende su una superficie di 6060 metri quadrati. la sua area è delimitata da muretti a secco e da uno steccato in legno e comprende percorsi pedonali, ciclabili, aree di sosta e di gioco per i bambini. Il 20 dicembre 2001 è stato intitolato alla memoria della giornalista cataneseuccisa un mese prima, in un attentato inAfghanistan.[46]

  • Villa Comunale, istituita nel 1973, rimase chiusa al pubblico dal 1985 al 1997 a causa del protrarsi dei lavori di rifacimento e della mancanza di personale che badasse alla struttura. Estesa su poco più di 1300 metri quadrati, si trova in Via Palermo, nei pressi dell'Ospedale Vasquez e si sviluppa su vari livelli, a causa della conformazione collinare del terreno. I livelli sono messi in comunicazione tra loro attraverso una serie di scale e passerelle in legno. Al suo interno si trovano una pineta, un boschetto di cedri,faggi ed acacie ed un giardino roccioso.[47]

  • Bacino inferiore della Centrale dell'Anapo, si trova a circa 4 km (2 in linea d'aria) a nord dell'abitato, lungo la Strada Provinciale 76 nei pressi del ponte Diddino. Posto a circa 84 m s.l.m., ha un'estensione di 460 km² e un'altezza di 30 metri con una capienza di 7 milioni di metri cubi d'acqua.[48] Dal 2002, l'Enel, che gestisce la centrale in oggetto, nell'ambito della manifestazione Centrali aperte, organizza una serie di manifestazioni, tra cui gare di moto d'acqua,[49] visite guidate all'impianto e lezioni teoriche e pratiche di canoa/kayak,[50] che hanno portato, nel 2003, alla stipula della convenzione tra il gestore elettrico ed i comuni di Floridia, Priolo Gargallo, Solarino e Sortino per la costituzione del "Centro Nautico di Anapo", il cui coordinamento sportivo è stato affidato a Davide Tizzano, campione olimpico di canottaggio a Seul 88 e Barcellona 1992.[51]

Società 

Evoluzione demografica 

Gli abitanti del primo nucleo abitato formatosi all'interno del feudo "Solarino" nel XVIII secolo, erano soprattutto contadini provenienti dal vicino villaggio del Pozzo della Chiesa e dalla masseria Trigona; a questi, si aggiungevano gli sfollati diSiracusa, Noto, e Canicattini Bagni che erano scampati al terremoto del Val di Noto del 1693. I primi dati demografici del comune (allora frazione di Siracusa) risalgono al 1766, quando la Terra di S. Paolo nel feudo di Solarino contava 235 abitanti, numero quasi triplicato dopo poco più di vent'anni, grazie alla presenza di coloni fatti giungere oltre che da diversi luoghi della Sicilia, anche dal Genovesato,[52] dal Piemonte, da Malta («Terrae Melitae habitatores»), dalMarocco («Maronitii») e dai Castelli Romani («Terrae Collium prope Romam habitatores»), come si desume dalRegistro Parrocchiale dei Battesimi della Chiesa Madre.[53]

Agli inizi del Novecento, Solarino, fu interessata da un considerevole tasso di emigrazione, soprattutto verso gli Stati Uniti d'America e l'Australia, dove sorsero numerose comunità solarinesi (a New Britain nel Connecticut, a Paterson[54]nel New Jersey e nel sobborgo di Melbourne, Moreland, in Australia) ma anche verso l'America Latina, l'Europa centrale(Svizzera e Germania) e le regioni dell'Italia settentrionale.[55] Tale emorragia non riuscì ad essere bilanciata nemmeno dall'immigrazione dei 4.000 profughi friulani giunti nel siracusano nel novembre del 1917 a causa della Prima guerra mondiale - la maggior parte dei quali si sistemò proprio in questo comune-[56] e durò fino agli fino agli anni sessanta.

A seguito del boom economico e della nascita del polo petrolchimico siracusano nel tratto di costa compreso tra Targia ed Augusta, gran parte delle campagne furono abbandonate e Solarino, grazie alla propria posizione geografica - equidistante sia dagli agglomerati industriali che dal capoluogo di Provincia - conobbe il fenomeno dell'immigrazione con un conseguente incremento demografico, che l'ha portato ad essere, attualmente, il terzo maggior centro urbano della Provincia (dopo Siracusa e Floridia) per densità abitativa (566 ab./km²). Abitanti censiti 

Etnie e minoranze straniere 

Alla data del 31 dicembre 2007 a Solarino risultano residenti 169 cittadini stranieri, pari al 2,26% della popolazione.[57]Le comunità nazionali più numerose sono:

  •  Romania - 60

  •  Polonia - 47

  •  Albania - 18

Dialetto solarinese 

Il dialetto (rectius: vernacolo) solarinese - in siciliano: parrata sampalisa - fa parte della lingua siciliana e, specificamente, afferisce al "dialetto non metafonetico orientale". Esso, però, presenta delle peculiarità,[58]specialmente nella fonetica, che lo differenziano da questo tipo di dialetti e specialmente da quelli dei Comuni limitrofi (Floridia e Siracusa):[59]

    degeminazione della doppia occlusiva retroflessa sonora [dd],[60] per cui le parole iddu (= egli, lui), nuddu (= nessuno), cavaddu (=cavallo) che in siciliano sono pronunciate ['iɖɖu], ['nuɖɖu] e [ka'vaːɖɖu] in solarinese diventano idu, nudu e cavadu (['iɖu], ['nuɖu] e [ka'vaːɖu]).

  1. la mancata retroflessione della occlusiva alveolare sorda [t] nella pronuncia dei nessi <tr> e <str>, quindi, le parole tri (= tre) e strata (= strada), che in siciliano si pronunciano rispettivamente ['ʈɽi] e ['ʂɽaːta], con un suono simile alle parole inglesi tree e street, in solarinese, manterranno il suono che le stesse avrebbero nella lingua italiana, vale a dire ['tri] e ['straːta].

Il motivo di tale diversità, forse, è da rintracciare nell'origine composita dell'originario nucleo abitativo del paese, che vedeva la presenza non solo di siciliani (canicattinesi, netini, siracusani) ma anche di maltesi, liguri e piemontesi.[61]Tuttavia, con l'avvento della alfabetizzazione di massa e con le sempre più frequenti relazioni economiche e culturali con il vicino paese di Floridia e con il capoluogo, tali diversità oramai resistono solo nella fascia di popolazione più anziana. Pertanto, il dialetto parlato attualmente dai Solarinesi è del tutto simile a quello floridiano e siracusano.

Folclore: i ciaràuli 

Secondo una tradizione locale (diffusa anche nel vicino comune di Palazzolo Acreide), tutti coloro che nascono nella notte del 25 gennaio, data della conversione di San Paolo, possiedono la qualità taumaturgica - donata loro dal Santo - di poter guarire dai morsi di serpenti o dalle "passiature"(eritemi da contatto provocati da rettili o altri animali velenosi, quali scorpioni e tarantole). Secondo la leggenda, infatti, San Paolo è il protettore contro i rettili.[62] Tale credenza, prende le mosse dall'episodio descritto da San Luca negli Atti degli Apostoli[63] riguardo al morso procurato a Paolo nell'isola di Malta, da una vipera che, tra lo stupore dei presenti, non produsse alcuna conseguenza. Queste persone vengono chiamati "ciaràuli" (dal greco κεραυλής "keraulés", cioè suonatori di corno, dal momento che i primi e più antichi ciarauli, durante le guarigioni, erano soliti utilizzare degli strumenti musicali). Il ciaràulu" o la ciaràula", perciò, sono individui che possono appartenere a qualsiasi classe sociale, dal momento che il "titolo" si acquisisce esclusivamente per diem natalem e che hanno come segno distintivo un'escrescenza sotto la lingua definita "impronta del ragno".[30] Tuttavia, la semplice nascita e l'"impronta" non sono bastevoli di per sé a far diventar ciàraulu una persona, ma è necessario seguire un vero e proprio iter formativo[16] che inizia intorno ai sette-otto anni. Giunti a tale età, i "segnati" possono apprendere le formule scongiuratorie (ciarmi) da un altro ciaràulu, ma soltanto in chiesa e soltanto la notte di Natale durante la consacrazione dell'Eucarestia, altrimenti le formule perderebbero d'efficacia.

La modalità di guarigione, abbandonato del tutto l'uso degli strumenti musicali, è la seguente: il ciaràulu, a digiuno, analizza la parte dolorante e giudica il tipo di morso, fa il segno della croce, bagna la parte con la propria saliva, quindi, fa un leggero massaggio, ripetendo mentalmente lo scongiuro ("ciarmu"). Questa operazione (da farsi la mattina e la sera, per tre giorni) viene ripetuta per tre volte e si conclude con un segno di croce. Nei secoli scorsi questa credenza popolare assegnava ai "ciarauli" capacità straordinarie tanto che erano in molti a portarsi in pellegrinaggio a Solarino),[64] per sciogliere un voto di ringraziamento verso il Santo che li aveva fatti guarire da un morso di rettile o di un altro animale velenoso.

Dal 2010, ai ciarauli è stata dedicata una particolare manifestazione detta Kerayles fest, inserita nell'ambito dei festeggiamenti in onore del Patrono, in cui si alternano conferenze, spettacoli musicali e coreografici.[65]

Cultura 

Allo stato attuale, le manifestazioni culturali di maggior riscontro riguardano la promozione del territorio, delle tradizioni popolari e religiose e dei prodotti enogastronomici.

Nonostante l'assenza di appositi spazi come teatri e sale cinematografiche, frequenti sono le rappresentazioni teatraliche vengono messe in scena nelle piazze del comune - soprattutto nella stagione estiva - grazie all'iniziativa di alcune associazioni e compagnie teatrali locali. Anche il settore musicale è molto attivo, con la presenza di diversi gruppi, tra i quali i Qbeta, che tuttavia trovano non poche difficoltà ad esprimersi mancando spazi adeguati ed investimenti nel settore. Sporadiche, invece, le mostre di pittura, fotografia e scultura e gli incontri letterari che vedono come scenari l'aula consiliare "Falcone e Borsellino", l'istituto religioso "Cenacolo domenicano" o l'ex Ospedale Vasquez, stante la mancanza spazi espositivi ad hoc.

Musei 

Nel centro urbano sono presenti tre spazi museali privati: uno di carattere naturalistico, un altro sulla produzione artigianale femminile, ed il terzo, di carattere etnoantropologico. Un ulteriore museo - anch'esso di carattere etnologico e gestito dalla Pro loco- dovrebbe sorgere all'ingresso ovest del paese, lungo la statale per Palazzolo Acreide, nei pressi dell'ex frantoio del Locozio, attualmente in corso di restauro.[66]

  • Ecomuseo Hyblon, ospitato nella struttura del Cenacolo Domenicano, in Via Padre Barbagallo, è un museopaleontologico - mineralogico che raccoglie esemplari del patrimonio naturalistico della zona iblea, provenienti non solo dalla valle dell'Anapo, ma anche da Cavagrande del Cassibile e da Vendicari.[67]

  • Museo Permanente di Pizzi e Ricami Artistici, istituito nel 2003, si trova in Via Machiavelli e si basa su una collezione privata di merletti e ricami effettuati tra l'Ottocento e la seconda metà del Novecento e provenienti da ogni regione italiana.[68]

  • Casa del Novecento, sita in Via Vincenzo Bellini, n. 43, consiste in una tipica abitazione solarinese risalente al periodo della Prima guerra mondiale, restaurata ed adibita a mostra permanente di materiale etnografico locale.[69]

Media 

  • Radio: Solarino è sede dell'emittente radiofonica Radio Sud Orientale (meglio conosciuta come Radio S.O. o semplicemente R.S.O.)[70] che trasmette nella zona di Siracusa in modulazione di frequenza (FM) sui 98.200 Mhz. Fino ai primi anni novanta, da Solarino trasmetteva anche l'emittente Radio In.

  • Televisione: dalla seconda metà degli anni settanta, segnatamente dal 1976, e fino al 1993 a Solarino ha avuto sede l'emittente televisiva Teleanapo, oscurata in seguito alla legge Mammì sulla regolamentazione del sistema radiotelevisivo pubblico e privato.[71] Dal 2008, Teleanapo è ritornata a trasmettere in streaming, diventando unaweb TV.[72]

Cucina 

Un pizzolo

Per approfondire, vedi la voce Pizzolo.

Prodotti tipici della tradizione culinaria di Solarino sono essenzialmente ilpizzolo e la scacciata. Il pizzòlo, lo dice il nome stesso, è una sorta di pizzafarcita il cui contenuto può variare: salumi, formaggi, carne o verdure. Mentre la scacciata è un particolare tipo di scaccia la cui farcitura è principalmente a base di verdure, patate e salsiccia, se salata; oppure a base di ricotta, miele ozucchero e cannella, nella sua versione "dolce" ed in tal caso prende il nome di scacciata 'i ricotta.

Altri piatti tipici, anche se non esclusivi di Solarino, in quanto comuni a tutti i centri della bassa Val d'Anapo (Floridia, Canicattini Bagni e la stessaSiracusa), sono le zippole (o crispeddi), "gocce" di pasta fritte, con all'interno uva sultanina, nella versione dolce, oppure pezzetti di alici salate, nella versione salata che si consumano per San Martino; i totò, dolci da forno natalizi ricoperti di glassa al cioccolato (totò neri) o al limone (totò bianchi) e le cassatelle di ricotta, dolci simili a crostatine farcite di ricotta, zucchero o miele, scorza d'arancia o limone e cannella.

Personalità legate a Solarino 

  • Alfredo Mezio (1908 - 1978), caricaturista, giornalista, critico letterario e d'arte cui, dal 1997, sono state dedicate la Biblioteca Comunale ed una via del paese.[73]

  • Paolo Calafiore (1928 - 2006), pittore, scultore e scrittore.

  • Giuseppe Gianni (1947), politico.

  • Giuseppe Palumbo (1975), ciclista.

  • I Qbeta, gruppo musicale.

Eventi 

Per approfondire, vedi la voce Festa di San Paolo a Solarino.

'A sciuta (l'uscita) del fercolo di San Paolo dallaChiesa Madre per la processione, durante la festa patronale del 3 agosto 2008.

Gli eventi più importanti di Solarino sono le feste popolari religiose. La più antica e conosciuta a livello locale è senza dubbio quella della prima domenica d'agosto in onore del patrono San Paolo Apostolo, che attira un gran numero di visitatori ed emigrati e di cui dà notizia anche l'etnologoGiuseppe Pitrè nella sua monumentale opera Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane.[16]

Quanto agli altri tipi di eventi (fiere, sagre, concorsi, manifestazioni sportive), il loro perdurare è legato essenzialmente alle risorse economiche degli organizzatori; e così, in passato, Solarino è stata anche teatro di fiere zootecniche (mercato boario dal 1882 fino agli anni ottanta[74]), fiere campionarie (Fiera del Sole, dal1995 al 1997), concorsi artistici (Concorso Pianistico Nazionale "Città di Solarino", dal 1995[75] al 2004, Festival Internazionale della Musica Corale nel 2000), manifestazioni sportive (Trofeo Pantalica di ciclismo professionistico dal 1976 al 2003,[76] Motoraduno di Solarino nel 2001[77] e Palio Ippico "Città di Solarino" dal 1998[78]al 2003[79]). Attualmente si svolgono le seguenti manifestazioni:[80]

  • Carnevale Solarinese, con sfilata di carri allegorici e gruppi mascherati per le vie del paese, discoteca all'aperto in Piazza del Plebiscito e la sagra della salsiccia.

  • Festa di Santa Maria Annunziata si svolge nella seconda domenica dopo Pasqua ed è caratterizzata dalla vendita all'asta (â casa libbira, in siciliano) dei doni offerti alla Madonna e dalla ciaccariata, tradizionale fiaccolata di torce fatte di infiorescenze di disa affastellate ed intrecciate (ciaccàre) che accompagna la processione del fercolo e di cui si ha notizia sin dal 1847 .[81]

  • Mostra/Concorso fotografico "Città di Solarino" si svolge nel mese di giugno, presso l'aula consiliare del Comune.

  • Infiorata "Città di Solarino" si svolge nel mese di giugno, in Piazza Plebiscito e lungo il Corso Vittorio Emanuele.[82]

  • La Notte bianca: si svolge, dal 2009, nel mese di luglio, in una notte tra sabato e domenica. Dalle 20 del sabato, alle 4:30 del mattino seguente, è possibile assistere a spettacoli teatrali e all'esibizione di artisti di strada e musicisti, in palchi appositamente allestiti lungo il corso Vittorio Emanuele, Piazza del Plebiscito, Piazza IV Novembre ed agli angoli delle principali vie del paese, visitare mostre ed esposizioni fotografiche e pittoriche, nonché fare shopping per i negozi che rimangono appositamente aperti per tutta la durata della manifestazione e partecipare alla degustazione di prodotti tipici locali.[83]

  • Estate Solarinese: nei mesi di luglio, agosto e settembre vengono organizzati spettacoli musicali e teatrali, manifestazioni sportive, sagre. Di particolare rilievo, tra le varie manifestazioni, il concorso canoro denominatoEstivo.

  • Festa di San Paolo Apostolo: è la festa principale di Solarino, si svolge la prima domenica di agosto, ma i festeggiamenti in onore del Santo iniziano la settimana precedente con varie manifestazioni collaterali.[84] Il 25 gennaio, invece, giorno della Conversione di San Paolo, la festa del patrono, assume solo una connotazione giuridica e non si tiene alcuna manifestazione, escluse quelle prettamente religiose (funzioni in chiesa eprocessione del fercolo per le vie del paese)[85].

  • Festa della Birra e dei prodotti tipici, a fine agosto; il fulcro della manifestazione è senza dubbio l'esibizione di gruppi musicali locali e di fama nazionale ed internazionale.

  • Festa della Madonna delle Lacrime, si svolge nella terza settimana di settembre.

  • Giostra medievale, inserita nel 2008 come manifestazione conclusiva dell'Estate solarinese, consiste nella rievocazione di un tipico torneo medievale ed è divisa in due manches: nella prima, i cavalieri, armati di una lancia, devonono colpire un bersaglio posto su un braccio di un busto roteante, mentre nella seconda, devono infilzare - sempre con la lancia - anelli via via più piccoli.

  • Festa del Ringraziamento: è un appuntamento tipico della prima decade di novembre. Il ringraziamento in questione è quello degli agricoltori per il raccolto ottenuto durante l'anno. Si svolge per le vie del paese con la sfilata dei mezzi agricoli, sul sagrato della Chiesa Madre, con la celebrazione di una Santa Messa ed in Piazza del Plebiscito, con giochi popolari (albero della cuccagna, corsa coi sacchi, tiro alla fune) aperti a chiunque voglia parteciparvi.[86]

  • Sagra della ricotta, svoltasi ogni 1º maggio sino al 2006, dal 2007 è stata inserita nelle manifestazioni collaterali alNatale.

Infine, sono celebrate tre ricorrenze civiche legate alla storia solarinese:

  • Anniversario della fondazione (licentia populandi) - 25 aprile.

  • Anniversario della Battaglia di Solarino - 13 luglio.

  • Anniversario dell'Autonomia Comunale - 20 dicembre.

Geografia antropica 

Urbanistica 

Particolare di una casa solarinese in stile Liberty.

Solarino dista 859 km dalla Capitale, Roma; 255 km dal capoluogo di Regione, Palermo; 210 km da Agrigento; 157 km da Caltanissetta; 63 km da Catania; 132 km da Enna; 158 km da Messina; 67 km da Ragusa; 363 km da Trapani; nonché 17 km dal proprio capoluogo di Provincia,Siracusa.

Il centro urbano del Comune, sorto sulle zone che anticamente venivano denominate: Santa Croce, Badìa, Chiusa Fondaco, Stazione, Costa Casino, Fosso Barone, Cozzo Modicano e Piano Palazzo presenta un impianto a pianta ortogonale, di forma ovale. Il suo aspetto architettonico recente, dal momento che la fondazione del paese risale alla seconda metà del XVIII secolo, è caratterizzato - soprattutto nel quadrante Nord-Est (Vie Martiri delle Ardeatine, Vittorio Veneto, Nazario Sauro, quartiereStazione) - dal cosiddetto "Attardamento della Decorazione Liberty", che si manifesta in particolari sagomature dei davanzali e delle cornici in pietra calcarea che sormontano porte e finestre delle case costruite sino agli anni quaranta eanni cinquanta.[87]

Il lato nord-est di Piazza del Plebiscito, con al centro il Monumento ai Caduti, ed il Palazzo Conti Mezio (Municipio).

Cuore geografico, politico e religioso del paese è Piazza del Plebiscito. Di forma quasi quadrata, è divisa in due parti simmetriche dal Corso Vittorio Emanuele e da essa si snodano le principali vie del paese e le strade provinciali e statali per Floridia, Siracusa, Sortino e Palazzolo Acreide. Vi sono presenti il Palazzo Comunale, la Chiesa Madre San Paolo Apostolo, il Monumento ai Caduti in Guerra, ilPalazzo Requisenz e l'unica farmacia del paese. Al centro del lato sudoccidentale della piazza, di fronte alla Chiesa Madre, si trova, poi, il maestoso pino piantato durante ilFascismo per commemorare la scomparsa di Arnaldo Mussolini e che, dopo il secondo conflitto mondiale, venne ribattezzato in Albero della Libertà, in ricordo della fine della guerra.[88] Infine, da dicembre 2006 a luglio 2007, la piazza è stata oggetto di un vasto lavoro di restauro e consolidamento concernente la sostituzione della pavimentazione originaria con una nuova formata da blocchi di pietra bianca d'Avola, la rimozione dei pini marittimi che la arredavano (eccezion fatta per l'Albero della Libertà), il successivo piantamento di magnolie e l'installazione di una nuova illuminazione pubblica, cosiddetta artistica, al fine di far risaltare i monumenti e gli edifici che vi si affacciano. La via principale è il Corso Vittorio Emanuele, lungo circa 800 metri e che rappresenta il naturale proseguimento della SS 124, in esso sono presenti la caserma dei Carabinieri, il Palazzo Sipala e gran parte degli esercizi commerciali del paese.

Altri luoghi d'interesse, dal punto di vista architettonico - urbanistico, sono Piazza IV novembre (conosciuta dai Solarinesi come piazza d'erba, perché anticamente non era pavimentata e vi cresceva spontaneamente il prato), piazzale di circa 1000 metri quadrati situato nella parte occidentale del paese, la cui particolare struttura su due piani, ricorda quella della cavea e della platea di un teatro e che per tale peculiarità viene spesso utilizzata perrappresentazioni sceniche; Piazza Aldo Moro, di forma semicircolare, nel cui interno è incastonata una gradinata affrescata con pitture murali sulla cui sommità, il 5 settembre 2009, è stata posta una statua di Padre Pio e Piazzale Victor Rizza, intitolato alla memoria di un ricercatore italoamericano (di origini solarinesi) della Rockefeller University diNew York scomparso tragicamente insieme al figlio, nell'incidente aereo del Volo SR111 del 2 settembre 1998.[89] Lo slargo, di forma ovale, è stato ricavato dalla confluenza delle vie Dante e Piave, nei pressi dell'Ospedale Vasquez, è sopraelevato rispetto al manto stradale a causa del dislivello tra le due arterie ed al suo interno presenta una rotonda attorniata dal prato su cui sono state messi a dimora palme ed altri alberi d'alto fusto.[90]

Comprensorio comunale 

Il territorio comunale ha una superficie di 1.301 ettari, risultando essere, così, il più piccolo della Provincia di Siracusa. I suoi confini sono: a nord e ad ovest con il Comune di Sortino; a nordest, con quello di Priolo Gargallo; ad est, ancora con Priolo Gargallo e con Siracusa; a sud e sudest con Floridia ed a sudovest con Palazzolo Acreide.

Le località extraurbane (chiamate localmente contrade) che concorrono a formarlo sono le seguenti: Balatazza, Calancon del vento, Carrubbazza, Case Rosse, Cassara, Cava Cirino, Conca di Porco, Costa Lucente, Costa di Palmieri, Costa Pernice, Cozzo di Morte, Cozzo Collura, Cozzo Coniglio, Cugno di Canne, Cugno Cardone, Cugno Randazzo, Finaiti, Fullone, Grotte di Conzo, Loco, Loco di Carciolo, Locozìo, Macchiotta, Maltese, Mangiapecora, Masseria, Pozzo Nuovo, Pozzo Oliva, Quartararo, Raina, Ràzzina, San Demetrio, Sellichisina, Sfardascarpe, Soliardo, Trigona, Vizzinisi, Loco di Zaiera, Zanno.
Molte di queste (Cozzo Amena, Cozzo Coniglio, Fullone, Macchiotta, Maltese, Mangiapecora, Pozzo Oliva), a seguito della crescita demografica del Comune, ormai fanno parte integrante dell'attuale centro urbano. Altre (Balatazza, Finaiti, Trigona, Cugno di Canne, Sellichisina), invece, essendo prossime al centro abitato ed a seguito della costante espansione edilizia che ha trovato nuova linfa a partire dagli anni novanta,[91]
 si stanno urbanizzando, perdendo le loro caratteristiche rurali e divenendo sempre più la nuova periferia del paese.

Economia 

Le mandorle, una ricchezza per l'economia solarinese.

L'economia del paese, in passato, era prevalentemente agricola, come del resto lo erano quelle degli altri comuni dell'entroterra siracusano. Noto soprattutto per la produzione di olive, mandorle ecarrube il territorio solarinese risultava prevalentemente destinato a colture intensive (60%), colture estensive (30%) e pascolo (10%).

Dopo il boom economico degli anni sessanta ed a seguito della nascita del polo petrolchimico, l'agricoltura ha avuto una battuta d'arresto così come l'allevamento di bovini ed ovini, per cui la loro incidenza nel tessuto economico del paese è andata, col tempo, scemando ed attualmente, risulta alquanto modesta.[92]Ciononostante, grazie alla capacità di riconversione economica di molti operatori locali, l'economia legata ai prodotti naturali (cereali, olive, carrube, mandorle, frutta ed ortaggi), sta tentando uno sviluppo in termini di lavorazione ed esportazione dei prodotti (dolci locali, miele, olio, conserve). Basti pensare che, sul Comune converge gran parte della produzione olivicola della zona, per la molitura e che, annualmente, a Solarino viene lavorata una quantità di mandorle di circa 65000 quintali, pari all'80% della produzione siciliana.[4] Pertanto, due lavori tipicamente stagionali sono stati trasformati in stabile fonte di occupazione, grazie anche all'esportazione del prodotto finito su scala internazionale. Di conseguenza, nell'economia del paese, importante rilievo rivestono le industrie di trasformazione agroalimentare[93] (caseifici, oleifici, molini, macellerie, industrie conserviere), l'apicultura, la lavorazione degli agrumi e dei prodotti ortofrutticoli. A partire dal 2000, segni di ripresa si notano anche nel settore dell'edilizia ed abbastanza sviluppato risulta anche il settore legato all'enogastronomia e la ristorazione grazie a diverse strutture (bar, pubs, discopubs, ristoranti, pizzerie, sale ricevimenti) presenti sia nel centro urbano che nei dintorni.

Prodotti 

  • Le arance rosse

  • Le carrube

  • I limoni di Siracusa[94]

  • Le mandorle

  • Il miele di timo[95]

  • La mostarda

  • L'olio d'oliva D.O.P. Monti Iblei, sottozona Val d'Anapo.[96]

Mercati e fiere 

  • Il Mercato settimanale (in siciliano 'a fera), si svolge ogni lunedì mattina nel quartiere Stazione, nella zona compresa tra Piazza Vittime della Strada, Via Donizetti e Via Enna, in prossimità della periferia Nord dell'abitato.

Infrastrutture e trasporti 

A causa dell'esiguità del centro urbano, a Solarino non sono presenti trasporti pubblici urbani.

Per quanto riguarda i trasporti extraurbani su strada, Solarino è collegato con Floridia, Siracusa, Sortino, Cassaro, Ferlae Palazzolo Acreide tramite le autolinee AST[97] e con Catania, Fontanarossa, Floridia, Belvedere e Priolo Gargallo, tramite gli autoservizi dell'Interbus.[98]

Per i trasporti aerei, il comune in questione, così come gran parte dei centri urbani della Sicilia orientale, dipende daCatania; mentre per quelli marittimi e ferroviari, da Siracusa (stazione e porto), nonché dal porto commerciale di Augusta.

Strade 

Le principali arterie stradali[99] che servono il Comune sono:

  • La  Siracusana che lo collega principalmente con Floridia, Siracusa e Palazzolo Acreide.

  • La   Orientale Sicula che lo collega principalmente con Catania (uscite: Siracusa nord, Siracusa,Priolo sud).

  • La  Solarino - Fusco - Sortino, strada panoramica che attraversa tutta la Valle dell'Anapo.

  • La  Solarino - Diddino, che collega il centro abitato con la provinciale per Priolo Gargallo, Belvedere eCittà Giardino.

  • La  Diddino - Monte Climiti - Saiazza, che collega Solarino con Sortino e con Melilli.

  • La  Balatazza - Trigona, che collega il centro urbano con le due omonime contrade e con la Strada Statale 124.

Ferrovie 

Per approfondire, vedi la voce Ferrovia Siracusa-Ragusa-Vizzini.

Ponte ferroviario sul tracciato dismesso della Siracusa-Ragusa-Vizzini, nei pressi di Solarino.

Dal 19 luglio 1915,[100] per circa quarant'anni, fu attiva la stazione ferroviaria "San Paolo Solarino" situata a 144 m s.l.m., al km 17,172 del tracciato della Ferrovia Siracusa-Ragusa-Vizzini,[101] in una zona facente parte della contrada Pozzo Oliva, che attualmente corrisponde con il Viale della Patria, nella periferia nord-est del paese.[102]Detta stazione, fino al 26 luglio 1923, rappresentò ilcapolinea della tratta stessa; mentre, il 30 giugno 1956, vi partì l'ultimo treno diretto a Siracusa trainato dalla locomotiva 03 (denominata Solarino)[103] che giunse allastazione di Siracusa Nuova alle 9:30, dopo poco più di mezz'ora di viaggio, con gli ultimi rotabili da accantonare.[104] Successivamente a quella data, infatti, in conseguenza del decreto Angelini che disponeva la chiusura dei cosiddetti rami secchi delle ferrovie[105] venne soppresso l'intero percorso ferroviario, che dal dopoguerra si era ridotto al tronco iniziale San Paolo Solarino - Siracusa Nuova. A seguito dello smantellamento della strada ferrata e dell'espansione urbana, la stazione venne abbandonata e successivamente demolita per far posto agli edifici del nuovo quartiere chiamato, appunto, Stazione. Dal 1956, pertanto, la stazione ferroviaria di riferimento è quella diSiracusa che dista meno di 20 km dal centro urbano.

Amministrazione attuale 

Indirizzo della casa comunale: Piazza del Plebiscito, 34 - 96010 Solarino

Amministrazioni precedenti 

Per approfondire, vedi la voce Sindaci di Solarino.

Dall'ottenimento dell'autonomia comunale (1827) ad oggi (2007), si sono succedute 86 amministrazioni comunali, alla guida delle quali c'è stato 59 volte un sindaco, 12 volte un commissario, 7 volte un facente funzione, 6 volte podestà ed una volta ciascuno, un magistrato municipale ed un regio delegato. Nel 1943, poi, per tre mesi, il Comune fu sottoposto al Governo Militare statunitense dei territori occupati (AMGOT); così come furono di nomina alleata i primi due sindaci del secondo dopoguerra.

Fino ad oggi, la sindacatura più longeva è stata quella di Michele Gozzo che amministrò Solarino per ben 14 anni consecutivi, dal 1882 al 1896, mentre quella più breve, durata appena 54 giorni, dal 5 gennaio al 28 febbraio 1990, spetta a Benito Cassia. Durante la Prima Repubblica, il partito politico che ha avuto più sindaci è stato la Democrazia Cristiana(22 su 31 amministrazioni). Con l'elezione diretta dei sindaci, introdotta dalla legge 25 marzo 1993, n. 81, hanno ricoperto la carica di Primo Cittadino, per due volte i candidati del centrodestra e per una volta ciascuno, il candidato delcentrosinistra ed un esponente di una lista civica.[106]

Altre informazioni amministrative 

  • Il comune appartiene alla Regione agraria n.5 - Piana di Siracusa.[107]

  • Dal 2010,[108] Solarino fa parte dell'Unione di comuni denominata Unione dei Monti Climiti insieme al contiguo comune di Floridia.[109]

Gemellaggi 

Il Comune di Solarino è gemellato con:

  •  New Britain (Connecticut), Stati Uniti d'America dal 23 settembre 1985.[110]

  •  Aninoasa, Romania dal 21 luglio 2001.[111]

  •  Moreland, Australia dal 26 gennaio 2007.[112]

Sport 

Calcio 

10 febbraio 2008, 20º giornata del campionato regionale di Seconda Categoria girone F, le squadre del San Paolo Solarino (in tenuta azzurra) e del Real San Paolo schierate a centrocampo prima dell'inizio derby, terminatosi 5-2 per il Real.

Pur essendo lo sport più praticato e più seguito dai Solarinesi, non ha mai regalato grandi risultati, attestandosi a livelli dilettantistici medio-bassi.

Ad oggi, il miglior risultato raggiunto rimane il terzo posto nel campionato di Promozione, ottenuto nella stagione1998-99 dal Gruppo Sportivo San Paolo reduce da tre promozioni consecutive (dalla Terza Categoria allaPromozione negli anni 1996 - 1998)[113] e unica squadra solarinese a vincere un trofeo di categoria (la Coppa Trinacria di Seconda Categoria, il 22 giugno 1997, nella finale di Viagrande contro i messinesi della Giustra).[114]

Tale penuria di risultati, però, è stata legata non solo a capacità tecniche e agonistiche, ma soprattutto a questioni di carattere economico,[115] dal momento che tutte le società di calcio solarinesi del passato sono andate incontro al fallimento finanziario, comprese le formazioni più titolate.

Così avvenne sul finire degli anni settanta con la Solarinese, prima squadra del Comune a disputare il campionato diPromozione nella stagione 1976-77,[116] che nel frattempo, dopo aver cambiato diverse denominazioni (S.S. Mobilburgio e, successivamente alla fusione con l'A.C. Solarino, S.S. Solarino) era retrocessa in Prima Categoria nella stagione 1978-79, dopo aver ripreso l'originaria denominazione.

Stessa sorte toccò al G.S. San Paolo che, dopo aver scongiurato la crisi nel 2001,[117] due anni dopo dovette cedere il proprio titolo sportivo,[118] fino a scomparire definitivamente dalla scena calcistica nel 2004.[119]

Negli anni successivi, si sono avvicendate ed affiancate diverse formazioni per poi successivamente sparire come le precedenti compagini, fino a raggiungere, tra il 2007 ed il 2010, il numero massimo di quattro formazioni solarinesi contemporaneamente presenti nei campionati dilettantistici tra Seconda (San Paolo Solarino e Real San Paolo) e Terza Categoria (Rinascita Solarinese e Solarino). Per la stagione 2011/12, invece, a Solarino sono presenti due squadre di calcio, entrambe militanti in Terza Categoria: la Solarinese e lo Sporting San Paolo.[120]

Ciclismo 

È il secondo sport più praticato nel Comune, ma è anche quello che ha dato più soddisfazioni, specie a livello di gare giovanili, culminate con la conquista di due titoli mondiali juniores su strada, nel 1992[121] e nel 1993,[122] da parte diGiuseppe Palumbo. Quanto alle manifestazioni ciclistiche, nel più recente passato, Solarino è stato teatro del Trofeo Pantalica, gara internazionale (categoria 1.1 UCI) di ciclismo su strada per ciclisti professionisti (categoria élite);[123]

27 febbraio 1999, Andrea Ferrigato vince in volata la XXIV edizione del Trofeo Pantalica, con arrivo posto in Piazza del Plebiscito.

attualmente, invece, le varie corse organizzate riguardano i settori dilettantistico, giovanile e cicloamatoriale. Tra queste meritano menzione:

  1. il Trofeo Silvio Pellico, nato nel 1989 come "corsa di quartiere" grazie ad un gruppo di appassionati (Club Silvio Pellico) che decisero di organizzare una gara ciclistica caratterizzata dal fatto che l'arrivo era nell'omonima via, sede del club (Via Silvio Pellico, appunto); con il passare degli anni è divenuta una delle gare più importanti per i cicloamatori siciliani iscritti alla Federazione UDACE e, successivamente, prova del campionato italiano UDACE. Ad essa sono state collegate varie manifestazioni collaterali di carattere culturale, ricreativo e folclorico. Si corre tra aprile e maggio di ogni anno su un circuito cittadino di quasi 5 km da compiersi più volte per un totale di 74 km.[124]

  2. la Coppa San Paolo Apostolo, gara notturna riservata alle categorie giovanili (Giovanissimi, G5, G6, Esordienti I e II anno, Allievi, Juniores) e agli amatori tesserati alla Federazione UDACE,[125] che si snoda lungo un circuito cittadino da compiersi più volte e che si svolge, dal 1952, nell'ambito dei festeggiamenti in onore del Patrono, nella tarda serata del venerdì, antivigilia della festa.[126]

Impianti sportivi 

Stadio Comunale "Pippo Scatà" e Tensostatico "Davide Triolo".

  • Stadio Comunale "Pippo Scatà", dedicato al mediano solarinese degli anni settanta, scomparso a soli 48 anni,[127] si trova a Nord dell'abitato ed è un impianto sportivo polifunzionale, in quanto è comprensivo oltre che del campo da calcio, in terra battuta, di pista per l'atletica leggera, fossato per il salto in lungo, pedana per i lanci (peso, disco, martello), nonché di un campo da tennis, di un campo di calcio a 5 e dellatensostruttura "Davide Triolo". Recentemente è stato utilizzato anche per manifestazioni extrasportive quali concerti, la Festa della Birra e dei Prodotti Tipici, le celebrazioni del Centenario dello scautismo.

  • Tensostatico "Davide Triolo", la struttura, intitolata alla memoria del giovane discobolo solarinese, scomparso tragicamente nel 2004 a soli 27 anni,[128] si trova all'interno del perimetro dello stadio comunale; è stata inaugurato il2 aprile del 2006 e viene utilizzata soprattutto per il volley ed il basket.

  • Campo di calcio a 5 "Superball", si trova in contrada Masseria, 2 km ad Est del centro urbano, ed è il campo di gioco della società Green Sport.

  • Campo di tiro, si trova in località Cugno di Canne.



ULTIME RICERCHE




marisa pappalardo - 6 feb 2015

a giov.sip@gmail.com



Salve! Innanzitutto mi presento. Mi chiamo Marisa Pappalardo ed il mio hobby è la genealogia, nonchè lo studio e ricerca (per futura pubblicazione messa in cantiere) dei flussi migratori che hanno interessato i Comuni di Canicattini/Floridia ed in un secondo tempo (in quanto fondata in seguito), Solarino. Ho letto il tuo blog e posso dirti (visto che ho gli atti), che i Sipala si trovavano già prima del 1797 a Canicattini e per quanto ne so fino ad oggi (visto che la ricerca sui Sipala l'ho iniziata un paio di giorni fa), esistevano dei Sipala già nel 1754. Qui di seguito cercherò di spiegare il nucleo familiare di questa famiglia Sipala (sempre che non escano fuori altri Sipala in questi giorni). Nel 1754 avviene il matrimonio tra Giuseppe Mezzio e tale Pasquala Sipala. Dall'atto parrocchiale Pasquala Sipala risulta essere intanto nata a Tre (abbrevizione di Terre) Balneorum, quindi Canicattini Bagni (premetto che spesso Canicattini viene indicato come Balnei o Balneorum e Cannicattini, ma l'ultima dizione risulta più frequente a partire dagli inizi del 1800). Inoltre riusciamo a sapere anche i nomi dei genitori, i quali sono Sebastiano Sipala e Sebastiana Ficara, quindi in sintesi, abbiamo un nominativo, ossia Sebastiano Sipala, già presente a Canicattini prima del 1754, essendo il padre di Pasquala. Nel 1773, la figlia della coppia Mezzio/Sipala, la quale era nata comunque a Canicattini, ma all'atto del matrimonio si trovava residente a Solarino, si sposò con tale Bombaci. Questa specifica linea, ha dato vita in seguito, a Benedetto Bombaci, notaio nonchè sindaco di Canicattini.

Grazie per l'attenzione.



Marisa Pappalardo



nella foto l'atto di matrimonio

(clicca sull'immagine per ingrandirla)





Salvatore Sipala di Canicattini Bagni



Penso che possa darVi il mio contributo su mie ricerche ALBERO GENEAOLOGICO FAMIGLIA SIPALA. Parliamo di dominiazione

Spagnola anni 1400-1700. In quel periodo arriva il Capitano di ventura SIPALA, sbarco' in Sicilia a PALERMO e

successivamente assegnato alla guarnigione di NOTO(Siracusa). Le sue ceneri riposano dopo la sua morte nella Chiesa Madre

di PALERMO. La tomba fu scolpita nel periodo dal famoso Scultore "GAGGINI". Con il terremoto dell'anno 1693 della Val di

Noto, uno dei suoi eredi emigro' a Canicattini Bagni un certo SIPALA Antonino nato nel 1726, successivamente risultano nati

nel Comune SIPALA Salvatore anno 1756, un suo discendente nato nel 1783(nipote)e un SIPALA Salvatore nato 1809 altro nipote.

Da cio' si presume che altri discendenti siano potuti emigrare in altri Comuni Aretusei e fuori della provincia.




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